Durante le sessioni plenarie al Parlamento Europeo, furono organizzati incontri cristiani a colazione. Da giovedi 23 Ottobre furono organizzati anche incontri per la libertà di pensiero a colazione da Veronique de Keyser, un membro belga del Parlamento Europeo.
Il tema “l’uguaglianza dei sessi ha la precedenza sulla libertà religiosa” fu ispirato da una notizia dal Quebec sulla condizione delle donne.
Circa trenta deputati europei hanno ufficialmente preso parte al dibattito.
L’EHF si congratula con Veronique de Keyser per questa iniziativa e le augura buona fortuna.
Georges Liénard
European Humanist Federation
Manco per idea
Finalmente qualcuno se ne accorge anche nelle sfere politiche! L’uguaglianza tra i sessi (ricordo per inciso che una bella favola greca ne vedeva tre: uomo, donna e omo/lesbo, senza moralismi) è prioritaria perchè scardina le religioni dall’interno delle famiglie. Proprio per questo, la servitù psicologica, giuridica e fisica della donna è difesa così duramente dalle religioni cristiana, ebraica e islamica. Esse vedono crollare la base del loro potere: Dio comanda sull’umanità come il clero sull’uomo e l’uomo sulla donna, in uno specchio di dominio dall’alto al fango. La donna serve a lasciar sfogare le frustrazioni del maschio sottomesso al clero: gli si dà un pò di potere per dominare e tormentare un altro essere umano, così non si ribellerà mai ai superiori che lo giustificano. Se due compagni si rispettano e si amano come eguali non c’è un padrone: amore e rispetto fanno paura perchè oltre a rendore eguali, lasciano spazio ad una domanda spaventosa: “Come posso credere in un dio che considera la mia compagna un tubo digerente con un utero, un sacco da riproduzione senza cervello e che mi chiede di usarla come un oggetto?” Un tale dio viene respinto perchè ingiusto e con lui tutto il suo clero, che già sente diminuire il potere e il controllo. L’obbedienza la ottengono i padroni, non gli eguali…
questo, dell’invocare la libertà di pensiero, mi sembra un’assurdità; in quanto è la sola libertà ke non si può reprimere, sopprimere o censurare.
ogni altra libertà, sì, ma il pensiero non conosce prigioni……
…o no?!
darik
Libertà di pensiero ed Europa sono una contraddizione in termini.
darik hai certamente ragione !
Ma con l’espressione “libertà di pensiero” loro intendono la “libertà di manifestazione del pensiero”, ossia di dire la propria senza essere condannati per questo….
E’ difficile capire un linguaggio utilizzato impropriamente, ti capisco 🙂
Qualcuno può dirmi come posso fare ad esprimere i sensi della mia più sentita gratitudine alla Signora Veronique? (nel senso di indirizzi, e-mail o quant’altro)
Quanto a Darik, vorrei aggiungere che esiste anche una educazione alla libertà di pensiero, perchè se è vero che vi sono alcuni che, seppure in condizioni politiche e sociali poco favorevoli in qualche modo arrivano a concepire un pensiero libero, è altrettanto vero che la gran parte si ferma alla dimensione della “reattività”, senza giungere ad una vera e propria forma di libertà. Noto che spesso la risposta a determinate questioni è un po’ istintiva, è quella di coloro che mai hanno sperimentato dei tipi di coercizione molto specifici, che non sono propri di questo Paese, e che pure esistono e fin da quando si nasce danno una forma specifica al pensiero ed all’agire che ne consegue, al modo di concepire tutto, perfino le cose apparentemente trascurabili, perchè non è tanto importante l’oggetto o il soggetto quanto il fatto che tale forma venga mantenuta e con essa la garanzia che ne consegue per il sistema, statale o tribale che sia. Per liberare il proprio pensiero, ci vogliono le opportunità, talvolta fortuite, anche solo di sapere che esistono pensieri “altri” e ci vuole molta forza, un lavoro continuo su sé stessi prima ancora che sull’intorno. Se si viene educati non dico al libero pensiero, ma anche solo alla conoscenza della sua esistenza, dovendosi sforzare meno, magari qualcuno in più potrebbe farcela
IERI IL PARLAMENTARE ANZI IL SENATORE BUTTIGLIONE DA NON CONFONDERE
COL BOTTIGLIONE DI VINO,,ANCHE SE QUANDO PARLA ????:::::
SE PERMESSO DI DIRE CHE L’UNICO MODO X LA SALVEZZA DELL’EUROPA SONO LE RADICI CRISTIANE; CHE NON SI SONO MAI MACCHIATE DI MORTI????E STRAGI?????
ME DA DOVE VIENGONO LE SUE LETTURE,,DOPO AVER FATTO STRAGI DI OGNI
SORTA IN TUTTA L’EUROPA I PORTATORI DELLA CROCE OGGI VENGONO NELLE SEDI
LAICHE DI UNO STATO LIBERO A DIRE CHE LORO SONO CANDIDI E PURI;
E CHE I MALI SONO STATI IL COMUNISMO E IL FASCISMO,,
ROBE CHE UN ANALFABETA RIFIUTEREBBE, MENO MALE CHE L’EUROPA SI DISFECE
DI TALE PERSONAGGIO–……
Mi sa che Buttiglione un paio di magnum se l’è scolate per davvero!!!!!! Oppure ha fatto indigestione di gelato al puffo alla bouvette! C’ha più morti sulla coscienza la Chiesa di qualunque altra organizzazione al mondo presente e passata!!
Nella UE tutti hanno libertà di parola meno l’on.Buttiglione che per aver liberamente e legittimamente detto quello che pensava sulla famiglia si è giocato il posto da Commissario europeo. Ma non ci sono, scritte nero su bianco, nelle varie Costituzioni democratiche dei nostri democraticissimi Paesi e nella tanto decantata Dichiarazione dei Diritti degli uomini, delle norme che vietano qualsiasi discriminazioni in ordine alle idee liberamente espresse e in riferimento alla religione liberamente professata? Un luterano, un anglicano, un ateo possono ricoprire la carica di Commissario europeo e rimanere tali, senza conflitti con la propria coscienza, essendo garantiti costituzionalmente nella propria coerenza di vita durante e soprattutto nello svolgimento del proprio compito, che possono interpretare, attingendo risorse mentali ed umane dalla propria esperienza e sensibilità di luterano, anglicano ed ateo. Al cattolico, invece, viene vietato di ricoprire una carica pubblica se pretende di rimane se stesso, se vuole lavorare, nel proprio incarico , rimanendo coerente ai propri principi e valori umani e cristiani senza timori di venire sindacato per l’esercizio della sua libertà di coscienza, di idee e di opinioni.. Come garantiscono, a parole, tutte le Costituzioni democratiche. Al cattolico si impone, e qui scatta la discriminazione, una preventiva scissione della personalità: puoi essere te stesso in privato, nelle mura domestiche, ma in pubblico, nel lavoro, in società devi essere come hanno deciso gli altri per te, devi rinnegare o almeno dimenticare le tue idee, le tue convinzioni profonde ed essere obbligatoriamente laico, anzi laicista, altrimenti avrai dei seri problemi. E come se ad un ateo, rovesciando la prospettiva, si imponesse di essere in pubblico cattolico. Grottesco.