“Ammirati dal mondo, ma senza una lira”. Scienziati in piazza per la missione antartica

Questa mattina saranno a Palazzo Chigi a ricevere le congratulazioni del presidente del Consiglio per il premio Nobel per la pace ottenuto collaborando all’Ipcc, l’organismo delle Nazioni Unite dedicato allo studio dei cambiamenti climatici. La numerosa pattuglia di scienziati italiani che nel corso di questi anni ha dato il suo contributo a capire i meccanismi del riscaldamento globale, una volta finita la cerimonia alla presenza di Romano Prodi, non tornerà però a casa. Si fermerà in piazza Montecitorio per protestare contro il taglio dei finanziamenti che rischia di mettere in ginocchio il Programma nazionale di ricerche in Antartide, uno dei progetti scientifici più importanti in cui sia coinvolta l’Italia e più promettenti per la comprensione dei cambiamenti climatici.E’ la paradossale situazione in cui si trova la ricerca italiana. Da un lato premiata per i suoi meriti e i suoi risultati, dall’altra costretta a vivere nell’eterna mancanza di fondi e nell’incertezza del futuro. L’appuntamento è per le 15, quando, con le tute rosse in dotazione al personale della missione polare e dei pinguini di legno al posto delle bandiere, qualche centinaio di scienziati, darà vita a un sit-in davanti al Parlamento.

Lanciato oltre venti anni fa, il Pnra è un progetto multidisciplinare per raccogliere nello straordinario laboratorio naturale dell’Antartide conoscenze scientifiche a tutto campo e in maggior numero possibile. In questi due decenni la possibilità di lavorare in un ambiente unico come il Polo Sud ha permesso infatti di portare avanti importanti ricerche di fisica, biologia, oceanografia, chimica, geologia, zoologia e in molte altre materie ancora. Studi che hanno trovato la loro sintesi migliore nella climatologia e nelle possibilità offerte dell’Antartide per capire i meccanismi dell’atmosfera terrestre.

In particolare, nell’ambito del Pnra i ricercatori italiani hanno collaborato attivamente al progetto Epica che nel 2005 ha permesso, attraverso un carotaggio alla profondità record di 3000 metri, di ricostruire il clima del pianeta andando all’indietro di 700 mila anni. Un tassello fondamentale in tutti gli studi successivi sul riscaldamento globale elaborati dall’Ipcc e una pietra miliare della scienza internazionale.

Per raggiungere questi risultati fino al 2005 il Pnra ha potuto contare su un flusso abbastanza continuo di finanziamenti con stanziamenti triennali che permettevano una certa pianificazione alle centinaia di scienziati coinvolti nel progetto. Dalla Finanziaria del 2006 i fondi sono però spariti e l’equipe italiana si è dovuta limitare a gestire la manutenzione delle due basi italiani in Antartide, collezionando brutte figure con i colleghi stranieri ai quali erano stati garantiti una serie di impegni.

“Gli amici tedeschi e francesi tempo fa mi chiedevano dettagli sull’organizzazione del lavoro futuro, ho dovuto rispondergli che non sapevo neppure se ci saremmo andati quest’anno in Antartide”, spiega il ricercatore dell’Enea Massimo Frezzotti, uno dei coordinatori del Pnra e dei promotori della protesta. “Andare al Polo Sud come costi e complicazioni logistiche è un po’ come andare nello Spazio, ma noi fino all’ultimo non sappiamo su quali risorse potremo contare”, dice ancora. “Fino al 2005 – prosegue Frezzotti – abbiamo potuto fare affidamento su circa 28 milioni di euro annui, una somma in linea con gli investimenti degli altri paesi europei, ma dall’anno successivo la cifra si è ridotta del 70%, permettendo a mala pena di coprire i costi di gestione ordinaria”.

Ma agli occhi di chi è coinvolto nel Pnra come Frezzotti, la tirchieria del governo per quanto grave non è neppure il problema principale. “Quello che serve è la chiarezza e la possibilità di programmare: i soldi non si trovano malgrado tutti a iniziare dal ministro Mussi vadano ripetendo la centralità della ricerca? Bene, ci si assuma delle responsabilità, si facciano delle scelte e si diano delle priorità, ma a queste vanno date poi delle certezze pluriennali”. E il pensiero di Frezzotti va anche ai tanti giovani impegnati nel Pnra che hanno sopportato anni di precariato convinti che la validità scientifica del progetto fosse riconosciuta dagli interlocutori politici.

La speranza è che il sit-in di oggi possa attirare l’attenzione dei mezzi di informazione e sensibilizzare i parlamentari, convincendoli della necessità di far approvare un’emendamento alla Finanziaria in grado di rimettere le cose a posto. E molto ci si aspetta anche da un possibile intervento diretto del presidente del Consiglio Romano Prodi e del ministro della Ricerca scientifica Fabio Mussi, ai quali i coordinatori scientifici del Pnra hanno indirizzato una lettera aperta. Ma sulla missiva è riportata la data dello scorso 3 ottobre e per il momento dai palazzi della politica non è arrivata ancora nessuna risposta.

Mussi in una nota si è limitato a ricordare che il suo ministero ha cercato di fare la sua parte destinando alla missione dal suo budget 9 milioni di euro nel 2006 e 10 milioni di euro nel 2007. “Poiché si tratta di dare attuazione ad una legge dello Stato – aggiunge il comunicato – il ministro auspica che il Parlamento, in sede di approvazione della Finanziaria per il 2008, voglia provvedere a rifinanziare definitivamente la legge per la ricerca in Antartide”.

Articolo di Valerio Gualerzi pubblicato su La Repubblica 

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8 commenti

Carlo

Questi articoli non riesco nemmeno a leggerli da quanto mi fanno tristezza. Ma sapete quanto prende un dottorato in Italia come borsa? 816 euri mensili. Erano 839 ma il governo di sinistra ha deciso di ridurli. In olanda si sfiorano i 2000 euro, in Germania oltre i 1000 e mi fermo qui per pieta’. E’ una situazione intollerabile e assurda, pero’ poi si pagano decine di migliaia di insegnanti di religione. Ahi serva Italia…

augusto mazzoni

Alla Sapienzia di Roma una borsa di dottorato è scesa con l’ultima finanziaria a 811 euro mensili (da 826.50!). Sono previsti altri tagli, se scendo sotto gli 800 mi metto una busta di cartone in testa (come il figlio di gatto Silvestro) perchè mi vergogno a dirlo in giro!

lacrime e sangue

La scienza deve essere schiacciata e ridotta al silenzio se – qualunque – religione vuole conservare il controllo sulle masse ebeti e ignoranti. Meglio far leggere la bibbia e pensare che la terra abbia 6000 o 8000 anni e che Adamo venge prima di Eva, che tanto vale meno di un cammello. Non vorrete mica avere esseri umani pensanti e capaci di responsabilità personale e di libera scelta? Quanto alla ricerca, il mio dottorato non mi è servito a nulla: tra concorsi truccati e tagli di fondi, se non andavo a lavorare fuori dall’università morivo di fame… Come disse un politico anni fa (indovinate un pò! … No, non era di destra), in Italia ci si può benissimo arrangiare con le nocci di cocco del turismo italiano! E col mandolino…

zorn

Povera ricerca italiana tenete duro scienziati! La matematica fa pensare molto pure per questo viene fatta odiare perché viene percepita come una mole di contacci…

darik

perké preoccuparsi per il clima?
non bastano le processioni del santo patrono, le novene e i rosari?
i più giovani non ci crederanno ma, fino a poki decenni fa, se non pioveva o, al contrario, pioveva troppo ; nelle campagne si usavano spesso gli espedienti di c.s.
alla fine, visto ke, prima o dopo, la pioggia veniva oppure cessava si ringraziava il signore per avere esaudito le preghiere.
darik

p.s. probabilmente in qualke paesino arretrato si usano tuttora.

cartman666

@Darik in Sicilia a queste processioni arriva pure “Vasa Vasa” Cuffaro. Tanto che problema c’e’, ci pensa la madonna.

Arcibaldo

In Italia lo stato della ricerca scientifica si trova in uno stato pietoso.

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