[…] La coraggiosa iniziativa di 929 cittadini bergamaschi che, facendo per la prima volta leva su un articolo dello statuto comunale, avevano chiesto l’istituzione di un registro per coppie non sposate etero e gay, ha fatto naufragio. Dalla maggioranza che governa la città si sfilano la Margherita e alcuni consiglieri della Lista Civica del sindaco Bruni, di modo che la delibera di iniziativa popolare viene stoppata sulla porta di Palazzo Frizzoni. Non che il provvedimento, qualora fosse passato, avrebbe fatto di Bergamo una libera repubblica zapateriana. “Il registro ha più che altro un valore simbolico e culturale – ha detto in apertura di consiglio comunale il rappresentante dei Verdi Roberto Bertoli – fino a quando il legislatore nazionale non concederà diritti effettivi alle coppie di fatto.” […]
Una larga fetta dell’assemblea cittadina non ha ritenuto di riconoscere lo strappo alla regola. Da alcuni sono venuti argomenti in punta di diritto (“Le coppie di fatto sono in contrasto con la Costituzione” sostiene il consigliere margheritino Bonalumi) da altri spiegazioni piuttosto avventurose (“E allora dovremmo riconoscere anche l’unione tra uomo e animale”: consigliere Paparo, lista Bruni. Segue boato del pubblico in sala).
Resta il fatto che mai tanti consiglieri erano intervenuti su un singolo argomento (17 nella seduta di ieri) e mai l’aula consiliare aveva registrato il tutto esaurito nella parte riservata al pubblico. Prima della seduta, i promotori dell’iniziativa, riuniti nel comitato “Bergamo laica”, avevano manifestato davanti al municipio.
Roberto Bruni, laico e socialista, primo cittadino di Bergamo, aveva da parte sua sostenuto la causa. […] “Laddove il diritto va a negare libertà e uguaglianza, non è diritto”. Non è stato ascoltato: il dibattito è scivolato via su posizioni confessionali e il sindaco ha incassato una sconfitta per 23 voti a 18. […]
L’articolo di Claudio del Frate è stato pubblicato su Corriere della Sera di oggi, sezione Lombardia pag.13
Tutto sommato aver perso 18 a 23 in una città dove il quotidiano locale è di proprietà della curia non è un cattivo risultato.
Vedere così compatta la Margherita nel voto e pensare all’assise di domani, in cui quasi tremila delegati daranno vita a un partito in cui la stessa Margherita è una componente fondamentale, mi mette tristezza.
23 a 18, mancano 5 voti laici. Come al solito la margherita si sfila e vota secondo chiesa
Orgoglioso di essere bergamasco.
Confermo che la curia è molto potente anche econicamente a Bergamo.Per quanto riguarda il giornale è vero il giornale più letto a Bergamo è L’Eco di Bergamo daltronde i tentativi di fondare un giornale anti L’Eco sono sempre falliti economicamente.
La sapete la leggenda o verità su Bergamo e le discoteche ?
@ Enrico
Qual’e la leggenda o verità su Bergamo e le discoteche? Sono incuriosito.
il fatto che enrico sia bergamasco non fa che confermare la mia opinione sui bergamaschi (e sulle bergafemmine soprattutto).
La leggenda non sò se sia vera dice che Mons Bernareggi durante la seconda guerra mondiale promise cge se Bergamo non fosse stata bombardata come Milano ed altre città industriali del Nord i bergamaschi avrebbero costruito una chiesa a sugello di ciò e parte non confermata non avrebbero infangato la città con locali da ballo . Bergamo non fù bombardata in maniera grave ed la chiesa fu effetivamente costruita mentre i locali da ballo nel comune capoluogo non sono mai stati aperti ( appena fuori dalla città si ), non sò se ciò fu dovuto alle pressioni della curia in nome del voto ( sempre se fu fatto ) o ad altri motivi.
@Kaworu
Allora sei lombarda ma non bergamasca sai se fossi stata bergamasca magari ti avrei incontrato sul treno che da Bergamo ti porta in università a Milano.
P.S io adesso lavoro a Milano ho finito il Politecnico
Visto che il bergamasco orgoglioso è andato a nanna (i montanari hanno i bioritmi tarati sul fuso orario del Kazakistan) vi dico come la so io, da bergamasco poco orgoglioso e contento di abitare altrove.
Pare che, per un voto fatto (credo alla Madonna, non la Ciccone, l’altra) in ringraziamento al fatto che la città fosse stata risparmiata dai bombardamenti alleati, non sia stato consentito di aprire balere (le discoteche verranno dopo) nel territorio del comune. Ed infatti fino a pochi anni fa non c’erano discoteche a Bergamo. Era pieno appena fuori, ma a Bergamo niente. Credo che recentemente il divieto sia venuto meno, ma non ne sono sicuro.
Peraltro, la vicina Dalmine (sede di importanti produzioni belliche) fu pesantemente bombardata, con molte vittime, perchè, per evitare di interrompere una colata di acciaio, non fu suonato l’allarme aereo. A prova del fatto che probabilmente Bergamo fu risparmiata semplicemente perchè non c’era nulla che valesse la pena di bombardare.
Infatti gli Alleati si limitavano a mandare un cacciabombardiere (che i Bergamaschi chiamavano familiarmente “Pippo”) per fare atto di presenza. “Pippo” si limitava a mitragliare qua e là, ma senza grandi danni.
Quanto al quotidiano di Bergamo, è vero che tutti i tentativi di fare quotidiani “laici” in concorrenza a “L’Eco di Bergamo” sono falliti miseramente. E questo non depone molto a favore della città. L’Eco è un ottimo quotidiano, sempre all’avanguardia nell’innovazione tecnologica (fu uno dei primi a passare al colore, forse il secondo dopo il mitico “Giorno” dell’ENI). Fino a qualche anno fa era anche abbastanza equilibrato, ma con la gestione del ciellino Ongis ha assunto posizioni molto più intransigenti.
anch’io come mauro a leggere queste cose qui mi vergogno di essere bergamasco. Nelle alte valli poi la situazione è ben peggiore che in città
Anche io sono (oddio, ormai si può dire ero) bergamasco! Urrà 🙂
Concordo con Mauro sulla leggenda: se non mi sbaglio parlava genericamente di locali di perdizione (che bel concetto) e includeva quindi anche sex shop ecc. Mi ricordo lo scandalo che aveva fatto l’apertura di uno sex shop a Longuelo (uno dei quartieri cittadini). Sempre secondo la mia versione dei fatti il voto sarebeb dovuto scadere nel 2000.
Riguardo al quotidiano, al quale i miei sono abbonati da sempre, devo dire che dalle mie parti viene chiamato bugiardino.
In ogni caso lodevole solo il fatto che questa iniziativa sia stata tirata fuori dal cappello e sponsorizzata dal sindaco. 23 a 18? mi sarei anche aspettato peggio!
Oggi è Venerdì e domani non si và a lavorare quindi si può andare a letto un pò più tardi
@ Mauro Ghislandi
Grazie per l’esauriente spiegazone.
“spiegazione”
Ma il PD non era la splendida sintesi di svariate culture? Che sintesi è quella in cui i due maggiori azionisti votano in maniera opposta?
Che schifo di partito.
Propongo di nominare quei consiglieri della Margherita Grandi Ayatollah onorari.
non solo L’Eco di Bergamo è della curia, ma anche bergamo tv, la televisione locale più nota. Il suo telegiornale quotidiano, che va in onda in varie riprese, è composto da cronaca locale “più” agenda della chiesa locale…. perfino in quali paesi il vescovo va in visita pastorale!!! C’è inoltre , x condire il tutto, radio emanuel ( naturalmente della curia). che ci volete fare? così va il mondo…, inutile prendersela… consoliamoci con il fatto che l’immenso seminario Giovanni XXXIII, in città alta è pressochè vuoto, e che preti e suore anche a bergamo se ne ordinano sempre meno. saluti
ma la leggende non e’ + antica? non risale ad un assedio?
Il “pippo”! Mia nonna me lo raccontava sempre…..
Io son Bresciano.. ho detto tutto.
Ehi, tutti lumbard in questa news! Io me ne sono andato, come invito tutti a fare 🙂
Ciao da un ex-comasco
Sono uno dei consiglieri comunali di maggioranza che ha votato contro il registro delle coppie di fatto
Non sono della margherita
Ho votato contro prima di tutto perchè il registro è una cosa perfettamente inutile, finchè il parlamento non deciderà in merito alla regolarizzazione
Poi perchè gli omosessuali non devono accettare nozze di serie B, ma lottare per ottenere un vero matrimonio
Come vedete, non è utile sempre semplificare per pregiudizi
Non illudetevi con il “18 a 23”
Il 18 non rappresenta certo il 40% della cittadinanza di Bergamo
Per chi non lo sapesse, il centrosinistra rappresenta non la maggioranza ma il 40% degli elettori
Ergo, dato che 7 centrosinistri su 23 ha votato NO, fatevi i vostri conti con una seplice equazione per scoprire che Bergamo rimane una città cattolica e moderata