Silvio Viale: “Benedetto XVI apre il congresso dei radicali”

“Ringrazio Papa Ratzinger per avere aperto il Congresso di Radicali Italiani (padova 1-4 novembre). Un assist prezioso il suo, proprio mentre il Congresso si appresta a discutere se dare priorità ai temi economici su quelli dei diritti civili. Se come ha proposto provocatoriamente Marco Pannella occorra “dare priorità assoluta alle riforme economico-sociali, liberali, liberiste piuttosto che alla lotta civile contro potere, prepotere e aggressione vaticana”.

Questo è stato il commento di Silvio Viale, medico e dirigente radicale, all’appello di Papa Ratzinger per l’obiezione di coscienza dei farmacisti verso aborto ed eutanasia.

Silvio Viale ha così proseguito:

“Benedetto XVI sa di essere in difficoltà sui diritti civili in tutto il mondo e per questo si riduce ad invocare l’obiezione dei farmacisti come ultima spiaggia per ricattare i governi e imporre ai cattolici la propria volontà. Infatti, se i cattolici seguissero i precetti della chiesa, non ci sarebbe bisogno di chiedere ai farmacisti di non fornire, direttamente o indirettamente, i prodotti per l’aborto e l’eutanasia. Lo invito, quindi, a fornire una lista più precisa dei prodotti da mettere all’indice, che sono certamente decine, sare curioso di sapere anche se vi sono inclusi anche i metodi contraccettivi (pillola, spirale, profilattici) o i farmaci antidolorifici, frequentemente utilizzati per alleviare le sofferenze e accelerare la morte.
Nell’attesa, voglio ricordare a Papa Ratzinger la fine che fece nel 2000 il boicottaggio contro la Angelini, rea di avere introdotto in Italia la pillola della contraccezione di emergenza, che durò cosi poco che la Shering seguì sbito l’esempio.
Comunque, ringrazio Benedetto XVI per la sua sollecitazione, assicurandolo che sarà certamente considerata nella riflessione che stiamo per aprire nel nostro congresso sui diritti civili e sui diritti economici, entrambi temi di libertà nei confronti dei quali le catene dell’ipocrisia vaticana sono sempre state in agguato. Se avesse altre novità da comunicare, faccia pure, i giornali sono sempre pronti a fare i titoloni sulla novità del Papa contro l’aborto e l’eutanasia.”

Dal sito radicali.it

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25 commenti

Alba

…Infatti, se i cattolici seguissero i precetti della chiesa, non ci sarebbe bisogno di chiedere ai farmacisti di non fornire, direttamente o indirettamente, i prodotti per l’aborto e l’eutanasia.

Grande!

Quanto spazio verrà dato a questa risposta intelligente sui network nazionali? scommettiamo?

enrico matacena

Ho l’impressione che i radicali , che quando stava affondando berlusconi hanno cambiato alleanze, adesso si apprestino a fare altrettanto viste le difficoltà del centrosinistra. Per loro l’importante è esserci, qualsiasi cosa si faccia. Del resto da chi ha governato 4 anni con berlusconi cosa ci si poteva aspettare ? Di certo non un minimo di coerenza e di serietà .

Liberale Liberista Libertario

Il sign. Viale pensa di farci una campagna elettorale con l’uscita del papa? Comunque sia su l’obiezione di coscienza sono favorevole. Sono assolutamente contrario a vietare i contraccettivi, come vorrebbe il papa, ma non voglio che si obblighino i farmacisti a fare quello che ritengo sbagliato.

Jmaya

Lo ritengono abagliato solo ora? Cos’è sono stati illuminati dal papa improvvisamente? Nononono, ci dovevano pensare prima quando sapevano a cosa andavano incontro facendo questo lavoro… eccheddiamine!

Lorenzo G.

“non voglio che si obblighino i farmacisti a fare quello che ritengo sbagliato.”

Ma non si può nemmeno costringere la gente che ha bisogno a scontare le convinzioni dei farmacisti! Se lo ritengono sbagliato vadano a fare un altro lavoro.

Liberale Liberista Libertario

Non sono daccordo Lorenzo, se io apro una macelleria ho tutto il diritto di decidere di non vendere carne di maiale, è il consumatore che deve scegliersi un altro macellaio. Ovviamente peggio per gli obbiettori, e tutti i vantaggi per la concorrenza.

Lorenzo G.

Già. Ma un conto é la carne di maiale, un conto sono i farmaci. Qui si configura un attentato alla salute pubblica, nonchè un’interruzione di pubblico servizio. Con tutte le conseguenze del caso. E d’altronde il lavoro del farmacista contempla anche la vendita di certi prodotti. Semmai può andar bene il discorso dell’insegna esplicativa e delle farmacie di non obiettori vicine.

Magar

@LLL
Rovesciamo il problema: lo stato deve garantire al cittadino la possibilità di accedere facilmente ai farmaci, perché il cittadino ha il diritto alla salute (e non il diritto alla braciola).
Come farlo? Il modo più semplice (e meno oneroso per lo stato) sembra essere lasciare la vendita dei farmaci alla libera iniziativa dei privati (che poi di fatto tanto libera attualmente non è, come ricordava Daniele Gallesio, ma penso che tu sia a favore di una liberalizzazione totale).
Questo va bene, finché i farmacisti privati non inizino a porre limiti all’accessibilità dei farmaci. Se (caso limite) il 90% delle farmacie di una certa zona esercitasse l'”obiezione di coscienza”, avremmo interruzione di servizio pubblico e danno per il cittadino: a questo punto dovrebbe perciò intervenire lo stato. L’unico modo per salvare la capra dei farmacisti devoti e i cavoli del cittadino sarebbe istituire un capillare servizio di distribuzione di quei farmaci, a spese dello stato, per compensare le obiezioni dei professionisti cattolici.

Domanda: sei tu disposto a veder lievitare la spesa pubblica per coprire le inefficienze dei farmacisti (auto)dimezzati dalla loro religione?

Liberale Liberista Libertario

@Magar

Per conto mio,lo stato non deve garantire proprio nulla,ne impedire ai privati di variare l’offerta come meglio credono. Già il fatto che sia per la totale liberalizzazione può farti capire quanto possa interessarmi il “servizio pubblico”,a cui sono contrario. Non capisco neppure il ragionamento “allora lo stato dovrebbe..” visto che da par mio non dovrebbe fare proprio nulla, e mi sembra questoil modo migliore per abbassare la spesa pubblica. Sulla scarsità eventuale della pillola siamo da capo, ripeto di essere radicalmente contrario alle regolamentazioni, la vendita di qualsiasi farmaco, dalla Ru 486 alle droghe pesanti dovrebbe essere permessa a chiunque e senza licenza. In fatto di droghe o farmaci,sono favorevole al massimo a vietarne la reclamizzazione. Aumenterei in modo drastico le pene verso chi mente circa gli effetti collaterali dei farmaci o non mette avvertenze, ma non vieterei la vendita di quelli dannosi.

Daniela

mi dispiace liberale, non sono per niente d’accordo con te, qui si tratta di farmaci e non di carne, di un mercato che non è libero, e di un lavoro di cui si sa benissimo che cosa si vende. Qui parliamo della salute dei cittadini, ed un cittadino non può essere messo alla mercè di un altro per quanto riguarda la salute del proprio corpo.

Magar

@LLL
(tanto per perder tempo a discutere di massimi sistemi, eh)
Se lo stato non deve garantirmi la salute, allora non deve nemmeno impedirmi di impadronirmi di beni altrui con la destrezza o l’inganno: a rigore neppure quello è un suo compito. Quindi se così fosse avrei ad esempio la possibilità di svaligiare una casa, quando i padroni non ci fossero, oppure di truffare qualcuno: in fondo mica dovrei aggredire nessuno, per farlo, Non-aggression principle rispettato!

(Lo so che l’aggressione alla proprietà è di solito equiparata ad un’aggressione al proprietario, ma la cosa non mi ha mai convinto fino in fondo, mi pare piuttosto arbitraria.)

Settimio Empirico

I liberisti devono crepare come i cattolici, anzi i liberisti prima!

raphael

Trovo sensato il dicorso di Silvio Viale ed aggiungerei
Che il papa indichi i medicinali da mettere all’indice e se ne vieti la vendita a chi si dichiara cattolico

Maurizio Colucci

Secondo me bisogna far sì che chiunque possa vendere farmaci. Allora, nessuno sarebbe costretto a vendere farmaci che non vuole. Cioè, non c’è bisogno di costringere i farmacisti che hanno riserve morali. Basta liberalizzare il mercato.

DF1989

Se uno non se la sente di praticare un aborto, o di vendere la “pillola del giorno dopo”, faccia un altro mestiere. Nessuno lo obbliga a fare il medico o il farmacista. Chi non è in grado di fare bene il suo mestiere, ne deve fare un altro. Punto. Non basta la passione per una determinata professione, ci vogliono anche le capacità! Se io soffro di vertigini, non farò il pompiere, anche se ho la più grande passione del mondo per questo mestiere!
L’obiezione di coscienza è da considerarsi un’interruzione di pubblico servizio. Se si accetta l’obiezione di coscienza per i farmacisti, la si dovrebbe accettare per qualunque cosa, basterebbe inventarsi qualunque idiozia, dicendo che la propria personale religione impone una certa cosa, e allora ognuno farebbe quello che vuole e ricadremmo nell’anarchia. Sto un po’ estremizzando, ma il concetto è questo.

Maurizio Colucci

DF1989:

Per creare un pubblico servizio ci vuole una buona ragione. Non puoi semplicemente assumere che il pubblico servizio dei farmacisti debba esistere. Se un mercato libero è perfettamente capace di soddisfare le esigenze delle persone in tema di farmaci, non c’è nessun bisogno di creare un pubblico servizio. O di costringere qualcuno a vendere ciò che non vuole. Per costringere qualcuno a fare qualcosa ci vuole una buona ragione. Ciao

Liberale Liberista Libertario

@Magar

Arbitraria??????Se uno ti ruba qualcosa è un’aggressine e basta!!!Che razza di ragionamento è? Chiunque attenti attenti alla tua vita,alla tua libertà o alla tua proprietà ti stà aggredendo. In assoluto, il principio di non aggressione vieta a chicchessia di obbligare chiunque a compiere una qualsiasi azione, meno che questo non rappresti un diritto conseguente alla stipulazione di un contratto fra le parti in coinvolte (quando queste sono consenzienti, non riconosco nessun’altra forma di contratto). Io non sono per l’applicazione assoluta, essendo minarchico e non anarchico, e quindi contemplo un minimo di estorsione di denaro ai contribuenti per il mantenimento delle forze dell’ordine(ma sono favorevole alle agenzie di protezione private) e di un esercito, è una sorta di “male minore” lo stato guardiano,ma a mio modo di vedere necessario per il mantenimento dell’ordine e quindi per garantire il rispetto reciproco delle libertà.

Liberale Liberista Libertario

Il bel ragionamento di DF1989 consiste nel sostenere che ai pro-life vada impedito di fare i medici o i farmacisti. Poi sono i radicali che hanno abbandonato le lotte a favore dei diritti civili. Obblighiamo i medici a partecipare alle messe allora. Se non vogliono ci pensavano prima a studiare medicina!

Lorenzo G.

“Il bel ragionamento di DF1989 consiste nel sostenere che ai pro-life vada impedito di fare i medici o i farmacisti.”

Se devono fare danni alla salute pubblica, non mi sembra poi così assurdo. In alternativa, facciano bene il loro lavoro, senza far scontare agli altri le loro convinzioni.

Si tratta di mettere sulla bilancia le 2 ragioni: dovrebbe aver più peso quella concreta degli acquirenti di quella astratta-ideologica dei farmacisti. Se vendono, ad esempio, la RU486 pur essendo cattolici, la cosa potrà anche scocciargli molto, certo, ma per loro non cambia nulla. Se chi ne ha bisogno impellente se la vede negata, per lui la vita cambia, eccome se cambia! E non certo in meglio.

Magar

@LLL
(Poi la smetto con gli off-topic, lo giuro)
L’autodeterminazione del proprio corpo è per me inviolabile, la proprietà privata di un bene lo è meno, perché il legame tra me e il mio computer (ad esempio) è molto più labile di quello fra me e il mio utero (fossi donna), poniamo. Anzi, a dire la verità, della proprietà privata non farei un diritto assoluto, sulla base delle riflessioni proposte dai “libertari di sinistra” sull’origine della proprietà stessa. Ragion per cui posso accettare estorsioni di denaro volte a garantire non solo l’incolumità dei cittadini (e il reciproco rispetto delle libertà), ma pure alcuni diritti fondamentali (istruzione, salute, mezzi di sussistenza essenziali, vecchiaia decorosa), la promozione di una migliore qualità della vita sociale (concetto consapevolmente vago, da chiarire), e anche il diritto a mantenere i beni di cui si ha il possesso senza incorrere in furti o raggiri. Questo perché non è una vera e propria estorsione, essendo piuttosto la proprietà privata simile ad un furto.

anna

Siamo in un paese democratico!E’giusto per il Papa pensarla cosi,ma le farmacie sono al servizio di tutti e a tutti devono pensare !!!!!

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