Ennesima cronaca dal quarto mondo.
Quando il professore entra, tutti escono. Chi fuori, chi al bar, qualcuno persino a testa bassa sui libri a ripassare. Tutti tranne uno, l’unica mosca bianca che ha scelto di seguire l’ora di religione. In una classe dell’istituto commerciale Arduino, zona elegante della precollina di Torino frequentata da oltre 400 ragazzi, il 20 per cento stranieri, la lezione si è ridotta ad un dialogo di sessanta minuti, un tu per tu fra professore e allievo. Il docente tira fuori le sue schede – oggi si parla di armonia fra mente, corpo e anima -, l’allievo dice la sua. Segue dibattito.
Se il caso fosse isolato sarebbe la solita eccezione. Ma il lunedì mattina il gruppo dei ragazzi “che non si avvalgono” è così allargato, oltre trenta allievi fuori dall’aula per tre ore su cinque mentre in classe restano non più di due, tre o al massimo quattro ragazzi, che il dirigente scolastico ha deciso di chiedere la nomina di un docente. “Ne ho troppi fuori e non riesco a coprire con gli insegnanti a disposizione”, spiega Antonio Ingravalle. Salvo aggiungere che non ritiene che i costi debbano ricadere sul fondo di istituto, ormai ridotto a pochi spiccioli. Chi paga dunque? Il preside ha chiesto un parere al ministero ed è in attesa di risposta.
Nel frattempo, sta facendo il possibile per attivare corsi alternativi. L’insegnante di religione, 24 anni di insegnamento e il ruolo conquistato soltanto tre anni fa, non nega un po’ di frustrazione per il calo drastico di studenti e se la prende con la mentalità dei mala tempora attuali: “è il clima di oggi, tutto questo parlare di laicità”. E fra i docenti dell’Arduino, dopo anni di assopimento su quello che quindici anni fa era uno dei temi più a rischio dei Collegi docenti di tutta Italia, il dibattito è ripreso: possibile che per le lezioni di lingua debbano esserci almeno dodici allievi e per la religione non sia consentito neppure un accorpamento?
Altri dirigenti scolastici di licei e istituti superiori di Torino hanno confermato che anche per attivare corsi alternativi servono fondi che la dissestata scuola italiana purtroppo non ha. In attesa che arrivino i dati delle adesioni del 2007, il responsabile dell’ufficio scuola della Diocesi don Bruno Porta dice di essere convinto che il calo non sia significativo. E ricorda l’esistenza del Concordato: “Mi rendo conto che le scuole sono in grande difficoltà economica e capisco pure i ragazzi, che preferiscono un’ora di lezione in meno. Ma anche se ce ne fosse uno solo in tutta la scuola che vuole seguire la lezione, ha il diritto di farlo. I costi non riguardano noi”.
L’articolo di Sara Strippoli è stato pubblicato oggi su “Repubblica” (pagina 24)
non è mai passato per la testa di quel prete che chi non segue l’ora di religione lo fa perchè non ci crede, e non perchè voglia stare per 60 minuti a far niente??? La solita prepotenza clericale, che prima parla di “90% di italiani cattolici” e poi, di fronte ad una classe con un solo studente che segue l’ora di religione, impugna il discorso “le minoranze vanno tutelate”.
Ormai la pura imbecillità regna sovrana.
“L’insegnante di religione, 24 anni di insegnamento e il ruolo conquistato soltanto tre anni fa…”
Non conosco ovviamente la carriera personale di questo insegnante; in ogni caso si sono date posizioni di ruolo in massa già 2-3 volte in pochi anni, si può insegnare religione senza avere l’abilitazione all’insegnamento e anche senza laurea, appena si è di ruolo si può quindi cambiare materia ecc… Una bella conquista di una posizione di privilegio!
E io pago!
Quanto ci costa l’ora di indottrinamento per quell’unico adepto?
“Ma anche se ce ne fosse uno solo in tutta la scuola che vuole seguire la lezione, ha il diritto di farlo. I costi non riguardano noi”.
Appunto, riguardano NOI (contribuenti!)
forse sarebbe il caso che il dirigente scolastico facesse compilare un modulo, ad inizio anno, per una corretta valutazione di un eventuale accorpamento dei ragazzi, fra le varie classi, che volessero seguire le lezioni di religione e, semprechè ce ne fosse la possibilità fare lezioni concentrate in apposite ore, utilizzare l’insegnante di religione, per le ore eventualmente liberate, come insegnante di sostegno per le assenze dei colleghi.
non si priverebbe nessun allievo dell’ora di religione e si potrebbe risparmiare e non intaccare i fondi della scuola.
………. ma questa cosa è talmente elementare che , d’altra parte lo ha già detto, i costi sono cosa che non riguarda la diocesi. cristianamente parlando et operando. amen.
E’ interessante la differenza che c’è tra il Nord e il Sud Italia
La stragande maggioranza degli studenti italiani che sceglie di non seguire l’ora di religione risiede al Nord mentre al Sud quasi tutti seguono l’ora di religione.
Quando andavo io a scuola ( a Reggio Calabria ) su 136 alunni solo UNO sceglieva l’ora alternativa.
E indovinate perchè?
Perchè era Testimone di Genova…oops pardon …Geova.
Pietro2, purtroppo l’accorpamento è incompatibile con la normativa vigente (vedi sito UAAR)… credo sia stato un regalo della Moratti, ovviamente mai più toccato.
@Pietro2
Ogni studente deve esprimere la volontà di avvalersi o meno dell’insegnamento di religione al momento dell’iscrizione (giugno) quindi la situazione che si è verificata era prevedibilissima e la soluzione di accorpare le classi sicuramente la più razionale.
Questa strategia elementare, se praticata su larga scala, potrebbe portare ad una riduzione del numero delle ore e poi delle cattedre di religione, come accade per quelle delle altre materie. Non vorremo per caso intaccare i loro privilegi?
Confortiamoci sperando che “tutto questo parlare di laicità” forse davvero produca l’allontanamento di un numero sempre maggiore di ragazzi dall’ora di religione..
Mi rimane una curiosità: quale sarà stato il contenuto di quelle schede sull’armonia tra mente, corpo e anima …che fa tanto New Age??
Piuttosto mi fa pena quell’unico che rimane in classe a parlare di armonia fra mente, corpo… e anima??? Ma che ridicolaggine… e lo pagano pure l’insegnante di religione!
La solita ipocrisia. Ora si dice che l’unico ragazzo che fa l’ora di religione va tutelato, mentre nessuno si cura di quei ragazzi che NON VOGLIONO FREQUENTARE QUELL’ORA FACOLTATIVA!
Io essendo responsabile del Progetto ora alternativa http://www.oraalternativa.it ricevo molte lettere che denunciano discriminazioni in tal senso…Spero che questo caso illumini la vicenda e che si capisca che TUTTE le scelte vanno rispettate.
Continuo a pensare, però, come tutti noi dell’UAAR, che l’ora di religione CATTOLICA ( indottrinamento puro nelle materne e nelle elementari) andrebbe eliminata.
Per ora ci limitiamo a far rispettare le leggi vigenti.
R.S
L’insegnante non si può lamentare. Lui ha potuto fare il concorso. Ma la stragrande maggioranza degli alunni delle scuole italiane non lo potrà mai fare, e man mano che se ne rendono conto, traggono a loro volta le loro conclusioni…
E a proposito di conclusioni: se, come dice il responsabile dell’ufficio scuola della diocesi “anche se ce ne fosse uno solo in tutta la scuola che vuole seguire la lezione, ha il diritto di farlo”, perché non dovrebbe valere la stessa cosa per i valdesi, gli ebrei, i musulmani ecc. ecc.?
Semplicemente deprimente constatare quanto in basso possa scendere il cervello umano…
Il prete da per scontato che il suo unico allievo “abbia scelto” di seguire l’ora di religione cattolica.
Io sono convintissimo che si sia ritrovato da solo per non avere avuto il coraggio di chiederne l’esonero.
I ragazzi preferiscono fare un’ora in meno. Giusto! I ragazzi preferiscono non perdere tempo con le tematiche religiose (decisamente medioevali, folli, stupide). Mentre si tiene la lezione-ghost di religione “tutti” i ragazzi preferiscono farsi una bevuta al Bar, scherzare su argomenti reali, riposarsi dopo aver studiato materie sicuramente più utili.
W i giovani!!!!!
@aristotele
o forse perchè i genitori lo hanno costretto, se è minorenne.
sono contento che i giovani se ne freghino della religione, purtroppo pero’ i costi li paghiamo noi.
Tra un po’ accadrà pure che in una classe nessuno frequenterà l’ora di religione, ma tutti gli “altri” alunni saranno costretti a rimanere a scuola a vuoto per un’ora…
## che spettacolo…
e meno male che la chiesa comprende il 97% della popolazione..
questa “ora di religione” crea sempre più paradossi. c’è una soluzione: abolirla.
@Magar
“Tra un po’ accadrà pure che in una classe nessuno frequenterà l’ora di religione, ma tutti gli “altri” alunni saranno costretti a rimanere a scuola a vuoto per un’ora…”
Faccio presente solo per chiarezza che le sentenze della Corte costituzionale n° 203 dell’89 e n° 13 del ’91 hanno stabilito che non c’è l’obbligo di rimanere a scuola per chi non frequenta l’ora di religione… Si è pienamente liberi di allontanarsi dall’edificio scolastico…
Queste sono le conseguenze di un concordato anacronistico che il parlamento e il governo si rifiutano non dico di abolire, ma nemmeno di revisionare!
Quando si danno troppi privilegi a qualcuno, inevitabilmente ci vanno di mezzo i diritti di qualcun altro!
@Massimiliano Soffiati
Sì, ma i ragazzini delle medie possono esercitare quel diritto solo se un genitore (o chi ne fa le feci…) li viene a prendere all’inizio dell’ora di religione, magari a metà mattinata, e li riporta a scuola in tempo per l’inizio dell’ora successiva: cosa non molto agevole per il 99,9% dei genitori, che tra le 9 e le 12 si trova al lavoro!
Poi vale così tanto come regola che i presidi se ne fregano.
Nelnon troppo lontano 1996, quando ero in prima liceo, eravamo in 25 su 30 a non avvalerci dell’ora di religione nella mia classe. Tutti col permesso dei enitori firmato per poterci allontanare dell’istituto (di fatti andvamo a un parco là vicino a giocae di ruolo).
Dopo 2 mesi il preside si è accorto che la maggioranza della classe non faceva religione ha vietato l’uscita dalla sede in orario scolastico.
In merito a questa notizia posso dire che l’unica cosa degna di nota è la volontà del preside di organizzare dei corsi altrnativi peri ragazzi che han scelto di non fare religione.
Per la “mosca bianca”…. non capisco perchè dobbiamo buttare via TUTTI per pagare un coso cheinteressa solo lui. Bella poi la diocesi con “i costi non ci riguardano”.
il problema e’ effettivamente enorme, un mostro legislativo perche’ sotto concordato e quindi le modifiche vanno fatte con il vaticano 🙁
a meno di abolire la 2′ parte dell’articolo 7 che pure e’ difficile assai
di conseguenza sarebbe giusto almeno garantire l’ora alternativa – con fondi del ministero -fosse anche solo 1 il ragazzo che chiede l’esonero!
Cit.: “è il clima di oggi, tutto questo parlare di laicità.”
Già, che tempacci… 🙁
Cit. il prete di turno: “Mi rendo conto che le scuole sono in grande difficoltà economica e capisco pure i ragazzi, che preferiscono un’ora di lezione in meno. Ma anche se ce ne fosse uno solo in tutta la scuola che vuole seguire la lezione, ha il diritto di farlo. I COSTI NON RIGUARDANO NOI.”
Eh lo so, riguardano noi che le tasse le paghiamo tutte.
Alla fine ne resterà uno solo: Duncan MacLeod
rimane altro da fare dal dissociarsi da un simile sistema ?
🙂 dawoR***
L’ora di religione si deve fare nel suo luogo appropriato, ossia in chiesa al di fuori dell’orario scolastico, per chi lo desidera. A scuola dovrebbe esserci un’ora di insegnamento della buona educazione civica (obbligatoria). Purtroppo con i presupposti creati e con i problemi di gestione del personale causati dall’ora di religione, non vedo come se ne verrà fuori.
io sono pessimista, ma se nemmeno un principio elementare come il fatto che un’ora facoltativa dovrebbe essere SEMPRE la prima o l’ultima, mentre la curia spinge sempre per averla nel mezzo, riesce ad essere fatto valere!
A onor del vero c’è da aggiungere che il fondo d’Istituto nelle scuole viene solitamente saccheggiato da Vicari, vice presidi e da orribili, inutili e perniciosi progetti (al 90%) didattici/educativi/mangerecci organizzati dai soliti prof… e così non si trovano mai i soldi per l’ora alternativa; il privilegio in un certo senso si sostiene con altri piccoli privilegi.
Mettiamola così: il problema sta tragicamente (per loro, beninteso) venendo a galla adesso che il rapporto tra non avvalentesi e avvalentesi si sta sbilanciando sempre più a favore dei primi e in certe scuole raggiunge percentuali bulgare: la norma dell’accorpamento serve a tutelare la paga degli insegnanti, non il supposto “diritto” degli studenti (che semmai si sentono sempre più mosche bianche in certe scuole, esattamente come ai miei tempi, quando l’esenzione poteva richiedersi solo per appartenenza ad altra religione, vedi ebrei o t.d.G., era mosca bianca chi non voleva l’IRC). In fase di formazione delle sezioni (al primo anno) non esiste alcun criterio per il quale uno studente dovrebbe essere messo in una classe piuttosto che in un’altra, per cui ritengo che un dirigente scolastico accorto potrebbe benissimo accorpare tutti gli avvalentesi senza ledere alcun diritto, e addirittura espungere l’insegnamento della RC da intere sezioni. Del resto chi si dovrebbe opporre? Agli studenti non fregherebbe alcunché, ai genitori neppure (visto che semmai sarebbero preoccupati di lasciare il proprio figliolo solo in una classe di anticristi). La disposizione che vieta accorpamenti va intesa nel senso che se ci sono 5 ragazzi di – per esempio – terza A, quattro di terza B e sei di terza C non li si può ammucchiare e concentrare il corso in un’unica lezione con un unico insegnante, ma non esiste alcun obbligo preventivo di distribuire gli avvalentesi tra tutte le sezioni.
X Pietro 2
Nella mia scuola (privata), il sistema di far decidere entro giugno per determinate materie, non solo quella di religione, è sempre stato seguito e funzionava perfettamente.
Il numero minimo per attivare un corso era di cinque allievi.
Un sistema semplicissimo, infatti.
proporrei di far pagare il conto al vaticano decurtando i costi degli insegnanti di religione dal 8 permille. vedreste allora che astuzie escogiterebbero per pagare meno !!!