La “presunta” Chiesa buona

Come direbbe Francesco Guccini (Vedi cara), è difficile spiegare, è difficile capire se non hai capito già. Se è vero che nulla di molto sensato ci si dovrebbe aspettare dalle pagine dell’Avvenire, è pur sempre vero che ci accontenteremmo anche soltanto di onestà (q.b., come si leggerebbe in una ricetta per un polpettone). Marina Corradi (Come una lama nella fede del nostro popolo, 28 ottobre 2007) è convinta di rispondere alle polemiche sull’8 per mille (la chiama ‘presunta’ inchiesta sui misteri dell’8 per mille) dicendo che l’uso di quei fondi sono pubblici. Non è questo il punto. Il presunto “documentario” (stavolta tra virgolette non va “presunto”, vai a capire perché) sui preti omosessuali, poi, nemmeno a parlarne: i preti omosessuali sarebbero stati “ingannati con un bel trucco via on line” (non è chiaro da chi e in che modo). Tutto questo per un piano diabolico ai danni della Chiesa. Si vorrebbe far diventare la Chiesa, nell’immaginario mediatico, un sinonimo di corruzione, ipocrisia, disinvoltura finanziaria o peggio. Ora, pur ben certi che la Chiesa è fatta di uomini come gli altri, tanto accanimento sui presunti peccati o contraddizioni dei religiosi è davvero singolare. Come un metodico insegnamento: guardate che non c’nulla di vero, è tutta una bugia. Detto con mezzi potenti, con titoli brutali. Il giorno dopo, certo, le precisazioni, i per, ma intanto quel titolo è andato addosso come un pugno a tanti, alla fede non culturalmente attrezzata di tanti.
Perché una tale insistenza sui “peccati” della Chiesa? La Chiesa oggi rimane l’unica voce forte a contrastare la cultura che ci domina: il mito dell’individualismo, del successo, dell’arbitrio spacciato per libertà, e l’uomo come materia, programmabile o eliminabile come si voglia, sono tutti fronti su cui la Chiesa combatte, e spesso da sola.
Niente di meglio, per screditarla, e di più facile, che screditarne gli uomini. Così che taccia, finalmente, quella ostinata voce fuori dal coro.

Fuori dal coro? Il coro? E quale sarebbe la soluzione? Tacere? Perché nessuno (tra Corradi & partners) ricorda che un organismo come la Chiesa che si proclama per tutti i valori morali Veri (per i quali rivendica il monopolio) e che poi quei valori ignora e calpesta spesso ai danni dei più deboli (i “presunti” bambini vittime dei preti e della omertà del baraccone) è un organismo osceno e corrotto fino alle ossa? Ognuno è responsabile personalmente, questo è ovvio. Tuttavia la Chiesa si è macchiata di uno dei crimini più schifosi: coprire i propri adepti fregandosene di quanti avrebbero pagato, di quanti avrebbero dovuto subire anche l’offesa e l’umiliazione oltre al danno fisico e morale di essere molestati sessualmente da chi dovrebbe curare la tua anima. C’è qualcosa che proprio non quadra. (O vale il famoso proverbio dei panni sporchi che si laverebbero nella grande famiglia Chiesa?).

Articolo di Chiara Lalli pubblicato sul blog Bioetica

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Un commento

Daniela

credo che il proverbio dei panni sporchi sia azzeccatissimo se riferito alla chiesa, d’altronde questo si è palesato in modo definitivo quando bagnasco ha intimato a la repubblica di smettere di fare inchieste sulla chiesa e su quanto costa allo stato italiano. La chiesa sta gettando la maschera e si sta mostrando per quella cheè un’organizazzione senza scrupoli e spregiudicata, affarista e omertosa.

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