All’ingresso di Nazareth, tra le insegne luminose Mango&Coca Cola e le indicazioni per la chiesa dell’Annunciazione, le macchine si ammassano caotiche in un caravanserraglio di lamiere degno del Cairo. Nabila sorride, per niente intimidita: con una mano governa il volante più grande di lei e con l’altra fa cenno d’aspettare al conducente di una Peugeot impaziente che sgasa come ai box della Formula Uno. Nabila abu Dubay, foulard sul capo e abito scuro lungo fino ai piedi, è la prima musulmana a guidare un autobus in Israele, autista pioniera nel Paese dove le strade uccidono più della guerra e il pregiudizio sulle donne al volante, ebree o islamiche che siano, è antico quanto il tempio di Salomone.
«Sin da quando ero piccola sognavo di fare il pilota», racconta Nabila guardandosi intorno orgogliosa. La cabina di guida dell’autobus, con lo specchietto retrovisore formato gigante, non è «alta» come quella di un aereo: ma prima o poi, giura, «arriverò anche lassù, in cielo».
Al capolinea del 3 è capitata un po’ per caso. Trentun’anni, un matrimonio fallito alle spalle con un uomo che la picchiava ogni sera, Ahmed, il figlio di otto anni, da crescere sola: «Ero senza lavoro. La mia famiglia, musulmana tradizionale, mi aveva fatto studiare dai francescani perché la scuola era migliore, ma terminate le superiori mi ero sposata e avevo riposto i libri nel cassetto». Nel 2005 il divorzio, lo sguardo severo dei vicini di casa, la necessità di rimboccarsi le maniche e ripartire da capo. «Avevo esperienza con i bambini, mi sono iscritta ai seminari Wisconsin e ho cominciato a fare l’assistente all’infanzia in un asilo», continua Nabila. Il programma Wisconsin è un’iniziativa del ministero degli Affari sociali israeliano per combattere la disoccupazione in alcune città a maggioranza araba. «In un paio d’anni abbiamo coinvolto 20 mila persone e ne abbiamo impiegate il dieci per cento», spiega Narim Suliman, responsabile del progetto di Nazareth, laurea in scienze umanistiche e, anche lei, foulard sul capo. Sei mesi fa alla lista dei corsi classici – maestra di scuola materna, contabile, elettricista – si è aggiunto quello di autista d’autobus e Nabila non ha perso tempo.
«E’ stata un’allieva modello, la migliore», ammette il suo insegnate di guida, Sayad Nabia. Nabila abu Dubay adora i romanzi fantastici dello scrittore arabo Ihsan abd Alkodos, ma guardando la tv satellitare al Jazeera ha scoperto che esistono sogni realizzabili come quello di Laleh Seddigh, la pilota di rally iraniana temutissima dai colleghi uomini, un «maschiaccio» esattamente come lei. E quando ha saputo del corso Wisconsin si è candidata. La prima.
All’inizio è stato un test per l’intera città. Le strade di Nazareth sono una giungla dove s’intrecciano machismo automobilistico israeliano, veemenza araba, conservatorismo musulmano con complicità cristiana. «Ogni volta che avevamo una lezione mi aspettavo che qualcuno provocasse un incidente guardandola al volante», ricorda Sayad Nabia. Lei ride e arrossisce: «Gli uomini guidano molto male, quando vedi uno scontro grave puoi scommettere a occhi chiusi su chi guidava l’automobile. Io, in undici anni di patente, ho fatto appena un tamponamento leggero». […]
La foto però è di Laleh Seddigh, pilota iraniana.
No, pazzo, cosa dici…ce lo insegnano la Fox, Sky e il Foglio che in Iran le donne sono ‘oppresse’, mentre nei buoni paesi occidentali le rispettiamo così tanto che permettiamo loro di fare la velina, la letterina, miss italia, i calendari…
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Kull.
Kull, nessuna adultera e nessun omosessuale sono stati recentemente messi a morte dallo Stato in occidente, neanche in Italia.
E già che ci sei dimmi un po’ a che livello della “scala evoluzionistica” vengono posti i semiti da Howard… sopra o sotto i “negri”? 😛
@Kull
Perché, il fatto che una donna sia costretta per legge a indossare il velo e a “non vestire immodestamente” in pubblico non ti pare abbastanza oppressivo?
Al contrario, ti ricordo che qui le donne diventano veline, letterine, miss Italia, calendariste, etc. per scelta.
E scusa se la differenza è poca!
Magar hai dimenticato un dettaglio: ESSERE OBBLIGATA A SPOSARSI CON UN PERFETTO ESTRANEO SCELTO DAL PADRE. Nonchè la graziosa pratica delle spose bambine.
Kull mi sembra meglio fare la velina PER SCELTA, che essere costrette a farsi stuprare a 9 anni dal “marito” imposto per legge e tradizione.
O beccarsi dell’acido in faccia per essersi rifiutate di sposare il taliban scelto da papi.
questo pregiudizio sulle donne al volante è ridicolo, come se la maggior parte degli incidenti non fosse causata dagli uomini, che guidano come se fossero su un circuito di formula uno.
ma l’articolo non parla di una donna che guida in israele? Che c’entra l’iran? E poi Kull, stai facendo sul serio, tu stai paragonando le libertà che hanno le donne in Italia con quelle che (non ) hanno in Iran? Ma è vivere fuori dal mondo.
Sarebbe quasi come paragonare lo status delle donne in Svezia con quello delle donne-oggetto in Italia…
Ricordiamoci che persino i giornali inglesi hanno pubblicato un articolo sconvolto sull’argomento, chiedendosi come fanno le donne italiane ad accettare quest’idea della donna. Cos’è cambiato? Avete per caso sentito qualcuno parlarne?
L’unica ripresa di quell’articolo che ho letto era ad un introduzione sulla Canalis, che torceva il contenuto: “la Canalis, amata persino dai giornali inglesi (il Financial Times le ha dedicato una prima pagina)”…
@Asatan
In Iran non ci sono i talebani. C’è invece la pratica dei matrimoni combinati e delle nozze fra minorenni (anche se a me pareva che l’età minima per contrarre matrimonio fosse 15 anni, non 9), soprattutto nelle aree rurali e più arretrate.
Tornando in-topic: spero che cose come questo “Programma Wisconsin” abbiano successo e contribuiscano ad allentare la tensione fra israeliani-ebrei e la minoranza di arabo-israeliani, che in questi anni era notevolmente cresciuta.
@ oz
Non esiste alcuna “scala evoluzionistica”. Il concetto di progresso che sottintende a quell’espressione è del tutto assente nel pensiero evoluzionistico. L’evoluzione non è progresso e tutti gli esseri viventi attualmente esistente sono sullo stesso piano.
Siete tutti molto divertenti,
e tutti perfettamente ammaestrati alla greppia della disinformazione,
almeno sapete quante attività per l’emancipazione della donna ci sono in Iran, fatte da donne la cui ideà di LIBERTA’, non è certo quella di SCULETTARE in televisione “per scelta”????
P.S.
L’Iran c’entra perchè la foto messa a corredo di questo articolo è quella di una pilota professionista Iraniana. Se volete informarvi qui c’è il suo sito-web
http://www.lalehseddigh.net
Ah, noterete (e questo probabilmente cortocircuiterà i vostri pregiudizi sull’Iran) che la Seddigh, oltre che essere una campionessa delle quattro ruote ha anche una laurea…che strano per un paese dove le donne sono tanto ‘oppresse’!!!
Kull.
@Ernesto
Lungi da me pensarlo, riportavo le idee di Howard, da un cui personaggio Kull mutua il nome.
@ Kull
Se è per questo la speranza di vita in Palestina è una delle più alte del mondo arabo, per un popolo che tu dici oppresso…
Dunque riassumendo per te imporre i velo alle donne, ripudiazione considerare la donne inferiore dal punto di vista legislativo come succede in Iran in nome di una religione non sono forme di oppressione, mentre in occidente le donne sono destinate tutte a fare le veline obbligatoriamente in TV. A parte il fatto che ti potrei iniziare a fare una lista di donne per nulla belle che passano regolarmente in tv a cominciare dalla Ritanna Armeni, e ti potrei dire che il fenomeno veline è stato soprattutto esportato dai paesi dell’america latina verso l’Italia e la Spagna perché negli altri paesi occidentali non è molto diffuso, preferisco dilungarmi su quelli che tu chiami pregiudizi. Non ci basta il caso di una donna che serve da propaganda al regime iraniano e la gente come te ci casca immediatamente, bisognerebbe che ogni hanno decine di migliaia di donne occidentali emigrassero in Iran per vivere questa libertà di cui tu parli, mentre invece accade il contrario. Che poi il popolo iraniano sia un popolo istruito anche in campo femminile nessuno lo mette in dubbio, ma se poi è per veder partire tutti questi giovani all’estero per viverà la libertà che non hanno nel loro paese…
Comunque è molto inquietante per me che in Iran sarei appeso ad un palo e condannato a morte parlare con personaggi cinici che fanno l’apologia del regime iraniano, un regime che ha giustiziato 4.000 gay e che ancora oggi condanna a morte gli omosessuali. Pensate che il presidente iraniano non si è potuto recare all’università di Teheran per non essere contestato mentre in occidente viene osannato da personaggi squallidi come Kull.
http://www.dirittiumani-iran.org/public/upload/coxeforkum.gif
@ Kull
Noi sappiamo che in Iran la magistratura è vietata alle donne, mentre in Italia è una potere dove le donne sono sempre più numerose ed in molti paesi occidentali sono diventate la maggioranza, presentami la Forleo iraniana 🙂 e poi ne riparliamo…
Ho l’impressione che tu non solo non abbia mai messo piede in Iran, ma viva chiuso in casa pure in occidente perché le donne occidentali (oltre ad esserci una diversità tra svedesi e venezuelane) non corrispondono per nulla ai tuoi stereotipi.
@ Barbara Monea
Criticare la Tv italiana ok ma tutto questo moralismo anti-veline comincia un po’ a puzzarmi soprattutto quando Kull ne parla come se fosse una scelta imposta non si sa da quale potere e poi guarda a caso quando c’è di mezzo il sesso diventa tutto più spregevole. Le ragazze che fanno le veline lo fanno nella maggior parte dei casi per libera scelta, non certo perché non hanno altre alternative, usano la loro immagine corporea e allora? Possiamo farlo tutti in un determinato momento della nostra vita senza perdere di vista altri obiettivi. Finche si tratta di persone maggiorenni ognuno fa quello che vuole, si mette il velo o fa la velina, basta che sia nel rispetto degli altri e che non sia in contrasto con la legislazione. Oppure la prostituzione di strada (largamente praticata anche in Iran) sarebbe più dignitosa?
Vogliamo tornare a quando l’emissario del vaticano faceva accorciare la gonna alle gemmelle Kessler? Questi discorsi cominciano a puzzarmi di oscurantismo, chi non vuole vedere le veline, non le guarda come faccio io, ma le pressioni sull’aspetto fisico (e ad utilizzarlo) esistono anche per i maschietti non solo per le donne o quantomeno per i maschietti gay. Boicottiamo questi programmi, battiamoci perché ci sia ancora meno discriminazione nei confronti delle donne e contro le disparità salariali, ma non cadiamo nella trappola di chi come Kull disdegna un cattivo femminismo, quello occidentale, il cui unico obiettivo sarebbero solo le veline (fenomeno tra l’altro che ha origini sudamericane) e uno ganzo quello islamico che gratta qualche diritto rimanendo sempre e comunque sottomesso agli uomini.
@ lik
sono d’accordo in generale con quello che dici, ma ti sfugge che l'”esibizionismo” delle donne in TV non è che un aspetto del maschilismo che si manifesta in altra (ben più grave) forma anche in Iran. Le donne sono sì formalmente libere di non fare le veline, ma sono fin dall’infanzia bombardate da stereotipi culturali diffusi dalle televisioni stessi e dalla società in generale. Le donne in campo accademico e aziendale non possono di fatto andare oltre un certo livello, perché c’è un “soffitto di vetro”: gli uomini al vertice per pregiudizi, misoginia, etc di fatto obbligano le donne a restare a livelli di intollerabile subordinazione. Questo avviene in ogni campo del lavoro, infatti le donne guadagnano in media 1/3 meno degli uomini a parità di preparazione ed esperienza.
Questi fenomeni sono particolarmente accentuati in Italia e nei paesi latinoamericani, mentre sono molto ridotti nei paesi europei nordici.
In Norvegia per esempio le donne sono in maggioranza nel parlamento.
@ Ernesto
Secondo me parti dal presupposto che essere apprezzati per il proprio corpo sia una cosa automaticamente sgradevole. Ti assicuro che è molto meglio che lavorare come cameriera (e) e beccarsi gli insulti anche non sessisti del capo nervoso perché ci sono troppo pochi clienti, non parliamo poi del mestiere di muratore. E poi lo sport non è per certi aspetti la stessa cosa? Quante persone vengono scaricate dall’oggi al domani nello sport? No secondo me le veline non sono delle vittime per nulla, sono nella maggior parte ragazze molto furbe che sanno adattarsi a questo universo maschilista, su sinceramente quante ragazze conosci che hanno come principale obiettivo quello di diventare veline? Sono una minoranza, infatti la magistratura se non sbaglio sta diventando a maggioranza femminile. Sulle discriminazioni in capo lavorativo sono d’accordo con te, una volta ottenuta la legge occorre applicarla, ma non perdiamo tutto questo tempo a discutere delle veline che una problematica appunto italo-latino-americana e che non riguarda certo tutto l’occidente come sosteneva Kull. Non so, esigere un servizio pubblico di qualità sono d’accordo ma non è combattendo le veline che si risolvono i problemi di discriminazione delle donne. E comunque preferisco vivere in un paese dove le donne possono decidere tra velina e magistrata che in un paese dove sono obbligate ad essere velate.
@Kull
Beh, certo, tu sì che sei informato, mica come noi ammaestrati. Infatti non avrai problemi a esibirci le tue fonti attendibili, quelle che dicono che una donna può sempre girare per la strada vestita come le pare e piace e che può diventare giudice.
Più attendibili di queste:
http://en.wikipedia.org/wiki/Shirin_Ebadi#Ebadi_as_a_lawyer
http://en.wikipedia.org/wiki/Hijab#Law_and_custom_by_country
La piaga dei matrimoni combinati lì è invece un po’ come da noi la corruzione: è forte l’impressione che chi ha il potere politico non si impegni al massimo per contrastarla.
P.S. So benissimo che le donne iraniane hanno un livello d’istruzione medio non indifferente, e ho personalmente conosciuto in Italia una studentessa iraniana di matematica: del resto l’Iran era fra i paesi più moderni, e più “occidentalizzati”, del Medio Oriente, prima che i fanatici alla Khomeini (o Ahmadinejad) prendessero il potere (e ciò sia detto senza incensare lo Shah, anzi).
@lik
Bentornato!
@Ernesto
Mah, che i maschi italiani abbiano una mentalità retrograda, e rendano difficile l’accesso a professioni di prestigio alle donne, sono d’accordo. Che questo dipenda dal gran numero di manifestazioni in cui la donna è messa in vetrina, mi pare meno condivisibile. Se non altro perché confonde il sintomo (le veline) con la causa (il maschilismo). In un paese più “adulto” l’esibizionismo di alcune donne e la serietà e la professionalità di altre potrebbero convivere senza problemi.
P.S. Per fortuna, non siamo (ancora?) al livello per cui le donne sono di fatto costrette a puntare solo sul fisico per avere qualche gratificazione: infatti quelle che compiono quella scelta restano una minoranza (o mi sbaglio?).
@ Magar
Grazie 😉
Ho le vacanze nei periodi più sfigati come al solito.
Vedo che Kull in compenso ci ha messo le tende sul blog, vabbé almeno ci esercitiamo con la propaganda filoislamica che è ancora peggio di quella islamica. Tanto per sdramatizzare ti racconto un aneddoto, l’altra volta un ragazzo magrebino mi si è attaccato (per motivi ben poco halal) e se la tirava da musulmano praticante. Pensa che mi ha spiegato che il divieto del Corano di non mangiare maiale è per evitare che i musulmani diventino come i cristiani che non sono gelosi delle loro mogli, dato che, secondo lui, il maiale è l’unico animale che non è geloso 🙂 . Sono esploso dal ridere, comunque secondo me questa è una teoria animista, per quanto possa avere antipatia per Maometto non penso che abbia scritto nel Corano una simile idiozia.
Grazie magar 🙂
che bell’aneddoto…e come è finita la serata? (tanto per curiosità – censura qualche parte, magari)
@ Ernesto
Con un bel 2 di picche (da parte mia). Comunque non era una serata, mi si attaccano sempre sul treno. Adesso la faccio io la morale islamica 😀
@ lik
Be’, sei come Socrate che se la tirava sempre con quel povero ragazzo di Alcibiade.
Tutto questo comunque è profondamente ingiusto: tu sul treno trovi le copie gratis del Manifesto e ragazzi arabi che ci provano con te. Quando il treno lo prendo io (le rare volte che succede, per andare da Pisa a Firenze) trovo solo il sudicio sui sedili. 🙁
@ Magar
Sì, infatti anch’io sostenevo il contrario. Ma magari è un circolo vizioso (un feedback positivo).
@Magar: taliban ormai è diventata una parola di uso comune per indicare i fanatici religiosi (non per niente si usa anche catto-taliban). Che ci siano sotanziali differenze fra l’estremismo farsi e quello di matrice arabo-wahabita lò sò. Semplicemente mi sembra inutile spiegarlo ai sordi.
In linea teorica c’è un età minima (come in altri paesi ci sarebbe il limite matrimonio ok niente sesso prima del menarca), nella realtà pratica non è proprio così. Ricordiamoci che Komehini giustificava la pedofilia, a patto che poi il pedofilo si mantenesse la bambina a vita come “concubina” (non può figurare nel novero delle mogli ufficiali). Ah e se Kull ha da ridire gli consiglio di leggersi i libri scritti da Khomeini… decisamente illuminanti.
Le veline… quel che restano del vecchio tipo di educazione femminile. Se si educano le ragazze a farsi belle, essere vacue e pensare al buon partito che cavolo ci si può aspettare? Talento e voglia di creare qualcosa? 😆 Nessuno ce le obbliga, è solo più facile diventare famose facendo un tubo, che darsi da fare. Ma dopo tutto è un discorso valido per l’80% del mondo dello spettacolo italiano attuale.
@ Asatan
L’età del matrimonio per le ragazzine è stata portata a 13 anni grazie alle pressioni internazionali e alla diaspora iraniana nel mondo, ma era precedentemente fissata a 9 anni in conformità con la pubertà religiosa. Resta comunque ancora insufficiente per proteggerle.
@all: ve la prendete con kull perchè non sapete qual’è il nome della sua fonte,
ma dopo aver attentamente decifrato i suoi messaggi l’ho finalmente capito:
E’ ALLAH, GRANDE E MISERICORDIOSO…
a proposito di nome: guarda che se vai in iran con “quel” nome ti impiccano subito…
quanto alle donne iraniane, faresti meglio a leggerti il libro di azar nafisi
(ma kull non sarà il nickname del prof.cardini? che dio gli preservi l’udito, perchè mi pare che non capisca un *…#…)