Ma che fine hanno fatto i Dico?

Più che un iter legislativo quello dei Dico sembra una «via crucis» o, più prosaicamente, un gioco dell’oca. Da un anno, la spaccatura fra «teodem» e l’ala più laica del centrosinistra, il braccio di ferro con la Chiesa, l’acceso confronto in Parlamento e nelle piazze, hanno trasformato in un calvario il percorso dei «Diritti e doveri delle persone stabilmente COnviventi». Una casella avanti e due indietro, luci e ombre da quando il 9 febbraio 2006 la riunione dei leader dell’Unione inserisce nel programma elettorale una frase dove si intendono riconoscere i diritti individuali all’interno delle coppie conviventi anche omosessuali. Ed è subito polemica. La radicale Bonino minaccia di non firmare il programma perché «limitativo», Mastella dichiara che non si sente impegnato sulle unioni di fatto, Margherita e Ds valutano l’accordo un buon compromesso. Su iniziativa del vicepremier Rutelli il provvedimento in preparazione sulle unioni di fatto riguarderà una serie di diritti alle persone, senza equiparazione al matrimonio.
Arcigay denuncia pressioni da parte del presidente della Cei, Ruini, di cui Rutelli viene definito il «portavoce» e indica ai suoi militanti di votare non l’Unione ma quei partiti che si sono dichiarati a favore di un riconoscimento delle coppie conviventi. Alle elezioni politiche del 9 e 10 aprile vengono eletti quattro parlamentari del movimento: Grillini, Luxuria, Titti De Simone alla Camera, Silvestri, fondatore di Arcigay, al Senato. Durante la campagna elettorale il tema del riconoscimento delle coppie di fatto tiene banco nel centrosinistra. Il 17 Giugno 2006 a Torino sfilano 150 mila persone al Pride Nazionale e al corteo il ministro delle Pari opportunità, Barbara Pollastrini, rilancia il riconoscimento delle coppie conviventi.

Il 21 dicembre 2006 in sede di Finanziaria alcuni gruppi parlamentari presentano ordini del giorno per impegnare il governo a predisporre un progetto di legge sulle unioni di fatto entro il 31 gennaio 2007. Le iniziative prendono spunto dall’accantonamento da parte del governo nella legge di bilancio di varie proposte di estensione di benefici fiscali anche per le coppie non sposate. A fine dicembre, al ministro Pollastrini viene affiancata Rosy Bindi: insieme dovranno elaborare il ddl del governo. Gli esperti giuridici del ministero delle pari opportunità propongono un primo testo base dei «Dico». Che rischiano di naufragare ancor prima di essere discussi a Palazzo Chigi. La senatrice Paola Binetti annuncia che se verranno riconosciute le convivenze, i «teodem» voteranno contro.

Così dalla bozza scompare la materia pensionistica e per accedere all’eredità bisogna essere conviventi almeno da 9 anni. 8 febbraio 2007. Nel Consiglio dei Ministri viene discusso e approvato il disegno di legge dei Dico. Nonostante i distinguo, le insofferenze, e le prese di distanza, la maggioranza fa proprio l’articolato. Le due ministre Pollastrini e Bindi si dichiarano soddisfatte dell’accordo raggiunto. Il governo decide che l’iter del provvedimento inizierà al Senato, ma intanto cade sulla politica estera e quando a fine febbraio Prodi si ripresenta per la fiducia afferma: «Sulle unioni di fatto il governo ha presentato un ddl in Parlamento e con questo ha esaurito il suo compito». Il relatore della legge e presidente della commissione Giustizia del Senato, Cesare Salvi, è categorico: «Escludendo il disegno di legge dal suo programma, il governo lo ha indebolito. Adesso in aula si rischia un bagno di sangue».

10 marzo 2007 a Piazza Farnese 50 mila gay manifestano per chiedere all’Unione di mantenere le promesse elettorali. Intanto la Chiesa osteggia con forza i Dico, che sono ritenuti lo strumento per scardinare la famiglia tradizionale. Le associazioni cattoliche con l’aperto sostegno della Cei indicono per il 12 maggio il Family Day. Ad aprile i Dico sembrano ormai defunti. La preparazione del Family Day spinge molti esponenti del governo a dichiarare il loro appoggio alla manifestazione. La Mobilitazione cattolica riempie la piazza del Vicariato, Berlusconi guida l’opposizione a San Giovanni e sembra il colpo mortale ai Dico. Ruini mette in guardia dall’istituire un «piccolo matrimonio», Berlusconi critica il nuovo «matrimonio di serie B». I «teodem» cantano vittoria, Mastella dichiara che il suo partito non voterà mai i Dico in Parlamento. Il 24 maggio alla Conferenza nazionale sulla famiglia organizzata a Firenze, Rosy Bindi apre ad una riformulazione dei Dico.

Il nuovo capo della Chiesa italiana, Angelo Bagnasco, pronuncia la più dura condanna dei Dico, che quindi fanno un notevole balzo indietro. Parole pesanti come pietre, che infiammano il confronto: «Se l’unico criterio diventa quello dell’opinione generale perché dire no, oggi, a forme di convivenza stabile alternative alla famiglia, ma domani alla legalizzazione dell’incesto o della pedofilia tra persone consenzienti?». Il 31 maggio il cardinale di Bologna, Carlo Caffarra, rincara la dose: «I Dico sono un grave rischio per la società civile». 5 giugno, viene istituito un comitato ristretto della Commissione Giustizia del Senato per elaborare un testo unitario. Per la Pollastrini è la speranza che i Dico non sono ancora affossati. Si decide di valutare insieme i dieci disegni di legge presentati. 16 giugno.

Il Roma Pride è la «risposta laica al Family Day», spiega il presidente dell’Arcigay, Aurelio Mancuso. Il 12 luglio Salvi cambia i Dico in Cus (Contratti di unione solidale), possibili per persone anche dello stesso sesso. Dovranno essere stipulati attraverso una dichiarazione congiunta davanti al giudice di pace o a un notaio. La Commissione avvia una serie di audizioni. Il 18 luglio il movimento gay dà il via libera ai Cus. L’estate trascorre senza novità fino a fine settembre. Entro il 12 novembre, i gruppi possono presentare emendamenti al testo concordato nel Comitato ristretto. Poi inizierà la discussione nella plenaria della commissione. Se si arriverà ad un accordo, la discussione in aula potrebbe cominciare a febbraio al Senato.

L’articolo di Giacomo Galeazzi è stato pubblicato su laStampa.it 

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23 commenti

Lady Godiva

Salteranno fuori non appena ci sarà qualche magagna più grande da nascondere.

😀

Daniela

secondo me la discussione è morta e sepolta anche i cus che sono quasi niente non arriveranno al senato

Kaworu

probabilmente sono finiti in discarica con la coscienza civica e l’intelligenza degli italiani.

Vash

Già che il nome sembra quello di una marca di biscotti, mi sa che se li è mangiati tutti Ratzinger

Pol.sco.

Direi che sia il caso di battersi per il vero matrimonio tra omosessuali, in modo che i partners si assumano anche i doveri e non godano solo dei diritti
Altra cosa è per gli eterosessuali: quelli, se vogliono stì diritti, che si sposino!

Marco.g

A questo punto forse sarebbe il caso di chiedersi: “che fine ha fatto il governo?”

Kaworu

@pol.sco

va che se non si punta al matrimonio non è mica per paura di aver pure i doveri eh :-/

dadaLito

@Pol.sco.

occhio: non pretendere tutto e subito. In un paese come l’italia, non si approveranno mai dei matrimoni per omosessuali dal giorno alla notte (non che questo mi renda felice, s’intende…).
Credo che la cosa giusta sia procedere a piccoli passi, per far “digerire” tutto ciò anche agli italiani più bigotti…

Pietro2

qualcuno dalle sponde del vaticano potrebbe gridare: cosa importa avere i DICO o i CUS, noi con i bambini andiamo sul sicuro, del resto basta essere omertosi, qui siamo in Italia mica in America, li i pedofili pagano con soldi veri.

Tormentor

Non passeranno mai con questo governo, è impossibile visto che l’UDEUR di Mastella e i vari teodem sono contrari…

ed il governo questo lo sa benissimo, scommetto che per evitare una sua bocciatura (e le inevitabili frizioni interne alla maggioranza che ne deriverebbero) tenteranno di rinviare il più possibile la discussione e la sua messa al voto.

Poi prima o poi il governo cadrà, ma loro potranno comunque sostenere di avercela messa tutta per far approvare quei benedetti DICO (o come diavolo si chiamano oggi) ma di non aver avuto abbastanza tempo a disposizione…

Scommettiamo?

Azathoth

@ Tormentor

non passerano mai con nessun governo formato a partire dagli attuali partiti e deputati: ormai sono infiltrati ovunque

Messaggero78

secondo me il governo cade prima della discussione in senato dei CUS…bastano due anni e mezzo dall’insediamento del nuovo parlamento per far maturare il vitalizio dei parlamentari…da allora in poi (penso da febbraio-marzo del 2008,basterebbe fare due conti con precisione…) ogni parlamentare se ne laverà le mani…specie ora poi,dopo la nascita del PS,che anzichè rafforzare il governo ha provocato la nascita di altri minigruppi parlamentari,con evidente frammentazione e instabilità.

cullasakka

Faccio un commento di parte, e spero che me ne scuserete.

Sono veramente stufo della chiesa che continua con la sua predicazione contro noi fr**i figli di Satana peccatori immorali ecc.. La baggianata che mi ha fatto ridere di più è stata quella della lobby gay.
Se, dopo aver lasciato la chiesa, sono passato dall’ignorarli al maledirli apertamente (non è educato ma non riesco a farne a meno) è soprattutto per questo. Le campagne contro l’omofobia sono inutili se continua ad esserci qualcuno che dall’alto del suo balcone, con un grande risalto mediatico, pontifica contro gli omosessuali.

Francomats

Se passassero i DICO per il Vaticano sarebbe un’orribile sconfitta.I voti dei cattolici fanno gola a tutti i partiti che di conseguenza hanno fatto a gara per l’insabbiamento. Del resto i DICO in Parlamento non hanno alcuna probabilità di passare: quale partito vorrebbe rischiare la perdita dei voti dei cattolici? E quale parlamentare ha interesse a rischiare la riprovazione cattolica, quando lui dei DICO, anche se sotto altro nome, già ne usufruisce?

Arcibaldo

Il governo Prodi approva solo leggi di cui ha la sicurezza matematica dell’unanimità. Quindi…

J.C. Denton

Non illudetevi, non passeranno mai. E niente del programma verrà realizzato. Questo governo ha fallito (dal suo punto di vista probabilmente ha avuto uno straordinario successo d’altronde), e va rimosso, se necessario anche con la forza. Il popolo non lo vuole (e sia ben chiaro che NON sto invocando il ritorno di Silvio I d’Arcore).

rossotoscano

dei dus se ne doveva parlare al senato a fine novembre ed è slittato a dicembre,ma come stanno le cose in italia una legge democratica e laica non si può fare… e poi non scordiamoci che l’appoggio dei teodem e di mastella deve ricevere qualcosa in cambio: e il cambio sono proprio le proposte che il governo ha abbandonato… si sa che il parlamento italiano è un gran mercato: tu mi appoggi ed io non faccio questa legge che a te non piace… il pd già si è espresso sulle coppie di fatto: sono anticostituzionali e quindi non possono essere prese in considerazione… dobbiamo ringraziare gli italiani ciechi e bigotti che per la legge 40 in blocco non sono andati a votare al referendum mentre invece quegli stessi italiani hanno taciuto quando si è varata l’ultima legge elettorale e ora zittiscono sullo schifo di governo che ci ritroviamo e meritiamo… ci vorrebbe un’altra breccia a porta pia

Luca A. Borchi

In molti la memoria latita e in altri più che la memoria pecca l’informazione politica.
L’Unione, è bene ricordare, è nata come coalizione anticiarlatano di Arcore, che grazie
alla perenne propaganda televisiva sua e dei suoi scherani era riuscito a regalare all’Italia
un simil fascismo quinquennale, e si apprestava (nononostante ciò) a una possibile riconferma.
Non dimentichiamo che al Senato la maggioranza ha due senatori in più dell’opposizione,
quindi, al di là dei “buoni propositi” (vedi teodem, mastelliani etc.) c’è poco da brindar
saltando.
Se la situazione parlamentare è questa, trovo grillamente demagogico puntare il dito sul
governo Prodi, anche perchè una demente legge elettorale (voluta dalla destra per cercare
di salvarsi), e un riuscito, tanto per correggere il tiro, golpe elettorale, ci hanno consegnato
un quadro politico di difficile gestione.
Guardare: “Uccidete La Democrazia” film di Beppe Cremagnani e Enrico Deaglio.

marzioRM

Ma se è vero ciò che affermano le statistiche..e se fosse possibile trasformare un sogno in realtà vorrei che noi, tra i cinque e i dieci milioni di omosessuali italiani, ci potessimo nello stesso istante sollevare in piedi e lasciare questo Paese…e poter dire ai cattolici: NOi siamo stanchi della vostra ipocrisia, e siamo stanchi delle vostre ingiurie e delle vostre cattiverie…noi siamo stanchi..e vi odiamo, anche noi!

Kaworu

giusto per curiosità allora, perchè lottano così strenuamente per evitare che vengano riconosciuti i loro diritti?

in pratica: perchè non posso sposare la mia compagna?

Tormentor

@Luca A. Borchi: concordo sostanzialmente con ciò che hai scritto, ma per non cadere nel ridicolo è meglio non tirare in ballo quella bufala di “Non uccidete la democrazia”, come sa benissimo chiunque abbia una pur minima conoscenza delle procedure con cui la Cassazione proclama i risultati elettorali, la teoria di Deaglio non sta minimamente in piedi ed il fatto che molti a sinistra se la siano bevuta è solo la chiara dimostrazione di come in Italia il partito dei boccaloni sia trasversale.

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