Segnalo, oggi su “Repubblica”, un articolo di Mario Pirani sula gestione della sanità del Lazio, caratterizzata da forti contributi pubblici a favore del nosocomio papale. Scrive Pirani:
[…] A Roma vi sono ben tre policlinici universitari, due statali (Umberto I e Tor Vergata) che gravano sul deficit regionale per 181 milioni ed uno cattolico (Gemelli) che gode di un rimborso a piè di lista (in pratica un ripianamento del deficit) di 98 milioni. La Regione paga ma non ha praticamente voce nella gestione, controllata dall’Università e dal Vaticano. Ma come può tagliare con un atto d’imperio una commistione penalizzante ma politicamente di estrema sensibilità? Come non considerare che le cliniche private e i grandi appalti fanno capo sia a potentati economici che condizionano la vita politica, sociale, sportiva romana e sia ad enti ecclesiastici difesi ad oltranza dalla Chiesa? Come ignorare che i sindacati godono negli ospedali privilegi altrove ignoti rendendo estremamente difficoltosa la mobilità? Questi ed altri nodi possono essere gestiti se il governo non si limiterà alla sorveglianza contabile ma vorrà affrontare con una assunzione diretta di responsabilità politica le conseguenze di decisioni troppo ardue per esser prese solo su scala regionale.
L’articolo di Mario Pirani è scaricabile dal sito della Camera dei deputati
Forza Boselli, guarda che bel caso, e alzala la voce ogni tanto, convincimi a votarti.
Ho un po’ difficolta a capire tutto l’articolo, cioé non capisco cosa vengono a fare improvvisamente i sindacati. Qualcuno me lo può spiegare un po’ meglio? E poi alla fine la soluzione sarebbe la centralizzazione giacobina del SSN ?
Mi piacerebbe molto se Mario Pirani facesse un’analoga indagine sulla Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, mi pare che anche lì la Regione, in questo caso Puglia, non abbia molta voce in capitolo, salvo dover pagare molte voci di spesa.
Mi piacertebbe sapere cosa ne pensano le aziende che operano nel settore della sanità del risanamento previsto dalla regione.
Lo stato ha stanziato 9,7 miliardi che la regione lazio deve restituire in trent’anni?
La regione lazio ha già bucato la trance di ottobre?
Lo”sforzo senza precedenti” deriva dal fatto che le asl e la regione non hanno speso per lo sviluppo di impresa pubblica (strutture, servizi, apparecchiature) e che hanno collassato il privato tagliando risorse già concordate…
Fino a quando continua ad essedrci la politica a dirigere le aziende ospedaliere non cambierà mai niente. I direttori generali devono essere capaci di fare impresa e rispondere in solido del loro operato e devono essere messi a verifica ogni sei mesi………..