Ancora cronache dal quarto mondo.
Il GIP del Tribunale di Catania, dott. Sebastiano Cacciatore, ha rigettato l’istanza presentata dai legali dell’Aduc di dissequestro dei due forum “Di’ la tua” “GESU E” e “LUCIO MUSTO, CASCIOLI, ALEX, ECCETERA”. I fatti risalgono al novembre del 2006 quando la Procura della Repubblica di Catania, su sollecitazione dell’associazione Meter onlus di don Fortunato Di Noto, ha censurato integralmente i due forum ritenendo sussistente il reato di vilipendio ad una confessione religiosa (1). A ottobre 2007 il PM ha notificato a tre utenti dei due forum gli avvisi di garanzia, individuando nove frasi –fra le migliaia contenute nel materiale sequestrato- per le quali ha ritenuto di formulare l’imputazione. A questo punto, avrebbe dovuto dissequestrare il resto dei forum, in quanto non viola alcuna legge. Ma il PM, ed il GIP su nostra istanza, hanno ritenuto di mantenere la censura. Queste le motivazioni: “ritenuto che il sito web in sequestro contiene espressioni gravi che costituiscono pubblica offesa alla confessione religiosa cattolica ed integrano il delitto di cui all’art. 403 c.p., cio’ perche’ anche se tale reato risale ad un tempo in cui diverso era il contesto sociale e politico, puo’ bene affermarsi che lo Stato accorda ancora alla religione della stragrande maggioranza degli italiani quella protezione che ex art. 406 c.p. tutt’ora accorda agli altri culti ammessi, di minore diffusione.” Prima di tutto l’art.406 non esiste (abrogato dall’art.10 della legge 85/2006), quindi e’ una motivazione non sostenuta dal diritto evocato e la dice lunga sulle basi giuridiche con cui questo magistrato ha respinto e motivato la nostra istanza. Comunque a prescindere dalle valutazioni sulle nove frasi sotto processo, di cui si occupera’ altro giudice, e’ gravissimo che due magistrati abbiano mantenuto l’oscuramento su libere espressioni del pensiero non ritenute reato (dal PM stesso!!!) senza fornire alcuna spiegazione su quella che, ora piu’ che mai, appare come vera e propria censura. In altre parole, non solo si sequestrano frasi che potrebbero costituire reato –tutto da dimostrare- ma anche tutte quelle libere espressioni del pensiero che criticano la “religione della stragrande maggioranza degli italiani”. Ci viene il dubbio che i magistrati di Catania abbiano sentenziato in nome della religione cattolica romana piuttosto che del popolo italiano. I nostri legali procederanno immediatamente chiedendo ai giudici di appello di ristabilire la legalita’ costituzionale pesantemente violata.
(1) http://www.aduc.it/dyn/censura
Comunicato stampa pubblicato sul sito ADUC
All’ADUC va l’ovvia solidarietà dell’UAAR.
E’ veramente una storia vergognosa, ma Di Noto e i magistrati non hanno niente di meglio da fare che censurare ingiustamente a destra a manca? Occuparsi dei pedofili e di altri siti che invece sì inneggiano alla violenza e su cui si pianificano vere e proprie spedizioni punitive ai danni di cittadini stranieri, no vero?
Nessuna sorpresa il caso de magistris insegna che di questi tempi per un magistrato è meglio non mettersi contro il ministro della giustizia.
Il fatto che il gip di Catania si sia tra l’altro basato su un articolo di legge che non esiste più mette la questione in bilico tra la sua scarsissima preparazione in diritto e la volontà di fare una censura in stile sovietico.
Ma ‘sto Di Noto non è quello che si vanta di dare la caccia ai pedofili in rete? Com’è che adesso si dedica a far mettere la museruola a liberi cittadini che esprimono liberi giudizi su una, e sottolineo una , delle confessioni presenti in italia?
Brutto paese….
Qusto di noto da la caccia ai pedofili in rete a meno che non siano suoi colleghi.
Uhm il mio commento precedente non è passato (Don di Noto è giunto anche qui?:)), concordo con claudio r.
Don di noto, mi da l’impressione del pallonaro, dice sempre che va a cacciare i pedofili, pero’ sta sempre a cercare bestemmie su internet, e a intasare di denunce la magistratura. E purtroppo con certi magistrati c’e’ da stare poco allegri.
In un paese normale con un ministro della giustizia normale gli ispettori del ministero si sarebbero immediatamente fiondati a controllare l’operato di un magistrato che applica articoli di legge non più esistenti.
Avremo una giustizia sgangherata e soprattutto lenta, ma mi chiedo: E se fosse successo con la religione islamica e in qualche islamico? A parte la religione, mi basta sapere che è stato autorizzato a scrivere “IMPICCHIAMO TUTTI GLI HANDICAPPATI” per essere daccordo alla chiusura non dei due blog, ma di tutto il sito.
Questa notizia mi sembra particolarmente preoccupante, mi chiedo se non sia il caso di prendere qualche iniziativa concreta e cominciare a querelare anche noi questa gentaglia per come definisce gli atei sia a livello ufficiale e peggio ancora nei loro forum etc.
Grande ADUC… ma l’UAAR deve fare tutto il possibile per combattere quest’ignoranza che potrebbe colpire chiunque di noi.
MA QUALE LIBERTA’ DI ESPRESSIONE!!!!
Con la scusa della libertà di espressione …… volete far passare tutto. Lavatevi la bocca prima di giudicare don Di Noto e la sua meritoria opera a difesa ….anche dei vostri figli.
@ Lobertà di cosa ?
Buon giorno don Di Noto, come va ? 🙂
Comunque ritorno sul fatto che sebbene a Catania non ci siano impellenti problemi di giustizia penale ed i suoi tribunali siano i più efficienti d’Europa, i PM che si annoiano nei loro uffici vuoti e inutilizzati non dovrebbero comunque avere norme che li autorizzano a censurare le espressioni di pensiero e di dissenso. In linea con quanto auspicato dal Consiglio d’Europa.
Per questo rinnovo il mio invito all’UAAR per iniziare una campagna di
RIFORMA DEL CODICE ROCCO
(nato sotto il fascismo e dopo i patti lateranensi)
per
ELIMINARE OGNI TUTELA PENALE A VALORI MORALI O IDEOLOGICI O RELIGIOSI.
ELIMINARE REATI DI VILIPENDIO, OPINIONE, CONTRO PIETA’ E SENTIMENTI VARI, I RICHIAMI ANALOGICI O ARBITRARIAMENTE ESTENSIVI DELLA RESPONSABILITA’ PENALE (vedi i reati a mezzo stampa richiamati con qualunque altro mezzo quando si parla di reati militari, il che potrebbe includere gli sms) ED I RICHIAMI AL BUON COSTUME che non si capisce di chi sia questo buon costume…. e di certo non è l’abito talare dei preti pedofili.
Tutti hanno il dovere di rispetto per tutti.