Esperimento sulla dissonanza cognitiva nelle scimmie

Giustificare le proprie scelte contro ogni ragionevole dubbio, ed eliminare possibilmente i nostri stessi dubbi a riguardo. È questa la dissonanza cognitiva, un meccanismo mentale umano rilevato dallo psicologo Leon Festinger nel 1956. Detto altrimenti, consiste nella razionalizzazione dell’irrazionale. In base a una nuova serie di ricerche condotte sui primati e sui bambini, gli psicologi di Yale hanno esteso la diffusione di tale meccanismo e ne hanno rivisto i motivi scatenanti, dimostrandone l’origine istintuale.
Ripercorrendo il test che condusse a descrivere la dissonanza cognitiva, i ricercatori hanno sottoposto le scimmie alla scelta tra oggetti simili tra loro, nel caso specifico dei confetti di M&m’s. L’esperimento originario di Festinger si svolse così: alle cavie umane, veniva sottoposta una lista di oggetti (erano in realtà i regali della lista-nozze di un suo studente) da classificare in base alla loro desiderabilità. Le cavie a questo punto venivano messe di fronte alla scelta tra due o più oggetti che avevano lo stesso livello di gradimento in base alla loro prima classificazione. A quel punto, dopo l’aut-aut, alle cavie veniva chiesto di riclassificare la lista di oggetti e i risultati furono sorprendenti: gli oggetti preferiti in prima istanza ma esclusi dall’aut-aut della seconda parte dell’esperimento ricevevano nella seconda classificazione un punteggio sensibilmente inferiore rispetto alla prima. Come mai? Perché l’uomo si convince delle sue scelte, e aggiusta la propria percezione in base alle convinzioni maturate.
Con le scimmie è accaduto lo stesso fenomeno. Poste dinnanzi ai confetti colorati ne hanno inizialmente preferiti alcuni. Quelli selezionati – ipotizziamo fossero i rossi, i gialli e i blu – sono stati poi sottoposti a ulteriore scelta mutuamente esclusiva; ad esempio “rosso o blu?”. In base alla seconda scelta si rideterminava il valore della classifica originaria. Se la scimmia, di fronte all’opzione “rosso e blu”, sceglie il rosso, contemporaneamente degrada il blu, anche se originariamente invece dimostrava di apprezzarlo. E posta dinnanzi all’ulteriore aut-aut tra blu e giallo (inizialmente ugualmente graditi) non ha dubbi nel scegliere il giallo, visto che il blu è stato vittima della dissonanza cognitiva. Lo stesso meccanismo è stato evidenziato anche tra i bambini con meno di quattro anni, sostituendo i dolcetti con degli adesivi colorati.

La dissonanza cognitiva, magistralmente descritta senza basi scientifiche dalla favola di Esopo della volpe e l’uva, si dimostra così più diffusa di quanto ritenuto, il che conduce i ricercatori ad asserire che i processi mentali dei primati e dei bambini sono molto più complessi di quanto immaginato. E modifica anche l’idea che gli studiosi si erano fatti sui motivi per cui il fenomeno si verifica negli esseri umani adulti. «Se i bambini e le scimmie dimostrano questo stesso meccanismo presente negli umani adulti, viene posto in dubbio il fatto che esso sia frutto di una libera scelta – spiega MatthewLiebermen, psicologo dell’università della California – Siamo soliti pensare che le persone adulte abbiano il desiderio consapevole di voler aggiustare la storia per dimostrare di avere ragione anche quando sanno di non averla, ma questa spiegazione si è dimostrata sbagliata e frutto dell’osservazione esterna. Il presente esperimento dimostra invece che la parte consapevole della dissonanza è minore di quanto creduto». Non modifichiamo le nostre convinzioni in base alla realtà, ma a volte lo facciamo semplicemente per tener fede alle scelte che abbiamo fatto. Una testardaggine accompagnata da una pletora di giustificazioni che si dimostra assai più istintiva di quanto ritenuto. O almeno questo è quello che, dopo aver fatto l’esperimento, i ricercatori si sono convinti fosse razionale.

Fonte: Corriere.it 

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7 commenti

Markus

Principi non negoziabili….
Fede assoluta…
Irrazionalità ?

Ratzi… EVOLVITI !

Chris

x Calogero:

Allora quale eseperto ti posso chiedere un paio di cose?
Che cosa giustifica questa dissonanza cognitiva ? Il desiderio inconscio di avere ragione ? E’ possibile abituarsi a non seguirla ? Perché negli esseri umani (e a quanto pare anche nelle scimmie) si è affermata così tanto ? (ci sono davvero esempi di persone che cadono nel ridicolo pur di affermare la correttezza delle loro scelte), c’è un modo per capire che un mio pensiero non è razionale, ma influenzato da questa dissonanza cognitiva ?

Se mi darai una risposta ti sarò grato.

Anche perché credo che sia uno dei difetti più grandi dell’umanità quello di voler giustificare il proprio comportamento a tutti i costi, rende davvero stupidi.

gioric

Studi molto interessanti, che in qualche modo spiegano perché sia così difficile abbandonare credenze irrazionali, ad esempio quelle di tipo religioso (Dio uno e tre allo stesso tempo, la transustanziazione ecc. ecc.), assunte magari al tempo dell’infanzia, quando le capacità critiche non erano ancora sviluppate. Hanno dunque ragione i Gesuiti quando affermano che se si possiede la mente di un bambino di sette anni si avrà l’uomo. Studiosi credenti peraltro molto intelligenti, di fronte a tali irrazionalità, non potendo/riuscendo rifiutarle, rispondono con la parola “mistero”.

statolaico

A chris: mi permetto di risponderti anch’io (non ci ho fatto la tesi sopra ma cmq un era argomento di studio in psicologia sociale): la dissonanza c. è un meccansimo psicologico che mettiamo in atto inconsapevolmente e consiste nel rifiutare un’informazione che contraddice un’opinione già formata nella nostra mente ed accettata: per noi è molto piu’ semplice rifiutare un’informazione piuttosto che riformulare un nuovo schema mentale. Se io penso di un tizio che è una cattiva persona e tu vieni a dirmi il contrario, io probabilmente tendero’ a rifiutare la tua informazione ed a rimanere sulle mie posizioni (attenzione: si tratta di sottilissimi meccanismi psicologici, è chiaro che una persona ragionevole, verifica le fonti e cambia anche opinione, ma in linea di massima il meccansimo è questo che ti ho detto).

statolaico

A chris: ho riletto il mio intervento e credo di essermi espresso male. La d.c. non è un meccanismo che ecc…, è un particolare stato mentale che ci fa mettere in atto quel meccansimodi cui ho scritto prima. Uno stato mentale di stress in cui abbiamo 2 informazioni contrastanti ed una delle due contrasta anche con una nostra opinione già “cementata”. Tenderemo a rifiutare l’informazione che contraddice il nostro schema mentale.

Chris

grazie statolaico!

è sempre utile saperne di più sul perché ci comportiamo in un certo modo. Io stesso credo di applicare questo meccanismo ogni tanto anche se poi, a mente lucida, mi accorgo di avere fatto una cavolata. Mi tiro su dicendomi che almeno l’ho capito. Ma quante altre volte applico lo stesso ragionamento senza accorgermene ?

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