In Svizzera l’eutanasia si fa in automobile

Il candidato alla morte è arrivato dalla Germania, ha parcheggiato ai margini di un bosco, davanti a un ristorante chiuso ormai da anni. I suoi occhi hanno seguito le mani dell’infermiera che appoggiavano la pozione letale sul cruscotto. Oltre il vetro lo squallore di quel parcheggio, più in là i colori bellissimi dell’autunno, gli ultimi istanti dei suoi 65 anni. Il candidato l’aveva deciso da giorni, non era più tempo per chiedere prestiti al futuro. Ha preso la pozione e l’ha mandata giù. Dai due ai cinque minuti per perdere conoscenza, da venti minuti a un’ora per costringere il cuore alla resa. Così voleva, il tedesco, come si può volere l’aria che si respira. «Peccato solo che debba succedere in macchina», è stato il rammarico di chi l’ha accompagnato fin lì. «Fin lì» è Maur, un Comune a est di Zurigo, sul lago di Greifensee. E il caso del sessantacinquenne morto in auto la settimana scorsa non è stato l’unico.
Un altro uomo due giorni prima di lui (ancora una volta un tedesco, 50 anni) aveva chiesto e ottenuto l’assistenza al suicidio ma non l’autorizzazione a morire in una casa, un albergo, un ospedale. L’abitacolo della sua macchina era stata la soluzione possibile e lui aveva detto sì, qualsiasi luogo pur di liberarsi della sofferenza. «È vero, l’associazione ha dovuto accontentarsi di un’auto parcheggiata perché non le restava altra scelta», conferma Ludwig Minelli, 74 anni, avvocato e fondatore di Dignitas, l’organizzazione di aiuto al suicidio che ha assistito i tedeschi, tutti e due malati terminali. Dignitas non ha più casa da agosto. C’è la sede legale a Forch, nel Canton Zurigo, ma Minelli e la sua équipe medico infermieristica hanno dovuto lasciare l’appartamento zurighese che hanno affittato per otto anni. Sfrattati. Perché la gente del palazzo non ne poteva più dell’andirivieni di bare e agenzie di pompe funebri dal quarto piano. […]
La maggioranza dei candidati alla morte arriva dall’estero, prevalentemente Germania. L’anno scorso la Dignitas ha assistito 195 suicidi, 120 erano tedeschi, 26 britannici e gli altri di nazionalità varie. Solo 15 gli svizzeri. La chiamano «la dolce morte» e la Dignitas più che somministrarla la prepara: lo fa l’infermiera più fidata di Minelli, Erika Luley. L’aiuto al suicidio passivo qui è autorizzato soltanto se il paziente (o la paziente) compie da solo il gesto finale. Nessuno può indurlo a bere, né passargli la dose senza ritorno di pentobarbital sodico diluito con l’acqua. E fino all’ultimo istante può ripensarci, come qualche volta è successo. Quando tutto è finito Erika controlla il polso, chiama Minelli per comunicargli l’ora del decesso e telefona alla polizia che come sempre aprirà un’inchiesta che finirà in niente. […]

Fonte: Corriere

Articolo di Maggio 2007 riguardo agli italiani che si rivolgono a Dignitas:

Anche alcuni nostri connazionali hanno scelto il suicidio assistito nel Paese d’Oltralpe dov’è lecito: la Svizzera. Panorama.it lo ha chiesto all’avvocato Ludwig A. Minelli, fondatore di quella clinica svizzera Dignitas che di recente ha riacceso le polemiche sull’eutanasia nel Regno Unito. Le ultime statistiche rilasciate da Dignitas hanno infatti rilevato l’aumento di malati terminali britannici che hanno scelto il suicidio assistito (che è ben diverso dall’eutanasia, illegale anche in Svizzera).
Alla domanda se cittadini italiani abbiano fatto lo stesso, ultimo viaggio, Minelli risponde: “Sì. Da quando abbiamo aperto diversi italiani si sono rivolti a noi. Non tantissimi, sia chiaro. I due terzi dei nostri pazienti arrivano dalla Germania”. E rivela alcuni dati: due i nostri connazionali che nel 2006 hanno scelto Dignitas per porre fine alle sofferenze di una malattia incurabile. Pochi, è vero. Ma abbastanza per far riflettere. […]

Fonte: Panorama

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21 commenti

longinous

Bè, posso capire che siano stati sfrattati dal quarto piano di un palazzo, poveri inquilini.
Un’attività del genere dovrebbe stare per lo meno al piano terra.

Gabriele

Morire in macchina..povere persone…leggendo questa notizia mi è venuta una tristezza infinita.

Paolo Malberti

Il suicidio assistito si pratica anche in Olanda,
dove pero’ è riservato ai cittadini olandesi.
L’articolo del Corriere non dice inesattezze: il titolo , invece, come al solito é sensazionalistico.
In realtà Minelli dopo essere stato sfrattato da piu’ posti, ha messo a disposizione addirittura la propria casa, ma anche questa soluzione gli è stata dal sindaco vietata.
Il ricorso alla automobile è stata proprio l’ultima risorsa per assecondare gli stranieri, quasi tutti provenienti dalla Germania.
Gli svizzeri, invece, che vogliono farla finita, lo fanno a casa loro con la dovuta assistenza.
Dignitas comunica alle autorità l’avvenuto decesso. Punto e basta.

cartman666

Penso sia peggio morire tra atroci sofferenze, oppure finire i propri giorni in un auto abbandonando il proprio calvario. Questa e’ una scelta che deve essere personale, e non vedo perche’ negare l’eutanasia passiva. Spero che pure in italia diventi possibile questa strada.

Lady Godiva

Onestamente però non capisco perché non si usi il tubo di scappamento, se lo si fa in auto.
Chiedo scusa per il cinismo, ma qualcosa non mi torna in questa storia.

Aldo

Grazie a UAAR per aver fornito questa informazione che, in un futuro che si spera molto lontano, potrebbe tornare utile. Particolarmente opportuno il link a Dignitas. Peccato che il sito sia in lingua tedesca (il che potrebbe spiegare perché sono molti di più i Tedeschi rispetto agli Italiani ad aver usufruito dei loro servizi). Io stesso, proprio per ragioni legate alla lingua, non ho capito nulla di quel che c’è scritto. Forse scriverò a Dignitas consigliando loro di allestire una versione in italiano del sito. Potrebbe essere più efficace se lo facesse un’associazione come UAAR?

Aldo

Spulciando qua e là sul sito di Dignitas, che è in una lingua che non conosco (il tedesco), ho trovato alcune pagine in inglese. La scelta delle lingue giustifica la ragione per la quale i clienti di Dignitas sono in massima parte Tedeschi (la lingua principale del sito) o Inglesi (esiste una piccola sezione in questa lingua).

Ecco un piccolo saggio tratto dalla sezione in lingua inglese:

DIGNITAS ha principalmente due scopi:

“Per prima cosa, forniamo ai nostri membri un Atto di Volontà chiamato Istruzioni del Paziente, che è importante nel caso che un membro perda la sua capacità di intendere e volere. Esso fornisce ai parenti e al personale medico direttive in merito a cosa fare o non fare in una situazione nella quale la vita del membro sia in pericolo o la prognosi sia negativa. Per metterla in parole semplici: con queste istruzioni i membri possono dire ai parenti e ai medici: “Per favore, non fate alcuno sforzo per salvarmi la vita qualora la sua qualità dopo l’intervento potesse non corrispondere a quella che avevo prima!”

“Per seconda cosa, aiutiamo i nostri membri a commettere un suicidio libero da rischi e da dolore nel caso che avessero ragioni sufficienti per farlo.

“Dal momento in cui DIGNITAS è stata fondata (17 maggio 1998) ad oggi abbiamo aiutato 619 membri a porre termine senza complicazioni alla propria vita. 54 di loro erano britannici.

“La domanda per i politici inglesi è questa: Perché costringete i vostri cittadini, gente che si trova nelle circostanze più terribili e che è determinata a porre fine alla propria sofferenza in un modo di propria scelta, ad abbandonare il vostro Paese per la Svizzera al fine di esercitare il libero volere? Dov’è l’umanità, in questo tipo di politica?

Come si può vedere, niente di mostruoso.

Lady Godiva

Niente di mostruoso, ma neppure nulla di amorevole.
Diciamo raggelante.
Speriamo di non averne mai bisogno.

Lady Godiva

Italiani che emigrano in Svizzera. Per un suicidio assistito

Questo è il titolo dell’articolo citato.
Perché modificarlo qui sul sito?
L’eutanasia, per quanto comprensibile, non è già abbastanza drammatica in sé?

Ci sono dei giorni in cui il sito UAAR sembra il sito della disperazione e della morte,
non della prospettiva di un futuro migliore per tutti.

Barbara Monea

@ Lady Godiva:
Gli articoli sono 2: uno che è quello di oggi, uno di maggio che parla degli italiani. Per questo i link sono due.
Se il sito non ti piace nessuno ti obbliga a leggerlo tutti i giorni.
Saluti

Lady Godiva

@ Barbara

No, pongo solo una questione:
quale immagine vogliamo dare di noi: atei agnostici razionalisti?
Non mi sembra una questione di importanza secondaria.
Ricambio i saluti

charlymingus

se uno si attacca al tubo del gas di scarico, dovrebbe risparmiare sulla benzina, il che comporterebbe un costo sociale in termini di emissioni di CO2 minori dolore non dolore e per la chiesa solo i forti hanno diritto alla buona morte

Chris

Anche aiutare il suicidio o uccidere possono essere atti d’amore….

Questo dovrebbe far riflettere chi crede che possa esistere il “bene” ed il “male” assoluti, certe cose non sono nè buone nè cattive, essendo buoni o cattivi solo i motivi per cui vengono fatte…

écr.l'inf.

@ Lady Godiva

Forse il giorno in cui sarai tu a soffrire, ti renderai conto di quanto amorevole sia chi ti aiuterà a liberarti dal dolore…

Anticlericale

Meglio morire in pace nella mia auto che straziato dal dolore in un letto.

Paolo Malberti

Tempo fa, la TSI ha trasmesso un documentario dell’organizzazione olandese equivalente alla svizzera Dignitas, in cui un povero sventurato, devastato da un cancro al cervello, ha deciso porre fine alla propria inutile sofferenza. Fortunatamente aveva ancora la forza di prendere con le proprie mani e bere il cocktail di barbiturici che la Dignitas gli ha preparato e portato a casa sua.
(Questo gesto autonomo è indispensabile per usufruire dell’intervento di queste organizzazioni).
Poi si è disteso nel suo letto, stringendo la mano della moglie e prima di addormentarsi definitivamente ha detto: «Non pensavo che morire fosse cosi’ dolce».
Questo è morire con dignitas, appunto.

Anticlericale

Per me la morte è uno dei più bei doni che può fare la vita, perché è la garanzia che la sofferenza, per quanto intensa, prima o poi finirà.

Il problema è che c’è gentaglia che per le proprie oscene ideologie vorrebbe imporre a chiunque, anche di fronte al dolore insopportabile e non controllabile, che questo termini comunque “poi” e non “prima”, senza lasciare la libertà di scegliere.

ecce homo

E’ molto meglio evitarsi una lunga agonia: a tal fine si può impiegare l’ossido di carbonio CO, gas inodore, trasparente ed insapore, in bombola. Si muore senza accorgersene ed in fretta.

Scettico Blu

La morte più dignitosa si fa baciando la Croce dopo essersi confessato e aver ricevuto la somministrazione della estrema unzione. Altro che cavolo!

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