Qualche anno fa Marco D’Eramo su queste pagine (6 agosto 2002) notava che Francesco Forgione (Padre Pio) va considerato l’italiano più importante del XX secolo. «Le sue statue crescono come funghi ovunque in Italia: al Sud, dove non c’è centro abitato che non gli abbia eretto un monumento, ma ormai – e con frequenza crescente – anche al Centro e al Nord. I suoi adesivi aderiscono a computer di sportelli bancari e agenzie di viaggio. Sempre più spesso incappi nei suoi santini non solo in commissariati, anagrafi, pronti soccorsi, uffici postali, ma anche accanto ai registratori di cassa di bar ed esercizi commerciali. San Giovanni Rotondo nel Gargano è il maggior richiamo di tutta la cattolicità… Padre Pio ha un nutrito seguito nel popolo di sinistra; la sua immagine spunta persino in qualche sede di Rifondazione comunista. In particolare al Sud, ti accorgi che insinuare un dubbio su padre Pio ti aliena platee – che supporresti scettiche, o per lo meno critiche – di lettori del manifesto e di Diario, di rifondaroli, diessini di sinistra, cigiellini». Se questo è vero (ed è solo parte della vastità del fenomeno), è strano che ci sia voluto tanto tempo perché uno storico di professione si dedicasse all’argomento, finora appannaggio esclusivo di agiografi e di letteratura devozionale. […]
Coglieva bene questo «antagonismo simbolicamente fortissimo» Michele Serra su Repubblica del 27 ottobre: «tra il culto del dolore di Padre Pio e il cattolicesimo sorridente e quasi allegro di Giovanni c’è un baratro, sangue e penitenza da una parte, la famosa carezza ai bambini dall’altra. Entrambi al centro di un culto popolare esteso… il loro differente destino ci aiuta a inquadrare i nostri tempi. Evidentemente questi sono tempi di stimmate e di fanatismo, non di sorriso, non di luna piena sopra gli uomini di buona volontà».
Ma anche Serra cadeva in un errore ricorrente nel raffigurare Roncalli, aggiungendo che «Giovanni non era certo un “intellettuale”, come si disse poi con semi-spregio nei confronti del suo successore Montini». […]
Lo speciale su Padre Pio firmato da Gianpasquale Santomassimo è stato pubblicato sul Manifesto
Io vivo in provincia di Lecce e ovviamente anche nel mio paese abbiamo la nostra brava piazzetta dedicata a Padre pio
Certamente come dice la notizia è la persona più venerata e pregata del secolo, per il solo fatto di aver avuto le stigmate, io continuo a ripetere da sempre che se padre pio non le avesse avute nessuno si ricorderebbe di lui.
Il sud è da sempre arretrato rispetto al nord, non solo economicamente ma anche culturalmente, e lo dico con mestizia, il livello di istruzione del sud ahimè è molto più basso del resto d’italia, quindi padre pio è una figura che fa presa anche a prescindere dal fatto che san giovanni rotondo si trovi nel sud Italia.
E’ tipico del sud ad esempio, e io ci ho fatto caso pochissimo tempo fa, il fenomeno delle nicchie private che si possono vedere sui prospetti delle case.
Si tratta di nicchiette dove si inserisce l’immagine o la statuetta di un santo, con una lucetta e dei fiori. Sono molto diffuse soprattutto nelle case di vecchia costruzione.
E si trovano a volte all’inizio delle vie, delle grandi nicchie che presumo sono curate dall’intera via, questa volta nicchie molto di dimensioni molto più grandi, quasi da chiesa, adornate sempre da fiori che gli abitanti donano.
Credo proprio di poter dire che questo genere di manifestazioni religiose al nord non esistono, e per il motivo detto prima: al nord c’è più istruzione…da qui il sillogismo: dove c’è ignoranza, dove c’è un basso livello di cultura (anche se devo dire che i giovani della mia generazione stanno incominciando a cambiare) , lì c’è terreno fertile per le religioni.
@ antoniotre82
Anche nella campagna del nord-Italia sono numerose le edicole e le cappelle con statue della madonna e cose simili. Inutile dire che in campagna il livello di istruzione era bassissimo…
cullasakka
parlavo delle nicchie presenti sui muri delle case, sono infisse nel muro a segno della devozione verso quello o quest’altro santo, non parlavo di cappellette in campagna che sono edifici cmq non appartenenti a privati.
Avete anche voi quelle nicchiette?
La stupidità italiana aumenta in maniera esponenziale. La dimostrazione che l’ evoluzione dell’Homo Italicus è diventata regressione: mi sa che l’ Italia verrà emarginata o espulsa dall’ Europa e i vaticaliani saranno guardati come primitivi.
Al di là della mia idea personale sui santi (irriferibile), mi preoccupa che la chiesa abbia scelto l’indirizzo per i decenni prossimi: meno cervello più ignoranza, meno logica più miracoli… Noi ci fidiamo troppo della mente umana: dimentichiamo che la maggior parte degli umani ha un’intelligenza inferiore alla media, una scolarità bassissima e un’educazione al ragionamento pari a zero. Questi esseri sono una catastrofe naturale che la chiesa intende usare per abbattere le dighe della ragione. Fede e ignoranza = controllo politico delle masse.
x antoniotre82
Se ti può consolare, ricordo, io avevo credo diciotto anni e vivevo in una famiglia di cattolici, le incazzature di mio padre, terza elementare, con il presidente, laureato, di un ente dove condivideva l’amministrezione, perchè durante i consigli d’amministrazione, il presidente laureato parlava più di padre pio, di cui era fedele molto devoto, che dei problemi dell’azienda amministrata. Pensa ad antonio socci che non è analfabeta, anche se si è tentati di crederlo, pensa a pera a ferrara poi dimmi se l’istruzione può venir considerato l’unico deterrente a certi fanatismi. Certo l’analfabetismo limita l’apertura mentale, ma l’istruzione l’erudizione non sono una garanzia contro la demenza, il più bell’esempio di ciò che dico è un personaggio vestito di bianco con le scarpette rosse di prada.
x Paolo di palma
Hai ragione avevo tenuto in conto anche questo, infatti per ogni eccezione c’è la regola: non tutte le persone istruite o con un certo grado di cultura sono atee o agnostiche.
Una persona ignorante credente può provocare in un ateo un sentimento di compassione, quasi di tenerezza, ma una persona istruita che crede con ostinazione e fanatismo, andando contro la sua cultura, contro il suo sapere, che dovrebbe avere una visione generale del mondo abbastanza messa a punto per capire che ogni religione su questo pianeta è una fandonia, fa quasi rabbia, perchè sapere istruzione e cultura, sono fattori antitetici con le credenze e le superstizioni, e non possono coesistere.
E da questo fatto si possono definire tali persone anche incoerenti, perchè da una parte accettano la scienza nelle sue manifestazioni più diffuse, come le teorie evoluzionistiche, e dall’altra vanno in chiesa a sentirsi dire che dio ha creato il mondo in 7 giorni.
Pera, Socci, Ferrara, sono delle eccezioni, purtroppo delle eccezioni famose essendo degli uomini di tv o personaggi notori.
E non trascurare che esistono eccezioni di comodo, di interesse: ci si dichiara cattolici e credenti per questioni politiche, di clientelismo, ed altro ancora, rendendo il tutto ancora più triste.
Il papa come ho detto prima riprendendo le parole di un altro utente, secondo me non crede neanche lui stesso in quello che dice e predica: l’importante è che ci credano gli altri.
Ha in mano il potere, e per mantenerlo è disposto a vivere una vita da ipocrita, rendendosi schiavo di un ideale.
Nel caso opposto invece in cui credesse in quel che dice, sarebbe il primo fanatico in Italia, e per questo si rende ridicolo, perchè rendersi fanatici per delle cose non dimostrabili rende l’uomo patetico.
Ipocrita, o fanatico?? solo lui può saperlo. In un caso o nell’altro non può certamente essere valutato in modo positivo.
Errata corrige : per ogni regola c’è l’eccezione.
Padre Pio rappresenta plasticamente la verità immutabile della Croce.
“Padre Pio, come Crocifisso vivente, è la risposta fattuale del Cielo al secolo dell’incredulità.
Infatti Egli nasce il giorno esatto in cui Crispi toglie i Crocefissi da tutte le aule scolastiche del Regno e diventa per cinquat’anni un Crocifisso vivente, riceve le stimmate in un anno simbolico per il dolore del mondo, il 1918, lo nota anche il Luzzato, e muore nell’anno più drammatico della storia recente, il 1968, l’anno della contestazione e l’anno dell'”Humanae Vitae”, il momento più drammatico nella storia recente della Chiesa, e muore dopo aver scritto a Paolo VI per offrirgli la sua sofferenza.[… ]
Il mistero di padre Pio è quello della “morte espiatoria”, dell'”espiazione vicaria”.
Maurizio Crippa da “Il Foglio” di Venerdi 16 novembre 2007.
Parole sante e benedette!