Meglio Sri Lanka, Lesotho e Tagikistan dell’ Italia, solo 84esima nella classifica del World Economic Forum sul divario tra uomini e donne, diffusa ieri a Ginevra. La classifica, che misura le differenze tra i sessi quanto a opportunità, è guidata, anche quest’ anno, dal Nord Europa: al primo posto la Svezia, seguita da Norvegia e Finlandia. Ultimo, lo Yemen. A proposito del nostro Paese, gli analisti del Wef annotano che «l’ Italia resta indietro nella classifica generale a causa di punteggi bassi in materia di stipendi e della bassa percentuale di donne tra la manodopera qualificata e tecnica, tra legislatori, alti funzionari, dirigenti e anche per il basso numero di donne parlamentari e ministri». «Questi dati ripropongono l’ urgenza di azioni concrete per allargare la partecipazione delle donne al lavoro e riconoscerne i talenti fino ai livelli più alti delle carriere», ha commentato il ministro per le Pari opportunità Barbara Pollastrini. Che ha aggiunto: «La scarsa presenza di donne nel mondo del lavoro è un grave handicap per il Paese. Rilancio le proposte contenute nella Finanziaria 2008, tra cui leve fiscali per aziende che, in aree di crisi assumono donne, il fondo per l’ imprenditoria femminile e investimenti per conciliare tempi di lavoro e tempi di vita».
L’articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera del 9 Novembre, pagina 22
Come calcolare il livello di discriminazione delle italiane: dividete l’Italia per due sovranità (in un’unico stato), in una delle quali la rappresentanza deliberante femminile è uguale a zero mentre nell’altra è uguale la 16%, prendete invece le opportunità delle donne svedesi moltiplicatela per 8 e dividetela per 1000. Ecco il risulato!
Merito anche della tendenza degli italiani a dare addosso alle donne che lavorano, che non vogliono/possono avere figli: egoiste, consumiste, sciupamaschi, avide e spaccafamiglie. Quando si decidono a far figli, ne fanno solo uno, per la linea e per non spenderci troppo… Insomma, le donne sono uscite di casa, hanno i loro soldi, vogliono divertirsi senza responsabilità e non hanno più bisogno del marito per farsi mantenere e al quale ubbidire. Per colpa loro in Italia non ci saranno mai più bambini!!! > Roberto Volpi, La fine della famiglia, Mondadori 2007 >> La causa di tutto ciò? Divorzio e aborto, ovvio. Direte: è un bigotto. No, è uno statista che collabora col ministero del welfare. Pensieri simili mantengono viva l’idea papista della donna tutta casa, chiesa, cucciolate e impediscono all’Italia di diventare un paese moderno.
Il cattolicesimo non dice che la donna deve stare in casa.La chiesa afferma riconosce il genio femminile. Io personalmente credo che nella società moderna si dovrebbe pensare di più a dare e meno pretendere di avere.
Per quanto riguarda aborto e divorzio sono certamente atti che vanno contro la vita e la famiglia
…in base a quale logica dovrei pensare + a dare che a prendere?
“Il cattolicesimo non dice che la donna deve stare in casa.La chiesa afferma riconosce il genio femminile. Io personalmente credo che nella società moderna si dovrebbe pensare di più a dare e meno pretendere di avere.”
@Enrico
Già. Dice solamente che è nata dalla costola di un uomo e che il peccato originale è tutto colpa sua. Fammi il piacere va…
Io questa gran discriminazione non la vedo proprio. Sicuramente non la pratico.
Mi sa che queste “statistiche” sono un po’ tirate per i capelli…
@ Enrico
Le donne danno eccome, il problema è semmai che ottengono poco in cambio.
Aborto e divorzio sono scelte legittime: non è obbligando l’unione che si costruisce una vera famiglia. E cmq aborto e divorzio sono problemi diversi, che messi così insieme fanno un po’ minestrone gratuito.
certo che il lavoro e la rappresentanza politica e dirigenziale femminile sono fattori fondamentali perchè in una società ci sia vera parità, e l’italia rispetto a paesi più moderni e civili è paurosamente indietro. La mentalita deve cambiare, qui siamo molto indietro si pensa ancora alla donna come oggetto di cui poter discutere e disporre, stiamo ancora a discutere di come gestire il suo corpo, e se si è fatta una legge sulla procreazione assistita come la nostra un motivo ci sarà, poche donne e alcune completamente prive di consapevolezza di quello che ci si gioca quanto si fanno leggi del genere.
@Enrico
Voglio però che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio. (1° lettera ai Corinzi 11,3)
Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. (Colossesi 3,18)
Le mogli siano sottomesse ai mariti come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, come anche Cristo è capo della Chiesa, lui che è il salvatore del suo corpo. [Efesini 5, 22]
Come in tutte le comunità dei fedeli, le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso parlare; stiano invece sottomesse, come dice anche la legge. [1-Corinzi 14, 34]
@ Aldo
Sicuramente occorre sempre fare attenzione alle statistiche perché spesso sono taroccate, e in più la sociologia è diventata un mezzo per far politica (sarebbe interessante aprire una volta una discussione sulla serietà dei sociologi), ma per quanto riguarda l’uguaglianza in Italia c’è sicuramente ancora molto da fare. Come al solito arrivano in testa i paesi del nord-europa.
Stiamo al ‘900…
1905: chiesa dice = la scuola fa diventare le ragazze atee e viziose
1922: gli aumenti dei salari dei lavoratori = causati dalle spese delle donne
1925: scandalo capelli corti donne > vorranno essere trattate da maschi
1940: catolico Pétain = la colpa della sconfitta francese contro i tedeschi alle donne che hanno studiato = hanno rovinato gli uomini
1958: padiglione vatic. Esposiz. Univ. Bruxelles = Brigitte Bardot è il Male
1960’s: aziende cattoliche vogliono licenziare le donne che portano i pantaloni
2 1/2 ‘900: molti maschi si lamentano di essere superati dalle donne nel lavoro
1987: enciclica di GioPaII Redemptoris mater = solo la madonna è degna di rispetto perchè l’unica vergine scelta da dio (Maria=bibbia, casa e fornelli)
ma secondo voi stare dare è davvero cosi umiliante ? probabilmente allora ritenete vostra madre che per alcuni anni ha dedicato la sua vita a oi ed a voi vostri fratelli una fallita.
Le parole di San Paolo vanno completate anche con ciò che vu scritto riguardo a doveri dei mariti neo loro confronti nonchè con la spiegazione di cosa diventano i due sposi con il loro matrimonio.
@Enrico,
completo come mi ha suggerito le parole di Paulo:
“E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo”
1-Corinzi 11, 8
@Enrico
un’ultima “citazione
“La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo”
1° Timoteo 2,11-12
(e come vede sto cercando solo di restare sul Nuovo Testamento… toccare il Vecchio sarebbe come sparare sulla croce rossa :D)
@ Massimiliano Soffiati
Durante il suo pontificato quello scemunito di papa Pio X, parlando della donna, ebbe a dire in dialetto veneto: ” Che se piasa, che se tasa, che stia in casa”.
Mentre Ludovico Ariosto molto più intelligentemente affermò: ” Le donne son venute in eccellenza di ciascun’arte ove hanno posto cura”.
Buffa questa cosa che, in questo sito, della perità tra i sessi se ne parli soprattutto fra uomini, mentre le donne ne parlano fra loro, da sole, in “commissioni di pari opportunità”; ma poi frequentano in maggioranza luoghi dove il potere maschile si pone come unico, indiscusso e indiscutibile. C’è qualcosa che non torna in tutto questo: che ha molto a che vedere con una dimensione maschile divinizzata al femminile dall’integralismo cattolico.
A chiarimento di questo cito le illuminanti parole di Vittoria Haziel, riportate ne L’Ateo n° 3 2oo6 a pag. 19: “…Vado per la mia strada. Le greggi non mi piacciono, nemmeno questo plurale femminile irregolare ad un singolare maschile. Non mi piacciono greggi di nessun tipo… E non sogno neanche di fare il pastore…”
@ Massimo
Vero è che le donne sono spesso lontane dagli ambienti razionalisti e vero anche che in questo blog sono spesso in minoranza a parlarne, ma non è necessario essere donna per essere sensibile ai diritti delle donne, ti faccio notare che esistono molte donne contrarie ai diritti delle donne. Basta semplicemente essere democratici per auspicare la parità tra i sessi.
Vorrei sapere a quanti uomini vengono poste le seguenti domande in sede di colloquio di lavoro: “E’ sposata?” oppure “E’ fidanzata…?” per vedere un po’ se la giovine non ha per caso intenzione di restargli in cinta.
Ovviamente queste domande sono fatte anche da datori di lavoro cattolici che difendono la famiglia….eh, si vede che stanno difendendo solo la loro.
@ Enrico
Sì, stare a casa è la peggior cosa che possa fare una donna:
1) non ha entrate proprie > allunga la mano per la carità prima al padre e poi al marito; se non si sposa dipende dal fratello
2) non può prendere decisioni proprie > il maschio tiene i cordoni della borsa e decide come spendere i soldi. Lei non può farsi fare delle visite mediche senza che il marito lo sappia (eccoti cattolicone: controllo del corpo femminile)
3) non può pagare l’avvocato per il divorzio (ed è qui che vogliono arrivare i cattoli!! Tenere le donne lontane dallo studio dell’avvocato!!!!)
4) è più ignorante e chiusa mentalmente del marito perchè lui esce, si confronta con persone diverse nel mondo del lavoro, gira e vede posti e mentalità diverse, impara e migliora la propria posizione sociale. Lei è a casa e sfoglia libri di cucina o Harmony d’edicola
5) mia madre lavorava 8 ore al giorno: non mi è mai passato per la testa che fosse negligente o egoista perchè l’amore non si misura con il timer, ma con la qualità del rapporto
Da San Paolo ai Corinti
l marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito.
4La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie.
5Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione. 6Questo però vi dico per concessione, non per comando.
7Vorrei che tutti fossero come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro.
In definitiva voi non capite che una persona quando si sposa si dona e diventa un solo corpo ed una sola carna.
Secondo me il problema va curato alla radice, e di sicuro non con “aiuti all’imprenditorialità femminile” e altre cavolate sessiste come questa.
Quello che va cambiato è il sistema educativo, perchè si possono creare tutti gli aiuti di stato che vuoi, ma se l’agire non parte dalle donne stesse, tutto rimane lettera morta.
Le donne devono cominciare a prenderseli i diritti e non a vederseli garantiti, che è una cosa ben diversa.
@ lik
Bravo, grazie, mi hai fatto notare proprio quel che io volevo far notare.
Ma è da qui, da questo fatto delle “donne contro le donne” che bisogna partire, per spiegarlo e, per quanto possibile, risolverlo. Senza far cadere il tema.
ma voi date ancora retta ad enrico? suvvia…
@ Valerio
Si può fare l’una e l’altra cosa, gli aiuti e l’educazione, visto che queste norme sono ispirate dai paesi nordici che sono all’avanguardia nei diritti delle donne.
@enrico
mia madre comunque ha sempre lavorato.
io non considero fallita chi sta a casa per scelta.
quella è una scelta personale che non mi sento di criticare, probabilmente a loro va bene così.
io se fossi una casalinga mi impiccherei col filo dell’aspirapolvere dopo tre giorni.
il problema è quando una questa scelta non ce l’ha, ma diventa imposizione più o meno diretta.
@Kaworu
Non è mai una vera scelta: se fossi nella foresta non resteri un minuto nella capanna di foglie a cucinare, sapendo che questo mi rende dipendente dal maschio cacciatore-raccoglitore. Nella preistoria per costringere le donne in “capanna” c’erano le norme sull’impurità delle armi toccate dalle femmine, che impedivano loro di armarsi e rendersi cacciatrici (e guerriere) pari ai maschi. Ecco perchè le donne da millenni giocano con le bambole e le pentoline allenandosi a figliare e cucinare. Da grande ci vuole indipendenza mentale per slegarsi dal modello. Uscire dalla capanna è difficile: si deve pensare da sè a sè.
@lacrime
tu hai indubbiamente ragione, ma ad esempio la madre della mia ragazza ha lavorato come biologa fino a che lei ha avuto qualche anno, e poi è stata a casa di sua sponte, nel senso che comunque nessuno ce l’ha costretta, men che meno al lavoro.
se ci fosse una vera parità non ci sarebbero problemi.
vorrei vedere uomini casalinghi per scelta.
@lik
Si, d’accordo…
Però purtroppo il femminismo ha portato più fenomeni di “odio fra sessi” che altro…
e nei paesi nordici, mi dispiace dirlo perchè li consdiero modelli di civiltà, l’ambiente culturale è quasi del tutto in ostaggio di ambienti femministi, basti pensare che sono stati i primi a tirare fuori facoltà di “gender studies” aka “femminista bigotta studies”.
Purtroppo il femminismo come veniva inteso negli anni sessanta è degenerato, ha perso efficacia e ora è tutt’altro, e il nord europa ne è la prova.
@ Valerio
Il femminismo non è iniziato negli anni ’60 ma con le suffraggette all’inizio del secolo. Ed ha portato diritto di voto, il diritto della donna a disporre del proprio corpo, l’uguaglianza almeno legislativa tra i sessi. Prima non è che ci fosse l’amore tra i sessi, stavi zitta, ancora grazie che ti manteniamo. Poi è ovvio che vi sono state delle derive nel femmnismo e in alcuni movimenti femministi, ma la ressponsabilità è anche degli uomini che non sono stati capaci di muovere delle critiche costruttive e non animate da un ritorno al maschilismo patriarcale. Poi il nord europa non è la prova di niente questa storia del complotto femminista dappertutto è più che altro un fantasma.
abbè… se è per questo è iniziato molto prima delle suffraggette, io mi riferivo a livello popolare.
Quello che mi premeva dire è che le nuove generazioni (quelle di cui io faccio parte) del femminismo ne hanno recepito solo il lato idiota.
Parlavo quest’estate con una ragazza di un piccolo paese del sud, laureanda, studente al nord, famiglia con un buon livello culturale.
La cosa che le facevo notare, era l’idiosincrasia fra il suo pretendere di essere una donna libera e moderna (con relative rotture di scatole nei nostri confronti), e l’agire del tutto in maniera sottomessa.
Questo esempio banalissimo (forse anche stereotipato) purtroppo è la norma.
Di donne che pienamente emancipate ne conoscerò meno di cinque, e non è che hanno avuto vite particolari o chissà quale educazione o famiglia dietro.
Semplicemente fanno quello ceh vogliono, quando vogliono, usando un minimo di razionalità.
Perchè la stragrande maggioranza delle donne in italia non lo fa?
La notizia non è che non mi faccia dormire. Se le donne desiderano la promozione sociale che se la conquistassero con le lotte, come facevano negli anni settanta. Sono da un bel pò che le nostre care femministe non si sentono più.