Quando i fondi per la ricerca vanno a chi li merita

Si può vincere una guerra mandando al fronte i vecchi? Solo un vecchio di grande fascino come Umberto Veronesi poteva lanciare questa domanda, che domina oggi la Giornata per la ricerca sul cancro. La dedica ai giovani di questo appuntam ento annuale dell’A.i.r.c., infatti, non è affatto rituale.
Quella in corso contro i tumori, ha spiegato il grande oncologo, è una «una vera e propria guerra contro un nemico che uccide nel nostro Paese 150 mila persone». Un nemico contro il quale schieriamo pochissimi ricercatori. E di questi solo una manciata di giovani. Non lo denuncia solo il Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi che ieri, al Quirinale, ha ricordato con scandalo come l’Italia investa da anni nella ricerca poco più dell’1% del Pil, quota bassissima e per di più sprecata con una distribuzione dei soldi talora così assurda («non sempre riflette la qualità dei risultati conseguiti») che non avrebbe senso investire di più senza «l’adozione di criteri di assegnazione fondati sul merito». […]
Apri il giornale e leggi che è italiano Paolo De Coppi, lo scopritore delle staminali «amniotiche» (benedette come «etiche» dal Vaticano) che dopo essere stato ricercatore in Olanda e negli Stati Uniti è diventato a 35 anni primario di chirurgia pediatrica al Great Ormond Street Hospital di Londra. E poi che è italiana Valentina Greco, che a 34 anni è una delle ricercatrici di punta della Rockefeller University di New York, […] Tutta «crema» sciaguratamente lasciata sfuggire. E certo non recuperabile con progetti quali quello del ’99 per il rientro dei «cervelli in fuga» vanificato dalle resistenze di troppi baroni universitari. Resistenze così rocciose (e svillaneggiate dal caso del 62enne «docente» di una fantomatica università mongola rimosso dalla cattedra solo grazie alla decisione di Fabio Mussi) che l’anno scorso, dei 460 giovani faticosamente riportati in Italia, solo una cinquantina erano riusciti a superare le forche caudine del Cun, il Consiglio universitario nazionale.
Come aggirare quelle forche? Come recuperare, quelle intelligenze? Come fermare l’emorragia? L’Airc ci prova, per quanto può, con varie iniziative. Una settantina di borse di studio da 20 mila euro l’anno per giovani con laurea di eccellenza mandati per tre anni in laboratori di prestigio. Un’altra decina di borse di studio per i più bravi perché possano fare un’esperienza all’estero. E poi un paio di progetti l’anno (totale in corso: dieci) battezzati «Start up»: se il giovane trova un grande centro italiano disposto a dargli uno spazio fisico e le attrezzature con cui lavorare, l’Airc per 5 anni gli paga una parte o tutto lo stipendio più il materiale di consumo più l’aiuto di 2 assistenti. Quelli che se la sentono di navigare da soli, infine, possono provare col «My firts A.i.r.c. grant»: presentano un progetto e vengono finanziati. Tutti soldi privati. Donati da banche, imprese, singole persone. E lo Stato? Qualcosa, se passa la Finanziaria (tocchiamo ferro…), forse si muove.
Merito di un progetto fortissimamente voluto tra i primi dal professore-senatore Ignazio Marino che, scottato lui stesso dall’emigrazione forzata, ha messo a punto una serie di meccanismi per aprire almeno un pertugio ai giovani ricercatori. […]

L’articolo completo è raggiungibile sul sito del Corriere 

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10 commenti

lacrime e sangue

La ricerca italiana è un inferno di umiliazioni e favoritismi: i concorsi sono “quasi” tutti truccati come documentano il sito http://digilander.libero.it/conica/duridorecchio/index.htm con trascrizione delle sentenze, i libri come “Le mani sull’Università” di F. Frorio (1996) e “La dura vita del beato porco” di E. Picano (2007), e come posso testimoniare personalmente (conosco 2 ricercatori che hanno “vinto” il concorso con un titolo per la prova scritta uguale alla loro tesi di dottorato). I dottori di ricerca che non riescono a “vincere” una borsa di post-dottorato finiscono nel cimitero della ricerca perchè escono dalle università e pubblicano col contagocce e con case editrici non universitarie. Senza la copertura accademica non puoi pubblicare, se non pubblichi non accumuli titoli, se non accumuli titoli non ti prendono nemmeno all’estero.
Io ho dedicato quindici anni all’università italiana e adesso non ho in mano nulla…
Date un’occhiata al sito dell’ADI, Associazione Dottorandi e Dottori di ricerca italiani http://www.dottorato.it/ e vedete quanto poco contino i non protetti dai baroni nell’università italiana. Perfino il sito piange miseria…

Domixio

ahahahahahahahahah “borse di studio da 20 mila euro l’anno” ahahahahahahahahahah
scusate non rieco a smettere di ridere.

lacrime e sangue

So che vorrete linciarmi per la lunghezza del post, ma la lettura ne vale la pena:
EUGENIO PICANO è medico, cardiologo e ricercatore presso l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa. Intervista di G. Morandi sul Quotidiano Nazionale del 16 febbraio 2003.

Come funziona il sistema per truccare il concorso? «Uno è quello del consiglio a non presentarsi».

Come accade? «Di solito dopo aver fatto i complimenti sulla persona, sulla famiglia, sulla produzione scientifica, sull’aspetto, sulla cravatta si consiglia per motivi di opportunità, visto che il candidato sarebbe troppo forte, di non presentarsi o di ritirare la domanda».

Chi è l’emissario? «È un consiglio da don Vito Corleone, quindi non si può rifiutare, a meno che uno non voglia ritrovarsi la testa di cavallo nel letto».

Ma chi dà il consiglio? «Dipende».

Faccia un esempio. «Può essere dato da chi fa parte della commissione di concorso o da amici di amici».

Qual è l’obiettivo, che si presenti un solo candidato? «Questo sarebbe l’obiettivo ideale, perché evita lo spargimento di sangue, ovvero creare risentimenti e situazioni di natura mediatica o giuridica. Maggiore è lo squilibrio tra il candidato vincente e quello predestinato a perdere, più aumentano i rischi».

La forma ideale di concorso truccato qual è? Che ci siano due candidati o uno solo? «Che ci siano tanti candidati quanti sono i posti».

[…] Chi si ribella, chi non ascolta a che cosa va incontro? «Diciamo che può scattare il potere di interdizione».

[…] Ma a lei è mai capitato di rifiutare il consiglio alla don Vito? «È impossibile rifiutare, a meno che uno non decida contestualmente di andare via».

[…] Ma chi sono i primi? Chi sono i predestinati a sorpassare sempre gli altri?
«Quelli che hanno il privilegio del legame cromosomico, figli, parenti, o di altro genere: dal servilismo in su».

[…] Sono anche queste deformazioni del sistema di selezione tra le cause della fuga dei cervelli all’estero? «Il problema non sono i cervelli che fuggono alla ricerca di migliori opportunità ma le altre parti meno nobili del corpo accademico che rimangono e che hanno purtroppo una forte capacità riproduttiva all’interno del sistema».

Leggetelo per intero sul sito http://www.beatoporco.it/libro/libro.htm

zagorba

Perche’ invece di fare queste giornate a favore della raccolta fondi per la ricerca contro il
cancro, che sono patetiche e non fanno che raccogliere pochi spiccioli, lo stato non decide in
maniera chiara ed inequivocabile di destinare l’8 x 1000 delle dichiarazioni in suo favore, a
questa battaglia? Chissa perche’……. forse ha paura che vadano meno soldi a qualcun altro che potrebbe offendersi….
Visto che non si puo’ cambiare il Concordato se non bilateralmente, lo Stato non puo’neanche decidere di usare l’8 x 1000 a lui devoluto come meglio crede?
Non mi pare che questa sia una modifica del Concordato…..
Ma come ho detto prima non credo che vogliano mettersi a fare concorrenza alla Chiesa
ed allora si inventano queste giornate per far vedere che sono bravi e che gli sta a cuore la ricerca . MA MI FACCIANO IL PIACERE BASTA CON QUESTO PATETISMO!!!!!

zagorba

Scusate ma ho visto che il mio commento l’ho inviato male.
Siccome oggi e’ la giornata per la raccolta fondi contro il cancro,volevo dire che secondo me lo Stato farebbe meglio a destinare in maniera chiara ed inequivocabile l’8 x 1000 a lui devoluto dai contribuenti, a questa battaglia, invece di fare queste giornate di raccolta che sono patetiche e fanno raccogliere solo pochi spiccioli….
Perche’ non lo fa?
Ha forse paura di togliere i soldi a qualcun altro che potrebbe offendersi?
e non credo che per destinare il suo 8 x 1000 alla ricerca ci sia bisogno di rivedere il Concordato

paolo di palma

Certo rivediamo il concordato anzi aboliamolo, ma chi glielo dice a don vito corleone in scarpette rosse?

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