Botanica cattolica

E’ stata diffusa in questi giorni la notizia di una proposta (parte dagli Stati Uniti) di abolire nell’indicazione delle date le lettere a.C. e d.C. (avanti Cristo e dopo Cristo). La ragione? Il riferimento a Cristo può urtare la suscettibilità di chi è musulmano (o buddista, o induista o chi più ne ha più ne metta). C’era da aspettarselo. È in atto (e non da oggi) un attacco sistematico alla fede e ai simboli della religione cristiana. Il pretesto è sempre quello: bisogna rispettare i sentimenti di tutti, anche di chi cristiano non è. Così può accadere (è accaduto) che si stacchino crocifissi dai muri e si proibiscano i presepi e i canti natalizi nei luoghi pubblici. Tutto questo in un paese, come il nostro, nel quale è battezzato il 98 per cento della popolazione. L’equivoco di fondo, ingenerato ad arte per coprire trasparenti intenti anticlericali, è basato proprio sul preteso rispetto dovuto a religioni diverse dalla nostra, allo spazio che si deve lasciare alla multiculturalità. Così, passo dopo passo e quasi senza accorgercene, rischiamo di cedere ad altri (che mai farebbero lo stesso con noi) quello che di più prezioso abbiamo: la nostra identità. Nel malinteso proposito di essere modelli di tolleranza e di solidale comprensione per gli altri finiamo per tradire noi stessi, le nostre tradizioni, la nostra memoria; in una parola, le nostre radici. Ora, non si tratta di fare guerre di religione, ma una cosa è non rispettare il credo degli altri ed altra, ben diversa, è quella di abdicare al proprio.
Vengono fatalmente in mente le parole, bellissime, di uno dei più grandi maestri di spiritualità e di tolleranza di tutti i tempi, il Mahatma Gandhi: “Io voglio che le culture di tutti i paesi soffino liberamente come il vento nella mia casa, ma che nessuna di esse, come il vento, possa strappare le mie radici”. È giunto il momento, non più rimandabile, di riscoprire l’orgoglio della nostra appartenenza. Difendiamola, con civile fermezza, prima che sia troppo tardi.

L’intervento di Gianni Cuminetti è stato pubblicato sul sito del giornale cattolico La Libertà

Un buon esempio della confusione che alberga oggi tra i cattolici. Difficile trovare un anticlericale teorico del multiculturalismo. Difficile prendere ancora sul serio il dato del 98% dei battezzati (detto per inciso, anche lo stesso Vaticano sta cominciando a ridimensionarlo). Difficile pensare che i presepi e i canti natalizi a scuola, imposti a tutti come durante la Controriforma, possano invertire il processo di secolarizzazione in atto. Eppure i cattolici la vedono come unica soluzione: il mondo sta cambiando, il potere deve impedire che accada. Cuminetti può anche citare Gandhi: ma i cattolici indiani si lamentano che i libri di testo nelle scuole del subcontinente sono filo-induisti. L’argomento delle radici, chissà perché, si usa solo quando si è in maggioranza.

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29 commenti

Arcturus

Se devo basare la mia identità e la strenua difesa delle mie radici sul computo fantasioso e sbagliato della data di nascita di un predicatore (supposto che sia esistito e si sappia chi fosse), ben venga un nuovo modo di numerare il calendario. Non mi scandalizzerò, e resterò ben saldo nella mia coscienza umana. Se per conoscermi davvero dovessi avere bisogno del calendario, sarei messo piuttosto male… Per il resto, detesto il natale, sono infastidito dal crocifisso, ritengo il battesimo una barbarie culturale, ma soprattutto, disprezzo la retorica populista cattolica.

cartman666

Piu’ per il politicamente corretto verso le altre religioni, questa scelta mi sembra azzeccata proprio per l’inconsistenza storica dell’esistenza di cristo. Anzi io credo che proprio per questo i cattolici fanno tutti questi strepiti.

lacrime e sangue

D’accordo il laicismo, ma come contiamo il passare del tempo? Con l’egira di Maometto, con la trasformazione del principe Siddharta in Budda, con la caduta del muro di Berlino? Dalla costituzione della città di Roma? Dal primo imperatore della Cina? Per il conteggio temporale, visto che nel mondo si sono quasi tutti adattati al b.c/a.c. (a.c./d.c), finchè non si sia diffuso di più il laicismo non è il caso di “svegliare il can che dorme”: tutte le religioni si metterebbero in lizza per ottenere il datario ufficiale. Nuovi fuochi per animi poco svegli ma in compenso piromani! Per il resto, è ovvio che i cristiani sentano sfuggire il monopolio culturale…

Paolo P.

L’ arroganza e l’ ipocrisia dei cattolicisti non ha limiti.
Il giornale La Libertà? Ipocriti, ma quale libertà? La loro di imporre a tutti la loro volontà!
Il 98 % di battezzati? A parte che non è vero e il numero scende sempre più e gli sbattezzati crescono sempre più, lo stesso battesimo non è stato imposto ai neonati?

maxalber

lacrime e sangue scrive:
D’accordo il laicismo, ma come contiamo il passare del tempo?
******************
Facile:
a.c.= prima della data convenzionale
d.c.= dopo la data convenzionale
o, come dice Odifreddi, anno 2007 dell’era volgare.

Jean Meslier

A parte la considerazione, doverosa secondo me, che questi isterismi perfino sulla datazione sono più controproducenti che altro, allo stato attuale; a parte questo… quando se ne fa una questione di maggioranza, di “identità storica”, e si adduce il numero di battezzati come scusa per giustificare la “collusione” tra Stato e Chiesa, iniziative all’apparenza goliardiche come lo sbattezzo appaiono tutto sommato non così gratuite e inutili.

Daniele Gallesio

Tutto questo in un paese, come il nostro, nel quale è battezzato il 98 per cento della popolazione.

Ecco la risposta a chi dice “Se sei ateo, per te il battesimo non ha significato: chettefrega dello sbattezzo?”.
I cattolici sono sempre lì a sottolineare che il 98% degli italiani è battezzato.

Se tutti quelli che sono battezzati ma non si considerano più cattolici facessero apostasia scritta, gli si potrebbe rinfacciare: E di quel 98% il 60% è apostata, quindi non state parlando a nome loro.

È giunto il momento, non più rimandabile, di riscoprire l’orgoglio della nostra appartenenza. Difendiamola, con civile fermezza, prima che sia troppo tardi.

Giusto. Amici difendiamo la nostra appartenenza, amici battezzati non cattolici: facciamo apostasia scritta.

Prima che qualcuno faccia passare a nome nostro delle leggi clericali.

Daniele Gallesio

Comunque farebbero meglio a togliere “IN GOD WE TRUST” dai dollari, ché quello non avrebbe bisogno di essere sostituito con niente!

dawoR***

il 98% della popolazione viene battezzata alla nascita senza sapere né come né perchè – poi crescendo solo i più deboli e sfavoriti diventano veri cattolici (credo nell’ordine del 15%)
– dawoR***

Liberale Liberista Libertario

Và bene tutto,ok, ma la questione dell’a.c – d.c. mi sembra ridicola. Ci toglieranno pure Voltaire e il suo Maometto per non offendere nessuno? Magari in tal caso il sign. Cuminetti sarebbe pure daccordo…..

Il Filosofo Bottiglione

ma sì, togliere cristo dalle date va bene come battuta, per fare incavolare un po’ il papa e i suoi seguaci. ritengo però che il commento più giusto sia: chissenefrega, è un sistema di datazione come un altro.

nas

quoto il Filosofo. Non potendo definire lo zero kelvin delle date, una datazione vale l’ altra, e’ una pura convenzione.

Roberto Grendene

ok, la convenzione sulle date e’ di poco conto.
Ma come il giovedì non e’ piu’ il giorno sacro a Giove, a.c. e d.c. potrebbero non esser piu’ avanti Cristo e dopo Cristo, ma come dice Maxalber “avanti convenzione” e “dopo convenzione”.

Dall’articolo: «quello che di più prezioso abbiamo: la nostra identità.»
A parte l’uso di quel “nostra”, su cui ci sarebbe ampaimente da discutere, ma costui davvero pensa che non ci sia qualcosa di piu’ prezioso di un sentimento identitario? Cose tipi il rispetto dei diritti umani, la liberta’ di coscienza, la liberta’ di espressione del pensiero… chi mette davanti a queste liberta’ la “nostra identita'” dice in pratica che in nome si questa (sua?) identita’ passa tranquillamente sopra alle liberta’ fondamentali…

Ciao
Roberto Grendene

paolo di palma

E’ ormai diventata una convenzione. Discuterne è dar fuoco alle polveri dei vari fanatismi. E’ bello notare che i più incazzati in questo caso siano i cattolici, la forza della loro fede è basata su questi che evidentemente considerano cocetti forti e principi non alienabili. Complimenti cuminetti hai anche data l’interpretazione che ti faceva comodo alle parole di Ghandi. Per soffiare libere come il vento le culture che trovano ospitalità in casa Ghandi vengono trattate con pari dignità, per questo stesso motivo non potranno poi pretendere più benefici della cultura primaria, che non è quella dominante, ma dovrebbere essere solo la prima che si è presentata nella storia.

chiericoperduto

Penso che ci siano questioni più importanti e gravi da trattare (pedofilia, ingerenze, riciclaggio di denaro, ICI, ecc..) prima del sistema di datazione che non nuoce a nessuno.
Metterlo in discussione significa, anche secondo me, dar fuoco alle polveri dando il via ad una corsa tra varie fedi e correnti di pensiero per accaparrarsi il nuovo metodo, magari con copyright registrato. No grazie.
Anche i giorni della settimana fanno riferimento agli antichi dei, d’altra parte non si tratta di rinnegare il proprio passato storico ma di migliorare il futuro.
Per non parlare poi del problema della mancanza di continuità numerica nella datazione degli avvenimenti storici.
Lasciamo la nascita della data astrale al futuro equipaggio di Star Trek, non diamo pretesti alla chiesa oggi per frasi vittimizzare.

Daniele Gallesio

Eppure…
…eppure…

…vedere che fan le vittime per quello… vedere quanta importanza danno a quello… vedere che anche su quello si basa la loro pretesa di universalità… potrebbe spingere qualche indeciso a riflettere…

Non è certo la priorità… ma discuterne non penso sia poi così deleterio, anche perché fa nascere altre domande, come -tanto per cambiare- quella della “necessità” di scrivere “IN GOD WE TRUST” sul dollaro…

paolo di palmanova

Non è importante come ne parlano, ma è importante che se ne parli. E’ un concetto strausato in tutte le latitudini, ed ha un fondo di verità e di utilità per chi lo sa gestire. Pertanto l’uso di questo argomento, come sta facendo cuminetti, sovvracaricato di significati perlomeno puerili, credo porti danno solo a chi si attarda a prenderlo seriamente. E tanto per usare il loro linguaggio lascimo che i morti sepelliscano i loro morti.

Pietro2

@Paolo,
sono del tuo stesso avviso, lasciamoli arzigogolare sul sesso dei loro santi.
ci faranno sapere, quando avranno stabilito (voglio vedere con chi stabiliranno) il sistema escogitato………… poi vedremo.
sono argomenti fuorvianti, perchè non discutono dello svuotamento delle loro chiese?
perchè non si preoccupano del fenomeno della pedofilia negli ambienti clericali?
forse questi sarebbero argomenti più importanti e, magari troverebbero perssone disposte anche ad aiutarli, per esempio con qualche suggerimento del tipo: “sposatevi”.
lo sanno bene che “una sana scopata” spiana la strada della tranquillità dei sensi.
ma loro non amano le responsabilità, meglio la donna d’altri, i figli d’altri …. meglio, gli altri.

Barbara

Il 98% degli italiani è battezzato….ma in che termini:la quasi totalità quando è ancora neonato ovvero un essere umano incapace di intendere e di volere.Poi nel corso della vita c’è chi sceglie di essere ateo,di cambiare religione,di non “praticare”il cattolicesimo che diventa così una mera formalità(leggi:matrimonio,funerale).
Quindi questa banale affermazione,l’autore dell’articolo poteva risparmiarsela;per il resto è un banale articolo di affetmazioni trite e ritrite……le radici cristiane etc.

emiddio

ma scusate…la parola CRISTO nelle date offenderebbe le altre religioni?!
io credo ke le altre religioni si offendino di ben altre cose fatte dai cristiani…
sicuramente la parola “cristo” non è corretta…in quanto cristo storicamente non esiste…io ricordo un tizio chiamato gesù (ke non è nato nell’anno “0”!)
cmq ciò che ha scritto quesT’uomo non ha senso: “rischiamo di cedere ad altri (che mai farebbero lo stesso con noi) quello che di più prezioso abbiamo: la nostra identità.”
la nostra identità è il presepe e la croce nelle scuole??
O UN’ IDENTITà ANTICOSTITUZIONALE A ANTILIBERALE?

valerio

scrivo solo per precisare che il quotidiano Liberta non è un giornale confessionale ma è una delle testate pubblicate a Piacenza, che offre un’arena di confronto tramite la possibilità di pubblicare le lettere dei lettori

Entomos (Zena)

15/02/1564 (Galileo;bastano la relatività,l’inerzia e l’eliocentrismo?…)
Anche il Darwin day non è male,ma la pubblicazione di di TOoS(bmoNS) è ancora meglio:1 mese e 1 giorno prima del giorno zero E.V.(24 Nov.1859),facile da ricordare e trasporre…
Mi piacerebbe anche Anassagora (nulla si crea,ecc…)che come anno è anche più simile,ma non se ne conosce la data esatta : (
De rerum Natura (53 a.C.),Lucrezio e via dicendo,ma una mazzata come uella dell’Origine delle Specie penso non abbia rivali…

Attendo conferme,smentite,proposte e dinieghi

Ciao

machetazos

La Libertà, un’arena di confronto? Sì, come no. In stile “affronta tredici leoni affamati brandendo un mazzo di chiavi, che magari vinci”. Ma certe finezze solo un piacentino par mio le può apprezzare… il signor Cuminetti, per la cronaca, è ospite fisso (non si sa a quale titolo) sulle pagine de La Libertà con cadenza più o meno bisettimanale, tra un servizio di due pagine sul nuovo vescovo e un comunicato stampa di sForza Nuova… e con lui un’intera congrega di seguaci zelanti, al punto che ormai potrebbero pure cambiare il nome della testata in “Il Grande Complotto Anticristiano (TM) del Giorno”, tanto gira e rigira sempre lì si finisce.

Sulla questione della data, apprezzo la scelta darwiniana. In alternativa propongo il 23 maggio 2323 p.e.V. Così, giusto perchè è una bella data. E poi mi piace l’idea di una datazione con più di due migliaia, fa molto fantascienza.

Arcibaldo

Ritorniamo al Nevoso, Ventoso, Brumaio della Rivoluzione Francese?
Facciamo le settimane di nove giorni? Magari senza Domenica e magari senza riposo settimanale? Schiavi del lavoro e del consumismo? Sarebbe un incubo.

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