Etchegaray: “Ordinare preti sposati? Parliamone”

La questione dell’ordinazione di sacerdoti sposati «può essere discussa». Arriva dal Vaticano un importante segnale su uno dei temi più spinosi e controversi. Il cardinale francese Roger Etchegaray, presidente emerito del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e vicedecano del Sacro Collegio apre ai sacerdoti sposati.
«La questione può essere posta, come avviene nella Chiesa greco-cattolica – afferma il porporato in un’intervista al quotidiano “Le Parisien” -. Ma deve essere chiaro che non è la soluzione al problema della crisi vocazionale». Parole ben ponderate che riaccendono le speranze delle sigle che si battono contro il celibato ecclesiastico. «E’ una grossa apertura, confidiamo che sia il primo passo verso un cambiamento delle leggi della Chiesa – esulta don Giuseppe Serrone, presidente dell’Associazione Sacerdoti Lavoratori Sposati -. La sensibilità del cardinale Etchegaray riporta l’attenzione al massimo livello dopo le posizioni di netta chiusura del Sinodo dei Vescovi».
Già lo scorso dicembre il ministro del Clero Claudio Hummes ipotizzò l’abolizione del celibato ecclesiastico, ma si oppose la maggioranza della Curia […]
In nome del rispetto dei diritti umani e della carità evangelica, abbiamo tre richieste per il Pontefice», protesta l’associazione «Vocatio». Primo. Che sia concessa facilmente ai sacerdoti che vogliono sposarsi la dispensa «senza umiliazioni e tempi biblici di attesa». Secondo. Che i preti sposati possano continuare a svolgere il ministero sacerdotale, «in linea con la Scrittura e per motivi pastorali, cioè per l’attuale carenza di sacerdoti». Terzo. La democratizzazione della gestione della Chiesa con un decentramento operativo e un ruolo maggiore della donna. «Siamo la Chiesa del silenzio – lamentano i sacerdoti italiani che hanno abbandonato il sacro abito per il matrimonio -. Un prete sposato è allontanato dal suo ministero e deve ricominciare da capo la sua vita, cercando casa e lavoro, bandito dalle comunità ecclesiali o a malapena tollerato ai suoi margini». La dispensa che permette al sacerdote di sposarsi legalmente può essere concessa solo dal Papa: è difficilissima da ottenere e con tempi sempre più lunghi. Paolo VI concedeva in fretta e senza difficoltà la dispensa ai sacerdoti che la chiedevano, i suoi successori no.

Fonte: laStampa.it 

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21 commenti

San Gennaro

Ogni tanto qualche pezzo grosso vaticano apre la bocca e spara una gran novità. Poi arriva la “secca” smentita ufficiale (vi ricordate l'”apertura” sulla masturbazione?). Affari loro.

kilowatt

Non fidatevi. Quando avranno abolito il celibato quello del prete tornerà a essere un mestiere ambito. Con questi chiari di luna, sarà bello per i superficiali, i mediocri e i privi di scrupoli (che, tanto, qualche prete ha forse una sincera vocazione?) assicurarsi il pane per tutta la vita. Adesso fanno tira e molla, ma quando saranno con l’acqua alla gola vedrete che di assi nella manica ne hanno più d’uno.
Non sottovalutate questa gente.

restodelmondo

Intanto ci sono riti cattolici in cui i preti sono sposati (in Ucraina, ad esempio); e i preti anglicani sposati che sono diventati cattolici perché non sopprtavano di avere colleghe donne non hanno certo divorziato…

Aggiungete che in Africa (ma anche altrove) un uomo non sposato è considerato un uomo a metà.

Non penso che il celibato durerà a lungo.

Marco.g

Forse è meglio aspettare qualche giorno prima di commentare. Potrebbe arrivare una smentita…

Flavio

Quoto kilowatt: tolto il celibato, o meglio l’impegno a essere casti, fare il prete diventa un lavoretto mica male: alloggio, stipendio e pensione assicurati, il tuo capo si fa sentire solo quando fai un guaio grosso, e al massimo ti trasferisce o ti sospende.

Lamb of God

L’abbattimento del celibato ecclesiastico è una questione puramente economica, se questo divenisse realtà la CCAR dovrebbe reperire molti più soldi per le esigenze di culto ed il sostentamento del clero; insomma finanziariamente sarebbe un vero tracollo.

Scommetto che questi parassiti finirebbero per gravare ancor di più su noi italiani.

lacrime e sangue

La chiesa non ha voluto il celibato per motivi di purezza sacerdotale, ma per questioni economiche. A chi vanno soldi, proprietà e beni mobili del prete oggi alla sua morte? Alla chiesa.
A chi andrebbero se venisse reintrodotto il matrimonio per i preti? Alla moglie e ai figli. Figuriamoci se la chiesa è disposta a rinunciare a queste eredità post mortem.
P.S.: alle donne che vogliono farsi suore è richiesta ancora oggi la DOTE (conoscenza diretta: una giovane molto ricca è stata accolta in monastero solo dopo che il padre – VIVO – le ha dato la sua parte di eredità)

Lamb of God

@lacrime e sangue

Puoi provare quel che dici sulla dote delle novizie?

Mi pare talmente assurdo che stento a crederci …

aleale

Non vedo nell’articolo una grande novità canonica… Il celibato sacerdotale è legge canonica dal Concilio di Elvira del 305 e poi “dogmatizzato” dal Concilio di Trento nel 1500 ca. Già recentemente Paolo VI chiese al clero la decisione di abbrogare tale normativa, ma furono gli stessi sacerdoti a rifiutarsi. Perciò permettere che il sacerdote sia anche marito non è un problema di ordine teologico ma giuridico. Va fatto, però, un chiarimento: nella possibilità di abbrogazione della suddetta normativa vigente, come nella Chiesa Ortodossa, a sposarsi non sarebbero i già preti ma i seminaristi. Infatti, per motivi sacramentari, chi è sposato può essere ordinato sacerdote, ma chi già fosse sacerdote non può sposarsi in quanto i due sacramenti non sono, in quest’ordine, consegutivi…

J.C. Denton

L’abolizione del celibato per i preti è inevitabile. Ma come la diminuzione delle razioni di cioccolato in Oceania (leggete Orwell) si verificherà quando non sarà più possibile fare altrimenti. E per il momento possono campare con i loro preti repressi. Comunque dal punto di vista finanziario non cambierà nulla (per la CCAR): lo Stato avrà cura di sistemare le mogli dei ministri di Dio dietro sollecitazione vaticana, non temete. Sono affari loro, ma se la Chiesa aprirà ai preti sposati sarà più difficile attaccarla: come si può attaccare un’istituzione così aperta e moderna (vedrete che succederà)? Pertanto è meglio che si affondino da soli e speriamo che non aprano mai gli occhi. Il loro interesse va a nostro danno.

aleale

In realtà dire “ordinare preti sposati” è affermare un contro senso… Infatti già essere preti significa dire che si è stati ordinati… ora come è possibile ordinare un prete che già è stato ordinato? In realtà è più corretto affermare della possibilità a chi prete ancora non lo è (seminarista o sposato) di essere ordinato sacerdote… Naturalmente chi è già prete non potrà mai sposarsi in quanto, come nella Chiesa Orientale, o Cattolica di rito bizantino (es. Ucraina, come citato poc’anzi da “restodelmondo”) il sacramento dell’ordine non è consegutivo al matrimonio…

paolo di palmanova

Concordo con kilowatt. E’ scontato che nella bibbia, il libro sacro che dice tutto ed il contrario di tutto, ci sarà un passo, un’interpretazione che sancirà la fine del celibato dei preti. E fin quì nulla di nuovo, il peggio sarà quando anche i preti dovranno guardarsi le spalle dalla gelosia delle proprie mogli, le quali non permetteranno ai rispettivi mariti di trascorrere tante ore nei confessionali a scambiarsi storielline di avventure erotiche con le proprie pecorelle. E forse anche questo “male” finirà per non nuocere.

aleale

In realtà dire “ordinare preti sposati” è un contro senso… Infatti chi è prete già è stato ordinato al sacerdozio, ma è, in questo caso, più corretto dire “concedere a chi prete ancora non lo è la possibilità di essere ordinato sacerdote”… Però è doveroso ancora ricordare che chi si potrebbe sposare è chi ancora non è stato ordinato sacerdote (seminaristi, sposati) in quanto il sacramento dell’Ordine non è consegutivo a quello del Matrimonio. Così come avviene nella Chiesa Orientale o Cattolica di rito bizantino…

Mifepristin

Quando si tratta dell’interesse dei sacerdoti la Chiesa è disposta ad aprirsi alla modernità, solo in tema di aborto e di contraccezione Dio è sempre conservatore!
Comunque non credo che il matrimonio dei sacerdoti potrebbe portare alcun vantaggio alla causa laica, anzi rafforzerebbe la Chiesa, la renderebbe ancora più infiltrata nella società, attraverso le alleanze matrimoniali e i legami di discendenza dei suoi funzionari piazzati in tutti i punti strategici, sarebbe davvero una rovina!

lacrime e sangue

@Lamb of God
Posso provarlo perchè alcuni anni fa ho parlato con il padre della donna che pur essendo un madonnaro (non il disegnatore di strada) si lamentava di questo episodio: mi ha raccontato di come le suore nicchiassero sull’accogliere la figlia e di come parlassero di “dote”, cosa che l’aveva colpito e infastidito. Inoltre, uno o due anni fa lui è morto e la figlia suora si è catapultata a casa del fratello per vedere se riusciva a farsi dare altri soldi, sempre per il convento s’intende.
La dote monacale era richiesta nei secoli passati e almeno nella prima metà del ‘900: ne trovo conferma nella vita della beata polacca Faustina Kowalski (1905-1938) che a Varsavia venne respinta da molti conventi perchè povera e senza dote (che servirebbe a comprare gli abiti religiosi).
Questa beata è famosa perchè ha ricevuto da dio la rivelazione della peccaminosità del ballo e la visione dell’inferno col fuoco eterno che brucia senza consumare le anime dei dannati.

lacrime e sangue

Ho trovato un altro caso abbastanza recente, anni ’50 e la suora in questione è ancora viva: “l’ing. Cesare Cantù, […] donò un appezzamento di terreno attiguo a quello donato dalla signora Milanese alle suore, come dote della figlia Maria Luisa, suora gianellina, […]. [che] Insegna ancora a Rapallo in una scuola dell’istituto e porta il nome di suor Clotilde.”
Dal “Giornale di San Rocco”, 30 Ottobre 2007, on line.
Questo conferma l’uso della dote monacale anche dopo la II guerra mondiale.

lacrime e sangue

Brendola (Vicenza): inizi ‘900, il padre della futura santa Bertilla Boscardin (Annetta prima di monacarsi) deve versare 150 lire per la dote. Una somma enorme per un contadino – e nessun sconto perchè povero…

Arcibaldo

La questione dei preti sposati, regnando Benedetto XVI, non sarà mai posta all’ordine dei giorno. Ne sono sicuro. Poi il cardinale che ha sollevato la questione è un emerito, quindi in pensione, qundi conta come il due di briscola.

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