Interessante l’articolo di ieri pubblicato su “Metropoli”, supplemento domenicale di “Repubblica”. Si segnala che ogni anno circa cento sacerdoti stranieri prendono servizio in Italia: tanto che in alcune diocesi superano ormai il 50% dell’organico. Il paese che fornisce il maggior numero di sacerdoti è l’India (117). In totale, i permessi di soggiorno rilasciati per motivi religiosi nel 2006 sono stati 70.152.
La politica del Vaticano è, a mio avviso, alquanto dissennata, perché il numero di fedeli per sacerdote continua a essere più alto in Europa che nel resto del mondo. Sottrarre risorse a diocesi che rappresentano il futuro del cattolicesimo per spostarle in diocesi in cui la secolarizzazione avanza a tappe forzate puà avere una sola ragone logica: presidiare un territorio che assicura maggiori entrate finanziarie.
E’ ovvio,
se gli interessasse ‘salvare’ le ‘anime’ dei ‘pagani’ i sacerdoti stranieri li terrebbero all’estero perchè è più facile convertire un nero con un sacerdote nero o un asiatico con un sacerdote asiatico piuttosto che con qualche missionario bianco…
…ma alla santa chiesa cattolica ben poco importa delle ‘anime’, sono i primi a non crederci, invece sono i primi a credere nell’otto per mille e nei conti correnti, infatti i sacerdoti li mandano dove si fa abbondante messe di emolumenti…
Kull.
Concordo con Kull oramai la Chiesa cattolica ha perso del tutto il suo spirito originario e pensa solo al mero profitto MATERIALE ovvero il denaro.
anche la ccar non perde l’occasione di importare manodopera a basso costo per svolgere quei lavori degradanti che gli italiani non vogliono più svolgere.
la prostituta albanese ed il prete indiano simboli del degrado a cui porta la miseria e la disperazione.
Chissà come la prenderranno Bossi, Calderoli & Co: prima inveivano contro la chiesa ed ora sono a difendere le “radici cristiane” dell’Italia, ora inveiscono contro gli stranieri e poi sarranno a confessarsi da preti immigrati.
Cmq è da notare il contrasto: in una società che non produce sacerdoti importano sacerdoti. Come dire, li spostiamo dove meno servono.
si soprattutto perche’ le parrocchie sono sempre piu’ vuote, quindi a che servono? Forse a convincere gli anziani frequentatori a ricordare la chiesa nei lasciti testamentari!
Ma per noi noin c’è differenza tra un romano ed un greco cosi come non c’è differenza tra un italiano ed uno zulu.La transustatazione avviene lol stesso indipendentemente dal colore della pelle di chi presiede la celebrazione.
La cosa presenterà alcuni inconvenienti. Non riesco ad immaginare quale tipo di profondo rapporto possa instaurarsi tra una comunità dell’alta bergamasca e un prete indiano o polinesiano. Inoltre, quanti piccoli Milingo potranno insinuarsi nelle strutture ecclesiali occidentali? In ultima istanza sarà la cultura di origine a prendere il sopravvento. Insomma, per parafrasare un noto proverbio, sarebbe meglio… “Preti e buoi dei paesi tuoi!” Però credo che al Vaticano prema di più presidiare il territorio più conveniente e redditizio (cone si dice giustamente nell’articolo)
Enrico,
ti informo che i greci sono ortodossi,
Kull.
E gli Zulu animisti…
E la transustatazione una bufala. Nò meglio un mistero della fede nell’oro.
Il colore della pelle non c’entra solo se sei comunque cattolico. Questa è la grande apertura antirazzista del clero.
@Enrico
La differenza c’è eccome: nel mio quartiere di origine, zeppo di perbenisti cattolici e benestanti quando è arrivato il pretino indiano, in sostituzione del vecchio parroco, molti hanno storto la bocca, si son defilati andando a prender messa in un’altra parrocchia.
E così faranno finchè ne trovano uno bianco.
Vedi come finiscono le parole “fratelli” “uguaglianza” “tutti figli di dio”, ecc.. tanto sulle labbra dei cattolici.
mi permetto di dissentire con Barbara sullo “spirito originario” della chiesa: da subito, dai primi atti degli apostoli e dei primi seguaci la chiesa ha puntato all’affermazione violenta e all’arricchimento.
Non c’è mai stato un periodo in cui pensasse davvero al bene e alla carità. 🙁
@Vassilissa
Sono interessato all’argomento. Hai qualche link o fonte? Grazie!
Ho detto greco per citare i padri della chiesa che con questo paragone esprimevano l’universalità della chiesa.
Gli zulu sono anche cattolici.
Andre1
puoi cominciare a leggere lo scorrevolissimo libro di Odifreddi “perchè non possiamo dirci cristiani (e men che mai cattolici) ” ….