Darwin si evolve, i suoi nemici no

Le fila di coloro che non vedono l’ora di farla finita con Charles Darwin non smettono di ingrossarsi. Appena qualcuno fa notare che forse, su certi aspetti della storia naturale, il vecchio naturalista inglese non aveva capito proprio tutto, molti si lasciano sfuggire un mal riposto sospiro di sollievo. Capita così che ciò che dovrebbe essere ovvio – cioè che le teorie scientifiche si trasformano e si aggiornano, senza ortodossie dogmatiche se non a loro scapito – diventa un terreno di battaglia culturale.
Il dibattito si è riacceso dopo la pubblicazione, sul Corriere della Sera del 4 novembre, di un articolo dello scienziato cognitivo Massimo Piattelli Palmarini dal provocatorio titolo «Darwin: i seguaci più ortodossi smentiti dalla natura», e dall’ancor più eclatante occhiello «Le ultime scoperte “smontano” la teoria dell’evoluzione». Sfide come questa non soltanto sono legittime, ma meritano nel caso specifico il plauso supplementare del coraggio. Affinché il tentativo non sfoci però nella temerarietà suicida, è bene che prima di imbarcarsi nello «smontaggio» di un programma di ricerca tanto efficace nel dar conto dell’intera realtà biologica si abbiano gli strumenti per farlo, e soprattutto una teoria alternativa che abbia un maggior potere esplicativo. […]
E’ giusto trarre da queste conoscenze la conclusione che la selezione naturale è diventata oggi «una fonte marginale delle architetture biologiche» e dunque che la portata rivoluzionaria della teoria di Darwin è ridimensionata? Parrebbe di no. Molti processi evocati da Piattelli e dal collega americano Jerry Fodor in chiave antidarwiniana sono già inclusi da tempo nelle spiegazioni in uso: la selezione – il cui carattere storico non impedisce affatto che sia verificabile in laboratorio e in natura – da sola non basta e non agisce ottimizzando singoli pezzi. Esistono importanti fattori integrativi come le derive genetiche e le migrazioni. Non fa più scandalo dire che, in natura, non tutto è adattamento. Agitare allora lo spauracchio di una presunta «ortodossia neodarwiniana» corrisponde poco alla realtà. Sarebbe meglio focalizzarsi sull’inconsistenza delle tesi degli sparuti difensori di un «ultra-darwinismo» caricaturale (si noti, quasi mai evoluzionisti, più spesso filosofi o storici) applicato a qualsivoglia campo dello scibile, persino all’arte e alla letteratura. […]
Le incursioni del neocreazionismo vanno a vuoto perché la scelta non è fra un disegno superiore e un incedere casuale a tentoni, ma fra un divino progettista scientificamente inammissibile e una molteplicità di fattori – quelli cruciali scoperti da Darwin e altri supplementari che non poteva conoscere – che oggi compongono il programma di ricerca evoluzionistico e spiegano molto bene la storia naturale. Una storia dove non vi era alcuna necessità apparente che comparissimo noi, esseri intelligenti e litigiosi. Questa evidenza spiace, si sa. Ma il fatto che un dibattito interno alla comunità scientifica – per quanto eccessivamente vivace e forse malfermo nei presupposti – venga stravolto ai fini di una polemica ideologica che nulla ha a che vedere con la ricerca empirica mostra un lato scivoloso della regredita temperie culturale in cui siamo immersi. Il darwinismo si evolve, alcuni suoi pii detrattori un po’ meno.

L’articolo di Telmo Pievani è stato pubblicato sul sito della Stampa 

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16 commenti

Flavio

E’ la tecnica retorica dello “straw man”: i creazionisti attaccano una forma di darwinismo che non esiste tra gli scienziati, come spiega Pievani.

lacrime e sangue

Tra gli USA neo-evangelici, il medioriente talebano, wahabita e dei fratelli musulmani, l’europa neo-ecumenico-catto-ortodossa, i vari culti del sottobosco religioso in tutto il mondo non c’è da divertirsi: tutti uniti contro la scienza e contro l’evoluzione.
Peccato che Darwin e le sue ossa non possano fare miracoli come reliquie: ne avremmo bisogno per convincere i fedeli delle religioni. Questi ultimi sono così “de coccio” che la sola razionalità non riesce a penetrare la loro dura cervice.
Comunque la ragione è sempre perdente sulla bestialità umana (K. Lorentz).

Silesio

Boh, non si capisce tutto questo pandemonio su Darwin. Le idee di Darwin appartengono al patrimonio della cultura. Darwin ha attinto e approfondito una cognizione che era già presente agli albori della cultura. Le forme nascono per metamorfosi. La teoria secondo cui tutte le forme viventi dovevano essere considerate variazioni di un solo modello organico, era anche stata parallelamente perfezionata da Goethe sulla base del principio di analogia delle parti alla fine del 700. Il creazionismo non è mai stato considerato seriamente da nessuno, tranne forse da qualche parroco di paese e da qualche scienziato che vorrebbe mettere mano sugli ingenti fondi della chiesa per finanziarsi.

BX

Quando sento di queste critiche al darwinismo mi vengono in mente certe incredibili obiezioni mosse al sistema copernicano sulla base della considerazione che l’universo non è certo strutturato così come se lo raffigurava Copernico… per cui in fondo (quanto ‘in fondo’ non si sa) non ha avuto poi tutti i torti la Chiesa a condannare lui e chi sposava la sua teoria…
Allo stesso modo il fatto che nella teoria originaria darwiniana ci siano delle incongruenze (per altro comprensibili, e superabili, solo da chi parte, appunto da Darwin) dà legittimità scientifica ai sostenitori del creazionismo, o comunque dell’esistenza di un ‘disegno intelligente’… Come se la non esaustività del sistema copernicano legittimasse il ritorno al sistema tolemaico!!!!

J.C. Denton

@Silesio,
Scherzi? Il Creazionismo viene insegnato in alcune scuole degli USA! Come puoi dire che non è mai stato considerato da nessuno?

paolo di palmanova

“Tutto ciò che esiste nell’universo è frutto del caso e della necessità.” Democrito, un’untuizione di molto precedente a DARWIN.

Alberto Majorana

@ Silesio
purtroppo di gente che prende in considerazione, e seriamente, il creazionismo (e, soprattutto, il fissismo) ce ne sono tanti. Alcuni di essi sono in palese malafede (nel senso che sostengono il creazionismo e/o il fissismo sapendo bene di mentire, come Harun Yahya*), ma il testimone di Geova della porta accanto purtroppo è convinto del fissismo. Non so se voi vi siete mai fermati a parlare con un TdG dell’evoluzione. Io l’ho fatto molte volte, sia perchè sono un ottimo diversivo mentre aspetto l’autobus che non passa, sia perchè studiando paleontologia all’uni sono particolarmente incuriosito dalle loro “prove” di fissità. Vi assicuro che ne sono convinti, non sanno di quello di cui stanno parlando, ma sono profondamente convinti che le specie sono state create da dio come sono oggi.
E poi accanto ai creazionisti-fissisti vi sono i creazionisti-finto-evoluzionisti seguaci dell’Idiot Design (che in realtà ammette la possibilità che le forme viventi possano evolversi e modificarsi, anche a livello di macroevoluzione) per cui la nascita della vita e l’evoluzione non sono guidate da Caso e Selezione Naturale, ma da una fantomatica causa intelligente…
Purtroppo, pure se ignoranti, sono tanti i creazionisti… ed è una “realtà” con cui, purtroppo, noi evoluzionisti neo-darwiniani dobbiamo fare i conti!

* Andate sul suo sito cercandolo con Google, ha la traduzione anche in italiano e permette di scaricare gratis i suoi libri. Andateci, leggetelo e capirete come mai è il mio fissista preferito: è palesemente uno che mente sapendo di mentire!

Flavio

I fondamentalisti ce l’hanno con Darwin più di tutti perché l’evoluzione ha definitivamente stabilito l’inutilità di una divinità creatrice. Già Copernico ovviamente aveva ridotto l’importanza della Terra nel cosmo, ma Darwin ha ‘ridotto’ l’Uomo allo stato di animale evolutosi a partire da organismi semplici… altro che immagine e somiglianza di dio! Dopo Darwin ogni essere umano sa come funziona davvero la natura, basta favole!
La formulazione della teoria evolutiva è stata un punto di svolta fondamentale per l’umanità.

cullasakka

Telmo Pievani è sempre molto lucido nelle sue argomentazioni. Complimenti

nicola

Quoto Alberto Majorana e lo invidio per la sua capacità di parlare con certa gente. A me non riesce.

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