Scuole cattoliche in crisi

Fa piacere leggere (sul Messaggero) che le scuole cattoliche siano in crisi. Non perché i guai degli altri ci rallegrino, ma perché segnala la crisi di un modello educativo ormai superato. Una volta si mandavano i figli alle scuole “dei preti” perché ricevessero una giusta disciplina, improntata alle buone maniere. Oggi, la maggioranza di quelle scuole è un diplomificio per recuperare gli anni persi, una sorta di CEPU “low-profile” dove ci si può indifferentemente imbattere, dietro alla cattedra, in un anziano sacerdote bacchettone o in una garrula neodiplomata, con il piercing all’ombelico bene in vista.

Come rimediare alla crisi? Chiedendo più soldi allo Stato (“dovete aiutare un settore in crisi”). Se invece che in crisi fossero in pieno boom, avrebbero comunque chiesto soldi allo Stato (“perché il nostro modello educativo funziona”). Anni fa, Comunione e Liberazione lanciò lo slogan “meno stato, più società”: probabilmente si riferiva a quelle a responsabilità limitata, i cui bilanci in perenne passivo andrebbero per l’appunto ripianati da quello Stato che tanto criticano.

Archiviato in: Generale

16 commenti

Alberto Quercetti

Bravo Raffaele, anch’io mi rallegro di una notizia del genere: con un passato da studente di scuola confessionale gesuitica torinese mi sono ben guardato dal ripetere pedissequamente gli errori dei miei genitori. Le mie tre figlie frequentano esclusivamente strutture pubbliche e non frequentano l’ora di religione, il tutto con profitto e diletto.

steve

Si stanno estinguendo. Il clericalismo è il sussulto della bestia ferita e moribonda.

Si estingueranno.

pietro

Mal comune mezzo gaudio ? Infatti si sa che le scuole pubbliche sono di una floridezza invidiabile ! Se ci si accontenta, sulla propria barca che affonda, di vedere che anche l’altra non naviga bene !

Antonio

@ Raffaele

Io, a differenza tua, mi rallegro che le scuole cattoliche siano in crisi.
Su decisione di un mio zio prete, ho frequentato 1 anno di scuola media in un istituto per seminaristi ( Istituto Cristo Re a Messina ) .
Un anno di umiliazioni e sofferenze.
Quanti brutti ricordi che affiorano nel mio cervello !

Lucy Van Pelt

Leggendo l’intero articolo ci si rallegra meno: l’attuale governo ha ripristinato un terzo dei fondi destinati alle paritarie, tagliati dal precedente esecutivo!*
E ora chiedono ancora fondi allo stato per istituire i corsi di recupero per i rimandati a settembre (prevedibilmente il 3-4% degli iscritti, principale motivo della loro sopravvivenza): che faccia!
Il dato dell’aumento di iscritti alle elementari e diminuzione di quelli alle superiori può esser letto positivamente: quando hanno possibilità di scelta i ragazzi si allontanano da preti e suore…

*Continuiamo comunque a gioire per la sua prolungata esistenza in vita…

lacrime e sangue

Oltre a indottrinare i ragazzi, le scuole cattoliche umiliano profondamente con salari mortificanti i docenti, precari che non riescono a entrare nelle maglie statali per il blocco delle assunzioni.
Quanto ai contenuti, se pensiamo alle scuole inglesi che insegnano il creazionismo con l’appoggio economico del governo di sinistra inglese, ci stupiamo forse che i governi italiani, destra e sinistra, non elargiscano soldini anche se vi si insegna che le madonne di gesso piangono sangue?
Ma dai, più pecora è il popolo, più si governa facilmente!

steve

La diminuizione degli alunni nelle superiori è positiva anche perché interrompe la catena di trasmissione del reclutamento dei seminaristi e dei preti.

Il pedoseminarismo, un tempo assai diffuso, ancor oggi in Italia vede 2.743 bambini e ragazzini (ultimi dati anno scolastico 2004/5) dalle elementari alle superiori, “candidati al sacerdozio” da genitori snaturati e reclutati da preti preoccupati della prossima estinzione.

antoniotre82

Finalmente emergono i primi dati del cambiamento di rotta che la società sta attuando da qualche anno a questa parte.

Affidare l’educazione dei propri figli a persone immischiate nelle religioni è dannosissimo, perchè danno fin dai primi anni una visione distorta della realtà, non fosse altro che per il modo di vestire.
Mandare un bambino all’asilo gestito da suore ad esempio, secondo me genera nel bambino delle domande sul perchè quelle donne siano vestite in modo così strampalato, e contribuiscono a non farlo crescere in un mondo normale. Il bambino rimane perplesso, e si chiede perchè mai lì le persone vanno vestite in un modo così eccentrico, e al di fuori di quell’edificio invece vedono che le donne vestono in altro modo.
E poi educarli religiosamente da una visione della vita inquietante, attorniata da misteri, da incapacità di riuscire, dal rimettere le proprie speranze in qualcosa che non si può toccare piuttosto che in se stessi.
La sola immagine del cristo in croce è per un bambino inquietante, spiattellare così a dei bambini una forma do tortura come la crocefissione è davvero da stolti, con le mani sanguinanti, il capo chinato con la corona di spine in testa, dà un’immagine di sofferenza dannosissima per la psicologia del bambino.

Le suole cattoliche sono destinate a scomparire inevitabilmente, con grande beneficio per le generazioni future.

BX

Ho già commentato notizie (e rispettivi commenti) analoghi, manifestando un certo stupore per questa sorta di ‘bollettini della vittoria’. Insegnante in pensione presso la scuola pubblica, sono ben consapevole del fatto che, pur con le sue numerose carenze, la scuola pubblica è sempre da preferire a qualsiasi scuola confessionale, ma non vedo nella crisi di queste ultime un vero segnale di rifiuto della religione, quanto meno della MENTALITA’ RELIGIOSA. La quale (ripeto quanto sostenevo a proposito della crisi delle vocazioni) non si manifesta necessariamente sempre nel rifiuto di pratiche liturgiche o di abbandoni delle scuole confessionali, mentre, da ateo, non presagisco niente di buono circa l’avvenire di questi giovani che corrono disperatamente (come anche noi a suo tempo, sia ben chiaro) alle ricerca di sempre nuovi miti, di sempre nuovi personaggi da mitizzare (cantanti, attori, assi dello sport.. magari lo stesso papa in quanto ‘divo’) chiara espressioni di un bisogno di dio (di qualcosa comunque che ne faccia le veci) mai veramente messo in discussione.
Insomma, spero di sbagliarmi, ma non vedo nessun vero sostanziale progresso. Anzi.

Antonio

Visto che le scuole in questione sono cattoliche, chiedano i soldi al Vaticano non certamente allo Stato italiano.
Stato laico.

Il Filosofo Bottiglione

una volta un prete mi disse: “lo Stato è costretto a fare la scuola pubblica poichè le famiglie non sono ancora in grado di farsi la scuola da sole”.
complimenti, allora gliela fa la chiesa con i soldi dello Stato.
quanta ipocrisia.

lik

Per una volta noi Italiani siamo avanti sugli altri. In Francia le scuole cattoliche sono in pieno boom, le iscrizioni aumentano regolarmente ogni anno. Tra l’altro contrariamente all’Italia sono le scuole pubbliche a rifiutare i portatori di handicap che fanno in quelle cattoliche.

libero

Spero che la discesa continui, ma ho i miei dubbi. Il rischio reale è che lo Stato abbandoni ulteriormente la scuola pubblica, preferendo la meno costosa scuola confessionale, privata. Il problema vero è che a parte i diplomifici, la scuola privata laica in Italia non è ancora praticamente nata. Questo è il problema.

Commenti chiusi.