La denuncia arriva dai blog: uno dei 498 martiri della guerra civile spagnola, beatificati poco più di due settimane fa in piazza San Pietro, era stato un torturatore. Si tratta del sacerdote agostiniano di origine basca Gabino Olaso Zabala che nel 1896, missionario nelle Filippine, aveva partecipato all’interrogatorio di un confratello, prete filippino simpatizzante della rivolta contro il dominio spagnolo. È proprio il racconto della vittima, padre Mariano Dacanay, a rivelarlo. Dacanay riferisce che Olaso non solo aveva incitato i soldati a torturarlo, ma gli aveva anche sferrato un calcio alla testa, facendogli perdere coscienza. La testimonianza è ritenuta attendibile dalla Chiesa, ma non ha inficiato la beatificazione: anche un peccatore può diventare santo.
Dal Corriere della Sera del 16 novembre
Brrrrr……
Solo uno?
com’è che non mi stupisce?
“La testimonianza è ritenuta attendibile dalla Chiesa, ma non ha inficiato la beatificazione: anche un peccatore può diventare santo.”
Sì, se serve al papa a dar contro a Zapatero e giustificare la dittatura di Franco
Concordo con lacrime e sangue.
Ma se queste beatificazioni sono una lampante prova dell’inesistenza di dio!
Sono atti politici intesi ad influenzare il quadro politico, da parte di vecchi arnesi che non
vogliono mollare un’ unghia di un potere acquisito attraverso secoli di menzogne e sopraffazione.
D’altra parte mentre le pallottole comuniste santificano, quelle fasciste no: vedi il cardinal
Romero.
Forse lo hanno beatificato proprio perchè era un delinquente, come del resto pio IX , e tanti altri.
trovatemi un santo che non sia stato, nella migliore delle ipotesi e secondo i canoni clericali, un peccatore! torturatori, criminali a vario titolo, non importa quali misfatti avessero commesso: per essere beatificati o santificati bastava (e basta!) agire in modo da rendere il clero cattolico più forte, intoccabile, privilegiato. Ma pensandoci su mi vien da pensare che tutti questi santi altro non siano che una riedizione del politeismo di tipo zoroastriano: si accetta un dio-capo ma non si rifiutano le divinità minori. E’ tutta una storia ridicola che offende l’umana razionalità . purtroppo sono gli esseri umani ad aver bisogno di tutto questo assurdo circo. i domatori sono tristemente noti.
Ma qual’è la differenza, alla fine, tra un beato del genere ed un kamikaze islamico ?
Elogiati per aver fatto in vita cose estreme ? 😯
Secondo me Ratzi sta preparando la strada per beatificare i martire tedeschi della seconda guerra mondiale … e non saranno quelli che hanno vinto la guerra… gli ultimi saranno i primi…
Non riuscite a parlare con distacco storico nemmeno di Roberto Bellarmino, immaginiamoci di persone morte 70 anni fa. Proviamo a fare un discorso tecnico, facendo finta che possiate discutere di Santi senza perdere il lume della ragione: 1) Il martirio, ovvero il morire testimoniando la propria fede, santifica una intera vita sbagliata. Ricordatevi di Disma, il “ladrone” di destra. E di Cassio-Longino, il centurione che trafisse il costato di Cristo2) Mons. Romero è in causa di beatificazione. E’ stato assassinato molti anni dopo i martiri spagnuoli, quindi, finora, non potete accusare la Chiesa di privilegiare coloro che caddero per mano comunista facendo riferimento a lui.3) Edith Stein, uccisa dai nazisti in campo di concentramento, è santa e co-patrona d’ Europa già da alcuni anni. Così pure Massimiliano Kolbe e alcuni laici, tra cui un austriaco beatificato a Ottobre, che nascondeva ebrei. Scusatemi se non me ne ricordo il nome, ma se volete, lo ritrovo rapidamente.
@Aldo Grano (che ha come sito web “nessuno”, decisamente azzeccato)
Anche se non mi sai dire il nome del santo austriaco, riesco ad andare a dormire tranquillamente.
@Aldo Grano
“Il martirio, ovvero il morire testimoniando la propria fede, santifica una intera vita sbagliata”
e allora?
trovo sgradevole sia la logica del martirio che il culto dei santi.
La chiesa è libera di far santo e beato chi vuole… secondo le SUE regole.
Ma quei personaggi per ME non sono un modello di niente.
E a chiunque, fra i credenti, volesse far riferimento alla figura di un santo violento come modello, ricordo che le leggi della chiesa non sono quelle dello stato italiano.
Il ladrone santificato non cambia la legge: rubare è sempre reato. E non una cosa moralmente giusta. Se pentirsi in punto di morte gli apre il regno dei cieli, a me importa poco: per me quel regno nemmeno esiste!
Quel che conta è che in vita fu ladro, come Pinochet fu dittatore e torturatore. Dopo morti, sono solo cadaveri.
Che la loro memoria si conservi, però, e si conservino con essa sia le cose buone che quelle cattive.
@Kundalini
Concordo pienamente.
@Kundalini
Totalmente d’accordo.
Il martirio deve essere la versione moderna della vendita delle indulgenze… Si sa che, con l’inflazione, aumenta tutto: anche il prezzo da pagare per la cancellazione dei peccati… 🙄
@Aldo Grano
“Proviamo a fare un discorso tecnico, facendo finta che possiate discutere di Santi senza perdere il lume della ragione: 1) Il martirio, ovvero il morire testimoniando la propria fede, santifica una intera vita sbagliata”
Infatti io aspetto trepidante la beatificazione di Franco e Pinochet.
Non so se ti rendi conto delle fesserie che scrivi ma la “fede” tecnicamente non significa nulla e se anche si muore per essa questa specifica “morte” non ha alcun significato che possa rivalutare un genocidio, un omicidio od altri atti commessi contro il prossimo. Solo per voi cattolici vale quest’assurda legge, ma è una vostra scelta, perciò pagatene lo scotto.
In Spagna c’era un governo socialista democraticamente eletto dal popolo ma inviso alla CCAR, infatti è stato soverchiato da Franco con l’appoggio del vaticano e dell’Opus Dei, perciò se pretendi rispetto per un dittatore e la sua cricca sei completamente in errore. Con buona pace del tuo dio e dei tuoi santi.
tanto per capire il valore della parola santo, basta pensare che il Natzinger lo chiamano santità.
I Santi sono uno strumento puramente politico.
Se alla Santa Inquisizione conviene, per aumentare i propri consensi in un determinato luogo, santificare qualcuno, lo fanno, indipendentemente dai suoi trascorsi.
Santificherebbero anche Dracula, se ne avessero tornaconto…
L’errore di fondo è credere che santo significhi buono d’animo. La quasi totalità dei santi del calendario erano degli emeriti effedipì. La santità, per la CCAR, non è altro che una vita dedicata a difendere gli interessi della religione e della sua chiesa
@kundalini
assolutamente d’accordo con te.
Brrrr… naturalmente.
Ma è talmente scontato il brivido provocato da simile notizia, che – a proposito di beati e santi – mi va di fare una piccola provocazione. Siamo sicuri, noi atei, agnostici ecc. (personalmente mi riconosco soprattutto in ATEO… e se mai aggiungerei un’altra A per anarchico) di non avere i nostri ‘santi’? Di fare riferimento. cioè, a dei modelli, a delle figure carismatiche, che funzionano inconsciamente come dei ‘protettori’ delle nostre scelte e cinvinzioni? Insomma, un sorta di veri e propri ‘surrogati’ dei santi, per non dire di dio stesso?
Per Aldo Grano:
Disma e Cassio Longino sono diventati santi (e fatto gli opportuni miracoli richiesti) o sono “solo” andati in paradiso?
BX: non condivido la tua analisi.
Chiamiamo i “santi” atei/agnostici viventi con i loro nomi: Hitchens, Odifreddi, Dawkins, Dennett, ecc. Adesso, non tutti hanno le capacità espressive dei suddetti, per cui io (in senso lato) ateo ma assolutamente incapace di esprimere a parole i concetti che sento e assolutamente incapace di trasformare il mio senso di rifiuto dei dogmi religiosi in letteratura, mi affido a questi personaggi che in tale arte sono maestri. Non c’è nessuna “santificazione” in ciò, infatti se uno dei suddetti signori un giorno fosse folgorato sulla via di Damasco, non lo seguirei, ma lo cancellerei semplicemente dal mio universo. Lo stesso accade con i nostri giornalisti preferiti: noi gli demandiamo il compito di mettere nero su bianco i pensieri che non riusciamo a mettere a fuoco per conto nostro e se un giorno noi o essi cambiamo idea, arrivederci e grazie.
Ovviamente questo non può accadere con i “santi” atei/agnostici defunti: Garibaldi, Leopardi, gli Illuministi, i primi presidenti degli Stati Uniti d’America, poichè il loro pensiero è cristallizzato nella Storia, a prova di qualsiasi ripensamento.
La santita’ non e’ altro che una vita dedicata a difendere gli interessi della religione catolica, subito Beato Videla, Santo Pinochet..
Per Nerone.
La mia non era certo una analisi, ma, appunto, una provocazione (piccola), e condivido gran parte di ciò che affermi. Siccome però sono un pò ossessionato – da ateo-anarchico quale mi sforzo di essere – dall’esigenza di privilegiare sempre l’autonomia di giudizio di fronte a qualsiasi situazione, volevo solo mettere in guardia dal delegare troppo a qualche nume tutelare, la legittimazione delle proprie scelte. I ‘santi’ a volte sono cacciati dalla porta e poi, mentre teniamo d’occhio la porta, quelli rientrano dalla finestra.
Certo, specialmente per minoranze spesso sotto tiro come atei, agnostici, ecc., trovare appoggio in chi ha la capacità dialettica per sostenere le posizioni in cui ci riconosciamo, non solo è gratificante, ma necessario e doveroso. L’importante è non trasformarli, più o meno inconsciamente, in oggetto di culto. Abbiamo tutti bisogno di miti, ma dobbiamo difenderci dai miti che hanno bisogno di noi per dominarci.
e vi stupite? pure pio ix è stato santificato, pur di riempire il loro paradiso santificano cani e porci
W GARIBALDI, W IL XX GIUGNO.
Ricordo anche che il “martirio” cioè morire testimoniando, anche in modo drammatico, la propria fede è quel concetto che ha portato all’abbattimento di due famosi grattacieli in un famoso 11 settembre… anche quello è diventato un simbolo, ma pochi si soffermano sull’osservazione che i terroristi criminali che hanno fatto quella azione, simbolo del male puro per centinaia di milioni di cristiani, sono martiri santi e beati per ancor più numerosi musulmani.
La differenza, non piccola, secondo me, tra i santi del cristianesimo e quello che potrebbe essere identificato in un “culto della personalità”, riguardo pensatori, opinionisti, comunque uomini di cultura del pensiero ateo, risiede nel prodotto del loro pensiero, nelle loro opere e nei fruitori delle loro opere/pensiero.
I santi non si sono mai distinti per logica o per profondità di argomentazioni: al contrario hanno privilegiato i “semplici” tra i loro discepoli (e come poteva essere diversamente?).
Tra gli uomini di cultura attuali alfieri del pensiero razionalista/ateo non vi può assolutamente essere un atteggiamento lontanamente paragonabile a quello dei santi : essi devono costantemente tenere affilate le armi della ragione e dell’intelletto perchè è solo su quel campo che si disputa la disamina delle loro tesi, a prescindere dalla notorietà raggiunta.
Inoltre, cosa non secondaria, i fruitori dei loro prodotti dell’intelletto sono a loro volta degli intellettuali, sempre pronti ad accogliere col massimo spirito critico ogni affermazione. Non sarebbe lontanamente perdonata alcuna contraddizione logica o caduta di tensione argomentativa……pena l’essere ricacciati nelle seconde fila della notorietà.
Siamo alle solite……………
Chi è che gli viene più voglia, adesso, di andare in paradiso… Anche i credenti devono toccarsi i santissimi, sperando di non incontrare in paradiso certi tipi di santi.
quello che piu’ mi dà fastidio nelle affermazioni della chiesa cattolica apostolica italiana è che manchi sempre il contraddittorio: loro affermano, loro cambiano i concetti, loro riaffermano e pretendendo di essere gli unici depositari della vera unica verità divina… sono solo monologhi in quanto i credenti sono delle pecore prive di cervello… io non voglio neanche commentare la notizia in quanto alcuni anni fà l’idea della santità era molto diversa da quella professata oggi e molto diversa da quella che sarà tra qualche anno: sono solo monologhi imbastiti per i poveri di spirito e di cervello
Ieri sera, dopo l’intervento di Leo 55 avevo proposto un commento che, non so se per censura o per un disguido tecnico (non sono più riuscito a collegarmi con UAAR) non è comparso. Era a caldo, e quindi non so ora quanto efficace. Comunque più o meno dicevo questo.
Qui (in questo blog) ormai non si tratta più di santi e di beati, ma in ballo c’è ben altro. A mio parere c’è una FEDE nella argomentazione logica che, come ogni fede, sa di adesione acritica. “Il razionalismo – è stato detto secondo me con battuta efficace – sta alla ragione come la polmonite sta ai polmoni”: il che non significa che esista altra possibilità di conoscenza che non sia quella ricavata dall’esercizio della ragione, ma che non si deve ‘divinizzare’ la ragione, cioè non riconoscerne i limiti, perché il misconoscimento dei suoi limiti trasforma il razionale nell’irrazionale. Apre le porte a quella trascendanza dove sguazzano santi e beati.
Anche a Leo 55 – se il suo intervento si riferiva in qualche modo al mio commento – devo dire che si trattava solo di una provocazione. Certi aspetti della questione (fede nella ragione può avere qualche analogia con la fede nei santi?) vanno trattati in altra sede.