Il teatro che unisce arabi, cristiani e ebrei

Venticinque ragazzi tra i 14 e i 25 anni, ebrei e arabi sullo stesso palco. Sul volto di ognuno la stessa maschera bianca che non permette distinzioni. Tutti uniti in una sorta di «laboratorio di teatro multiculturale», i ragazzi (la “Compagnia dell’Arcobaleno”) danno vita a uno spettacolo di teatro-danza, Beresheet – In Principio. In scena va la tragedia dei momenti vissuti dai giovani che ogni giorno provano la sofferenza dell’interminabile guerra israelo-palestinese.
Il messaggio di speranza e di pace di Beresheet, che contiene in sé il valore della diversità come ricchezza, sarà lanciato anche nel corso della cerimonia finale del Premio Grinzane Cavour Junior (il 23 novembre all’Auditorium di Roma), giunto quest’anno alla sua quarta edizione. Si tratta di una delle più importanti manifestazioni nazionali dedicate alla letteratura per i più piccoli, promossa dalla stessa organizzazione del tradizionale Premio Grinzane Cavour e dedicata quest’anno proprio alle opere di narrativa per l’infanzia di autori italiani e stranieri tradotti in italiano che hanno come tema l’intercultura. […]

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7 commenti

Flavio

Veramente credono nello stesso amico immaginario, non ci vuol tanto 😉
Questa multuculturalità ha solo tre blande sfumature.

Asatan

Beh Flavio per quelle blande sfumature si piazono bombe sugli scuolabus e nei mercati.
Mi sembra un’iniziativa positiva.

Gianni B.

Ah, ma che notizia importante… da stasera i capi di Hamas deporranno le armi e verranno tutti in Italia ad ascoltare la Compagnia dell’Arcobaleno, e piangeranno commossi in platea abbracciati ai loro fratelli ebrei.
Da schiantarsi dal ridere, direbbe Benigni.
Queste iniziative sono talmente ridicole e inutili che viene il dubbio che si facciano solo per chiedere contributi pubblici.

Kull

gianni,

no, dai esprimiti, quale sarebbe la tua ricetta per la pace in Medio Oriente?

Muoio dalla voglia di saperla,

Kull.

Gianni B.

@kull
non ne ho la più pallida idea… non sono mica un fanatico religioso, nè ebreo, nè musulmano, pronto a sbudellarmi per qualche antico blocco di pietra!
Che ne so dei processi mentali di questi qui… io sono ateo!
Per me, hanno torto tutti!
Forse, segare Gerusalemme a blocchi, tipo i templi di Abu Simbel quando hanno fatto la diga di Assuan, dividerla in due o tre parti, e rimontare le parti a 3000 chilometri l’una dall’altra?
Di qua ci mettiamo gli ebrei, così possono ritmicamente sbattere la testa contro il loro muretto tutte le volte che vogliono, di là i palestinesi a genuflettersi beati 5 volte al giorno nelle loro moschee… così eviterebbero di sbudellarsi e vivrebbero tutti felici e contenti! E anche il resto del mondo!
Ti piace la mia idea? Mandala pure all’ONU!

Flavio

Le tre religioni monoteiste possono convivere pacificamente se lo stato è laico e i cittadini non vogliono imporre agli altri cittadini la propria fede.

Arcibaldo

La cosa mi puzza troppo di politicamente corretto. In Italia si recita insieme in Palestina ed Israele ci si sbudella continuamente.

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