Le donne svedesi lottano per fare il bagno nelle piscine pubbliche a seno nudo. Per rivendicare questo, che loro definiscono un diritto, hanno fatto causa alle piscine coperte che glielo impediscono e si sono presentate in topless in diverse strutture del paese.
«Vogliamo andare in piscina, prendere il sole e fare il bagno in monokini. Anche gli uomini hanno seni e capezzoli, ma nessuno li obbliga a coprirli», ha spiegato in un’intervista al quotidiano svedese “Kvällsposten”, Ragnhild Larlsson. La ventiduenne è portavoce del gruppo “Bara Bröst”, letteralmente “seni nudi”, creato da una cinquantina di femministe svedesi qualche mese fa, dopo il caso di due donne allontanate a settembre da una piscina pubblica di Uppsala nei pressi di Stoccolma che si sono rifiutate di coprirsi i seni. La curiosa, quanto seria vicenda ha acceso un vivace dibattito in tutto il Paese.
«E’ una questione di uguaglianza. Vogliamo che il seno sia considerata una parte del corpo come le altre», ha aggiunto la Larlsson. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e montare il caso è partita nei giorni scorsi dal sud della Svezia una protesta alquanto originale: diverse decine di donne compiono infatti a turno delle vere e proprie incursioni in topless nelle piscine pubbliche, dalle quali vengono sistematicamente scoperte e cacciate. Nel frattempo l’associazione ha ingaggiato una schiera di avvocati per intentare una causa legale contro i gestori che impongono questi “divieti”. Per le femministe «viene leso il principio fondamentale dell’uguaglianza tra uomo e donna». In un dibattito televisivo l’associazione svedese dei bagnini ha dichiarato di non voler sostenere l’iniziativa di “Bara Bröst”. «Nei mei trent’anni di lavoro questo non è mai stato un problema», ha detto Bengt Nielsen, della piscina pubblica Kockums di Malmö. «Se il difensore civico ritiene tuttavia che le donne possano fare il bagno anche in topless, semplicemente ci atterremo alle regole».
Le femministe svedesi: sì al topless in piscina
18 commenti
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Se la Svezia avesse apportato un cambiamento al welfare di sicuro non ne avremmo sentito parlare… ma quando si tratta di seni nudi il Corriere è sempre in prima fila!
Oddio, dalle mie parti in Italia di topless in piscina ce n’è parecchi, e nessuno ha nulla da ridire.
Non ho nulla contro le ragazze in topless!
una volta tanto le femministe dicono cose ragionevoli
Comunque dopo la censura turca a Heidi ben vengano le femministe svedesi.
Una boccata di ossigeno.
# Lady Godiva scrive:
22 Novembre 2007 alle 20:13
Comunque dopo la censura turca a Heidi ben vengano le femministe svedesi.
Una boccata di ossigeno.
vero! vengo ora da quella news ke mi ha fatto cadere le braccia; adesso sono un tantino più intollerante sulle “aperture” verso quei popoli.
va bene ke sono plagiati da piccoli più di quanto lo siamo noi; però delle menti aperte e degli
spiriti razionali dovrebbero pur esserci anke lì (certo non è facile).
darik
incredibile pensavo che alla fine del 2007 il problema non esistesse e che il topless fosse accettato in piscina come al mare. Certo che la notizia di Eidi e quella del toples sta al welfaer svedese confrontato al welfare italiano
Favorevole al topless… ovviamente 😎
Vabè ma non mi sembra un problema di importanza capitale…
forse l’unico motivo per cui andavo al mare 🙂
mmm….a gennaio vado a Stoccolma…vedrò di fare una capatina in piscina 😀
A gennaio??? Auguri 😀
Sono tornata martedi, già ora fa freddo e il sole tramonta alle 15.30. Alle 17 è notte fonda.
Sarà tutto ghiacciato però, mi piacerebbe vederla anche in quel mese.
per Arcibaldo :
Hai ragione non è un problema di importanza capitale, ma è la dimostrazione quotidiana e pubblica di come la cultura moderna discrimini ancora la donna, il top dei costumi femminili è come un piccolo burka. Libertà di scegliere sempre.
mi manca una nuotata in una piscina svedese..
@ Ivo Mezzena
Certo solo che dal punto di vista sanitario indossare un top alla spiaggia è raccomandato contro i tumori, mentre non indossare un burqa è di nuovo raccomandato per la salute. Le donne che lo indossano hanno carenze di vitamina D.
Il pudore è l’ennesimo vincolo imposto e autoimposto .
Mio padre sta educando mia sorella in modo a-pudico, e ne sono contento, per quanto io non credo riuscirò mai a non provare disagio col dondolino al vento.
Sailor-Sun
Quello non è pudore, ma una cosa molto più subdola: il pensiero di averlo piccolo e venir giudicati per quello.
Attuando un testa-coda dico viva Malta!