Lo scrittore Gianni Celati, oggi su Avvenire: «Prevale una stupidità che ignora che la vita è mistero. E un cinismo di fondo congiunto a un facile ateismo che mostra indifferenza verso temi come l’aldilà. Bisogna avere il coraggio di guardare le cose in maniera diversa, come fanno i grandi fotografi».
… ma come non fa lui. Era decisamente meglio che certi pensieri rimanessero celati.
Bel ragionamento!
Dunque, la vita è mistero, l’ateo non crede che questo mistero possa essere svalato da qualcuno (se no che mistero sarebbe?)… quindi l’ateo è cinico e stupido.
Non ho capito poi cosa farebbero i ‘grandi fotografi. E’ una metafora per dire ‘i fondatori di religioni’?
*…indifferenza verso temi come l’aldilà…* ??
Se ci venisse dato del materiale (non letterario) su cui discutere potremmo anche superare l’indifferenza.
Ma non credo parlasse della “voragine nello spazio” di poche ultimissime fa.
O era forse quello l’aldilà a cui si riferiva?
Di quello, come si può vedere, parliamo senza indifferenza.
Le favole alla Harry Potter, bibbia o Signore degli anelli ce le godiamo al cinema.
Celati si è rifatto una grossa canna anche ieri sera!
Macchè canna….
Il problema è che questi sono così sempre, senza bisogno di allucinogeni…
Io comincerei con una seria riflessione sulla qualita’ del giornalismo italiano, a parte le farneticazioni che si leggono su avvenire. Non vi sembra che stiamo peggiorando in maniera esponenziale?
magari certa gente ogni tanto se la facesse davvero una canna…
Ignorare il tema dell’aldilà equivale ad ignorare se il mostro spaghetti volante è fatto di pasta di grano, riso o soia.
Dscorsi senza capo né coda.
Dire che la vita è un mistero significa che fino a prova contraria oltre la vita non vi è nulla.
Se l’aldilà è un mistero farne tema di discorsi è assurdo perché non si può ragionare sull’inconoscibile.
Guardare le cose in modo diverso: Diverso da cosa, diversoin che modo? Quali cose bisogna guardare?
Discorsi senza capo né coda.
I grandi fotografi non sono mai riusciti a fotografare l’aldilà.
Nessuno di noi può vederlo o percepirlo. L’unica cosa che si può fare è cercar di immaginarselo. Si taccia di stupidità chi si rifiuta di immaginarselo non tanto perchè egli manchi di fantasia, ma perchè gli manca la volontà di sottomissione necessaria a immaginarselo preciso uguale a quello che immagina il papa.
Esistono anche grandi fotografi bravissimi nel fotoritocco………..daltronte è quello che da secoli fa la chiesa cattolica: ritocca in continuazione la propria religione, con nuovi dogmi di fede, santificazioni, scomuniche, assunzioni celesti e quantaltro.
he,he,he,
qualcuno in un libro aveva scritto”non siamo atei a noi non manca niente sono gli altri che hanno qualcosa di troppo una fede senza nessun fondamento.non siamo agnostici.a noi la conoscenza non manca.ci sono cose che conosciamo e cose che ignoriamo e cerchiamo di non confondere le une con le altre” ahimè la morte decisamente è un esperienza di cui non si può farne tesoro.
Lo scrittore Gianni Celati, oggi su Avvenire: «Prevale una stupidità che ignora che la vita è mistero.
e dov’è il mistero?! quando la c.c. si arroga il diritto di farci sapere per filo e per segno ciò ke avviene dopo la morte.
quindi:
prevale una stupidità ke pretende di farci sapere i misteri del prima, durante e dopo, la vita.
darik
Perchè celarli i pensieri di Celati. Basta con questa censura pagana!