Nello stretto di Messina i resti di un tempio sul luogo dove pregò San Paolo

Giacciono nelle acque dello Stretto tra Reggio Calabria e Messina le pietre che ascoltarono la prima predica di San Paolo in Italia. Massi che componevano il santuario di Artemide Fascelide, il cui ritrovamento è stato di recente denunciato alla sovrintendenza ai Beni storici ed archeologici, da un gruppo di sub coadiuvati da appassionati e studiosi della Magna Grecia. Un luogo di culto, posto sul promontorio Artemisio, l’attuale spiaggia di Calamizzi, che rimase celebre fino all’avvento del Cristianesimo e che sprofondò in mare nel ‘500. Un luogo sacro, descritto ancora dalle fonti bizantine fino all’XI secolo.

Secondo documenti del VII-VIII secolo, l’arrivo di San Paolo a Reggio, testimoniato dagli Atti degli Apostoli, avvenne in quel luogo proprio durante le feste in onore di Artemide Fascelide. In quell’occasione l’Apostolo avrebbe chiesto di potere predicare l’evangelo di Cristo agli abitanti. Richiesta esaudita, ma a una condizione: il tempo a disposizione di San Paolo sarebbe stato scandito da una candela posta sopra una colonna rotta del tempio.

Il santo, quindi, avrebbe potuto parlare alla folla solo fino a che la candela non si fosse consumata. Finita la cera però, secondo la tradizione, avrebbe preso fuoco la colonna, per permettere a San Paolo di continuare a parlare. Tant’è che, ancora oggi, nella Cattedrale di Reggio Calabria si conserva la colonna bruciata che avrebbe consentito la predicazione di Paolo e la creazione della prima chiesa in Italia, sottoposta a Stefano Niceno, poi morto martire, primo vescovo della città dello Stretto.

Ora, l’edificio che ospitò San Paolo sembra essere riaffiorato dalle sabbie che ricoprono il fondo del mare a una trentina di metri dalla spiaggia calabrese, nell’area indicata da tutte le fonti storiche. Un edificio antichissimo che ha attraversato i secoli.

Secondo la tradizione, l’oracolo di Delfi disse ai greci, guidati da Antimnestos, o Arimnestos, di fondare la nuova polis in Italia alla foce del fiume Apsias, accanto al Pallantion. La nuova polis avrebbe mantenuto il nome di Rhegion, datole da Iokastos, figlio di Eolo, che l’aveva fondata subito dopo la guerra di Troia. Ed è per questo che dopo 3000 anni la città mantiene ancora il nome di Reggio.

Il tempio di Artemide, posto vicino alla tomba dell’ecista mitico della città, Iokastos, era situato alla base del Promontorio Artemisio, divenuto poi Punta Calamizzi. Il promontorio era la fonte della ricchezza di Reggio, perché proteggeva il porto della città dai venti dei quadranti meridionali, pericolosi per la navigazione nello Stretto. Situato a sud della città, ospitava, in periodo bizantino, il monastero di San Nicola di Calamizzi e la chiesa di San Giorgio Drakoniaratis.

La vicenda del promontorio di Calamizzi ha una fine dovuta all’incapacità progettuale degli uomini del ‘500. Reggio, dominata dagli spagnoli, aveva la necessità di difendere l’importante porto (gli unici due porti naturali della Calabria erano Reggio e Crotone) dalle continue scorrerie dei turchi. Il porto era ancora difeso da una antica fortificazione, ma il Cinquecento aveva visto crescere a dismisura la potenza dei cannoni: come in tutte le città marittime del Regno di Napoli si sentiva la necessità di costruire un Castel Novo per ospitare le batterie di artiglieria. A Reggio lo spazio per edificare una tale fortezza non c’era, così si pensò di deviare il corso del fiume Calopinace verso sud, costruendo due enormi argini, che ancora oggi sussistono, per edificare il forte nella ex foce della fiumara. Il progetto iniziò nel 1547, ma solo dopo pochi anni il cantiere si dovette fermare. Nessuna fonte spiega il perché ma, poco dopo, Punta Calamizzi sprofondò in mare. Di fatto, la deviazione del corso del torrente, molto probabilmente, ha minato le fragili basi del promontorio, che non resistette alla forza delle correnti dello Stretto.

Fin qui la storia. Arriviamo fine del 2005, quando Carmelo Santonocito, un edicolante con la passione per i classici, inizia a studiare antichi testi e ricostruzioni, nell’intento di scrivere un romanzo storico (successivamente pubblicato da Falzea editore) sul governo del tiranno Anaxilaos, alla testa di Reggio Calabria nella prima metà del V secolo avanti Cristo. Per fare un lavoro puntuale Santonocito si consultò col professore Daniele Castrizio, archeologo e docente di numismatica all’Università di Messina. La necessità di accuratezza storica innescò una serie di studi e ricerche. Le testimonianze letterarie e archeologiche si trovarono convergenti in un punto: il mare di fronte alla spiaggia di Calamizzi. Per investigare il sito, si chiese allora la collaborazione di un amico funzionario di polizia, Gianni Capolupo, e di un collega di questi, Vincenzo Borrelli, istruttore sommozzatore. In questo contesto nasce la curiosità di andare a scandagliare i luoghi della narrazione. A circa 30 metri dalla costa, a sette-otto metri di profondità, in un sito occupato fino a pochi mesi or sono da una vera e propria foresta di poseidonia, e per giunta sepolto sotto quasi mezzo metro di sabbia, i sommozzatori scoprono un crollo di notevoli dimensioni, con massi in pietra arenaria squadrati, a volte con tracce di modanatura, basi e rocchi di colonne, che occupano una superficie dal diametro di circa un’ottantina di metri.

Si tratta di un sito riconducibile a strutture pertinenti al santuario di Artemide Fascelide. Ipotesi confermata, secondo Castrizio, da un elemento architettonico pertinente alla trabeazione di edifici pubblici. Una trave in pietra con triglifi e metope decorate, di epoca greco-romana. Insomma: l’architrave di un tempio o di un edificio collegato a un santuario. E ora si attende la conferma dei lavori che saranno avviati dopo la denuncia alla sovrintendenza.

Fonte: La Repubblica

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31 commenti

Bruna Tadolini

Pensieri:
1) Bloccherà i progetti per il ponte?
2) perchè dio lo ha fatto sprofondare?
3) perchè dio lo ha fatto riscoprire? c’entra il punto 1?

chiericoperduto

La storia classica e l’archeologia in particolare mi hanno sempre affascinato. E’ importanto capire il nostro passato, per migliorare il nostro futuro.
L’unico mio dubbio è che il vaticano faccia fare una bella variantina al progetto del ponte di messina per non sciupare il sasso di san paolo!

Il Filosofo Bottiglione

Pensieri:

le genti pagane, in questa storia, si configurano come persone estremamente tolleranti.
permettono a Paolo di Tarso (per altro personaggio ripugnante e antipatico) di fare un discorso sul cristianesimo, di fronte al tempio di Artemide, durante una festa religiosa.
l’inquietante figuro non si è nemmeno attenuto alle regole dell’ospitalità, ma con un trucco che denota tutta la sua arroganza, ha alimentato il fuoco per dilatare i tempi a lui concessi.
come risultato ha persino ottenuto di rovinare una colonna del tempio.

un po’ come se uno oggi andasse a predicare in favore dell’ufologia, durante la festa della madonna immacolata, di fronte ad una chiesa, provocando pure la bruciatura di un pezzo di facciata dell’edificio.

anteo

una simile storica catastrofe dovuta alla stupidità di chi devia fiumi per costruire roccaforti dovrebbe far riflettere gli imbecilli contemporanei che vogliono costruire negli stessi luoghi un incongruo ponte.

fra Pallino

c’è ancora qualcuno che crede all”esistenza di Silesio? (ma non sai dire altro?? insegni storia antica in qualche università? sei proprio un grande)

Leo55

Ma questa predica di S.Paolo quanto doveva durare per non bastare una candela intera………..inoltre come facevano a esistere dei gonzi disposti a stare a sentirlo per così tanto tempo??

Leo55

Certo , per dubitare di miracoli, di resurezioni, passeggiate sulle acque, trasmutazioni varie e quant’altro, bisogna essere docenti universitari di storia antica…….ne terrò conto……..

fra Pallino

@leo

classico travisamento totale del discorso: non aiuta il dialogo nè a casa nè in ufficio…

l’esistenza storica di san Paolo nessuno storico l’ha mai messa in dubbio. saluti

J.C. Denton

Credo che abbia ragione fra Pallino, non credo che l’esistenza di Paolo di Tarso sia in dubbio, anche perché altrimenti non si capirebbe proprio chi ha inventato di sana pianta il Cristianesimo dopo il fallimento dell’estremismo esseno. Comunque l’articolo è affascinante… spero che il progetto di ricerca non svanisca in una bolla di sapone…

@Chiericoperduto
Non sarai mica favorevole alla costruzione del ponte sullo stretto?

fra Pallino

@buttiglione

a parte la storia fantasiosa di san Paolo che predica a Reggio(nessuna traccia nel NT.. del resto Paolo veniva condotto a roma come prigioniero per essere processato e non credo che la guarnigione romana gli desse il lusso di fermarsi a predicare in giro per dove passava)… proprio grande la tolleranza dei pagani (infatti le persecuzioni contro i cristiani non sono mai esistite anch’esse, ovviamente).

Leo55

@fra pallino

Non sarei tanto sicuro nell’affermare l’esistenza storica di Paolo di Tarso…..Sulla sua figura persistono tantissimi dubbi, in particolare, non si può escludere che esistettero diversi evangelizzatori poi ricondotti ad un unico personaggio….su Paolo di Tarso hanno scritto sia Luigi Cascioli che altri , giudicando verosimile che fosse realmente vissuto, sebbene non ci troviamo affatto in presenza di documenti e prove storiche assolute, in quanto la sua “totale” non esistenza aprirebbe il campo a ulteriori interrogativi sulla diffusione della religione cristiana, mentre è molto più facile supporre che il cristianesimo sia un prodotto del II o III sec, di origine espressamente latina. Il Gesù dei vangeli è un romano riconoscibile nella cultura e nel comportamento , calato in una narrazione straniera in cui cozza rumorosamente con l’ebraismo di cui sarebbe figlio.
A tal fine inviterei a leggere quello che riporta il Cascioli nel seguente link:
http://www.luigicascioli.it/altreprove3_ita.php

fra Pallino

se tu citi l’agronomo di Bagnoregio quale fonte ti saluto subito… avevo qualche dubbio ancora sulla serietà della discussione ma me l’hai tolto immediatamente citando il CASCIOLI!!! quello che scrivi citando questo eminentissmo storico dell’antichità classica (un eminentissimo signor nessuno in materia) non merita replica.

Se hai ancora un barlume di spirito critico vatti prima a leggere questo.. poi forse ne possiamo riparlare, magari con più serietà. saluti 🙂

http://www.lanuovaregaldi.it/doc/evento/Cascioli.pdf

Il Filosofo Bottiglione

fra Pallino

non intendo certo negare le persecuzioni contro i cristiani della prima epoca, anche se i fatti sono stati molto ridimensionati rispetto alle storie che ci ha sempre propinato la propaganda cristiana.
mi pare, però, che nascessero più per contrasto con il potere dell’imperatore che per ragioni prettamente religiose.
d’altra parte la società pagana è più aperta agli altri “credo” di quella monoteista. i primi cristiani in Roma potevano professare la loro religione, molto più difficile è stato per i pagani dopo le repressioni di Costantino e seguenti, in particolare Teodosio e Giustiniano.
un bell’esempio della tolleranza monoteista c’è anche nella bibbia, nonchè nell’esperienza del profeta maometto: il massacro sistematico degli idolatri e dei politeisti.

sulla leggenda di Paolo a Reggio ho ricamato. ma i miei ricami sono più verosimili di quelli che dicono che una colonna di pietra possa prendere fuoco per intercessione divina.

fra Pallino

@buttiglione

ecco la questione dell’intolleranza dei monoteismi è più interessante delle favole del Cascioli e meriterebbe un serio confronto.

Il contrasto con l’imperatore era di carattere religioso. I cristiani raccomandavano l’obbedienza all’imperatore (pregavano per lui) e allo stato come dicono chiaramente alcune lettere paoline. Il fatto è che non potevano accettare di adorarlo come un dio… conseguenza? testa mozzata o peggio…

La società pagana era aperta finchè non si negava il suo fondamento come falso.

Monteismo o meno ogni religione o ideologia filosofica o politica si presta di sua natura all’ambiguità e al sopruso… dipende dall’uomo questo e non dal credere in Cristo (che non mi pare abbia comandato stermini di massa o guerre sante… ammesso che sia esistito, no?)

Leo55

@Pallino

Intanto l’agrimonia e lo scherno con cui si apostrofa un interlocutore, Luigi Cascioli nella fattispecie, non testimonia certo a favore della bontà delle tesi di chi non condivide le sue ricerche………..Mi sembra patetico insistere sul fatto che cascioli sia un “agronomo”: potevate anche dire direttamente un contadino, uno zappaterra, no?
Solo che la sua ricerca è abbastanza forte e coerente sotto il punto di vista storico-scientifico , mentre i suoi detrattori, oltre che ricorrere allo spregio della persona, non hanno che da ripresentare stantie testimonianze palesemente manipolate ed improbabili: a proposito ho letto tutto il papiro che riguardava “l’agronomo” di Bagnoreggio, ma non ho trovato spunti documentali realmente consistenti o degni di nota
Cascioli sarà pure un agronomo, ma ha saputo ben dimonstrare come si conduce una ricerca storica con metodo scientifico, anzichè fare ricorso a falsi storici per procurarsi strumenti di affannoso conforto a tesi che, inevitabilmente, possono stare in piedi solo con la fede. non di certo con la ragione.

J.C. Denton

La discussione si fa infuocata!
@fra Pallino
Cascioli commette numerosi errori. Non credo in virtù dell’essere un agronomo. Evitiamo le fallaciae ad personam per favore. Io ho individuato gli errori di Cascioli. E lei? Mi piacerebbe confrontare quelli individuati da lei con quelli individuati da me. A lei la prima mossa, per rispetto nei confronti di Leo55.
Le persecuzioni contro i Cristiani sono per una buona metà inventate, e per l’altra metà esagerate fino all’inverosimile, basti pensare alla famosa lettera di Plinio a Traiano.
@Leo55
Cascioli ha sviluppato idee interessanti ma il suo metodo è completamente sbagliato, talvolta fuorviante. Ti invito a cercare (sono disponibili pubblicamente sul web) gli scritti di David Donnini su google. Cascioli gli ha fregato l’idea secondo me. Ma Donnini è molto più pacato, serio, preciso e soprattutto CHIARO E COMPRENSIBILE di Cascioli. E a differenza di Cascioli non ho individuato alcun errore o passaggio logico acrobatico. L’invito è rivolto anche a fra Pallino ovviamente.

Pax vobiscum.

J.C. Denton

@Fra Pallino
Non avevo visto il link:
secondo lei non dovremmo credere a un agronomo per credere a un prete che usa come sue sole citazioni docenti di Patrologia (mi spieghi cos’è questa disciplina perché onestamente lo ignoro).
Naturalmente io sono disposto a credere anche a un patrologo, qualunque cosa esso sia, ma qui veramente il bue dà del cornuto all’asino!
Tra l’altro il PDF in questione cita fonti in base ai titoli onorifici e non alle loro affermazioni, e quando vuole dimostrare qualcosa gli basta dire che “è pacifico” o “è unanime” o “è risaputo”. Questo sì che dimostra qualcosa! E per la serie “non c’è limite al peggio”, arriva a dire che Cascioli prende per buono acriticamente Giuseppe Flavio (!) quando la tesi cascioliana si basa in maniera importante sulla presunta interpolazione dei testi di Giuseppe Flavio.
Insomma, non c’è più religione!

BX

Lungi da me l’idea di screditare la funzione culturale di storici e archrologi… però un paio di pensieri, DA ATEO, a proposito di questa notizia, e soprattutto dei commenti che ha suscitato, li ho elaborati anch’io.
A un ateo in quanto ateo, cosa dovrebbe importare se Paolo di Tarso è esistito veramente? Se veramente ha predicato a Reggio Calabria? Se – questa è l’ultima (‘ultimissima’) notizia posta all’attenzione da UAAR – sono stati ritrovati i resti di un tempio ecc.? Che abbia suscitato l’interesse di quello scrittore che poi ne ha ricavato un ‘romanzo storico’ lo capisco perfettamente, e – anche se non leggerò mai quel romanzo – la sua operazione mi sembra la più legittima di fronte a ‘dati’ del genere, in quanto di ricavabile credo possa esserci proprio solo una storia ROMANZATA. A me, ateo, in quanto ateo, dal punto di vista storico interessano solo le conseguenze (pestifere, a mio giudizio) che la ‘filosofia’ paolina ha avuto nei secoli successivi nel mondo nel quale sto vivendo. La possibilità di una ‘ricostruzione storica oggettiva’ dopo tutto il tempo che è trascorso da allora la vedo quasi impossibile, e ogni rinvenimento per quanti elementi nuovi di conoscenza possa portare, non sarà mai tale da costituire un valido punto di riferimento per avallare una scelta atea o teista.
Se così fosse, mi permetterei di dubitare della consistenza di tali scelte.

J.C. Denton

@BX
Hai perfettamente ragione, ma l’esistenza reale di Paolo di Tarso è importante dal punto di vista storico. Nessuno ha mai parlato di scelte avallabili attraverso improbabili ricostruzioni storiche.

Leo55

@BX

La ricostruzione storica seria si conduce attraverso il metodo scientifico.
Si cercano fonti quanto più genuine e verosimili possibili e attraverso un lavoro meticoloso di raffronti ed esclusioni si cerca di tracciare una pista su cui costruire delle teorie.
Pensa un pò se si scoprisse che la “sacra Sindone” si è generata in seguito ad una misteriosa radiazione e che il fenomeno fosse riproducibile in laboratorio con accompagnamento di cori celesti e resurrezioni di cadaveri……..
Credo che la storiografia seria sia molto importante , altrimenti non si capisce perchè alcuni devoti fedeli si scaldino tanto……

Leo55

@ J:C:Denton

Conosco molto bene Davide Donnini, le sue teorie non rappresentano affatto una novità per me, anzi , Il Donnini è un autore molto piu’ drastico di Cascioli nell’attribuire validità di “fonti storiche” a tutta la paccottiglia spiattellata dagli “eminenti esperti” tanto cari a chi si ammanta di accademismo fine a se stesso, in verità fatto di immagini ricche di appiombo, ma poverissime di contenuti.

Leo55

@Denton

Che poi non si chiama Davide Donnini, bensì: Ambrogio Donini.

Leo55

@ Denton

Scusami, io stavo parlado di Ambrogio Donini, padre dell'”ateismo scientifico”,
David Donnini, fotografo e ricecatore, è una figura molto recente.
In effetti hanno fonti molto simili sia lui che Cascioli…….sarebbe interessante , per me , fare un paralelo tra le due ricostruzioni, come proponevi pocanzi.

BX

x Leo 55 e C. Denton.
Resto sempre del parere che anche la storigrafia più seria, proprio quanto più è seria, quanto più è scientificamente fondata, di fronte a eventi di cui ormai si è impossessato il mito possa avanzare solo ipotesi, non teorie. Quando poi in ballo c’è il ‘credere o non credere’ non ci sarà mai ricostruzione storica in grado, per quanto rigorosa, di evitare di essere tirata da una parte o dall’altra in modo che qualcuno ci creda o non ci creda.
I miti – l’ho già sostenuto alcuni post fa – o si ‘smitizzano’ subito prima che diventino miti, oppure, se si lascia trascorrere un tempo sufficiente perché creino ‘opere’, possono essere affrontati solo puntando sulle ‘opere’, sulle conseguenze, non sulla loro veridicità o non veridicità storica.

J.C. Denton

@Leo55
Non so se siano parenti, comunque io mi riferivo esclusivamente a David Donnini, che se non sbaglio per molti è nient’altro che un illustre sconosciuto.
@BX
Molte ipotesi fondate seguite da conseguenze logicamente tratte fanno una teoria, anche se come dici tu non dimostrabile in maniera incontrovertibile. Qui nessuno ha pretese (tranne i credenti e Luigi Cascioli) di incontrovertibilità.

Per chi volesse notizie su David Donnini
http://www.nostraterra.it/

Il Filosofo Bottiglione

fra Pallino

Monteismo o meno ogni religione o ideologia filosofica o politica si presta di sua natura all’ambiguità e al sopruso…

questo è generalmente vero

dipende dall’uomo questo e non dal credere in Cristo (che non mi pare abbia comandato stermini di massa o guerre sante… ammesso che sia esistito, no?)

nel suo complesso il messaggio di cristo è pacifico (a parte qualche rumore di sciabola e di bancarelle rovesciate), quaesto la dice lunga su quanto diabolica sia stata la chiesa per riuscire a combinare certe nefandezze basandosi sulle parole del Maestro.

una puntualizzazione: il mio nome è Bottiglione, mica buttiglione. un altro errore e faccio volare qualche testa o peggio…

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