Presto la separazione tra Stato e Chiesa sarà affermata nella costituzione… del Liechtenstein (APD)
USA: un giudice federale stoppa il ‘momento di silenzio’ (a fini religiosi) istituito dallo stato dell’Illinois. Il ricorso era stato presentato da un attivista ateo (Chicago Tribune)
Una scuola domenicale per atei: Palo Alto, California (Time)
Nuovo numero dell’International Humanist News (IHEU)
Opus Dei condannata: aveva citato un editore francese per diffamazione (Pro Choix)
Sbattezzarsi in Argentina (Pagina 12)
USA: religiosi studiano il fenomeno del Flying Spaghetti Monster (CNN)
Sondaggio inglese: due adulti su cinque pregano, uno su tre pensa che Dio li osservi. I commentatori cristiani sono contenti: secondo loro, il risultato smentisce il procedere della secolarizzazione (Guardian)
Svezia: scuola denigra gay, è bacchettata dalle autorità statali (The Local)
Svezia: le poste non distribuiscono caricature di Maometto (The Local)
USA: suora fronteggia l’accusa di aver commesso abusi sessuali su due bambini (New York Times)
Spagna: l’arcivescovo di Granada sul banco degli accusati per lesioni, coazione, calunnie e altro (El Pais)
Il pastore nigeriano che evangelizza negli Stati Uniti (On Faith)
India: la Chiesa del Kerala rispolvera l’incompatibilità tra fede e comunismo. Nel frattempo appoggia gli scissionisti… (Peninsula On-Line)
Fan USA della messa in latino (Washington Post)
Svezia: che tristezza! Un modello di civiltà sempre più in crisi…
I musulmano fanatici hanno mandato minacce di morte ai postini se distribuiranno un giornale con una vignetta su Maometto.
Che fanno le poste?
Non distribuiscono il giornale. Nascondersi dietro motivi di sicurezza per rifiutarsi di svolgere il servizio postale è vergognoso: dov’è la libertà d’espressione e di parola e di pensiero che caratterizza la nostra società? Maometto è un cane per il disegnatore? E allora? Quante volte il papa è stato disegnato anche in modo peggiore, Ratzy è chiamato pastore tedesco e nessun cristiano va in giro a decapitare vignettisti o dar fuoco alle sedi dei giornali o uccidere postini.
Maometto non è intoccabile, se voglio disegnarlo mentre stupra la mogliettina di 9 anni devo poterlo fare e farlo vedere.
la scuola per atei, per bambini piccoli, mi sembra un ottima cosa, innanzitutto per non farli sentire strani e soli, so bene come ci si sente ad essere isolati, credo che più o meno tutti noi l’ho abbiamo provato. E cosa più importante, poichè i bambini sono i più esposti alle sirene dei miti e delle leggende, bisogna dare loro gli strumenti intellettivi per difendersi dagli attacchi che le religioni conducono contuniamente in ogni luogo, scuole incluse.
Una scuola per liberi pensatori è davvero una bella idea.
Comunque anch’io conosco alcune persone non religiose che mandano i loro figli in chiesa e al catechismo per non farli sentire isolati, è una scelta che non condivido perchè li rende confusi e non fa apprezzare loro il valore dei loro pensieri e del loro essere, facendoli uniformare alla massa.
non credo che la svezia sia un modello di civiltà in crisi anzi, è un modello anni luce dal nostro, solo che non tutti sanno come affrontare e prendere le dovute misure contro le minacce islamiche, è stato un bruttissimo episodio ma credo che le poste dovranno rivedere la loro decisione.
No! a scuola no!
in un parco giochi ateo, magari!!!
Purtroppo ci sono altri episodi che segnalano la disgregazione della Svezia anni ’60 e ’70, quando era davvero avanzatissima in merito alla laicità. Dai un’occhiata all’altra notizia: una scuola cattolica insegna che gli omosessuali sono peccatori! In Svezia, dove perfino i preti cattolici erano aperti alle coppie di fatto, una ventina d’anni fa… Poco importa che il corrispettivo del nostro Ministero dell’istruzione sia intervenuto – senza punizioni: ha chiesto di provvedere a ritirare le affermazioni anti-gay – in quanto è intervenuto perchè le associazioni omosessuali hanno chiesto il suo intervento, sennò, col cavolo che si muoveva…
Certo che se si fa il confronto con l’Italia, in Svezia siamo comunque su di un altro pianeta, migliore. Qui hai perfettamente ragione.
Flying Spaghetti Monster
“We have evidence that a Flying Spaghetti Monster created the universe. None of us, of course, were around to see it, but we have written accounts of it,” Henderson wrote. As for scientific evidence to the contrary, “what our scientist does not realize is that every time he makes a measurement, the Flying Spaghetti Monster is there changing the results with His Noodly Appendage.”
veneratelo, infedeli!
A scuola di ateismo? Non so come funziona questa scuola ‘domenicale’ californiana, ma mi sa tanto che che faccia il verso alle scuole di catechismo… cioè che corra il rischio di contrapporre un dogmatismo ad un altro dogmatismo. L’ateismo è una conquista possibile solo se si rifugge da ogni indottrinamento, se si educa al libero pensiero.
Capisco Daniela, ma non posso che essere d’accordo con Bruna Tadolini.
Ma leggete l’articolo sulla scuola domenicale prima di giudicare, scusate! E’ importante che queste famiglie non si sentano isolate… altrimenti prima o poi i bambini chiederanno di andare al catechismo coi loro amici figli di credenti. Ma al catechismo si indottrina, nella scuola atea si cerca di fare ragionare. Magari ci fossero in Italia.
@BX
Non è come il catechismo: si insegna ai bambini a vivere serenamente le critiche dei devoti bigotti: “The lives of these young people would be much easier, […], if they learned at an early age how to respond to the God-fearing majority in the U.S.” “it’s O.K. to not believe in God and gives them a place to reinforce the morals and values […].” Insomma: essere atei non significa non avere valori etici e morali e vivere come selvaggi, secondo l’immagine discriminatoria che dell’ateo viene data dai credenti. Si insegna a resistere alle pressioni omologanti e mortificanti dei bigotti. Mi pare una buona idea.
Suor Norma Giannini già aveva confessato di aver violentato decine di bambini all’asilo.
@ Raffaele Carcano
Ci sai dire se in Italia esiste una scuola laica/atea ?
Volevo dire una scuola per laici o atei ?
X Flavio
mia figlia ad un certo punto chiese di andare a messa con la sua amichetta e venne prestamente accontentata. La settimana dopo, visto che non ripeteva la richiesta, le chiesi io se voleva che la riaccompagnassi. Mi disse che non la interessava più perchè “E’ così noiosa!!”
Visto che i bambini sono simili …… chissà quanti bambini cattolici schiverebbero volentieri!
Altri atei di mia conoscenza con figli hanno esperienze simili!!
ma quale dogmatismo ad altro dogmatismo, si insegna a ragionare e a pansare in modod critico. L’ateismo non è una religione, ne è percorsa da dogmatismi, è un visione filosofica.
Io vedo questa scuola come un luogo di ritrovo, un associazione, allora anche l’uaar con i suoi circoli dovrebbe essere efinita chiesa, ma non lo è. è un luogo di discussione e di ragionamento.
Così non trovo niente di male nel fornire strumenti critici a persone di giovane età, nel discernere ciò che è falso ed inventato da ciò che non lo è, d’altronde è ciò che gli atei e le persone religiose fanno con i loro figli in famiglia. Certo non si lascia i propri figli allo sbaraglio ma si insegna a pensare e ad riflettere.
In quel caso hanno preferito fare una specie di scuola per favorire anche l’aggregazione.
Questo circolo o scuola vuole educare proprio al libero pensiero.
Con le dovute proporzioni e distanze, questi circoli di razionalisti e di liberi pensatori mi ricordano le antiche scuole filosofiche greche.
@ Massimiliano
Pensare a una scuola per cattolici, ad un’altra per musulmani, a un’altra ancora per atei, e poi ancora a una scuola per ricchi e a una per poveri significa diseducare le nuove generazioni. Non le si educherebbe al confronto, all’arricchimento reciproco, all’ascolto, bensì al fondamentalismo, alla paura dell’altro, dunque alla guerra contro chi viene visto come diverso. Non sarà certo una bella scuola, né una bella società, quella che anziché aprirsi al nuovo, al futuro, agli stimoli, si rinchiude nel proprio guscio, per paura del nuovo o per sfruttare la scuola come strumento di potere e di lucro.
d’altronde i bambini devono pure avere strumenti per difendersi in una nazione infarcita di religioni come lo è l’america, un pò come qui in italia.
E vorrei sottolineare, ancora una volta, che l’ateismo non è una religione e non ha niente a che fare con il dogmatismo, gli atei, gli agnostici, i secoralisti e tutti liberi pensatori usano la ragione ed il pensiero critico per argomentare e non mi sembra che ci sia niente di male ad insegnarlo ad i bambini. E’ quello che vorremmo che la scuola pubblica insegnasse a fare, a diventare persone che sanno discernere la realtà dalla fantasia, persone che usano il cervello, a diventare bravi cittadini.
@ Massimiliano
Laicità non vuol dire biego ateismo, né relativismo o sincretismo. Laicità significa rispettare la Costituzione che garantisce pari diritti a tutti i cittadini (art. 3). La Carta costituzionale e l’attuale composizione della società ci chiamano al pluralismo, con particolare attenzione al pluralismo delle fedi. Pluralismo non può significare ghettizzazione, innalzamento di barriere. Pensare a una scuola per cattolici, ad un’altra per musulmani, a un’altra ancora per atei, e poi ancora a una scuola per ricchi e a una per poveri significa diseducare le nuove generazioni. Non le si educherebbe al confronto, all’arricchimento reciproco, all’ascolto, bensì al fondamentalismo, alla paura dell’altro, dunque alla guerra contro chi viene visto come diverso. Non sarà certo una bella scuola, né una bella società, quella che anziché aprirsi al nuovo, al futuro, agli stimoli, si rinchiude nel proprio guscio, per paura del nuovo o per sfruttare la scuola come strumento di potere e di lucro.
In fine, democrazia. Oltre alla laicità e al pluralismo. La democrazia è l’altra garanzia, non soltanto per una scuola, ma per una società nuova che sappia vincere i fascismi, le mancanze di libertà, i settarismi. La democrazia presta più attenzione ai valori della persona, del pensiero, dell’arte, della religione, anziché al disvalore denaro, bene di consumo, potere e supremazia.
X Daniela
E devi mandarli a scuola per insegnare loro a ragionare con la loro testa?
Che genitore sei se non sei in grado di farlo in prima persona?
x Flavio e Daniela.
Accetto senz’altro il giusto appunto: non avevo letto l’articolo e, adesso che sono andato a cercarlo, considerato il mio inglese… sono al punto di prima. Mi rimetto però alle vostre considerazioni, in particolare alla questione del sentirsi isolati e alla validità di un ‘insegnamento ateo’.
Primo punto: non credo che per non essere ghettizzati sia utile (se non in casi di assoluta necessità) rinchiudersi in un ghetto.
Secodo punto. ma, si dice, se è una scuola veramente atea non c’è spazio per nessun indottrinamento. Per l’esperienza che ho di ogni tipo di scuola (sono un insegnante in pensione) ‘insegnare l’ateismo’ verrebbe recepito dai bambini come un qualsiasi altro insegnamento tecnico. Insomma, FORMULE!!!
Ripeto, non so come funziona a Palo Alto, e magari non è come io temo, ma pensare di fare qualcosa di simile all’interno della nostra Istituzione scolastica può avere come risultato solo questo.
@ Massimiliano
Una scuola in cui non c’è spazio per il dibattito, per il confronto, per l’ascolto delle voci di tutti (operatori della scuola e fruitori, genitori, componenti spirituali e culturali della società credente o non-credente) è una scuola povera, gretta. Per usare un linguaggio moderno, si potrebbe dire che è una scuola con molto hardware e poco software, molto materiale rigido, meccanico, ma poca creatività. Chi ha paura del confronto, di lasciare spazio alla voce dell’altro, dell’altra, è fuori luogo in una società moderna, oppure è drammaticamente attuale in una società che corre verso l’involuzione e fa battaglie di retroguardia.
La riunione domenicale dei bimbi non è una scuola. Ci sono anche i genitori, ci sono lavoretti e attività varie. Serve:
1) a far vedere ai bambini che la loro famiglia non è un covo di eretici solitari in un mare di credenti, ma che sono parte di un gruppo consistente
2) a fornire loro strumenti intellettuali che i genitori, magari operai o poco istruiti, non sanno fornire per mancanza di formazione logica e oratoria (secondo voi tutti gli atei hanno la laurea??? Mica sono tutti professori universitari come la Tadolini). E’ prova di grande responsabilità per un genitore comprendere le proprie lacune intellettuali e cercare di porvi rimedio
3) dare loro gli strumenti per difendersi dal compagno di banco che li invita a messa, dalla vicina di casa che offre letture di bibbia quando i genitori non ci sono, dalla maestra che li isola dal resto della classe, dai compagni che li umiliano…
Cose che può fare da solo un genitore? Non credo.
E’ ora che atei e agnostici si decidano a formare dei gruppi di resistenza: uniti si resiste, da soli si soccombe; i bimbi, poi, hanno un forte istinto all’omologazione verso il gruppo.
per bruna,
sono un bravo genitore, un circolo o una scuola è anche un luogo di socializzazione e di discussione. Per imparare perchè si deve andare a scuola, non si può farlo a casa da soli sui libri? Per vedere un film non si può vederlo a casa perchè andare al cinema? Per mangiare non si può farlo a casa perchè andare al ristorante?
Ma come ragioni?
per bx,
in quel circolo non si insegna l’ateismo, ma si insegna ad affrontare le cose criticamente.
per sandra,
che intendi per biego ateismo? Mi è oscuro il significato. Non si pensa ad una scuola per atei, ma ad una scuola dove sia aperta la discussione e il libero pensiero, la scuola italiana è ben lontana da tutto ciò, è una scuola confessionale vecchia ed apatica.
concordo con lacrime e sangue.
per sandra,
in quel circolo di umanisti non mi sembra che si abbia paura del confronto, anzi li la discussione è aperta.
La scuola deve essere aperta e tutto il resto, qui stiamo parlando di un circolo di genitori e dei loro figli, si insegna a ragionare a pensare criticamente, dov’è il problema? Io non capisco perchè un genitore non possa formare un’associazione e coinvolgere i figli in attività che stimolino il loro pensiero e la loro attività critica, mica stanno impedendo ai bambini di andare alla scuola pubblica o di frequentarla, stanno cercando di insegnare ai loro figli ad affrontare il bombardamento religioso quotidiano che molto spesso può lasciare i bambini disorientati.
per bruna,
sono un bravo genitore, un circolo o una scuola è anche un luogo di socializzazione e di discussione. Per imparare perchè si deve andare a scuola, non si può farlo a casa da soli sui libri? Per vedere un film non si può vederlo a casa perchè andare al cinema? Per mangiare non si può farlo a casa perchè andare al ristorante?
Ma come ragioni?
x Daniela 1 e 2.
Bisogna decidersi: circolo di umanisti aperti, o scuola dove si insegna l’ateismo? Se mandi i figli alla scuola pubblica non puoi pretendere che sia una ‘scuola atea’. Tutto ciò che puoi, o devi, pretendere è che l’insegnamento che vi viene impartito sia il più laico possibile… ma, ripeto, ciò non può accadere in una scuola ‘istituzionalmente’ atea.
X Daniela
scusa il mio discorso non era rivolto a te ma in generale alla funzione di genitore!
Io ho le mie idee sull’educazione una delle quali è che i genitori, indipendentemente dal loro livello culturale, come prima cosa si devono guadagnare la stima dei propri figli!
E a quel punto quello che i genitori dicono conta!!
E la stima te la guadagni (sempre in generale) dicendo delle cose che i figli capiscono essere giuste, ragionate!
X Lacrime e sangue
Nessuno nasce imparato! i miei genitori erano operai, atei ma operai! Non mi hanno insegnato certo la biochimica ma a ragionare sì! Mi sono spesso sentita diversa ma, poichè appartenevo allo stesso tipo di diversità dei miei genitori che stimavo, ……. non mi sentivo certo inferiore …… solo diversa!
Se poi si insegna ai figli che siamo tutti diversi (cosa ovviamente vera) la diversità diventa una bellezza della vita non un difetto!
@Tadolini
Una famiglia senza istruzione dialettica difficilmente è in grado di fornire strumenti difensivi che non siano l’autostima e l’amore familiare, importanti ma non sufficienti. Il rispetto per i genitori non ti salva dalle ripetute aggressioni religiose. Come difendersi da : “sei un peccatore perchè non vieni a messa” o ancora:”vieni a messa così dopo ti fermi per pranzo e giochi con nostra/o figlia/o”? Come spiegare che il primo fa leva sui sensi di colpa dell’esclusione sociale e il secondo sul do ut des della falsa amicizia clerico-ecclesiastica?
Nell’adolescenza saranno sempre più importanti gli “amici”, il gruppo, piuttosto che i genitori perchè si tratta della sopravvivenza psicologica del singolo attraverso l’affiliazione al gruppo sociale. Se l’adolescente non vede alternative, si affilierà quasi sempre al gruppo che lo circonda (vedi le bande camorriste nei quartieri napoletani e i loro estimatori decenni).
Ovvio che più sei colto e più hai letto autori con personalità divergenti dalla massa e meno sei condizionabile. Una famiglia americana media – forse anche italiana – legge un libro/nessun libro in un anno, non è impegnata politicamente e non pratica attività a fini etico-morali. Dove sono gli strumenti che i genitori avrebbero per spiegare concetti morali ed etici, etologici o biologici ai loro figli? Un pò di realismo e piedi per terra, please.
per bx,
in che senso bisogna decidersi, non capisco, io ho detto che mi piace l’idea di palo alto, ovvero l’idea di un circolo umanista, cioè di persone che si riuniscono con i propri figli e parlano e discutono, riunione che in questo caso si svolge una volta alla settimana. Il titolo dell’articolo è stato fuorviante e l’ha chiamata scuola per atei, ma nell’articolo si spiega che si tratta di un luogo non convenzionale di dialogo e spiegazioni.
Ritengo che il tuo parlare di scuole istituzionali atee è fuori luogo riferito all’argomento dell’articolo.
Poi ho fatto un altro discorso sulla scuola pubblica, ma era un discorso a parte rispetto a ciò di cui si parlava nell’articolo.
Ma tu credi veramente che solo famiglie impegnate in fini etico-morali possano insegnare a ragionare ai propri figli? Il ragionare è l’opposto che il credere! insegnare ai figli a ragionare non mi sembra richieda una laurea!
Ma stavamo parlando di bambini! e tu credi che una scuola possa insegnare concetti morali ed etici, etologici o biologici? Non credi che almeno quelli morali ed etici dovrebbero insegnarli i genitori?
Per quanto riguarda quelli etologici o biologici, io personalmente ho scritto un libro (Dal big bang a dio. Il lungo viaggio della vita) che fra le altre cose fornisce ai genitori informazioni per farlo! ma questo presuppone che siano i genitori ad andare “a scuola” non i bambini……..
Dimenticavo: non era una colpa attribuita alla Sig.ra Tadolini, la sua professione, altrimenti indispensabile, che al suo link divulga anche un testo molto utile e ben fatto. Intendevo sottolineare che la percentuale di genitori con bassa o quasi nulla istruzione è altissima in America, forse più che in Europa, e che le condizioni del ragionamento logico e consequenziale non sono per nulla radicate. Non c’è una tradizione simile alle Pasquinate o alla libellistica popolare anticlericale in America. Ecco perchè raggruppare le famiglie atee o agnostiche e insegnar loro come si svolge un pensiero corretto e dove sono le trappole della comunicazione è una buona cosa.
Non capisco perché una coppia di atei non dovrebbero mandare i loro figli un pomeriggio in un posto dove c’è un bell’ambiente di gioco e vengono svolte attività che insegnano a convivere civilmente, rispettare gli altri e dare valore all’amicizia.
Non tutto viene insegnato in famiglia ed è un bene. C’è la scuola, le attività sportive… perché non una ‘scuola’ umanista? Non si può pretendere che i genitori siano supereroi, diamo loro la libertà di staccarsi dai figli ogni tanto!!
In Italia c’è la scuola pubblica che è laica abbastanza perché ci possano andare tutti.
L’ora di religione va comunque abolita perché genera una situazione diseducativa di fondo, ossia una inconscia attribuzione di diversità che i bambini non avrebbero diritto a subire. Dovere “lasciare l’aula” quando c’è l’ora di religione non è cosa ininfluente. Sarebbe più corretto che lasciassero l’aula coloro che fanno religione. Inoltre ci sono le automatiche penalizzazioni in sede di scrutinio, in quanto quelli che vanno religione finiscono con l’essere premiati sia perché fanno “una materia in più”, sia perché l’insegnante di religione è sollecitata a fare una battaglia per innalzare i giudizi dei “suoi” alunni proprio per “punire” quelli che, non facendo religione, non possono godere del suo “supporto”. La questione è seria e grave, anche perché, ad esempio, in sede di accesso alle scuole superiori, un giudizio non eccellente, rischierebbe di escludere gli alunni nei casi in cui si creassero delle liste di attesa. Occorre vigilare e monitorare questo fenomeno.
Non ci capiamo. Per insegnare a ragionare bisogna saperlo fare in proprio.
Le famiglie atee europee di tradizione ‘800sca, spesso legate al socialismo operaio ante 1a guerra mondiale, andavano alle riunioni sindacali illegali, partecipavano alle manifestazioni, si informavano anche se erano analfabete e discutevano su tutto. Al contrario le famiglie clerico-bigotte, ricche o povere, hanno i bambini donati a dio per grazia ricevuta fino agli anni ’60 del ‘900.
I WhiteAngloSaxonProtestant discendono dai fanatici religiosi del Mayflower: per loro l’unico libro da leggere era ed è la bibbia.
Svincolarsi da una simile impostazione è difficile: i vicini di casa inseguono i tuoi figli per strada con la bibbia in mano, i nonni ti fanno causa perchè vogliono toglierti i figli che tu lasci in mano al demonio se non gli inculchi la bibbia, le maestre trattano i tuoi figli come appestati o lussuriosi debosciati a sei anni, i compagni li insultano, li picchiano, li isolano o cercano di portarli a dio con le lusinghe… Si tratta di un mondo diverso dal nostro. O sei con loro o sei contro di loro: la visione è manichea, non per niente bruciano i libri e uccidono i medici abortisti.
Bene, detto questo, che genitori hanno avuto gli attuali genitori? O ‘left’ di tradizione chiamiamola ‘illuministica’ e quindi già un clima di ragionamento e libero pensiero; oppure clerico-bigotto/indifferente: a questi nessuno ha insegnato a pensare, l’hanno imparato a proprie spese, sulla loro pelle, auto-apprendendo. Ovvio che si sentono più tranquilli se qualcuno spiega a loro e ai loro figli cosettine banali come il corollario, il sillogismo o le tecniche subliminali applicate dalla pubblicità alla divulgazione della fede. E poi si divertono anche…
No! a scuola no!
in un parco giochi ateo, magari!!!
Questo è quello che ho scritto un tot di post fa!!!
Mi scuso con tutti perché ho commentato senza conoscere il contenuto vero dell’articolo (il mio inglese è inesistente). In ogni caso:
se si stratta di un luogo dove “non si insegna l’ateismo, ma si insegna ad affrontare le cose criticamente” (Daniala) non vedo perché si parla di “scuola per atei, per bambini piccoli…” (Daniela):ogni scuola dovrebbe avere queste caratteristiche… E allora davvero non vedo dove sta la ‘notizia’;
se invece si tratta proprio di una scuola solo per bambini atei (in realtà ‘figli di atei’, in quanto non riesco a concepire un bambino che sia ateo o credente se non in quanto condizionato in un senso o nell’altro dalla famiglia o dall’ambiente in cui vive) restano intatte tutte le mie obiezioni.
(Immagino che a questo punto, ormai, le notizie da commentare siano altre… ma ho aperto solo ora il computer).