Il Natale rovinato dagli storici: «I Re Magi e la cometa non sono esistiti»

Non bastavano i soliti nostri problemi alla soglia del Santo Natale: da che regali fare alla mancanza dei soldi per comprarli, dai panettoni anti-dieta ai sorrisi forzati per tutto e per tutti. Ci mancavano i problemi degli storici.Sarà infatti, questo in arrivo, un Natale difficile anche per il trio più famoso del presepe e la loro stella guida. Quelli abituati ad arrivare pacifici e silenziosi, con un occhio rivolto al cielo e la tranquillità di chi già sa che regalo portarsi dietro perché tutti si aspettano quello e nessuno può rimanerne deluso. E sarà dunque forse il caso di aggiungere un asino, una pecorella e un bue in più per non sentir troppo la mancanza dei Re Magi. Guidati dalle stelle, non sono mai mancati all’appuntamento con Betlemme e con tutte le case dove il 25 di Dicembre nasce il Bambin Gesù, prostrandosi in adorazione e offrendogli in dono oro, incenso e mirra. Quest’anno invece, avranno dei problemi inaspettati.

Un’inchiesta del settimanale Focus Storia riporta che un gruppo di esperti li ha accusati niente di meno che di non essere mai esistiti, e con loro anche la stella cometa. Avete capito bene: I Re Magi e la loro stella non esistono. Facciano marcia indietro dunque, se già in viaggio i Re co-protagonisti del Vangelo di Matteo che secondo le ultime indagini storiche potrebbero essere frutto della fantasia di quest’ultimo.

«Tutto lascia pensare – osserva Mauro Pesce, docente di Storia del cristianesimo a Bologna – che la vicenda dei Magi sia solo un artificio letterario-propagandistico. Matteo scrisse intorno all’anno 80, quando la nuova religione si stava diffondendo fuori dalla Palestina. Probabilmente il suo vangelo volle lanciare un messaggio ai non-Ebrei, dicendo che Gesù si era rivelato anche e soprattutto a loro: infatti per gli Ebrei i magi erano gentili, cioè pagani eppure, secondo Matteo, seppero dell’arrivo del Messia prima del clero a Gerusalemme».

A rincarare la dose ci pensa Francesco Sforza, docente di Storia del cristianesimo all’università di Roma-Tor Vergata: «Nel racconto evangelico ci sono messaggi in codice anche per gli Ebrei. Evidente è lo sforzo di far quadrare la figura di Gesù con le profezie bibliche. Per esempio la profezia in cui al Messia sarebbe stato donato oro d’Arabia e tributi. Ecco l’adorazione dei Magi, che con il loro oro legittimano Gesù in base ai parametri biblici».

E se questo non dovesse bastare sembra ci sia un dato certo che smentisce anche uno dei simboli fondamentali della storia dei maghi d’oriente: l’assenza di stelle con la coda. Pronti a riciclare la punta dell’albero allora e trasformarla in cerchietto per i capelli da regalare a qualche vecchia zia visto che secondo calcoli moderni la cometa di Halley, la più brillante che apparve negli anni 87 e 12 a.C. e che tornò visibile solo nel 66 d.C., sarebbe l’unica possibile a cui far riferimento ma fuori tempo utile. Tra le altre cose non si trova nessun tipo di citazione dell’astro anche nei testi laici. Avranno avuto il cammello dotato di Tom Tom? Ma soprattutto, da dove derivano tutti i dettagli della tradizione?

Arrivano dai vangeli apocrifi, ovvero tutti quelli esclusi dalla Chiesa dal libro della Bibbia, che sono pieni di elementi particolari e abbastanza fantasiosi, senza ovviamente avere alcuna concordanza fondamento storica. Il vangelo armeno fa riferimento a tre fratelli, re di arabi, indi e persiani, ad un viaggio durato nove mesi e ad un inventario sterminato del carico della loro carovana. Sempre in questo testo si dice che i Magi avevano un seguito di dodicimila cavalieri preceduti da Eva, risorta per l’occasione, e che Erode per la rabbia della nascita del Messia causò un terremoto. Il vangelo arabo-siriaco, invece, parla del pannolino di Gesù, rubato dai Magi che tentarono di bruciarlo ritualmente sul fuoco ma le fiamme si spegnevano ed esso restava intatto.

Con il terrore che presto qualcuno venga a scoprire ed annunciarci che, prima della resurrezione, il Cristo fù visto leggere in segreto un manuale di Copperfield, non ci resta che aspettare Natale e vedere se sotto la guida di una stella luminosa, anche quest’anno come gli altri, riusciremo con i nostri bimbi a vederli arrivare..

Fonte: Il Messaggero

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