Qualche giorno fa sono rimasto coinvolto nella solita, sterile discussione con l’ennesimo Cattolico che crede di appartenere ad una minoranza anticonformista solo perchè vuole tornare agli “antichi valori” dei “primi Cristiani”, “molto lontani dalle corruzioni della Curia Romana”. Ovviamente, il personaggio in questione non si è reso conto di essere, in realtà, soltanto l’ennesimo portavoce di una maggioranza ultraconformista, pesantemente indottrinata ed incapace di prendere realmente le distanze da quella “curia romana” che tanto disprezza. Dopo avermi sfinito con la solita logorrea, ha concluso in questo modo:
“L’Uomo non può ergersi a misura di sé stesso, o del mondo. Deve avere un punto di riferimento esterno, superiore. Diversamente, l’Uomo si abbandonerebbe ad ogni sorta di bestialità. Io ai miei figli insegno il Vangelo. Voi atei, cosa insegnate ai vostri?”
Io non ho figli. Non per questo sono privo di valori da trasmettere. Qui di seguito trovate la mia, personalissima versione del “decalogo”. In realtà, si tratta solo di un “trilogo”. Tre princìpi di base bastano ed avanzano per stabilire una linea di condotta nella vita. A differenza di quello che crede il mio amico, infatti, l’Uomo non ricade nella più abietta bestialità quando viene lasciato a sé stesso. Si limita a vivere con intelligenza la normale vita di comunità che noi tutti ben conosciamo, con i suoi limiti, le sue leggi e le sue imperfezioni.
Per completezza (e forse per senso di competizione) ho integrato questi tre princìpi di base con sette “consigli”. Vi rifilo queste dieci (inutili) riflessioni solo per chiarire una volta per tutte, ai nostri amici credenti, che non basta essere atei per essere anche privi di idee e di princìpi. Anzi: in generale, ateismo e stupidità non viaggiano sullo stesso treno.
Trilogo
- Rispetta le altre persone. Dipendi da esse in molti modi, non sempre evidenti.
- Rispetta l’ambiente e gli altri esseri viventi. Dipendi da essi in molti modi, non sempre evidenti.
- Rispetta te stesso. Questo mondo dipende da te.
Eptalogo
- Studia il mondo in cui vivi. Il nostro mondo è molto complesso e molto pericoloso. Bisogna saperla lunga per non farsi male e per non farne agli altri. Una laurea è un buon punto di partenza ma non basta: bisogna continuare a studiare tutta la vita, ogni singolo aspetto della nostra esistenza.
- Studia le lingue. Non si può essere amici di qualcuno che non si capisce. Non si può essere veramente nemici di qualcuno con cui si può discutere. L’inglese è un buon punto di partenza ma non basta. Studia almeno un’altra lingua, al livello di poter chiaccherare al bar con un parlante di madrelingua.
- Viaggia. Il mondo è più grande, più complesso e molto più variegato di quello che credi.
- Studia le tecniche di comunicazione e di persuasione. Tra noi e le nostre decisioni ci sono di mezzo l’informazione che riceviamo dagli altri e le emozioni che gli altri suscitano in noi. Impara come comunicare con gli altri per non essere frainteso. Studia come gli altri comunicano con te per non essere manipolato. Non buttare la televisione dalla finestra. L’informazione è preziosa, anche quando permette soltanto di capire come stanno cercando di manipolarti. Piuttosto, metti in piedi una tua televisione, magari con i tuoi amici, e cerca di contrastare l’opera di manipolazione messa in atto dai potenti con la divulgazione della verità.
- Partecipa alla vita della tua comunità. Ascolta gli altri. Partecipa attivamente alle discussioni. Crea una rete di relazioni. Contribuisci alla formazione dell’Etica della tua comunità ed alla stesura delle sue Leggi. Non stare da solo. Non nasconderti. Non guardare gli altri che lavorano. Soprattutto, non invocare “enti” superiori per sottrarti al normale, civile confronto ideologico con gli altri.
- Interessati alla scienza ed alla tecnologia. L’Uomo è un animale fragile. Senza la sua conoscenza del mondo (scienza) ed il suo dominio della materia (tecnologia) si sarebbe estinto milioni di anni fa. Di conseguenza, l’Uomo è un animale tecnologico che vive in un ambiente tecnologico. Non puoi permetterti il lusso di non conoscere l’ambiente in cui vivi.
- Conosci il potere. Studialo. Maneggialo. Cerca di guadagnare una posizione di potere decisionale, piccola o grande che sia, sul lavoro o in qualche altra attività. Quando avrai maneggiato e studiato il potere abbastanza a lungo, comincierai a capire cosa esso sia realmente. A quel punto potrai capire come gli altri cercano di controllarti, potrai decidere se sia il caso di accettare questo controllo, in nome di qualche interesse superiore, o di battersi per rifiutarlo. In ogni caso, saprai come agire.
Sono assolutamente certo che la stragrande maggioranza degli atei non si riconoscerà in questi punti. Usate gli appositi spazi per i commenti, che trovate qui sotto, per dire la vostra.
Alessandro Bottoni
alessandro.bottoni@infinito.it
alessandrobottoni@interfree.it
PS: Se vi state chiedendo cosa ne è stato del mio amico, sappiate che NON gli ho fatto il Guttalax. La tentazione l’ho avuta – lo confesso – ma non gliel’ho somministrato col caffè. Dopo le “uscite” di Bagnasco e Ruini sul voto dei Cattolici, sull’eutanasia e su altri temi sono diventato ipersensibile. Tuttavia, appartengo ancora a quella sfortunata generazione per la quale chiunque deve avere il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni e di vivere come ritiene più opportuno (nei limiti della Legge). Non condivido una sola parola di quello che dicono i credenti, di qualunque religione, ma mi batterò sempre perchè possano dire ciò che pensano. Ovviamente, mi aspetto che loro facciano altrettanto con noi.
bellissimo testo che sottoscrivo in pieno …
PS
Un mio amico islamico diceva le stesse cose del cattolico, senza religione perchè non fai il male ? poi col tempo, vivendo in italia è maturato un po’…
Signor Bottoni,
come può pretendre il rispetto dei credenti quando nella Bibbia c’è scritto:” lo stolto disse in cuor suo: Dio non esiste”.
Ci prendono per stolti.
oppure
“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, che pone nella carne il suo sostegno e il cui cuore si allontana dal Signore.
Egli sarà come un tamerisco nella steppa, quando viene il bene non lo vede; dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia.
Egli è come un albero piantato lungo l’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi; nell’anno della siccità non intristisce, non smette di produrre i suoi frutti “.
Ger. 17,5
io rispetto questo semplice principio: si felice e vivi in modo libero e senza sopraffazioni la tua vita coltivando la conoscenza ed i tuoi desideri. Questo vuol dire che agli altri deve essere data la stessa possibilità.
La carta dei diritti dell’unione europea è la mia guida.
“Sono assolutamente certo che la stragrande maggioranza degli atei non si riconoscerà in questi punti.”
E perchè? Mi sembrano 3 punti di una asciuttezza eccezionale e, contemporaneamente, ritengo sia naturale ricavare da essi ogni sorta di “comandamento” positivo. Potrei spingermi a dire che le tre “indicazioni” al Rispetto superano positivamente i soliti e (diciamocelo!) ormai inflazionati (e ipocriti, perchè de facto inapplicati) concetti di tolleranza e di amore: il Rispetto li include senza uccidere nè mortificare la libertà personale, che è poi la cosa più importante. Che un credente non capirà mai – aggiungo.
Le sette indicazioni seguenti sono sicuramente 7 validissimi consigli per vivere più saggiamente la propria vita, anzichè fare la pecora dietro ad un pastore, anzichè rigettare la scienza come diabolica, anzichè perdere la testa appresso a libri fantasiosi di qualche millennio fa…
Complimenti ad Alessandro Bottoni.
“Ovviamente, mi aspetto che loro facciano altrettanto con noi.”
Forse coloro che sono stati discriminati, torturati, bruciati, uccisi in mille modi diversi nei secoli, e ancora oggi, non sarebbero altrettanto ottimisti.
Per parte mia, credo che l’uomo sia animale destinato a distruggersi, trascinando l’intero pianeta nella sua follia – eccesso di popolazione, ignoranza, fanatismo, guerre religioso-economiche etc.
Comunque, onore a Bottoni, splendida intelligenza e lucidità.
Voltaire in questo caso aveva torto .
Io non mi batterò mai per chi predica per l’estinzione della specie umana , caro Bottoni . Quando si sconfina nella bestialità bisogna agire di conseguenza , per questo bisogna adottare la soppressione coatta e forzata di ogni bestialità contronatura , specialmente contro la predicazione di qualsiasi religione .
sottoscrivo in pieno i principi enunciati da Bottoni, ma…
non mi sono mai trovato molto d’accordo su decaloghi, eptaloghi, dogmi e quant’altro, ritengo che la propria esperienza, i rapporti con gli altri, il bagaglio culturale, la propria sensibilità diano la strada da seguire a ognuno di noi, senza aver bisogno che altri “spianino” la strada e ci dicano cosa è giusto…
il trilogo e l’eptalogo sono punti di riferimento per tutti. Ma il pretendere che anche i religiosi ci rispettino è pura utopia
Mi lascia perplesso il punto 6 dell’eptalogo. La scienza, e proprio nella sua ricaduta tecnologica, ha certamente tutti i meriti che gli vengono qui attribuiti nei confronti dell’ambiente e della possibilità dell’uomo di modificarlo in funzione dei suoi bisogni, almeno in linea di principio… ma come la mettiamo con la possibilità tutt’altro che teorica che proprio certi prodotti della tecnologia possano far saltare in aria il pianeta?
Ho già trattato fino alla nausea questa questione sul blog e non voglio ripetermi (se richiesto comunque lo farò)… Ribadisco solo che la mia vuole essere un’obiezione che ha valore proprio solo se è un ateo a farla, altrimenti la si lascia in pasto a bigotti e moralisti.
Caro Alessandro Bottoni,
ti fa onore far tua la frase di Voltaire, ma non credere che i credenti faranno mai altrettanto: il loro scopo è chiudere la bocca a chi non la pensa come loro.
Carissimo Alessandro.
Non c’è bisogno di avere dei principi, metodi di vita, in pratica non c’è bisogno di quello che dici. Ateo e/o agnostico è la parola magica. Il resto é conseguenziale. Forse ma solo forse queste cose che dici tu le deve avere un credente per contrastare e frenare la sua pericolosità fanatica. Se esiste un dio o no chi se ne frega. al massimo l’uomo sarà schiavo e si libererà di lui prima o poi cioè da se stesso che se l’è inventato.
Il decalogo è un ottimo strumento di riflessione… davvero fatto bene !
Ma condivido l’idea che ognuno di noi deve essere la luce di sé stesso e trovare nella sua mente le risposte giuste in ogni situazione.
Considerato che e` stato ampiamente dimostrato che l’etica fa parte del corredo genetico di qualsiasi specie sociale, perche’ questo cristianista teme di doversi abbandonare ad ogni sorta di bestialita` in caso perdesse il proprio punto di riferimento?
Probabilmente appartiene a quell’esiguo numero di persone che per uno scherzo del destino hanno i geni dell’etica disattivati…
Chi non è mai stato ateo difficilmente capisce gli atei. Il trilogo più eptalogo mi piace. Potrebbe anche bastare, per sopravvivere.
Complimenti Alessandro
Sottoscrivo anche il discorso volteriano.
Ciao
Roberto Grendene
civis romanus sum scrive:
«bisogna adottare la soppressione coatta e forzata di ogni bestialità contronatura , specialmente contro la predicazione di qualsiasi religione»
Bestialita’?
Contronatura?
Soppressione coatta e forzata di chi non la pensa come te?
Mi sembra proprio la predicazione di una religione…
Roberto Grendene
@ Civis
non perchè sono un pacifista coatto, ma storicamente, osservava un filosofo, la repressione ha sempre creato martiri ed eroi, mentre un freddo cosciente distacco ha preparato l’estinzione di certi subbugli emotivi che alcuni chiamano religioni, totalitarismi ecc…
Certo che il trilogo e l’eptalogo non sono una NECESSITA’, ma è una ottima risposta a chi osa soltanto immaginare, perchè stupido e ignorante, che se si esclude dio e la bibbia null’altro si possa insegnare ai propri figli, che non esista un’etica o degli obiettivi.
si dovrebbe lavorare anche per inserire un riferimento alla felicità che credo sia l’unica piena e legittima aspirazione dell’uomo ateo in armonia con gli altri principi.
@civis (anzi, INcivis)
a chi ti stai riferendo, precisamente, con la tua invettiva? 😉
Il discorso Voltairiano vale se lo condividono entrambe le parti in causa. Io personalmente rispetto i cattolici, non imporrei mai niente loro né desidero il loro male, ma non mi batterei mai per la loro libertà di espressione, semplicemente perché ne hanno già troppa (per essere precisi non è più libertà, è appropriazione indebita di canali di comunicazione). Se ci fosse il modo di zittirli un po’, senza violenza naturalmente, sarei il primo a cercare di implementarlo. La civilità è un lusso delle e per le persone civili.
Detto ciò, il tri-eptalogo non è male, ma personalmente sono sempre stato convinto che andasse bene la massima kantiana (lo ametto, Cesù Cristo su questo c’è andato vicino con “Fai/non fare agli altri quello che vorresti/non vorresti fosse fatto a te”): “Agisci come se la tua azione dovesse essere elevata in ogni momento a norma universale.” E quando incontrate un credente che vi fa una domanda così cretina, chiedetegli un po’ chi è che nella storia si è dato da fare per o ha anche solo pensato al bene comune, e vediamo se salta fuori il nome di qualche religioso…
IL trilogo è perfetto. L’eptalogo non è per tutti, esistono le pecore, o comunque credo che tutti abbiano il momento pecoresco, quindi non è sempre applicabile.
Diversamente da qualche altro condivido in pieno il contenuto del commento finale, anche se l’ultima speranza espressa credo sia solo utopia.
Ho letto con più attenzione e devo dire che condivido pienamente sia la premessa che la conclusione (Kant, Voltaire, Cristo: per ciò per cui vengono citati qui, mi stanno bene tutti). Soprattutto ho apprezzato il riferimento al povero cattolico che si sente perseguitato, costretto nelle catacombe, dalle quali può uscire solo ‘dandosi da fare’ in questo mondo spietato magari aderendo all’Opus Dei o a Comunione e Liberazione, ma non dimenticando nel contempo mai di esaltare le prime comunità cristiane, il Poverello di Assisi, ecc., tutti punti di riferimento che noi atei non potremo mai avere… Per fortuna!
Ecco, ma proprio per questo, mi risulta ancora più ostico il punto 6. Sarà una mia ossessione, ma questo elogio incondizionato della scienza, proprio perché incondizionato, mi suona tanto come ‘fideistico’, ai limiti della superstizione. Essendo sostenitore della necessità di ‘ripensare l’ateismo’ per liberarlo il più possibile da una lunga tradizione di pensiero magico-religioso di cui dobbiamo essere consapevoli che siamo comunque eredi proprio per libercene sul serio, questo riconsiderare il rapporto con la scienza, con certo razionalismo poco razionale, mi sembra essenziale.
Riguardo al punto 6, può essere interessante leggere questo mio presuntuosissimo pamphlet:
http://alessandrobottoni.interfree.it/download/sulla_neutralita_della_tecnologia.pdf
CU
Sig. Bottoni,
Ritengo il discorso dell’ “ennesimo cattolico”, da lei così citato, molto superficiale e prevenuto. Lo si è già sentito in giro, quindi non è neppure originale oltre che banale: con un po’ di riflessione si smonta praticamente da solo. Se quella persona leggesse senza pregiudizi il suo discorso se ne accorgerebbe.
Riguardo ai dieci punti, personalmente non posso che apprezzarli e condividerli.
A proposito del Post Scriptum invece, le chiedo se può specificare meglio la frase: “Non condivido una sola parola di quello che dicono i credenti, di qualunque religione”.
Messa così, a me sembra anche questo un pre-giudizio.
Personalmente ritengo buona norma per la vita non difendere dai dubbi i propri principi, anzi verificarli continuamente alla luce dei nuovi ragionamenti e argomenti che si possono incontrare. La verifica continua diminuisce la probabilità di lasciarsi sfuggire la verità. Ciò significa ammettere la possibilità di diventare credente oppure, per quanto mi riguarda, ateo. Con tutte le implicazioni esistenziali del caso, cioè i rischi di dover ricominciare daccapo. Ma il gioco vale la candela.
Altrimenti le belle parole che seguono “ma mi batterò sempre perchè possano dire ciò che pensano” hanno davvero poco significato, se non si ammette, a priori, la possibilità che le idee altrui possano esserci utili.
Se ho capito male mi scuso, altrimenti la invito a rimuovere quel pregiudizio perché, dicendo quello che penso con le sue parole, non basta essere credenti per essere anche privi di idee e di princìpi. Anzi: in generale, fede e stupidità non viaggiano sullo stesso treno.
Grazie per l’attenzione
BX,
qualunque scienziato intellettualmente onesto da’ per scontato che la scienza non si può elogiare “incondizionatamente”. Come saprai, la scienza per definizione non è mai definitiva, ma procede per approssimazioni successive. E nonostante questa mancanza di una Verità Assoluta – concetto che piace tanto ai cristiani, che se ne ritengono detentori – che la scienza non ci da’, tutto quello che sappiamo del mondo lo dobbiamo ad essa. Tutto il resto – speculazioni, filosofie, religioni, ecc – possono essere cose anche interessanti, ma se non ricadono nell’ambito della verificabilità scientifica (meglio: falsificabilità) restano soltanto belle parole, o se vogliamo, chiacchiere.
A me questi 3+7 punti sono piaciuti molto. Li sottoscrivo in pieno.
X Guidus.
Evidentemente non ci siamo capiti. Consideri una ‘divagazione filosofica’ la tutt’altro che teorica possibilità di una distruzione del pianeta in seguito ad una esplosione nucleare?
Tu dirai, e la scienza cosa c’entra? dipende dall’uso che viene fatto di ciò che le conoscenze scientifiche (la cosiddetta ricaduta tecnologica) rendono possibile… come credo lo si insegni ormai anche sui banchi della scuola materna. Tutto vero, come è verissimo ciò che dici circa quello che dovrebbe essere lo statuto epistemologico e la deontologia della scienza… ma l’elogio ‘incondizionato’ della scienza e della tecnica non lo faccio io, e in quanto al ‘dominio della materia’ (punto 6 dell’eptalogo) rischia di essere una sorta di inconscia trasposizione sulla scienza di poteri divini.
Nietzsche diceva, più o meno: “Dio è morto, ma chi l’ha ucciso spesso al suo posto si è messo ad adorare un asino”. E se Nietzsche ti sembra il solito filosofo visionario, ti ricordo soltanto le perplessita, e i veri e propri ripensamenti, che la scissione nucleare ha provocato in chi più di tutti ha aperto la strada che l’ha resa possibile: Albert Einstein. Che non mi pare fosse un visionario.
vabbè l’incivile romano non risponde…
Guidus scrive:
“qualunque scienziato intellettualmente onesto da’ per scontato che la scienza non si può elogiare “incondizionatamente”. Come saprai, la scienza per definizione non è mai definitiva, ma procede per approssimazioni successive.”
Non proprio: le verità acquisite restano vere. Nonostante Einstein abbia scoperto la Relatività, i fisici continuano tranquillamente ad usare le teorie precedenti (Newton, Galileo, etc.) per i calcoli delle orbite dei corpi celesti. La conoscenza che produce la Scienza non è nè “approssimata”, nè “parziale” nè “temporanea”. Si tratta di conoscenza certa e definitiva, che può essere ampliata ma non smentita. Non è cosa di poco conto.
Dovremmo imparare a difendere il nostro modo di lavorare con un po’ più di convinzione.
Ciao
PS: Altre (pallosissime) letture su questo tema:
http://uaarferrara.wordpress.com/2007/08/14/la-verita-scientifica/
http://uaarferrara.wordpress.com/2007/09/15/livelli-di-verita/
Trigologo o epatologo?