La Bibbia non ne fa menzione, ma il regista tedesco Robert Sigl si prepara a raccontarci la storia del tredicesimo apostolo: un gemello malvagio di Gesù Cristo.
Ambientato nell’India moderna, Il 13°apostolo sarà un fantasy incentrato sulle ricerche da parte di due archeologi – anch’essi gemelli – delle prove di un viaggio in India compiuto da Gesù. Nel corso dei loro studi, gli archeologi scopriranno che non solo Gesù aveva un gemello, ma questo si è reincarnato ed è attualmente a capo di una setta religiosa.
Sigl aveva scritto la sceneggiatura diversi anni fa, ma alcune traversie produttive gli hanno finora impedito di girare il film. Stando alle parole del produttore Mario Stefan, che ha presentato il progetto alla 38a edizione dell’International Film Festival of India, la pellicola dovrebbe costare intorno ai 5 milioni di euro e avrà un cast principalmente composto da attori indiani. Stefan è comunque alla ricerca di un coproduttore locale disposto a partecipare al finanziamente della pellicola.
Dopo le enormi polemiche che hanno circondato nel 2006 l’uscita del Codice Da Vinci, toccare nuovamente la figura di Gesù in un film sembra essere una cosa molto rischiosa, ma Mario Stefan ha dichiarato che il lavoro di Sigl non dovrebbe suscitare alcuna controversia. Il produttore ha infatto detto che “sarà chiaro fin dall’inizio che si tratta di una storia inventata” e che in ogni caso la figura di Gesù rimarrà sullo sfondo e non comparirà come personaggo del film. “Non abbiamo intenzione di lanciare alcun messaggio religioso, con il nostro film”, ha concluso Stefan.
L’articolo di Alberto Cassani è raggiungibile sul sito Punto Zero
Solita operazione commerciale.
Brian di Nazareth, Brian di Nazareth, Brian di Nazareth! 😀
Ma della trasmissione di Benigni sull’inferno di Dante?
Il produttore ha infatto detto che “sarà chiaro fin dall’inizio che si tratta di una storia inventata” …Ehm, perché quella dei Vangeli, che cosa mai sarebbe?
Ma il tredicesimo apostolo non era già tal Mattia chiamato a sostituire Giuda Iscariota dopo il tradimento?
Sì, appunto!
Come dicevo in un mio precedente commento misteriosamente non pubblicato, il regista ha voluto mantenersi fedele al romanzo originale! 😀
Comunque qui tutti continuano ad aumentare di uno numeri della tradizione cattolica: sai come si inviperisce il prete che si era già risentito per i quattro re magi della RedBull?? 😀
A me questa storia del gemello malvagio di Cristo ricorda molto quella del gemello malvagio di Superman che usciva fuori dall’originale dopo esposizione alla criptonite taroccata e che compiva prodigi per dispetto tipo drizzare la Torre di Pisa…
Ma il 13° apostolo non era quel Rufus che si è visto in Dogma e che non è stato menzionato nella Bibbia perchè era nero e Gesù gli doveva 12 dollari?
Già Vash, hai ragione! Il 13° apostolo è indiscutibilmente Rufus.
Quello di questo film al massimo potrà essere il 14°!
:):)
Eh ma il 14° è gia Sulo di Tarso, “Apostolo delle Genti”…
…poi anche Simon Pietro mi pare venga considerato apostolo, e fan 15
Vada per il sedicesimo! 😀
Quoto: Gallesio per la cultura evangelica (non per le altre battute): sì, Mattia sostituì Giuda.
Superquoto: ESISTENZIALISTA DI CAPRI: finalmente uno dell’ UAAR che ha visto Benigni e ne vuole parlare: attenzione: non bestemmiatemi Benigni! Non Vi sarà perdonata, come quelle contro lo Spirito Santo!
infatti mattia sostituì il dodicesimo morto..
Odifreddi nel suo libro fa una gaff su questo punto!
Non ci sarebbe qualcosa di più serio da proporre a noi poveri ‘postisti’ (si dice così)?
Sì, per esempio Benigni.
Parlar male di Benigni mi costa molta fatica (molto meno parlar male di Celentano) in quanto visto il livello di ciò che offre la TV, con Benigni (che credo si professi ateo) si va in serie A…
Ma, ecco, A come Ateismo? Su questo nutro molti dubbi (mentre non ho dubbi sul bigottismo di Celentano). Quando, finita la sua esilarante carrellata politica, cambia registro e si butta su Dante non limitandosi a leggerlo e a metterne in evidenza la grande maestria linguistica (in questo per me è insuperabile), ma si lancia a volerne esaltare la spiritualità, si produce in una serie di vuote declamazioni che tanto piacciono a chi, non sapendo cosa veramente dire, alza solo il tono della voce. Del resto la Divina Commedia, per Dante, voleva proprio essere ‘divina’, e quando si va sul divino, sul teologico (penso soprattutto alle altre due cantiche), anche un grande poeta come lui può solo puntare sul vuoto e riempirlo solo di esclamazioni, di suoni concettualmente inarticolati.
La fede come tale non può che esprimersi così? Sì, ma allora dove va a finire l’ateismo?
dopo si uniscono come goldreik e vanno su marte spero
altri due e facciamo una squadra di rugby…hic..divino.
si, voi vedè che mo spunta fora un novo bischero, quello che (si dice) abbia dipinto la sindone, niente niente lo si vorrà far passare per un altro apostolo dimenticato?
a quanti eravamo arrivati?
SOLITA PROSECUZIONE DELL’OPERAZIONE COMMERCIALE DEL CODICE DA VINCI. CHI FREQUENTA LE LIBRERIE SAPRA’ CHE QUEL FILONE E’ BEN LUNGI DA ESSERE TERMINATO.
A PROPOSITO MATTIA NON ERA TREDICESIMO PERCHE’ IL 12° (GIUDA) ERA VENUTO MENO E PAOLO NON ERA UN APOSTOLO.
@esistenzialista di Capri:
“Ma della trasmissione di Benigni sull’inferno di Dante?”
L`unico difetto di Benigni e` il filtro dio! 🙂
che gesù avesse un fratello gemello è risaputo, sarebbe tommaso( che in ebraico significa appunto fratello gemello) anche detto didimo( che appunto significa fratello gemello in greco) , sul suo nome si sa poco viste le continue manipolazioni dei testi evangelici… ma vi siete mai chiesti come mai, con gesù che andava in giro ogni giorno, servisse il bacio di giuda per sapere chi era e non sbagliare persona?
@ Aldo Grano
Non sono dell’Uaar, un’organizzazione che rispetto e che gentilmente mi ospita in questo blog, ma faccio “gruppo” con me stesso.
Concordo con te nel considerare la puntata di Benigni, al di là di considerazioni puramente e biecamente economiche, pare che alla Rai la trasmissione sia costata circa 7 milioni di euro, un’autentica lezione di vita, un volare alto sulle ali della cultura autenticamente italiana, un respirare a pieni polmoni ossigeno di alta montagna, un’affermazione del vero libero pensiero che appunto liberamente riflette, si nutre, e accoglie in sè , senza rifiutarne pregiudizialmente alcuna, tutti gli aspetti, anche morali, anche spirituali, della vita umana.