La Verità Scientifica

Papa Benedetto XVI porta avanti instancabile la sua offensiva contro la Scienza. Anche oggi, all’Angelus, ha ripreso i temi della sua seconda enciclica, la “Spe Slavi”:

 

“Lo sviluppo della scienza moderna ha confinato sempre più la fede e la speranza nella sfera privata e individuale”. Benedetto XVI è tornato stamani sui temi dell’enciclica Spe salvi nel discorso che ha preceduto l’Angelus. Secondo il Pontefice “oggi appare in modo evidente, e talvolta drammatico, che l’uomo e il mondo hanno bisogno di Dio, del vero Dio, altrimenti restano privi di speranza”.

 

[Da Repubblica di oggi]

 

Visto che Papa Benedetto XVI continua ad accusare la Scienza moderna di vari misfatti, tra i quali quello di saper produrre soltanto delle verità relative e, tutto sommato, poco utili ai fini della maturazione morale dell’uomo, mi permetto di riproporre qui un mio vecchio articolo, già apparso sul sito locale del circolo UAAR di Ferrara.

 

La Verità Scientifica

 

Alcuni giorni fa, parlando con un amico, mi sono sentito ripetere uno dei mantra tradizionali dell’epistemologia:

 

“La scienza fornisce solo verità relative. Il mondo stesso è fatto di verità relative. La ricerca di verità assolute è inutile ed insensata.”

Questo non è vero. Si può facilmente dimostrare che la cosidetta “Scienza” produceVerità assolute e definitive. Questa può sembrare una affermazione molto azzardata ma non lo è.

 

Gran parte delle contestazioni che vengono mosse alla Scienza, infatti, derivano dal fatto che non si sa distinguere tra la conoscenza scientifica vera e propria, il processo che porta ad essa (cioè la Scienza) e l’applicazione delle conoscenze scientifiche all’interno delle varie discipline scientifiche. Nel seguito di questo articolo cerco di fare un po’ di chiarezza su questo punto.

 

La Scienza, la Medicina e la Tecnologia

Molte delle persone che si dichiarano “deluse dalla Scienza”, in realtà non hanno capito cosa è veramente la Scienza e, soprattutto, non hanno capito cosa la Scienza non è. Di conseguenza, dobbiamo mettere subito in chiaro che la Verità Scientifica non ha nulla a che fare con la Medicina, i farmaci e gran parte della nostra tecnologia.

 

La Medicina è una disciplina, cioè è l’insieme di:

  1. Vari tipi di conoscenze teoriche e pratiche che si sono accumulate nel corso degli anni. Non tutte queste conoscenze sono conoscenze scientifiche.

  2. Un vasto insieme di Tecnologie e di Metodologie.

  3. Un vasto “corpus” di opinioni, ipotesi, teorie e discussioni che riguardano fenomeni osservabili e, molto più raramente, esperimenti scientifici.

 

La Medicina è liberissima di sbagliare quando vuole. I suoi errori non hanno nulla a che fare con le verità scientifiche che la medicina utilizza al suo interno. Esamineremo meglio questo punto nel seguito.

 

La Tecnologia è l’applicazione pratica delle nostre conoscenze scientifiche. Quando funziona, la Tecnologia dimostra che la conoscenza scientifica sulla quale si basa è vera. Quando sbaglia, dimostra solo che c’è stato qualche problema nella progettazione o nella ingegnerizzazione del prodotto. Anche di questo parleremo più a fondo nel seguito.

 

I farmaci sono un prodotto industriale e tecnologico. Il fatto che funzionino o meno ha poco a che fare con la conoscenza scientifica sottostante, tant’è vero che normalmente non si sa come essi funzionino. Si sa solo che funzionano.

 

Chiarito questo, possiamo tornare a parlare di Scienza.

 

Modelli, Esperimenti e Metodi

La Scienza è composta da tre elementi:

  1. Un particolare modo di lavorare, basato sul più acceso scetticismo, il cosidetto “metodo galileiano”.

  2. Un insieme di modelli teorici del mondo e dei suoi fenomeni (le cosiddette “teorie”).

  3. Un insieme di esperimenti o di osservazioni che servono per convalidare i modelli ed ancorarli alla realtà.

 

Funziona più o meno così:

  1. Qualcuno osserva un fenomeno od esamina un problema e ne coglie un aspetto interessante. Di solito si tratta di qualcosa di già noto e l’osservazione riguarda qualche incongruenza fastidiosa in un modello già esistente.

  2. L’osservatore crea un modello del fenomeno e tenta di darne una spiegazione. In altri termini, mette a punto una teoria. Questa teoria DEVE categoricamente essere in grado di fare delle previsioni sul comportamento del sistema in esame. Queste previsioni DEVONO obbligatoriamente esporre la teoria al rischio di una confutazione.

  3. L’osservatore od un suo epigono concepiscono un esperimento e lo eseguono. Se l’esperimento confuta la teoria, si butta via la teoria. Se l’esperimento dimostra che la teoria funziona, si tiene la teoria e la sottopone ad altre verifiche.

  4. Non è finita: il team di ricercatori originali descrive l’esperimento e la teoria nei minimi dettagli e chiede ad altri ricercatori di eseguire nuovamente l’esperimento e di confrontarlo con la teoria. Solo se l’esperimento risulta replicabile da altre persone, e continua a verificare la teoria, la teoria viene considerata scientificamente vera.

 

La Verità Scientifica che si ottiene in questo modo, e non in altri modi, è assoluta.

 

La Verità Scientifica è inconfutabile semplicemente perchè è inconfutata e non può più essere confutata se non cambiando le condizioni al suo contorno.

 

La Fisica dei Quanti, per quanto possa essere anti-intuitiva, è una Verità Scientifica Inconfutabile semplicemente perchè sono almeno 50 anni che migliaia di ricercatori, competenti, attrezzati e scettici, tentano di confutarla senza riuscirci. A meno di sconvolgimenti imprevedibili nella trama stessa del nostro universo, i ricercatori che vivranno in futuro non saranno più fortunati dei loro predecessori. Al massimo, potranno aggiungere informazione a quella esistente e porre le basi per teorie più ampie e profonde. La Fisica dei quanti è qui per restare, come è successo ad altre teorie.

 

Gli scienziati della NASA, continuano ad utilizzare ancora oggi le leggi sul moto dei corpi di Galileo e Newton per mandare le loro sonde in giro per la galassia, nonostante l’avvento della Relatività di Einsten e della Fisica dei Quanti. Si limitano ad utilizzare la Relatività nei rari casi in cui la situazione lo impone (masse o velocità molto elevate). La Meccanica Newtoniana resta valida anche dopo che è apparsa una teoria più ampia, la Teoria della Relatività.

 

Se un esperimento dimostra che un fenomeno si verifica in un certo modo oggi, e questo esperimento può essere replicato da persone diverse, allora questo esperimento continuerà a verificarsi immutato in futuro. Cioè che è vero oggi, non può essere falso domani.

 

Se un esperimento dimostra che un fenomeno si verifica in un certo modo qui, e questo esperimento può essere replicato da persone diverse, allora questo esperimento continuerà a verificarsi immutato altrove, a patto che le condizioni siano tali da non mettere in discussione le leggi fisiche che lo regolano. Ciò che è vero qui, lo sarà dovunque nel nostro universo.

 

Se un esperimento dimostra che un fenomeno si verifica in un certo modo per noi, e questo esperimento può essere replicato da persone diverse, allora questo esperimento continuerà a verificarsi immutato per chiunque altro, indipendentemente da cosa egli ne pensi. Ciò che è vero per noi, lo è per chiunque.

 

Quest’ultimo punto segna in modo drammatico la differenza tra Fede e Scienza: la Scienza continua ad esistere, ed a funzionare, anche quando si smette di crederci. Per questo un Fedele può benissimo essere un ottimo scienziato: ciò che lui pensa della Scienza è irrilevante. Il “Sistema Scienza” è in grado di difendersi dai suoi errori e dalle sue truffe come da quelli di chiunque altro.

 

Verità Relative e Consenso

Per l’Uomo della Strada, che non ha accesso ai laboratori di ricerca e non ha le conoscenze necessarie per farne uso, la Verità si riduce invece ad una banalissima questione di consenso: se la maggior parte della gente è convinta di una certa cosa, quella cosa probabilmente è vera. Se la maggior parte della gente è convinta che l’agopuntura funzioni, allora probabilmente funziona.

 

Questo vale anche se il “panel di esperti” che viene interrogato non è più composto da persone qualunque ma da scienziati. Se la maggior parte degli scienziati è convinta che esistano i Buchi Neri, allora probabilmente esistono.

 

Dal punto di vista dell’uomo della strada, la conoscenza scientifica è indistinguibile dalle opinioni, più o meno fondate, che vengono espresse da moltissime figure professionali, più o meno autorevoli, che incontra nella vita quotidiana.

 

Per l’uomo della strada, l’unica differenza tra uno scienziato ed un cartomante consiste nel fatto che lo scienziato è più povero.

 

Questo però, è un fenomeno sociologico che non cambia le carte in tavola. La fisica dei quanti, per quanto sconcertante ed anti-intuitiva, è stata dimostrata vera in migliaia di occasioni e viene dimostrata vera in ogni momento da molti strumenti che usiamo quotidianamente, non importa cosa ne pensi la maggioranza della popolazione. Se anche il 99.99999% della popolazione fosse convinta che l’interferenza ottica funziona in modo diverso da quello previsto dalla fisica, questo 99.99999% della popolazione avrebbe semplicemente ed irrimediabilmente torto.

 

San Tommaso

Come avrete capito, l’attendibilità delle affermazioni e dell’intero processo dipende essenzialmente dalla presenza di uno Scettico Patologico che pretende di sottoporre a verifica ogni minimo dettaglio di un esperimento e della teoria ad esso collegata.

 

La forza delle affermazioni scientifiche deriva solo dall’essere sopravvissute ad una infinità di critiche, anche molto aspre, nel corso degli anni.

 

La Scienza non chiede affatto si suoi sostenitori di “credere” in essa. Anzi: chiede ai suoi sostenitori di tentare in tutti i modi di sbugiardarla pubblicamente. Da queste sfide, e dalle relative vittorie, trae la sua forza.

 

Deliverables e Processes

A questo punto, possiamo fare una analisi un po’ più approfondita del “Sistema Scienza”. Quando si affronta un problema di ingegneria aziendale (implementazione dei processi produttivi o gestionali dell’azienda) si è soliti suddividere gli oggetti di cui ci si occupa in due grandi categorie logiche: deliverables e processes.

 

Il deliverable (“consegnabile”) è ciò che deve essere consegnato al richiedente al termine del processo produttivo. Può essere un documento, creato da un processo gestinale, od un aeroplano, creato da un processo produttivo industriale. Il processo (“process”, in inglese) è ciò che produce il deliverables.

 

Dal punto di vista della qualità, deliverables e processes sono correlati ma indipendenti. Succede spesso che una azienda disorganizzata ed inefficiente riesca a produrre ottimi prodotti (“Van Gogh Effect”) o, viceversa, che una azienda altamente organizzata ed efficiente riesca a produrre solo rifiuti (questo effetto è noto, tra di noi, come “Olivetti Effect”, in memoria del mitico computer Olivetti M20 degli anni ’80).

 

La Scienza è un “process” che produce un tipo particolare di “deliverables”: informazioni attendibili (cioè conoscenza oggettiva).

 

Gran parte delle critiche correnti alla validità ed alla attendibilità della nostra conoscenza scientifica derivano da una mancanza di comprensione di questa prima suddivisione di ruoli.

 

Il “Sistema Scienza” (il “process”) è un processo come tutti gli altri. Come tale, è caratterizzato da egoismi, meschinità, errori, tentativi di truffa, mode, manager invadenti, baroni e via dicendo. Nondimeno, il “Prodotto Scienza” (il “deliverable”) può vantare un livello qualitativo estremamente elevato grazie alla natura particolare dei test che vengono effettuati prima, durante e dopo la consegna.

 

Una Lezione dalla Crittografia

Per capire come sia possibile avere un prodotto altamente affidabile anche in presenza di un processo produttivo altamente inaffidabile, bisogna guardare alla crittografia.

 

In crittografia, vige il famoso “Principio di Kerckhoffs”. Questo principio stabilisce che la robustezza di un sistema crittografica deve dipendere solo dalla robustezza delle chiavi. La robustezza del sistema non deve dipendere dalla qualità della sua implementazione o dal fatto che il nemico conosca o meno il sistema.

 

Il “Sistema Scienza” è implementato proprio in questo modo: è fatto in modo tale che la qualità dei suoi risultati dipenda solo dalla loro dimostrabilità. Non importa come si arrivi al deliverable. I criteri di “consegnabilità” del deliverable sono definiti in modo tale che il deliverable stesso debba essere affidabile per poter essere consegnato.

 

In particolare, l’unica cosa che conta è che le affermazioni (i deliverables) riescano a sopravvivere a tutti i tentativi di confutazione.

 

Di conseguenza, è irrilevante quanti errori, truffe e meschinità ci possono essere a monte. Una verità scientifica è assoluta indipendentemente dal modo in cui ci si è arrivati.

 

La Scienza, gli Esperimenti e le Osservazioni

Per capire in cosa consista questa caratteristica magica dei deliverables della Scienza, bisogna parlare di Esperimenti e Osservazioni.

 

Esperimenti ed Osservazioni svolgono due funzioni:

  1. Permettono di determinare se una affermazione è vera o falsa.

  2. Permettono di ancorare una Teoria (che sia già internamente coerente) alla Realtà.

 

Esperimenti ed Osservazioni sono (quasi) equivalenti. Si può organizzare un esperimento ad hoc per sottoporre a collaudo una certa teoria o, in altri casi, si può osservare un fenomeno esistente allo stesso scopo. La natura mette spesso a disposizione esperimenti bell’e pronti.

 

La differenza fondamentale tra osservazioni ed esperimenti è che nel caso degli esperimenti si possono eliminare tutte le fonti di equivoco e di disturbo attraverso una attenza progettazione dell’esperimento stesso. Nel caso delle osservazioni, spesso non è possibile trovare un “caso puro” in natura, privo di disturbi ed interferenze di vario tipo, e quindi resta un certo spazio alla interpretazione.

 

Esperimenti ed Osservazioni sono gli strumenti di cui dispone il nostro Scettico Patologico per svolgere il suo lavoro di demolitore.

 

Non sono ammessi altri strumenti. Qualunque affermazione a carico di una Teoria, deve essere dimostrata esattamente nello stesso modo delle affermazioni che vengono fatte a suo sostegno. Solo ciò che può essere dimostrato con un esperimento od una osservazione è accettabile.

 

A questo punto dovrebbe essere chiaro che gli esperimenti non dovrebbero essere intesi come strumenti per sostenere una tesi. In realtà sono soprattutto gli strumenti che servono per mettere alla prova una tesi. La “sostengono” solo nella misura in cui falliscono nel tentativo di confutarla.

 

Ripetibilità

In tutti i casi, un esperimento, preso singolarmente, non dimostra nulla. Potrebbe benissimo essere il frutto di un errore o di una truffa. Per avere un minimo di valore, questo esperimento deve poter essere ripetuto da un altro gruppo di persone. Di conseguenza, chiunque deve poter ripetere l’esperimento e verificare di persona come stanno le cose.

 

La ripetibilità non significa quindi che lo stesso esperimento deve poter essere ripetuto dalla stessa persona ogni qual volta gli viene chiesto di farlo. L’esperimento deve poter essere replicato da un’altra persona, magari in modo diverso.

 

La ripetibilità serve, come abbiamo detto, ad eliminare la possibilità di un errore o di una truffa messa in atto dal team di ricercatori che sostiene una teoria. Per questo un esperimento deve poter essere riprodotto da altri.

 

Asserzioni falsificabili e Dimostrazioni

A questo punto, dovrebbe essere chiaro che c’è una ragione precisa per cui una teoria deve essere in grado di fare delle previsioni e queste previsioni devono essere soggette al rischio di falsificazione.

 

Se io dico “Dio esiste”, non c’è modo di dimostrare il contrario. Di conseguenza, questa affermazione non è in grado di “fare la differenza” e di dividere il mondo in due parti: qualcosa di vero da una parte e qualcosa di falso dall’altra. Lascia letteralmente “il tempo che trova”.

 

Una teoria che asserisce “un singolo fotone, passando attraverso due fenditure, darà origine ad una figura di diffrazione, proprio come se fosse un’onda” è una teoria che si espone moltissimo al rischio di venire falsificata. Basta un esperimento che si dimostri ripetibile e che non fornisca i risultati attesi e la teoria dovrà nessere buttata via. Se però la teoria regge all’impatto con la realtà e le critiche, allora questa teoria farà la differenza: da una parte delle affermazioni vere e dall’altra delle affermazioni false.

 

Per questo, come sostiene Karl Popper nel suo libro “La logica della scoperta scientifica”, ciò che conta non è che una teoria sia confermata da un esperimento. Ciò che conta davvero è che una teoria possa essere falsificata e che, nonostante questo, non venga falsificata.

 

Ipotesi e Teorie

Una parte dei fisici moderni è convinta che noi tutti viviamo in uno degli infiniti “universi paralleli” che compongono il nostro multiverso. Se questo è vero, molte nostre preoccupazioni terrene non hanno molto senso. Ogni volta che prendiamo la decisione sbagliata in questo universo, un nostro sosia prende quella giusta in infiniti altri.

 

Dobbiamo credere a questi scienziati? Non dobbiamo credere loro? Su che basi possiamo decidere?

 

Francamente, non c’è una ragione razionale per prendere una posizione o l’altra. Gli scienziati che sostengono questa tesi non sono in grado di dimostrarla e non sono nemmeno in grado di proporre un esperimento che permetta di farlo. L’ipotesi del multiverso, come molte teorie della fisica moderna, è “non falsificabile” esattamente quanto lo è l’asserzione “Dio esiste”.

 

Semplicemente, questa parte della Scienza non è più Scienza Sperimentale. Siamo di fronte a pure Ipotesi.

 

Scienza come Fede?

Allora, alla fine dei nostri discorsi, la Scienza diventa uguale alla fede? Non c’è più modo di distinguere l’una dall’altra? Diventa tutto vero e tutto falso nello stesso modo? Dio esiste almeno quanto il multiverso?

 

No. Il vostro telefono cellulare continua a funzionare. Il vostro antibiotico continua a salvarvi la pelle quando c’è bisogno. Le vostre lenti a contatto continuano a farvi leggere il giornale.

 

E Dio continua a non rispondere alle vostre chiamate.

 

La differenza tra Fede e Scienza resta facilmente tangibile. La Scienza continua a funzionare, a servirvi ed a dare risposte utili e verificabili alle vostre domande.

 

Settori come la cosmologia e la fisica delle alte energie pongono l’uomo, e lo scienziato, di fronte alla struttura profonda del nostro universo. Grazie alle loro teorie guardiamo in un abisso che dà le vertigini. Non è detto che questo abisso sia sondabile e non è detto che la nostra mente disponga delle risorse necessarie.

 

Gli scienziati sono ben consapevoli della differenza che esiste tra una spiegazione dimostrabile di un fenomeno sperimentale e queste situazioni limite. Alle prime hanno dato il nome di “Teoria” ed alle seconde il nome di “Ipotesi”.

 

Una Teoria è l’impianto logico che è in grado di spiegare un esperimento e di prevederne i risultati. Si tratta quindi di qualcosa di molto concreto e di molto utile, anche a livello tecnologico e quotidiano. La Meccanica Newtoniana è una Teoria. L’evoluzione è una Teoria. Il fatto che il sole si alzerà domattina è una Teoria.

 

Una Ipotesi è un modello che tenta di spiegare o di prevedere un fenomeno ma che non è ancora stato sottoposto a verifica sperimentale e che forse non potrà mai esserlo. La cosidetta “Teoria delle Stringhe” è, in realtà, una ipotesi (almeno finchè non riuscirà a produrre previsioni verificabili). Il famoso “Simulation Argument” è una ipotesi.

 

Basare la propria valutazione della Scienza sulle robustezza delle sue ipotesi più estreme e meno verificabili è decisamente fuorviante. La Scienza è prima di tutto Scienza Sperimentale. La fase di esplorazione teorica è un’altra cosa. Tra la conoscenza scientifica propriamente detta e la fase di ricerca teorica c’è lo stesso rapporto che esiste tra un prototipo ed un modello di produzione.

 

Logica e Matematica

Una teoria scientifica, prima ancora di essere dimostrata vera, deve essere coerente. In altri termini, non deve contenere contraddizioni.

 

La coerenza, in sé, non significa che la teoria sia vera. Significa solo che non contiene contraddizioni. Una teoria può essere dimostrata vera solo quando un esperimento permette di ancorarla alla nostra Realtà. Tuttavia, una teoria che contiene delle contraddizioni è già sconfitta in partenza e non verrà presa seriamente in esame da nessuno.

 

La coerenza interna di una teoria può essere di tipo matematico o di tipo logico. La fisica dei quanti può vantare una sua notevole coerenza matematica interna, talmente robusta da indurre gli scienziati a farla valere più del proprio buon senso ancora prima che questa teoria venisse sostenuta da esperimenti. Le teorie di Freud e di molti altri scienziati del settore umanistico possono vantare una notevole coerenza logica, al punto tale che molti scienziati (ma non tutti) considerano queste teorie dimostrate anche in assenza di veri e propri esperimenti.

 

La coerenza interna di una teoria ha una conseguenza importantissima: lega tra loro in modo indissolubile aspetti diversi della stessa teoria. Di conseguenza, una volta dimostrato che è vero uno di questi aspetti, si può affermare, senza timore di smentita, che sono veri anche tutti quelli che dipendono da esso. Se il numero di elementi che sono stati dimostrati è sufficiente a coprire tutti gli aspetti della teoria, si può affermare che la teoria nel suo complesso è vera.

 

Il grado di attendibilità di una Teoria

Da questo discende il concetto di Grado di Attendibilità di una Teoria. Una teoria complessa, come la Fisica dei Quanti, che è in grado di fornire materiale per decine di previsioni diverse e per decine di esperimenti, può richiedere decenni per essere confermata nel suo complesso.

 

Mano a mano che vengono confermati i vari aspetti della teoria, eseguendo gli esperimenti opportuni, si accumula informazione e la teoria nel suo complesso guadagna di credibilità.

 

Si noti che ciò che si dimostra con i singoli esperimenti, resta vero anche se, ad un certo punto, la teoria nel suo complesso dovesse dimostrarsi insostenibile. Ogni singolo esperimento, una volta eseguito e reso ripetibile, dimostra una verità assoluta ed inconfutabile di cui qualunque altra teoria dovrà tenere conto.

 

Il Metodo Galileiano

Ciò che lega indossolubilmente i deliverables (Teorie e Dati) al process (Ipotesi, Esperimenti ed Osservazioni) è il cosidetto “Metodo Galileiano.

 

Si può descrivere il Metodo Galileiano in molti modi. Uno di questi lo abbiamo usato all’inizio di questo documento. Tuttavia, il Metodo Galileiano si può riassumere in una sola frase:

 

“Dubitare di tutto.”

 

Si tratta di non dare mai nulla per acquisito o per scontato. Si tratta di sottoporre qualunque affermazione a verifica. Si tratta di mettere in atto l’atteggiamento mentale esattamemte opposto alla Fede: lo scetticismo più acceso.

 

Per questo Scienza e Fede sono, sono sempre stati, e resteranno sempre inconciliabili.

 

Lo spazio dell’interpretazione

Mano a mano che ci si allontana dal mondo asettico ed ultracontrollato della Fisica per avvicinarsi a quello caotico, cangiante ed incontrollabile delle Scienze della Vita, aumento lo spazio che gli esperimenti lasciano alla interpretazione.

 

Allora, superata la barriera che divide – diciamo – la chimica dalla biologia dobbiamo rassegnarci ad avere solo opinioni?

 

No. Il “Sistema Scienza” nel suo complesso impone che vengano rispettate alcune condizioni di base nella formulazione di ipotesi e di teorie:

  1. Una ipotesi deve comunque tenere conto dei risultati degli esperimenti e delle osservazioni disponibili.

  2. Una ipotesi deve comunque essere coerente.

  3. Una ipotesi deve essere falsificabile/dimostrabile con un esperimento

 

Questo vuol dire che, anche in assenza di esperimenti diretti, è comunque possibile ottenere delle informazioni affidabili. Le condizioni a cui si verifica questa situazione sono facilmente esplicitabili:

  1. Deve esistere una Teoria (un Modello) del fenomeno che sia logicamente coerente.

  2. Almeno uno dei punti della Teoria che sono logicamente correlati con l’aspetto che ci interessa deve essere stato dimostrato in qualche modo.

 

In assenza di queste condizioni, è comunque possibile ottenere informazioni utili e plausibili, seppur non dimostrabili. Quando si riesce a mettere a punto un modello coerente che rende conto di diversi fenomeni, si può certamente pensare di aver trovato uno strumento utile al lavoro quotidiano di indagine, anche se questo strumento non può avere lo status di Verità Assoluta ed Inconfutabile.

 

Verità e Plausibilità

Questa, in effetti è la differenza sostanziale tra Verità e Plausibilità. Una teoria è vera quando può essere dimostrata con un esperimento. Un teoria è plausibile quando riesce a rendere conto di uno o più fenomeni in modo logicamente coerente.

 

Come abbiamo già detto, una Teoria internamente coerente è come una struttura metallica in cui vari elementi sono vincolati l’uno all’altro. La struttura generale di questo telaio può essere convincente ed utile ma non è detto che sia anche vera. L’intera struttura potrebbe essere sospesa nel nulla, senza alcun vincolo con la realtà.

 

La Scienza fa un vasto uso di ipotesi plausibili nel lavoro di ogni giorno ma ciò che essa consegna all’utente non sono queste ipotesi. Sono la Teorie e le affermazioni che sono sostenute da esperimenti ripetibili.

 

Il Metodo Galileiano in Fisica e nelle Scienze della Vita

I lettori più attenti avranno notato come il processo di produzione di conoscenza scientifica che abbiamo appena descritto (ovvero, “La Scienza”), sembri più adatto al mondo altamente controllabile della Fisica che a quello, sfumato ed imprevedibile, delle Scienze della Vita (Biologia, Medicina, etc.) o delle Scienze Umane (Psicologia, Sociologia, etc.)

 

In realtà, questa sensazione deriva dall’aver confuso tre livelli diversi: il livello dell’Esperimento Scientifico, quello della sua Interpretazione (Teoria o Modello) e quello della sua Applicazione all’interno di una Disciplina o di una Tecnologia.

 

Anche nelle scienze della vita, è possibile realizzare esperimenti scientifici accurati e ripetibili che forniscono Verità Assolute. Si possono anche trarre molte informazioni utili dalle osservazioni. A differenza di quello che avviene nella Fisica, però, nelle scienze della vita è molto difficile mettere a punto un modello matematico dei fenomeni. Questo lascia spazio alle interpretazioni ed alle opinioni. In questo punto si annida tutta l’incertezza tipica di questo ambiente. Le Verità Scientifiche che vengono dimostrare dagli esperimenti restano assolute. Ciò che è relativo, è il modello che si usa di volta in volta per spiegarle.

 

Tutto da buttare allora?

 

No. Disponiamo ugualmente di un grande patrimonio di informazioni scientificamente vere che è in continua e rapida crescita. Possiamo dire con certezza che l’antibiotico X distrugge i batteri Y. Questa è una Verità Scientifica ed Assoluta. Una verità molto utile, sia sul piano pratico che teorico. Il database di informazioni di questo tipo cresce a ritmi vertiginosi e giorno dopo giorno ci restituisce un modello del nostro universo che è sempre più fedele al reale.

 

La situazione è molto diversa nel settore delle scienze umane (psicologia e sociologia soprattutto). In questo settore è quasi impossibile effettuare esperimenti controllati ed è molto difficile isolare un fenomeno dall’altro nelle osservazioni. Il risultato è che si lascia ancora più spazio all’interpretazione dei fatti ed alle opinioni degli osservatori.

 

Non c’è quindi nessuna speranza?

 

La speranza c’è, eccome. Sin dagli anni ’50 gli psicologi behaviouristi hanno messo a punto metodi di indagine scientifica del comportamento individuale. Più recentemente, le tecniche di Brain Imaging hanno permesso di risolvere molti dubbi sul cervello e sulla mente. La quantità di conoscenze che stiamo accumulando sta rendendo sempre più fedele il nostro modello della Realtà.

 

Ma soprattutto, eventuali problemi che affliggono una disciplina, non si riflettono sulle conoscenze scientifiche che essa usa. Medicina, Biologia, Psicologia e Sociologia sono discipline. Come tali, contengono e producono grandi quantità di conoscenza scientifica ma restano comunque discipline, esattamente come l’ingegneria e la pittura. Il fatto che una certa affermazione provenga da una di queste discipline non significa automaticamente che sia scientificamente vera. Viceversa, il fatto che queste discipline usino quantità più o meno grandi di conoscenza scientifica non le rende automaticamente scientifiche (ed infallibili).

 

Si possono produrre colori che sono fedeli ad un campione dato con una precisione tale che nemmeno gli strumenti di misura sono in grado di riconoscere un lotto dall’altro. Questo però non vuol dire che il pittore che li usa diventi automaticamente Van Gogh.

 

I grandi produttori ed utenti della conoscenza scientifica: le discipline

Le discipline “scientifiche” sono i grandi utilizzatori della conoscenza scientifica. La usano come base per la loro tecnologia e come strumenti per creare un modello dei loro problemi. In quasi tutti i casi, le discipline scientifiche sono anche i principali produttori di conoscenza scientifica. Usano conoscenza esistente per produrne di nuova.

 

Il ruolo di produttore di conoscenza e quello di consumatore di conoscenza spesso coincidono ma possono essere facilmente tenuti separati sul piano logico.

 

Nel momento in cui una disciplina, come la Biologia, produce conoscenza, deve attenersi alle “regole” che abbiamo descritto, cioè al famoso Metodo Galileiano. Non sta scritto da nessuna parte che lo debba fare. Semplicemente, se non si comporta in questo modo, le sue teorie rischiano di venire confutate dal primo San Tommaso che passa.

 

Nel momento in cui una disciplina utilizza conoscenza, non deve invece attenersi a (quasi) nessuna regola particolare. Ciò che riesce ad ottenere da una certa informazione è comunque sostenuto da una conoscenza dimostrabile. Se si tratta di una tecnologia, la si potrà sviluppare sapendo di poter contare sulle informazioni di partenza. Se si tratta di una nuova conoscenza scientifica, si saprà di poter contare sul materiale di partenza.

 

Ciò che una disciplina fa nel momento in cui utilizza una conoscenza esistente non è in grado di inficiare la validità della conoscenza in questione perchè essa esisteva, ed era stata già dimostrata, prima che la disciplina se ne impossessasse.

 

Il fatto che una disciplina utilizzi un certo ammontare di conoscenza scientifica, di per sé non garantisce affatto che il risultato finale sia altrettanto scientifico (ed infallibile). Questo dipende dal rispetto del metodo Galileiano.

 

La Tecnologia, miracolo quotidiano

La straordinaria forza culturale della conoscenza scientifica consiste nella sua capacità di produrre tecnologia. La tecnologia è l’applicazione pratica (industriale) della nostra conoscenza del mondo.

 

L’uomo della strada può anche non capire nulla delle onde radio ma basta mettergli in mano un telefono cellulare per convincerlo che le onde radio esistono e si comportano esattamente nel modo che noi possiamo descrivere con le nostre formule.

 

Noi tutti, inclusi i più convinti Religiosi, crediamo fermamente nella Scienza semplicemente perchè ne facciamo uso ogni giorno, in ogni momento della giornata, per moltissimi scopi diversi ed in molti modi diversi.

 

Persino il più convinto uomo di Fede, quando sta male, va dal medico e prende gli antibiotici. Non si affida certo alle preghiere per salvare la propria pelle o quella dei propri cari. Si comporta in questo modo perchè sa, per esperienza diretta, che gli antibiotici funzionano. Sulle preghiere, sa di poter avere qualche legittimo dubbio.

 

Una conoscenza che cambia

La conoscenza scientifica cambia. Persino teorie apparentemente consolidate vengono messe in discussione ogni giorno da nuovi esperimenti.

 

Allora, dopo aver tanto penato, ci ritroviamo ancora una volta con una conoscenza evanescente ed inaffidabile?

 

No. La conoscenza scientifica non cambia in modo gratuito, arbitrario ed imprevedibile.

 

La conoscenza che deriva da esperimenti controllati e ripetibili non può più cambiare. L’esperimento di Bohr che dimostra la natura duale, onda/particella, di un fotone facendolo passare attraverso due fenditure, è una conoscenza già confermata da migliaia di esperimenti e non potrà più cambiare, a meno che non cambino le leggi fisiche del nostro universo. Potranno cambiare le sue interpretazioni teoriche ma non il fatto che il fotone si comporta sia da onda che da particella.

 

Anche quando appare una nuova teoria, questa non cancella ciò che c’è stato prima di essa. L’avvento della Relatività generale non ha reso “falsa” la Meccanica Newtoniana. Ne ha solo perfezionato il modello ed esteso il campo di applicazione. La mela di Newton continua a cadere esattamente come ai tempi di Newton. Solo, se dovesse cadere ad una velocità relativistica, ora siamo in grado di calcolarne l’aumento di massa e la sezione d’urto.

 

Il fatto che l’aspartame sia più o meno capace di indurre tumori è invece terreno di discussione per diversi team di ricercatori che si battono a suon di esperimenti. Casi come questi sono tipici del mondo medico/biologico e solo di quello.

 

La ragione è ovvia: nel campo medico/biologico/farmaceutico le nostre reali possibilità di eliminare gli elementi di disturbo da un esperimento sono molto limitate. Non possiamo provare un farmaco su un pezzo di una cellula. La cellula muore se viene fatta a pezzi. Per poter agire su materiale vivo, dobbiamo accettare tutte le interferenze che la complessità di una cellula o di un organismo inevitabilmente comporta. Questo ci impedisce di testare una teoria con un esperimento che sia adeguatamente “purificato” e “focalizzato”. Non si tratta di un limite da poco perchè la vita è un processo attivo: influenza l’esperimento con le sue azioni. Non si limita a stare nei piedi come un sasso inerte.

 

Per questo in campo medico e biologico le certezze non trovano ospitalità.

 

Dobbiamo quindi rassegnarci ad un tipo di conoscenza “non scientifica” in questi settori?

 

No. Medicina e Biologia producono quotidianamente grandi quantità di Verità Scientifica ed Inconfutabile. Solo, non tutto ciò che esse producono può avere queste caratteristiche. Il fatto che sia un Medico od un Biologo a fare una certa asserzione, non la rende automaticamente una Verità Scientifica ed Inconfutabile. Può esserlo o meno. Dipende dai casi.

 

La nostra conoscenza globale del mondo, ed i modelli che usiamo per ragionare su di esso, cambiano quotidianamente, ma i fatti restano.

 

Scienza e Cartomanzia

Per quanto possa sembrare offensivo, la Scienza e la Cartomanzia hanno un elemento in comune: entrambe sono un tentativo di prevedere il futuro. Sia la cartomante che esamina i tarocchi che l’astrofisico che segue la traiettoria di un meteorite cercano sostanzialmente di dare una risposta allo stesso interrogativo: cosa succederà domani?

 

La nostra possibilità di fare previsioni sul futuro dipende dal fatto che il nostro universo sia prevedibile. Non sta scritto da nessuna parte che debba essere tale. L’unica cosa che sappiamo è che finora si è dimostrato tale. Per quanto possa sembrare folle, la Fisica Newtoniana potrebbe davvero cambiare da un momento all’altro. La Gravità potrebbe invertirsi e produrre una specie di immensa esplosione su scala universale. Non possiamo portare a nostra garanzia niente altro che 13 miliardi di anni di osservazioni. Se la Gravità ha continuato ad agire come forza attrattiva per 13 miliardi di anni (l’età dell’universo), allora è probabile (anzi: plausibile) che continuerà a farlo in futuro.

 

Perchè allora dovremmo credere allo Scienziato e non alla Cartomante?

 

Perchè noi possiamo asserire “il meteorite M passerà nel punto X,Y,Z nel momento T” e aspettare di vedere se il meteorite passerà effettivamente da lì al momento prefissato. Noi sappiamo già che, con una probabilità vicina al 100%, le nostre previsioni saranno esatte come lo sono state in passato.

 

La cartomante può asserire “ti sposerai entro l’anno” e sa già che questa affermazione sarà vera solo nella normale quantità statistica dei casi, esattamente come se tirasse in aria una moneta.

 

Il nostro metodo, quello scientifico, ha già dimostrato a lungo che cosa può fare. La cartomante ha già dimostrato a lungo come può fallire. La differenza tra i due tassi di successo non è casuale: è la conseguenza dell’avere o non avere un metodo affidabile per estrarre informazioni attendibili dalla realtà e per costruire teorie affidabili su queste informazioni.

 

Cautela nell’essere cauti

Noi “scientificisti” dovremmo avere maggiore cautela nell’essere cauti. Rifiutandoci di prendere una posizione chiara a favore della Scienza, diamo l’impressione di essere noi, per primi, dubbiosi nei suoi confronti.

 

Essere cauti è necessario. La storia ci ha insegnato che non tutte le conoscenze che utilizziamo possono vantare quelle caratteristiche di Verità assoluta che abbiamo esaminato poc’anzi. Ma non per questo dobbiamo mettere in dubbio l’affidabilità della Scienza nel suo complesso. Piuttosto, dobbiamo imparare a distinguere tra il prodotto finito della Scienza Galileiana, il processo che porta ad esso, con le sue ipotesi, le sue teorie, i suoi esperimenti e le sue diatribe, e la sua applicazione pratica all’interno di una disciplina.

 

Il prodotto finito della Scienza Galileiana è una Verità assoluta. Ciò che porta ad esso è un processo, dominato da componenti umane e sociali, molto simile alla produzione di un’auto. Le discipline che usano questo prodotto finito sono ecosistemi complessi e spesso criticabili. Tuttavia, sono tutti processi indipendenti. Non facciamo l’errore di giudicare l’uno in base ai difetti dell’altro.

 

 

Alessandro Bottoni

alessandro.bottoni@infinito.it

alessandrobottoni@interfree.it

 

 

 

33 commenti

Capitan Spaulding

Il papa ha ragione!
Il mondo ha bisogno di dio.
Sovrappopolazione guerre inquinamento… solo un dio sarebbe capace di rimettere le cose a posto, ma purtroppo NON ESISTE.

E non è certo colpa di noi atei.

Sarebbe il caso che anche gli altri si rendessero conto che bisogna cavarsela da soli.

Fare finta che ci sia non è di aiuto.

giuseppe

“Piuttosto, dobbiamo imparare a distinguere tra il prodotto finito della Scienza Galileiana, il processo che porta ad esso, con le sue ipotesi, le sue teorie, i suoi esperimenti e le sue diatribe, e la sua applicazione pratica all’interno di una disciplina.”Come non essere in accordo con lei?
“Si tratta di mettere in atto l’atteggiamento mentale esattamemte opposto alla Fede: lo scetticismo più acceso”:l’unico dubbio mi sorge su questo punto.
Come lo scettico non può essere tale anche verso se stesso? E poi, Si può vivere una vita dubitando di tutto? Persino nelle relazioni umane più semplici?

Marco

Mettere in dubbio la scienza è la cosa più stupida del mondo. Il papa, con le sue (banali) parole, si domostra molto stupido. Viva l’ateismo!

strangerinworld

il papa oltre a dimostrarsi poco intelligente (la sua enciclica è oltretutto assai povera anche teologicamente, segno di un ripetersi stanco tipico di certi vegliardi) offende non solo credenti ed atei ma tutto il genere umano che dalla scienza è stato trasportato da uno stato di istintività quasi animalesca (non parlo dell’uomo preistorico, ma del periodo che va dal concilio di Nicea a Galilei) a ciò che , bene o male , è oggi

in ogni caso ciò che dice viene ascoltato, poco, in Italia e martellato in TV e su alcuni giornali ma purtroppo condiziona la vita politica, sociale ed economica di questo paese per 3/4 composto da pecore e buoi

nella quasi totalità del resto del mondo se ne fregano altamente di questo vecchio poco saggio sulla via del tramonto e bisognoso di inventarsi una fede per non disperarsi

Dino Licci

Qualche giorno fa , a proposito dell’omeopatia, espressi concetti molto vicini a quelli di Alessandro Bottoni stigmatizzando l’essenza del pensiero scientifico da Aristotele a Popper . Oggi però siamo nell’era del PRAGMATISMO ESISTENZALE laddove la causalità ed il determinismo cadono sotto i colpi della logica moderna. Oggi lo scienziato moderno è in grado di asserire che negli universi infiniti che ci sovrastano, non esiste neanche uno spazio, un etere dove gli astri galleggino come non esiste neanche un tempo assoluto, essendo esso,il tempo, solo l’espressione del nostro modo di ordinare gli avvenimenti da un certo punto di osservazione. Insomma spazio e tempo in senso assoluto non esistono. Non esiste un punto di riferimento, un “locus” che ci faccia orientare , un “primo motore da cui parta il tutto, ma negli spazi infiniti tutto è relativo , relativo al suo punto di riferimento, relativo alla velocità con cui una cosa si muove. Non soltanto cade la visione del mondo sublunare di Aristotele che la Chiesa aveva preso come esempio e che Dante ci descrive nella sua Divina Commedia , non soltanto cade la teoria di Tolomeo che voleva il sole girasse intorno alla terra,non soltanto cade il concetto delle stelle fisse che sono solo un fenomeno di parallasse, ma cade qualsiasi assioma o postulato e scienza e fede e filosofia sembrano accomunarsi in un unico destino desolante e affliggente se non si accetta di essere forme di passaggio, speranzose di avere domani dei recettori sensoriali capaci di capire ciò che oggi è incomprensibile. Perfino la materia apparentemente inerte perde le sue prerogative, perché la famosa equazione di Einstein dimostra come essa sia convertibile in energia e viceversa e quello che più impressiona di questa strabiliante scoperta, è l’inquietante realtà di un mondo che ci appare nebuloso ed inconsistente come un fiocco di neve che si scioglie al tatto di un cieco che volesse studiarne la forma toccandolo con le sue dita troppo calde per la bisogna. I fenomeni a noi noti, la nascita della vita, l’evoluzione delle specie, la fisica classica, le credenze e le tradizioni perdono di significato ovvero ne acquistano un altro, forse più vero , certo più desolante. Non si hanno più punti di riferimento, tutto è sospeso, vuoto, inconsistente. Forse per questo l’irrazionale e l’esoterico si stanno imponendo nella società odierna , forse sono un espediente inconscio , l’inconsapevole tentativo di rifuggire dalla realtà, da quella realtà delle enormi distese siderali laddove il tempo e lo spazio perdono di significato e diventano sensazioni astratte e soggettive come l’odorato, l’olfatto o la vista. L’uomo sapiens sapiens sembra rimanere schiacciato dalle sue stesse scoperte, annichilito e sgomento, sospeso in un mondo immenso dove tutto gira, gira inesorabilmente, facendolo apparire così piccolo e insignificante e vuoto! Il principio d’indeterminazione di Heisemberg, la casualità che prende il posto della causalità indispettiscono lo stesso Einstein e Nietzsche griderà “Dio è morto”, è morto ucciso dalla ragione, annichilito dalla conoscenza, e con Dio muore lo scopo, il fine ultimo cui l’uomo sottende. Se non c’è Dio, tutto perde di significato e l’uomo rimane davvero solo, diviene quel contenitore ipotizzato da Dawkins dove il gene si annida per perpetuare se stesso sfruttando la capacità di adattamento all’ambiente del suo intelligente ospite . Se Dio c’è , Egli non è certo il dio biblico fatto ad immagine e somiglianza di quel mondo sublunare vagheggiato ai primordi della cultura e che oggi ci fa sorridere. Se c’è , nessuno finora ha saputo dimostrarlo scientemente. Se davvero c’è, nessuno sa Chi sia e dove sia e perché abbia creato il mondo. Nessuno,nessuno ha alcuna possibilità di conoscenza certa in questo campo: neppure il papa con tutta la sua sicumera.

Elettra

Perchè se esistesse un” locus” vi andremmo sia pure con il pensiero ,quale nostro riparo,fosse esso una regione dell’universo o altro diverso asilo per le nostre menti indagatrici. E se tutto è relativo non per questo è disperante:ci soccorre l’equilibrio di esseri evoluti e pensanti.L’esistenza di Dio,l’Assoluto,non è dimostrabile.Ci si può fermare al “non so”, “non conosco” ma fermi sempre nella convinzione che la più fine teologia di questo mondo non sarà mai in grado di dimostrarne l’esistenza.
Non pretendete poi che i Papi non facciano i Papi…anche se sono tenuti come tutti al rispetto dell’intelligenza altrui.

zorn

Bellissima disamina sulla scienza ma per loro ahimé totalmente incomprensibile (per esperienza si perde tempo a tentare di spiegarglielo).

BX

L’amico di Bottoni – ricorrendo ad uno dei ‘mantra tradizionali dell’epistemologia’ – diceva:
“La scienza fornisce solo verità relative. Il mondo stesso è fatto di verità relative. La ricerca di verità assoluta è inutile e insensata”.
Non ho molta dimestichezza con i mantra, ma immagino cosa intendesse Bottoni (tradotto alla buona: luogo comune?) Ho poi provato a leggere il lungo saggio, ma, lo ammetto, mi sono perso. Allora sono tornato al mantra.
Anch’io lo ritengo, se non proprio un luogo comune, un concetto da rivedere… ma non credo, per quel poco che ho capito, per le stesse ragioni di Bottoni. Anche se…
Cosa sostengo? La scienza fornisce verità relative perché va alla ricerca di verità assolute. Se non cercasse l’assoluto, non troverebbe il relativo. Quindi la ricerca della verità assoluta, non solo non è inutile, ma indispensabile per trovare poi quelle verità relative che sono le uniche che servono. In questo si avvicina alle cosiddette verità di fede e nello stesso tempo se ne allontana: se ne avvicina perchè cerca l’assoluto (o l’Oggettività, sono sinonimi); se ne allontana perchè le verità della fede non servono a niente (e per questo sono già pericolose per se stesse), mentre quelle della scienza sono le uniche possibili.
Il pericolo vero si prospetta quando la scienza non si rende conto di questa comune origine e proprio per questo ne rimane prigioniera.
Questa tesi, qui messa giù in modo spericolato, ho cercato di argomentarla nel par: XI (“Religione e scienza come possibili avversari-alleati” nel sito http://www.ateismodaripensare.it al punto ‘Esperienza ragionata n.2″

simone

@Dino Licci
veramente bello il tuo commento, pervaso però da un esagerato nichilismo…
per Nietsche, la morte di Dio, è un motivo per iniziare un esistenza nuova dell’uomo…di un uomo capace appunto di sopportare l’idea dell’insensatezza della vita umana, capace di trovare in se stesso il senso ultimo della propria esistenza.
L’immensità degli infiniti spazi siderali e la limitatezza e l’inconsistenza della nostra coscenza, devono essere uno stimolo per restituire la propria esistenza alla terra, ma questo non deve essere vissuto con rassegnazione ma con una gioia ancora più grande di quella che può dare una qualsiasi religione, perchè reale e non basata sull’illusione.
Purtroppo sono troppi gli uomini che sono felici nell’attesa di una felicità ideale, come la donzelletta del sabato del villaggio, gioiosa nell’attesa del giorno di festa.Mai, però, la festa è come ce la si aspetta. Questo si otterrà affidandosi alla religione.

J.C. Denton

Io personalmente non condivido l’articolo. La Scienza non può produrre verità assolute. Le verità della Scienza possono essere confutate, le uniche verità certe, inconfutabili e a prova di bomba sono le verità matematiche. La teoria dei quanti, confermata sperimentalmente, è molto probabilmente vera, ma non si può escludere che un domani sia confutata, o si scopra che i fenomeni quantistici sono solo l’apparenza esteriore di tutt’altro fenomeno. La Fisica Newtoniana, tecnicamente, è sbagliata, perché è superata, ed è infatti valida come approssimazione, e solo qui sulla Terra. Un esperimento può essere riprodotto 100 volte e dare sempre lo stesso risultato e darne uno diverso alla 101esima. Popper sostiene che la Scienza è tale in virtù della sua falsificabilità. E infatti la Scienza è falsificabile. Se la Scienza producesse verità assolute e universali non sarebbe diversa dalla religione, e questa confusione, devo dire, mi lascia perplesso.

Bad Actor

Banalmente, la confusione di piani che si cerca di rischiarare viene invece sfrutttata per esigenze retoriche. Tirare poi Popper per la giacca quando serve, ridurre l’epistemologia tutta ad un mantra di comodo..beh. Che l’ateismo soffra in fondo della stessa forma mentis della religione non credo fosse in dubbio. Necessario sarebbe, se davvero si fosse intenzionati ad una qualche forma di conciliazione (di qualunque tipo, su qualunque piano), evitare di parlare da torri d’avorio, regolarmente con la soluzione in tasca, accanto alle medicine, al cellulare, al santino di Pietralcina.

Saluti

Alessandro Bottoni

BX:
“La scienza fornisce verità relative perché va alla ricerca di verità assolute. Se non cercasse l’assoluto, non troverebbe il relativo.”

No: la Scienza fornisce verità assolute, cioè affermazioni che sono state dimostrate essere un modello fedele della realtà e che non potranno mai essere dimostrate false in futuro od in un altro luogo (a meno di uno sconvolgimento delle leggi fondamentali del nostro universo).

Il modello potrà essere ampliato, come è successo alla fisica classica di Newton quando è stata estesa dal modello relativistico di Einstein, ma non può più essere falsificato. Ciò che è stato dimostrato vero qui ed ora, continua e restare vero in un altro posto ed in un altro tempo (nei limiti di applicabilità del modello, ovviamente). La fisica classica (Galileo/Newton) non smette di esistere a masse e evelocità relativistiche (Einstein). Sono i suoi effetti che diventano meno rilevanti e meno visibili di quelli relativistici i queste condizioni.

Sarebbe opportuno che gli “scientificisti” come noi riuscissero a capire queste differenze, che non sono poi così sottili e sfuggenti, e la smettessero di farsi trascinare in questo turbine di “relativismo scientifico” da persone che sono interessate solamente a ridurre la Scienza ad un banale insieme di ricette e di strumenti da meccanico.

Gianluca Fagioli

Un giorno che ad un pio cattolico verrà diagnosticato un cancro che farà lo stesso? Va a raccomandare l’anima a Dio o si affida ad uno stimato medico che ha alle spalle “milioni di ore” di ricerca e di studio? Mediti il papa che dio non ha mai guarito nessuno, la scienza si! Nessuno mi venga a dire dei miracoli…. non c’è niente di più miracoloso del vaccino contro il vaiolo scoperto nel XVIII secolo.

Alessandro Bottoni

J.C. Denton scrive:

“La Scienza non può produrre verità assolute. Le verità della Scienza possono essere confutate, le uniche verità certe, inconfutabili e a prova di bomba sono le verità matematiche.”

Vedi mio commento precedente.

“La teoria dei quanti, confermata sperimentalmente, è molto probabilmente vera, ma non si può escludere che un domani sia confutata”

Ed invece si può escludere, ed è stato escluso, che domani venga confutata. La teoria dei quanti è stata dimostrata fedele alla realtà (“vera”) per un ambito di applicabilità che comprende tutto il nostro universo. In altri termini, sappiamo (per certo) che è valida qui come altrove, ora come sempre e che non potrà essere confutata.

Esistono due situazioni in cui sappiamo già che la fisica che noi conosciamo non è applicabile, perchè le forze in gioco cambiano le regole stesse del gioco: i buchi neri ed i momenti molto vicini, coincidenti o precedenti al Big Bang. Queste situazioni si trovano al di fuori del campo di applicabilità delle nostre teorie e non le mettono affatto in discussione. La teoria stessa li prevede.

“o si scopra che i fenomeni quantistici sono solo l’apparenza esteriore di tutt’altro fenomeno.”

Questo è già successo (Teoria delle Stringhe). In questo caso, il modello esistente viene ampliato, non confutato. E’ del tutto legittimo mettere a punto un nuovo modello per esaminare situazioni che il modello esistente non è in grado di spiegare. Non per questo il modello esistente smette di funzionare. Come ho già detto, la traiettoria dei satelliti viene tuttora calcolata con gli stessi metodi usati da Galileo.

“La Fisica Newtoniana, tecnicamente, è sbagliata, perché è superata, ed è infatti valida come approssimazione, e solo qui sulla Terra.”

La Fisica Newtoniana, tecnicamente, è del tutto corretta e non è affatto superata. E’ valida, con tutta l’approssimazione che si può desiderare, qui ed altrove nell’universo e lo sarà sempre. Solo in presenza di masse e velocità molto elevate è necessario fare uso della teoria della Relatività. Le due teorie convivono pacificamente perchè hanno campi di applicabilità diversi e parzialmente sovrapposti.

“Un esperimento può essere riprodotto 100 volte e dare sempre lo stesso risultato e darne uno diverso alla 101esima.”

No: solo un cambiamento nelle leggi della fisica che abbiamo indagato finora può produrre questo effetto. Credo che tu te ne renda conto da solo. Altra cosa, ovviamente, sono gli errori (ma qui stiamo parlando di Scienza, non di ingegneria dell’esperimento).

“Popper sostiene che la Scienza è tale in virtù della sua falsificabilità. E infatti la Scienza è falsificabile.”

Il concetto di “falsificabilità” sostiene che una affermazione, per essere degna di attenzione da parte della Scienza, debba esporsi al rischio di essere dimostrata falsa e, per entrare a far parte della Scienza, debba superare questi “collaudi” senza essere falsificata. NON sostiene affatto che ogni asserzione della Scienza possa essere dimostrata falsa o, peggio, che lo sarà in futuro. La Scienza non è “falsificabile”. Le asserzioni che la Scienza esamina devono esserlo per poter essere di qualche interesse.

“Se la Scienza producesse verità assolute e universali non sarebbe diversa dalla religione, e questa confusione, devo dire, mi lascia perplesso.”

No: la Scienza (e solo la Scienza) produce verità assolute ed universali. Le Religioni forniscono solo opinioni sostenute dall’arroganza dei loro sostenitori.

Quello che la Scienza non fa è proporre una singola “Verità Universale” riguardo al senso della vita. In altri termini, non pretende di dire a nessuno cosa significhi la vita, come debba essere vissuta e quale scopo debba essere perseguito. Questo è il dominio della Filosofia e dell’Etica.

Alessandro Bottoni

Bad Actor scrive:
“Necessario sarebbe, se davvero si fosse intenzionati ad una qualche forma di conciliazione (di qualunque tipo, su qualunque piano), evitare di parlare da torri d’avorio, regolarmente con la soluzione in tasca, accanto alle medicine, al cellulare, al santino di Pietralcina.”

Chi ha mai detto che debba esistere una qualche forma di “riconciliazione” tra Fede e Scienza? Sono due modelli opposti e contrapposti della Realtà e come tali sono inconciliabili.

Noi, razionalisti, non ci troviamo in una torre d’avorio. Le affermazioni che facciamo vengono volutamente, umilmente e sistematicamente sottoposte ai più spietati collaudi. Una volta superati questi collaudi, però, possono vantare l’invidiabile status di “Verità Collaudate e Sopravvissute, che sappiamo essere vere qui ed ora come altrove ed in un altro tempo.”

Sarebbe ora che imparassimo a far valere tutto il peso del nostro duro lavoro e la forza dei risultati che esso produce. Non c’è arroganza in questo. Solo serietà professionale.

BX

X Alessandro Bottoni.
Il riferimento che facevo al mio sito Web era proprio perchè in quella sede cercavo di andare oltre il ‘mantra epistemologico’ del relativismo scientifico, richiamando in causa proprio l’assoluto. Non credo nei termini prospettati nel testo proposto nel blob (per quanto, ripeto, sono riuscito a capire), ma nemmeno accettando quel mantra epistemologico.

Guidus

Alessandro,

mi è piaciuto moltissimo il tuo articolo. Chiarissimo e molto didattico, tant’è che lo farò leggere a mia madre poveretta che non capisce perchè suo figlio non trova umanamente accettabile la fede.

Se facessi ancora l’insegnante lo farei studiare ai ragazzi nella parte iniziale dei corsi di Scienze, quando si insegna che cosa sono la scienza e il metodo scientifico. I miei complimenti!

ciceracchio 2la vendetta

IL PAPA HA RAGIONE ???; QUANDO SIETE AMMALATI IN MODO ANCHE GRAVE , NON ANDATE
DAI LUMINARI DELLA SCIENZA PER GUARIRE .
ANDATE INVECE A LURDESSE E LI; SOLO LI CHE FORSE GUARIRETE LA SCIENZA E MAGIA E SATANA E FALSA NEGA DIO E SOLO IO RAPPRESENTANTE DI DIO IN TERRA VI POSSO AIUTARE COSTRUENDO SANTUARI AD OC X GUARIRE TUTTI I MALI……. GLI SCIENZIATI??? HAA NEL MEDIO EVO ERAVAMO RIUSCITI A BLOCCARLI E X SECOLI ABBIAMO FATTO ROGHI E CALPESTATO I LORO DIRITTI DI LIBERTA’ DI STUDIO E DI FAR PROGREDIRE L’UMANITA’ ;
OGGI STIAMO CERCANDO CON LA SUPERTIZONE E CON LA PAURA DELLA MORETE DELL’INFERNO E ECC ECC DI FARE SI CHE LE GENTI CREDINO DI NUOVO A NOI PRETI E NON AL PROGRESSO SCIENTIFICO …..OK SI Ma< NON POTETE FERMARCI PIU’ NE GLI SCIENZZIATI; NE LE MENTI LIBERE…
LE FASCINE X ROGHI SONO FINITE……………IL PETROLIO COSTA CARO , IL CARBONE INQUINA TROPPO I FORNI A GAS LI HANNO GIA’ USATI I CAMERATI DI UN TEMPO CHE FU’
NON VI RESTA CHE GRIDARE ;GRIDA ,GRIDA STRIDI PASTORE DEL NULLA GRIDA CHE STANNO DIVENTANDO SORDI A TUTTI I TUOI PROCLAMI ….NE TE, NE NESSUNA RELIGIONE FERMERA’ PIU’ LA SCIENZA :LEI CREA E FA’; DIMOSTRA E VIVE …VOI DI DIO
NON HAVETE NESSUNA PROVA E PER QUESTO STATE SCOMPARENDO DALLA FACCIA DELLA TERRA…….ORAMAI E SOLO QUESTIONE DI TEMPO………X QUANTO ANCORA
CREDETE CHE LE GENTI VI SEGUIRANNO ??? SEGURE IL NULLA ?????PORTATE LE PROVE DELL’ESISTENZA DI CIO’ CHE DITE ..MA NON NE AVETE ………UN ESEMPIO: DELLA VERITA’ SCIENTIFICA??? IL VACCINO DEL VAIOLO????VI RICORADTE IL PAPA DI ALL’ORA????
COSA DISSE ??? SUI VACCINI ???HMBHE ???MOLTO ISTRUTTIVO NON VI PARE
PER UNA SETTA CHE NEGA L’EVIDENZA E NEGA I PROFILATTICI X COMBATTERE L’AIDS .
VOI CATTOLICI VOLETE TORNARE A VIVERE NEL MEDIO EVO OK FATE PURE ,,,,,

paolo malberti

Qui si parla tanto di «verità» e di «assoluto»
ma non è atato ancora definito nessuno dei due termini.
Capisco che il discorso è molto lungo
e non è certo questa la sede per trattarlo come si deve.
Se l’argomento interessa qualcuno, lo rimando a:
«La quadruplice radice del principio di ragione sufficiente» di Schopenhauer.
In breve:
solo la matematica e la geometria sono vere in assoluto (sono apoditticamente vere),
poichè si fondano sulle forme di conoscenza spazio e tempo, vere a priori.
Tutte le altre scienze hanno ANCHE una componente empirica, (hanno bisogno del dato empirico) e prorio per questo non sono (e non possono essere) vere in assoluto,
bensi’ vere in un determinato campo ed entro i loro limiti.

claudio

…vaccinarsi è pecato mortale, vi scomunicherò tutti. le malattie sono un dono di dio!!!!!!!!!

inginocchiati cicer inginocchiati…

ma se possono sentì ‘ste baggianate?

ciceracchio 2la vendetta

CLAUDIO IO MI INGINOCCHIO SPESSO MA SOTTO IL TINO PER SUCCHIELLARE LO VINELLO ROSSO ..E MI MOGLIE CHE APPARE ALL’IMPROVVISO COME UN DIO FULMINANTE MAREMMA BUCAIOLA….

Alessandro Bottoni

Paolo Malberti scrive:
“Qui si parla tanto di «verità» e di «assoluto»
ma non è atato ancora definito nessuno dei due termini.
Capisco che il discorso è molto lungo…”

Veramente, sono termini abbastanza semplici da definire:

Verità: asserzione di cui si può dimostrare che riflette in modo fedele la Realtà (ovvero: “modello” fedele della realtà, utilizzabile a fini di indagine). Esempio: il grafico di una funzione matematica è una “verità” (un “modello fedele della relatà”) perchè permette di sapere qual’è il valore di una certa variabile in qualunque punto o momento semplicemente cercando il punto di intersezione di due assi.

Assoluto: asserzione che non richiede modificatori per precisarne l’ambito di applicabilità. Esempio, l’asserzione “la velocità della luce nel vuoto è di 297.000 km/sec” è un assoluto perchè non richiede di specificare se, quando, dove, come ed a quali condizioni questa asserzione resta vera.

Gli assoluti non esistono non perchè sia difficile trovarli ma perchè è sempre possibile cambiare l’ambito di indagine in modo tale da renderli relativi. la velocità della luce nel vuoto è una costante fisica nel nostro universo. Non ha quindi nessun senso parlare di “ambito di applicabilità”, ma si può sempre cambiare universo…

Matematica e geometria (la geometria è un campo della matematica, actually) non sono “vere”: sono “coerenti”, che è un concetto molto diverso. La coerenza consiste nell’assenza di contraddizioni interne nel modello e può essere stabilita attraverso una dimostrazione. La verità consiste nell’aderenza del modello alla realtà e può essere stabilita solo attraverso un esperimento.

Il giorno che i filosofi smetteranno di “incartarsi” nelle loro stesse parole, l’Umanità avrà fatto un enorme passo avanti.

claudio

accccccccidenti, non volendo è venuto fori un santino!!!!!

o miracoloooooooo o miracoloooooooooooooooo 🙂

Constantine

A mio avviso la scienza non è assoluta e tanto meno produce verità assolute e definitive. La scienza applica modelli per descrivere la realtà ma in ultima analisi quello che si ottiene è solo, appunto, una descrizione che conferma i dati sperimentali entro certi limiti di attendibilità.
La scienza è sempre in cerca di verifiche e/o di confutazioni. Quando si scopre qualcosa non in accordo con la teoria vigente, se ne produce una migliore. Si cerca di costruire la nuova teoria in modo che possa includere la precedente o in modo che possa descrivere tutto quello che descriveva la precedente più le nuove evidenze sperimentali. Ed in genere è quello che succede, a riprova del fatto che ciò che si sta applicando è solo una schematizzazione, un modello, per descrivere la realtà.
Se la scienza fosse assoluta sarebbe immutabile e così i suoi modelli.
L’unica cosa che possiamo dire è che la scienza non è mai completamente sbagliata. Essa ha diversi gradi di approssimazione. Ma l’approssimazione è l’unico modo, sembrerebbe, attraverso cui noi possiamo interfacciarci con la realtà (sempre se questa esiste, ma qui ci spingiamo nell’ontologia).
Esempio: sappiamo risolvere l’equazione di Schrödinger per l’atomo di idrogeno (e quindi per tutti i sistemi modellizzabili come un singolo corpo immerso in un campo centrale) ma quando passiamo già hai metalli alcalini dobbiamo introdurre una perturbazione al potenziale per descrivere il sistema e ricavare le soluzioni con la teoria delle perturbazioni (che è un metodo approssimato), per non parlare poi delle varie correzioni dovute all’interazione spin-orbita o all’interazione tra lo spin dell’elettrone ed il nucleo atomico (struttura iperfine).
Ma se lasciamo da parte i tecnicismi, possiamo notare una mancanza di verità assolute anche nelle basi stesse sulle quali vengono costruiti i modelli scientifici. Essi infatti si fondano su ipotesi di partenza (esempio: costanza della velocità della luce, omogeneità dello spazio ecc…) le quali sono frutto, la maggior parte delle volte, di evidenze sperimentali. Se un esperimento ci fornisse differenti postulati, dovremmo cambiare i cardini su cui si basano i modelli. Questo è già avvenuto! La meccanica quantistica e la relatività di Einstein ampiamente citate nell’articolo ne sono un esempio lampante. Se la scienza fosse assoluta, i paradigmi logici della meccanica newtoniana non sarebbero cambiati, invece si è scoperto che spazio e tempo sono legati tra loro indissolubilmente. E’ vero che nei limiti di basse velocità e piccole masse la meccanica newtoniana fornisce previsioni esatte, ma la reale forma della natura o, utilizzando le parole dell’articolo, la verità assoluta della scenografia su cui ci muoviamo non è tridimensionale ma quadridimensionale. Non solo, si è addirittura scoperto che non si può trascurare l’interazione osservatore-oggetto osservato e che la realtà ha una struttura intrinsecamente probabilistica (concetti completamente sconosciuti alla meccanica classica). Se la scienza producesse verità assolute questi profondi cambiamenti nel nostro modo di intendere la realtà materiale non ci sarebbero stati e nulla vieta che tali paradigmi vengano sconvolti un’altra volta.
La forza della scienza sta proprio in questa sua costante ricerca, nel mettere in discussione se stessa e le sue fondamenta ogni volta che la risoluzione di un problema lo richieda. E questo vale non solo per le scienze sperimentali: fisica (in primis poiché la madre delle scienze sperimentali), chimica, biologia ecc. ma anche per la matematica (linguaggio attraverso cui è scritto il libro della natura, parafrasando Galileo), come si è ampiamente verificato nel periodo che va dal 1850 alla 1950 (ricordiamo, per fare solo alcuni esempi, la nascita della logica matematica con Frege e Boole, Cantor con la teoria degli insiemi ed il concetto di cardinalità, Hilbert ed il suo tentativo di assiomatizzazione della geometria, Gödel ed i suoi teoremi di incompletezza).
Le procedure ed i modelli della scienza si sono dimostrati in grado di descrivere la realtà che ci circonda con una precisione, un’eleganza (matematica, e qualcuno aggiungerebbe purtroppo :D) e una profondità eguagliate da nessun altra forma del pensiero umano. Ritengo tuttavia pericoloso dire che la scienza produce verità assolute perché queste affermazioni sono molto simili a quelle portate avanti dalle religioni.
E la scienza non deve mai essere paragonata alla religione in quanto la prima è il prodotto più alto della ragione e dell’intelletto umano, dimostra sempre quello che afferma e continua a ricercare quello che non riesce a spiegare o a dimostrare, la seconda non dimostra niente, e spesso, nonostante le sue ardite ed articolate costruzioni teologiche, non spiega niente.

BX

Cartesio, Pascal, Bacone, Leibniz. Kant… ma gli stessi Galileo, Newton, Einstein, solo per citare quelli universalmente noti: MALEDETTI FILOSOFI ‘INCARTATI’… Pensa se non ci fossero stati loro con le loro ciarle, come oggi la scienza sarebbe più avanti, e con essa l’umanità!!!!
Bottoni, dopo questa sua illuninante chiusa nel commento delle18.32, sciolgo le mie riserve sulle sue tesi: non ci ho capito niente forse non solo per colpa mia, dei miei limiti di ‘incartato’, ma per la sua cervellotica, presuntuosa, costruzione. Quella sì dimostrazione di cattiva filosofia.

paolo malberti

caro Alessandro Bottoni

1. Il grafico di una funzione matematica non è una verità, bersi una relazione tra (almeno) due variabili. Ognuno può sbizzarrirsi nello scrivere la funzione matematica che gli pare, ma non per questo starà scoprendo nuove verità.

La verità è una particolare proprietà di un giudizio.
Un giudizio è “vero” (nel linguaggio di Kant e di Schopenhauer) quando la relazione che il giudizio esprime tra due concetti (soggetto e predicato) rispecchia la reale connessione determinata dal principio di ragione sufficiente che vige tra i fenomeni della determinata classe delle rappresentazioni alla quale il soggetto e il predicato appartengono. Ad esempio:
a) il sole illumina la Terra (verità empirica)
b) ogni giudizio o è vero o è falso (verità logica)
c) tre punti individuano un solo piano (verità trascendentale)
ecc.

2. La velocità della luce è una costante universale (ossia la stessa in ogni sistema di riferimento). Come tutte le grandezze fisiche dipende dall’unità di misura, quindi anche il suo valore dipende da “qualcosa”; e – ad essere pignoli – non mi sembra possa essere definita un “assoluto”.
Confesso che il concetto di assoluto è qualcosa che sfugge al mio intelletto poiché qualsiasi intuizione reale (casa, gatto, ecc.) dipende da qualcosa (come minimo dal soggetto conoscente e dalla cosa che viene conosciuta).
In riferimento alla verità scientifica, invece del predicato “assoluto”, mi sembra più appropriato “apodittico”.

3. Matematica e geometria sono due scienze distinte, le sole apoditticamente vere.
“Tra due punti passa una sola retta”, e “1+1=2” sono due verità apodittiche (nel linguaggio di Kant: giudizi sintetici a priori) che non hanno bisogno di alcuna dimostrazione. Anzi, addirittura NON possono essere dimostrati. Basta la intuizione nella classe delle rappresentazioni assiomatiche (nella quale vige come ragione sufficiente il principio di ragione dell’essere).

4. Non sono (è evidente) un filosofo, bensi fisico teorico (Unimi, anche se con scarso profitto).
Il giorno in cui la gente smetterà di trattare con sufficienza la filosofia, molte cose risulteranno – diciamo – meno oscure e il pane sarà chiamato pane.

J.C. Denton

Mi schiero apertamente con Paolo Malberti e con Constantine, che hanno espresso senz’altro infinitamente meglio quello che volevo dire io. Senza contare che, anche a livello di semplice proposta, l’Astrofisica in questo momento sta discutendo vivacemente (non ha già assodato) la validità della teoria delle stringhe. La teoria del tutto è ben lontana dall’essere formalizzata, e anche allora per definizione potrà essere superata da un’altra.

Gabriele.b

Se portassero una sola prova che questo Dio esiste, invece solo parole, parole e niente altro in più la pretesa che la gente creda senza usare il cervello e fare domande. Questo poi e quello che il 90% dei credenti fa credere senza porsi domande.

ciceracchio 2la vendetta

CLAUDIO LE PREGHIERE X SAN TINO SONO SEMPRE BENE ACCETTE ,
MA SE CI SI METTE IO E TE SOTTO IL TINNO INVECE CHE SANTO IL VINO DIVENTA ESPIRITO SVANITO –…HEEE ESPIRITO SANTO…SI COI CANTUCCINI

claudio

cicer sai che volo, s’arriva in paradiso in poco tempo e poesse che s’incontra Garibaldi, Giordano Bruno, Galilei, tutti i Garibaldini che hanno liberato l’Italia e tanti tanti altri

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