“Avvenire” contro il registro delle unioni civili a Roma

Sembra proseguire l’«istruttoria» per arrivare nel consiglio comunale di Roma a una delibera di valenza amministrativa o, comunque, a una presa di posizione di valore politico per avviare un’emblematica assimilazione delle «unioni di fatto» alla famiglia fondata sul matrimonio. L’iniziativa, originariamente promossa e sostenuta dai radicali romani, è infatti diventata motivo di contrasto all’interno della maggioranza e terreno propizio per le manovre dei più aggressivi portabandiera dell’idelogia anti-famiglia. Ecco perché in queste ore si sta producendo nella capitale una forte spinta per ottenere a ogni costo una pronuncia inevitabilmente polemica con la famiglia costituzionalmente definita.
Se fosse davvero così, sarebbe grave per Roma. Per ciò che essa è, e per ciò che rappresenta in Italia e nel mondo. E su un ben diverso – ma niente affatto trascurabile – piano sarebbe grave anche per il sindaco della città. Che, da qualche settimana, è leader del Partito democratico. E, dunque, quanto a idee e programmi, ne è il principale testimonial di fronte all’opinione pubblica.

Da “Avvenire” di ieri

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