La Verità Assoluta

Una delle contestazioni che viene abitualmente mossa alla Scienza (o, più esattamente, al Razionalismo) è di non saper fornire delle Verità Assolute. I credenti di varie fedi (non solo i Cristiani ed i Cattolici) sostengono che solo la Religione (e solo la loro) sia in grado di fornire questo tipo di “deliverable”.

 

Vero

La “Verità” è una proprietà delle asserzioni, cioè delle frasi. Una frase (una asserzione) può essere vera o falsa, un carciofo no. Il carciofo si limita ad esistere.

 

Una asserzione è vera quando si può dimostrare che riflette fedelmente un certo aspetto della Realtà. In altri termini, una asserzione è un “modello” (simbolico, cioè verbale) della Realtà. Il modello è “vero” quando riflette le caratteristiche della Realtà abbastanza bene da servire agli scopi per cui è stato creato.

 

Una automobilina modello è un modello di un auto reale sufficientemente preciso da permettere di simulare un incidente stradale per capire quale possa essere stata la sua dinamica, per cui è “vero” quanto basta per i suoi scopi. Il grafico di una funzione (che riflette un fenomeno fisico) è un “modello” della Realtà. Il grafico è “vero” (“corretto”) quando permette di determinare il valore di una delle due variabili semplicemente cercando l’intersezione di due assi.

 

Per inciso:

 

“La realtà è quella cosa che, anche se smetti di crederci, non svanisce.”

[Philip K. Dick]

 

Assolutamente Vero

Una asserzione è “assolutamente vera” quando non è necessario usare nessun modificatore per stabilire quale sia il suo campo di applicabilità. Per esempio, l’asserzione: “la velocità della luce nel vuoto è di 297.000 km/sec” è “assolutamente vera”. Nel nostro universo, infatti, questa asserzione è sempre vera. Non occorre precisare dove, quando, come e sotto quali condizioni questa asserzione sia vera. L’asserzione “Linux è più sicuro di Windows”, viceversa, pur essendo vera, non lo è in modo assoluto. Bisogna specificare sotto quali condizioni questa asserzione debba essere sottoposta a verifica (“l’utente non deve essere un ex-utente Windows, il software deve essere aggiornato, etc.”).

 

Ovviamente (ripeto: ovviamente) è sempre possibile cambiare il nostro ambito di indagine in modo da rendere relativa qualunque verità assoluta. La velocità della luce nel vuoto è di 297.000 Km/sec nel nostro universo. Non è detto che sia così in altri universi…

 

La Scienza e gli Assoluti

Per questa ragione, la Scienza conosce un solo tipo di assoluto: le costanti fisiche fondamentali. Anch’esse, come abbiamo appena detto, sono in realtà relative al nostro universo. Si possono ipotizzare delle verità assolute anche per il multiverso in cui, secondo la Teoria delle Stringhe (o M-teoria) ci troviamo a vivere ma, ovviamente, anch’esse sono relative al nostro multiverso.

 

Fine della storia degli assoluti in campo scientifico (e razionale).

 

La Religione e gli Assoluti

Le Religioni (tutte le religioni) hanno invece la pretesa di poter fornire diverse Verità Assolute, la principale delle quali è l’esistenza di Dio.

 

Ovviamente, si tratta solo (e ripeto: solo) di una pretesa assolutamente infondata e gratuita. Nessuno è mai riuscito a dimostrare l’esistenza di un qualunque Dio (dall’Egiziano Aton al nostro Yahvè).

 

Più esattamente, per molte Religioni la Verità Assoluta non è l’esistenza di Dio ma Dio in quanto tale.

 

Cosa questo possa voler dire, lo sanno solo i credenti.

 

Assoluta Arroganza

Francamente, c’è un solo modo di interpretare questa pretesa delle Religioni: si tratta di assoluta arroganza.

 

Gli Assoluti, come gli Dei, servono solo a sottrarre le proprie asserzioni allo scrutinio dei propri pari. Si tratta dello stesso meccanismo usato dai bambini per avvallare le proprie bugie: “lo ha detto la maestra”. Se il genitore è meno preparato del necessario, può persino funzionare. Ai nostri tempi (anni ’60) non era insolito che, già alle medie, noi potessimo vantare un livello di preparazione superiore ai nostri genitori ed ai nostri nonni, almeno nelle materie più strettamente scolastiche, per cui, a volte, questa tecnica funzionava.

 

Inutile dire che questa è una tecnica altrettanto infantile. Nessun interlocutore preparato acccetterà mai di abbassare la testa ed accettare un opinione non supportata da prove in questo modo. Non a caso, è necessario indottrinare i fedeli sin da piccoli per portarli ad accettare queste assurdità senza discutere quando sarà il momento di scegliere.

 

 

Alessandro Bottoni

alessandro.bottoni@infinito.it

alessandrobottoni@interfree.it

 

 

 

25 commenti

Flavio

Non condivido in parte l’argomentazione: parlare di verità assolute nella scienza è rischioso, sarebbe più corretto dire che una verità è unanimamente accettata se non contraddetta da prove degne di attenzione. Anche nel nostro stesso universo esistono le rivoluzioni scientifiche, i cambi di paradigma. E’ proprio questo che rende il metodo scientifico più potente di ogni altro tipo di conoscenza: essere sempre passibile a confutazione e miglioramento.
(Tra parentesi che c sia costante può considerarsi “verità assoluta” nel tuo esempio, non che il suo valore sia 297000 km/s, visto che è 299796 km/s circa, ed essendo una misura fisica è sempre associata ad una incertezza)

ciceracchio 2la vendetta

si si puo’ darsi , ma intanto x essere credibili devono fornire le prove delle loro verita’ >;
dove sono le prove dell’esistenza di dio ????di gesu??? dove????FORSE NEL GRULLAIO
VISIONARIO DI QUALCHE SCALMANATO…????? PROVE NON CI SONO??? NO VERITAS.

Aristotele l'elettricista

Esiste un principio che è quello dell’infallibilità del Papa.
Qualunque cosa dica o faccia è giusta a priori.
E’ un caso evidente di auto-referenzialità, ma per quanto assurdo i fedeli lo accettano.
Quindi nessuno di loro ha da obiettare se il Papa benedice Pinochet o santifica Dracula.
La religione comporta la sospensione dell’intelletto.

ciceracchio 2la vendetta

E QUALE SAREBBE LA VERITA’ ASSOLUTA ?QUELLA CHE DOPO AVER CREATO L’IMPERO DEI PAPI, ORA GLI DICE TRAMITE I PROFETI CARDINALI ULTRAOTTANTENNI,??????
DI SOTTOMETTERE L’ITALIA TRAMITE POLITICI SUDDITI???? SPERIAMO CHE INVECE SI FACCIA SENTIRE LA VERITA’ ;LIBERA E DEMOCRATICA DI UN EUROPA CHE NON VUOLE PIU’
ESSERE SERVA DEI PAPI E DEI LORO SOGNI DI GLORIA TERRENA……

chiericoperduto

La scienza non saprà fornire delle verità assolute ma comunque sempre meglio di astratti miracoli, visioni e preghiere.
Tutte le volte che GPII si sentiva male aveva la camera personale al Policlinico Gemelli di Roma, con tutte le tecnologie a disposizione, mica si è fatto fare un paio di segni della croce da qualche collega.

Daniela

Nella scienza ci sono verità assolute, i teoremi della matematica sono verità assolute.
Io invece ci andrei piano con la parola rivoluzioni nella scienza, einstein con la sua relatività non ha messo in soffitta la meccanica newtoniana, questa rimane ancora validissima per determinate ipotesi, la relatività di einstein rimane valida per altre ipotesi.
Il metodo scientifico ci permette di verificare se una determinata teoria è valida o meno, un metodo rigoroso che nessuna altro disciplina ha.

Flavio

@ Daniela

I teoremi della matematica derivano secondo logica da assioni, postulati ecc. Sono veri nell’ambito per cui vengono scritti. Ma si dimostra anche l’incompletezza dei sistemi formali:
http://it.wikipedia.org/wiki/Goedel#L.27attivit.C3.A0_e_il_pensiero

Il termine “rivoluzione” in ambito scientifico (ma forse anche storico) si usa per indicare un cambio di tradizione, non sempre una confutazione totale delle teorie precedenti. Per dire, la Relatività comprende la gravitazione universale di Newton, ma il sistema copernicano mette in soffitta definitivamente quello tolemaico.

Alessandro Bottoni

Flavio scrive:
“I teoremi della matematica derivano secondo logica da assioni, postulati ecc. Sono veri nell’ambito per cui vengono scritti. Ma si dimostra anche l’incompletezza dei sistemi formali:
http://it.wikipedia.org/wiki/Goedel#L.27attivit.C3.A0_e_il_pensiero

Il Teorema di Incompletezza di Goedel ha un altro significato: ci dice che un sistema logico non può definire la sua stessa coerenza. Questo deve essere fatto dall’esterno. Non è che non si può fare in assoluto. Non lo si può fare da dentro. La Scienza (la “Ragione”) non pretende mica di definire la propria completezza e la propria coerenza dall’interno. Si affida alle dimostrazioni logiche/matematiche per stabilire la coerenza interna dei suoi modelli, non di sè stessa (e si affida anche agli esperimenti per stabilire la aderenza dei suoi modelli alla realtà). Si tratta di qualcosa di completamente diverso.

La Verità della Scienza deriva dagli esperimenti che dimostrano l’aderenza dei suoi modelli alla Realtà, cioè da una fonte di “certificazione” esterna alla Scienza: la natura stessa.

“Il termine “rivoluzione” in ambito scientifico (ma forse anche storico) si usa per indicare un cambio di tradizione, non sempre una confutazione totale delle teorie precedenti. Per dire, la Relatività comprende la gravitazione universale di Newton, ma il sistema copernicano mette in soffitta definitivamente quello tolemaico.”

Il sistema Tolemaico, quasi per definizione, NON era scientifico. Non è stata la Scienza a mettere in soffitta una parte di sè stessa. La Scienza ha messo in soffitta qualcosa che non era scientifico (essendo basato quasi solo su dei pregiudizi religiosi e non essendo mai stato sottoposto ad un’analisi rigorosa).

Nell’ambito della Scienza (Galileiana) un cambiamento di paradigma (Newton/Einstein, per esempio) non può confutare ciò che era stato dimostrato vero in precedenza. Può solo certificare un nuovo modello come più adatto del precedente ad un diverso/particolare campo di applicazione (masse e velocità più elevate, per esempio).

paolo malberti

Caro Alessandro

apprezzo il tentativo di fondare una teoria della conoscenza,
ma per il momento rimango ancorato a quella formulata da Kant (e perfezionata da Schopenhauer), in base alla quale , riguardo a «verità e religione», il discorso è molto semplice.

La religione non solo non puo’ fornire alcuna verità (assoluta, o chiamala come vuoi)
ma non puo’ neppure parlare di verità.

Per parlare della verità di un giudizio : ad esempio «l’anima è immortale»,
è necessario che il soggetto ed il predicato poggino (derivino, siano fondati) su una intuizione reale. Solo in questo modo i due concetti possono rientrare in una delle (quattro) classi delle rappresentazioni del mondo reale e confrontati con il principio di ragione sufficiente che vige in quella classe. Solo da questo confronto puo’ emergere la conformità (o meno) tra, da una parte la connessione tra soggetto e predicato espressa nel giudizio, e dall’altra il principio di ragione sufficiente che vige in quella classe.

Ma sia al concetto di «anima», sia al concetto di «immortale» non corrisponde alcuna intuizione reale. Quindi il problema della verità di quel giudizio non si pone neppure.
Quando si dice che Kant ha distrutto il dogmatismo in generale, e teologico in particolare, ci si riferisce anche a questo.

In tema «verità» la palla va semplicemente rinviata ai teisti. Sono loro che prima di parlare di verità devono spiegare cosa è per loro «vero». Noi non-teisti lo abbiamo già fatto, ci è chiaro, e funziona (come l’esperienza e la scienza dimostrano).
Se i teisti si limitano ad affermare, come probabilmente faranno, che un determinato giudizio è vero perchè lo ha detto Dio o il santo profeta, la discussione con loro va chiusa da parte nostra semplicemente con una sghignazzata.

Flavio

Scusa Alessandro ma il sistema tolemaico non era puramente dovuto a pregiudizi religiosi (povero Tolomeo). Era abbastanza accurato nel prevedere le posizioni degli astri nel cielo e fu usato operativamente per un millennio.
D’altra parte Copernico mise il Sole al centro dell’universo, ma anche questo errore resistette per secoli fino a prova contraria.
E così via, come spiegò bene Asimov.

Quello che contesto nell’articolo comunque è attribuire alle costanti fisiche una verità assoluta. Esiste l’ipotesi che le costanti fondamentali possano invece cambiare nel tempo e nello spazio. Insomma anch’esse sono costanti fino a prova contraria, ma è una definizione di assolutezza un po’ relativa 🙂

Forse in sostanza non capisco qui l’uso del termine “assoluto” al di fuori di un sistema formale. Odifreddi (che è un logico): “nel 1931 il logico austriaco Kurt Gödel ha dimostrato che nessun linguaggio è in grado di arrivare indirettamente alla verità assoluta, attraverso i suoi argomenti, e nel 1936 il logico polacco Alfred Tarski ha dimostrato che nessun linguaggio è in grado di descrivere direttamente la verità assoluta, attraverso le sue definizioni.”, http://www.uaar.it/ateismo/contributi/02.html

N2RT

Mi sembra davvero eccessivo definire tutte le religioni allo stesso modo come se tutte fossero considerate alla stregua di quelle che più si conoscono.

Gli antichi non “credevano” negli Dei, anzi, non credevano proprio. Il divino si manifestava nel mondo ma non sotto una forma stabilita. Non esisteva la necessità di “vedere un dio”, semmai una manifestazione della natura poteva essere denominata in un determinato modo (con il nome di una sorta di “macro insieme” denominata col nome di un Dio).
Faccio un esempio.
La Legge di Gravità, in quanto tale, è Giove, perchè Giove rappresenta le Leggi (comprese quelle naturali che ancora non si conoscono). La manifestazione di una Legge è un “segno di Giove”. Giove non correva sul carretto a lanciare fulmini (e Seneca stesso lo dice), ma la forza veniva rappresentata in una macro definizione, appunto, Giove.
Questo vale anche per gli aspetti umani: “placa la tua ira” si diceva “placa il tuo Marte”, poichè l’ira era uno degli aspetti classificati nella “sfera d’azione” di quell'”energia” o “macro -inisieme” definito Marte.

Lo so che è un po’ sbrigativa come spiegazione (ed io non sono un’esperta in materia), ma credo sia opportuno non mescolare le religioni in un modo grossolano…
La visione del divino oggi (compresa quella riguardo le religioni antiche) è comunque travisata e comunicata (soprattutto a scuola) attraverso quella maggiormente presente oggi in Italia, quindi si dovrebbe fare attenzione nello scollegarsi dalla religiosità anche negli effetti inconsci che ha comunque lasciato in noi, come , appunto, la definizione o le valenze delle altre religioni (soprattutto quelle antiche delle nostre zone).

saluti

N2RT

Constantine

Vero

<>

Naturalmente il carciofo non è: ne “vero” ne “falso”, poiché non è stata fatto nessuna asserzione sul carciofo o sulle sue proprietà, come ad esempio: il carciofo è verde o, più ontologicamente, il carciofo esiste.

<>

A questo punto bisognerebbe definire Realtà. Se per Realtà si intende quella materiale (per capirci il campo di indagine delle scienze) allora non è vero che una asserzione per essere vera debba in qualche modo riflettere caratteristiche della Realtà.
L’asserzione: “Una successione {an} di numeri reali ha limite finito (converge) se e solo se è una successione di Cauchy” è vera (è un teorema basilare sulle successioni di numeri reali) in quanto dimostrabile attraverso passaggi logici a partire da un insiemi di ipotesi di partenza e non perché in qualche modo le successioni convergenti possono essere utilizzate per modellizzare la realtà sensibile.

Assolutamente vero

<>

“la velocità della luce nel vuoto è di 297.000 km/sec” mi sembra una cattivo esempio da portare in questo caso, infatti: “La velocità della luce è CIRCA 299 792 458 m/s NEL VUOTO!”
Se non dovessi precisare nulla (più precisamente “sotto quali condizioni”) l’asserzione sarebbe: “La velocità della luce è CIRCA 299 792 458 m/s”

<>

Ma allora non sono Assolute, nel senso che bisogna sempre specificare dove, quando come e SOTTO QUALI IPOTESI esse vengono formulate. Ad esempio precisare: nel nostro universo o nel vuoto, quando enunciamo il valore misurato nel vuoto (appunto) della velocità della luce.

La Scienza e gli Assoluti

<>

<>

Dall’intervento “La verità scientifica”avevo capito (se sbaglio mi corregga) che le verità assolute della scienza alla fine coincidevano con le evidenze sperimentali, ovvero: faccio un esperimento, lo ripeto più volte, lo faccio eseguire da latri ed in altri luoghi e se il risultato è sempre lo stesso ho una verità assoluta della scienza.
In questo nuovo intervento invece sembrerebbe che gli assoluti in campo scientifico si riducano alle costanti fisiche universali.
Non sono d’accordo con la prima descrizione delle verità assolute della scienza (come già espresso nel mio commento a “La verità scientifica”) e tanto meno alla seconda.
Se le verità assolute della scienza sono esclusivamente le costanti fisiche universali, allora questi assoluti non sono particolarmente interessanti, ovvero sapere che la velocità della luce nel vuoto è CIRCA 299 792 458 m/s o che la costante di struttura fine è CIRCA 1/137.035999, sinceramente è ben poca cosa se non inserita all’interno di un modello o di una teoria in grado di fornirci significative informazioni sul comportamento della realtà che ci circonda. Le costanti fisiche universali assumono importanza solo all’interno della teoria fisica che le genera (o necessita), esse sono inizialmente solo oggetti matematici a cui poi noi diamo un significato reale ed un valore numerico (approssimato) in quanto utilizziamo il modello in cui sono contenute per descrivere la realtà.

Sinceramente se si abbandona l’idea che le verità scientifiche siano assolute, tutti questi problemi e discussioni si eviterebbero. La scienza si fonda sull’evidenza sperimentale e costruisce modelli a partire da tali evidenze per descrivere la realtà. L’evidenza sperimentale non è Assoluta. E’ ragionevole supporre che se 100 volte un esperimento ha dato un risultato, esso si ripeta anche all 101-esimo (analogo discorso con le dovute correzioni del caso se lavoriamo con la meccanica quantistica :D). Ma sfido chiunque a dimostrarmi (nel senso matematico del temine e quindi senza ombra di dubbio) che quanto detto sopra è sempre vero. D’altronde già Russell aveva messo in evidenza con il paradosso del tacchino induttivo che il metodo induttivo non funziona bene quando basiamo il nostro ragionamento su dati empirici.

Karim

Ma se tutto è relativo, lo è anche questa frase? Se non esistono verità allora esistono solo le opinioni. Ma quanto vale un’opinione? Possiamo credere solo nelle opinioni? Io credo nel rispetto e nell’amore. Einstein affermava che se tutto fosse relativo non ci sarebbe nessun termine a cui riferire le relazioni. Ed ha cercato per tutta la vita una realtà assoluta …

Alessandro Bottoni

Paolo Malberti scrive:
“La religione non solo non puo’ fornire alcuna verità (assoluta, o chiamala come vuoi)
ma non puo’ neppure parlare di verità.”

Questo lo avevo già detto:
http://www.uaar.it/news/2007/12/02/la-verita-scientifica/

“Se i teisti si limitano ad affermare, come probabilmente faranno, che un determinato giudizio è vero perchè lo ha detto Dio o il santo profeta, la discussione con loro va chiusa da parte nostra semplicemente con una sghignazzata.”

Concordo pienamente.

Alessandro Bottoni

Flavio scrive:
“Quello che contesto nell’articolo comunque è attribuire alle costanti fisiche una verità assoluta. Esiste l’ipotesi che le costanti fondamentali possano invece cambiare nel tempo e nello spazio. Insomma anch’esse sono costanti fino a prova contraria, ma è una definizione di assolutezza un po’ relativa :)”

Non di meno, questo è l’unico tipo di “assoluto” che è possibile trovare in campo scientifico. La mia tesi è appunto questa (uguale alla tua): la Scienza non conosce assoluti perchè non è possibile “tenere fermo” il sistema di riferimento. Ogni cosa che è assoluta nel nostro universo, comprese le costanti fondamentali, è comunque relativo rispetto al multiverso o rispetto a qualcos’altro (il tempo).

“Forse in sostanza non capisco qui l’uso del termine “assoluto” al di fuori di un sistema formale. Odifreddi (che è un logico): “nel 1931 il logico austriaco Kurt Gödel ha dimostrato che nessun linguaggio è in grado di arrivare indirettamente alla verità assoluta, attraverso i suoi argomenti, e nel 1936 il logico polacco Alfred Tarski ha dimostrato che nessun linguaggio è in grado di descrivere direttamente la verità assoluta, attraverso le sue definizioni.”, http://www.uaar.it/ateismo/contributi/02.html

Occhio che sia Goedel che Tarski parlavano di un assoluto molto più complesso e raffinato dell’assoluto di origine cattolica che stiamo discutendo qui. La Chiesa ci accusa da sempre di non saper produrre un “assoluto” di carattere esistenziale, non un assoluto di carattere formale. In buona sostanza, ci accusa di non saper dare delle certezze (pratiche) alla gente per aiutarla a trovare una strada nella vita. Quello che sostengo è che invece noi razionalisti siamo perfettamente in grado di farlo (a differenza dei religiosi).

Alessandro Bottoni

Costantine scrive:
“A questo punto bisognerebbe definire Realtà. Se per Realtà si intende quella materiale (per capirci il campo di indagine delle scienze) allora non è vero che una asserzione per essere vera debba in qualche modo riflettere caratteristiche della Realtà.
L’asserzione: “Una successione {an} di numeri reali ha limite finito (converge) se e solo se è una successione di Cauchy” è vera (è un teorema basilare sulle successioni di numeri reali) in quanto dimostrabile attraverso passaggi logici a partire da un insiemi di ipotesi di partenza e non perché in qualche modo le successioni convergenti possono essere utilizzate per modellizzare la realtà sensibile.”

La Realtà, l’avevo definita (alla buona) citando Philip Dick: è quella cosa che, anche se smetti di crederci, non svanisce.

Nel nostro caso specifico, il discorso non è limitato alla Realtà fisica (non per mia scelta: sono i nostri interlocutori che ampliano il concetto fino ad includere altre cose). La Realtà di cui stiamo parlando è l’insieme delle cose di cui possiamo avere esperienza e che possiamo usare come strumento di verifica di una teoria (“Realtà Esperienziale”). Questo “coso” comprende la Realtà materiale (oggetto dell’indagine scientifica) e la Realtà “formale” (oggetto di studio dei sistemi formali, come la logica e la matematica).

In questo senso, la “verità” è ciò che lega positivamente un modello teorico al suo sistema di verifica.

Ma qui stiamo andando parecchio oltre la natura originale del nostro discorso.

“Sinceramente se si abbandona l’idea che le verità scientifiche siano assolute, tutti questi problemi e discussioni si eviterebbero. La scienza si fonda sull’evidenza sperimentale e costruisce modelli a partire da tali evidenze per descrivere la realtà. L’evidenza sperimentale non è Assoluta. E’ ragionevole supporre che se 100 volte un esperimento ha dato un risultato, esso si ripeta anche all 101-esimo (analogo discorso con le dovute correzioni del caso se lavoriamo con la meccanica quantistica :D). Ma sfido chiunque a dimostrarmi (nel senso matematico del temine e quindi senza ombra di dubbio) che quanto detto sopra è sempre vero. D’altronde già Russell aveva messo in evidenza con il paradosso del tacchino induttivo che il metodo induttivo non funziona bene quando basiamo il nostro ragionamento su dati empirici.”

Ovviamente, hai ragione. Ma anche in questo caso, stiamo andando molto oltre il senso originale dell’articolo. A tutti i fini pratici, le conoscenze prodotto dalla Scienza sono certe e definitiva. Come dicevo nell’articolo, per poter ipotizzare che un esperimento riuscito 100 volte fallisca la 101-esima, bisogna ipotizzare una instabilità del nostro universo ad un livello tale che ogni altro discorso diventa irrilevante.

Flavio

Siamo d’accordo, però dall’articolo sembra che si possa essere uno stesso grado di ‘assolutezza’ tra sistema formale e sistema di teorie scientifiche fisiche, invece appunto la certezza scientifica, a parte magari i fatti macrospici classici (la mela cade) è una teoria condivisa dalla stragrande maggioranza della comunità, valida se e fino a quando una spiegazione alternativa risulta migliore.
Molte delle teorie ovviamente sono fatti e non ci si aspetta nessuna smentita, ma se ci fosse la scienza vera avrebbe l’umiltà di cambiare (cfr racconto di Dawkins in cui un anziano biologo che aveva sempre avversato l’esistenza dell’apparato di Golgi, di fronte all’evidenza abbandona una convinzione durata una vita).
Chiaro che non solo questa è la verità che la scienza offre, ma essendo fallibile è molto migliore: evolve, si adatta, se ne discute e vincono le idee e gli esperimenti, i fatti.

zorn

Già, se si studiasse un minimo di logica… Non solo, la verità o meno di una proposizione dipende dall’interpretazione data alle sue componenti atomiche.

E ciò si può fare in maniera del tutto indipendente dai loro contenuti (tecnicamente si parla di semantica nel calcolo proposizionale, poi si passa a un livello superiore della logica dei predicati e si parla in quel caso di soddisfacibilità).

Constantine

Alessandro Bottoni scrive:
“In questo senso, la “verità” è ciò che lega positivamente un modello teorico al suo sistema di verifica.
Ma qui stiamo andando parecchio oltre la natura originale del nostro discorso.”

Forse stiamo andando fuori tema ma la definizione dei concetti è importante per sviluppare logicamente un ragionamento. In ultima analisi per la scienza si ha verità quando il modello descrittivo è in accordo con i dati sperimentali. E su questo concordo pienamente. Continuo ad avere dei dubbi su “assoluta”. Il significato che do a questo termine è il seguente: una realtà la cui esistenza non dipende da nessun’altra, ma sussiste in sé e per sé. Sotto questa luce le verità della scienza (a mio avviso naturalmente) non sono assolute perchè esse nascono dall’interazione tra modello ed evidenza sperimentale. Le verità della scienza non sono vere in quanto tali ma perchè dimostrate vere attraverso il metodo scientifico che è un ottimo “algoritmo” per indagare con ragione e logica la realtà sensibile (da buon fisico direi il migliore :D). Ecco perchè preferisco dire che le verità scientifiche sono tali fino a prova contarria. E questo secondo me non sminuisce la potenza della scienza anzi la rende più forte, ci dice che per quanto ci è dato sapere ed entro certe approssimazioni la realtà funziona come descritto da una determinata teoria che ha superato moltissime prove ma che in ultima analisi non si considera depositaria di verità assolute nel senso usato dalle religioni (e se non ho capito male anche qui ci troviamo d’accordo :D)

“Ovviamente, hai ragione. Ma anche in questo caso, stiamo andando molto oltre il senso originale dell’articolo. A tutti i fini pratici, le conoscenze prodotto dalla Scienza sono certe e definitiva. Come dicevo nell’articolo, per poter ipotizzare che un esperimento riuscito 100 volte fallisca la 101-esima, bisogna ipotizzare una instabilità del nostro universo ad un livello tale che ogni altro discorso diventa irrilevante.”

Sinceramente non sono sicuro che il fallimento della 101-esima prova debba necessariamente implicare instabilità nel nostro universo. Semplicemente da un punto di vista puramente logico le informazioni sulle precedenti 100 non ci danno nessuna garanzia sull’esito della 101-esima. Possiamo supporre a buona ragione che probabilmente anche la 101-esima prova non sarà un fallimento (perchè, e qui mi riferisco soprattutto all’ambito della fisica, il sistema è controllato, si suppone non ci siano cambiamenti nelle condizione dell’esperimento ecc..) ma in ultima analisi non ne abbiamo una certezza matematica. Questo probabilmete, hai ragione tu, sposta il discorso verso i metodi e la capacità della nostra ragione di investigare la realtà e lontano dallo scopo del tuo intervento. Ma se l’argomento è emerso probabilmete è perchè anche tali questioni gnoseologiche ed epistemoligiche ci aiutano a capire meglio cosa è la scienza (rispondo io, rispondo io: la cosa migliore nata dalla filosofia :D).

Bruno

La verità assoluta?
E’ quella che ti trasforma, che trasforma il tuo essere e ti fa trovare il tuo senso dell’esistere.
Ma questa verità è assoluta solo per te, perchè lo hai scoperto tu, ne hai fatto esperienza nella tua vita; è come un cibo del quale fintanto che non lo mangi non ti può nutrire. ma appena lo assimili ti aiuta a crescere.
E se un altra persona viene a dirti che quella non è la verità, tu non ci credi, perchè sei tu ad averla sperimentata, ad averla vissuta, sei tu ad aver mangiato quel cibo, e questo è abbastanza per farti “credere” che la tua “esperienza” sia quella giusta.
Nessuna verità assoluta, nè in campo scientifico nè in quello religioso.
Infinite verità “relative” quindi.
Ma se proprio qualcuno avrà il coraggio di accostarsi alla soglia del precipizio della ” verità relativa più assoluta” è gettarsi dentro, beh, non nè uscirà quello di prima, egli parlerà il linguaggio del silenzio.

Bruno

Flavio

Se le verità saranno tutte relative, alcune sono meno ‘vere’ di altre, e l’unico metro comune per valutarle è la ragione, la logica, il metodo scientifico. Vedi articolo di Asimov citato sopra.

Bruno

Anche la ragione , la logica ed il metodo scientifico sono relativi al modello a cui fanno riferimento.
Attenzione al metodo scientifico e a quello della ragione, essi non hanno l’ultima parola, altrimenti anzichè combattere un male, diventano degli “assoluti arroganti”, diventano il male stesso.

Bruno

strangerinworld

mi accontento delle verità relative della scienza che qualche miglioramento, al contrario della religione, alla vita aldiqua ha dato

LORO prendono il mondo per i fondelli da millenni al solo scopo di opprimere il prossimo, detenere il potere e goderci sopra

la gente è stupida

strangerinworld

il solo PARLARE dell’esistenza di un qualsiasi dio è offensivo dell’intelligenza umana
figurarsi l’affermarlo come verità assoluta

alla gente piace essere offesa

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