Sarkozy o la laicità, bisogna scegliere

Nicolas Sarkozy e la laicità sono su una barca. La laicità cade in acqua. Chi l’ha spinta?

Il pontificato di Nicolas Sarkozy è avviato sulla strada posta durante i suoi precedenti ministeri. […] L’uomo si era espresso con franchezza nel 2004 nel suo breviario La République, les religions, l’espérance e insiste oggi con la manipolazione delle parole: in una lettera di incarico a Michèle Alliot-Marie, ministro dell’Interno, riprende il termine “speranza” per descrivere quella che sarebbe, secondo lui, l’essenza della religione. Tenace, Sarkozy aveva preparato il terreno durante il suo mandato precedente quando, Ministro degli Affari Religiosi [ministre des Cultes], aveva fatto partorire da una commissione prestanome un rapporto destinato a facilitare l’erogazione di finanziamenti per luoghi di culto dalle collettività pubbliche. Una moschea da inaugurare, una sinagoga da visitare, uno “scientologo” [adepto di Scientology, n.d.t.] da incontrare, il ministro che adoperava l’aspersorio bene quanto il manganello era sempre pronto. Dal momento della sua ascesa al trono supremo, non si è smentito: le sue prediche passate sono ora divenute delle azioni molto reali. Il Vaticano si è rallegrato della sua elezione? Ecco che redige una lettera molto premurosa. Il cardinale Lustiger va a verificare le tesi cristiane sull’aldilà? Lui attraversa l’oceano per farsi notare a Notre-Dame su una bella poltrona di velluto. Françoise de Panafieu ritiene che lui abbia qualcosa di meglio da fare invece di andare, quel giorno, a Notre-Dame? Lui la gratifica con la sua collera abituale.

Il primo mandato di Jacques Chirac, nel 1995, aveva accordato molti posti nei ministeri a membri o amici dell’Opus Dei. Il grande gioco consisteva nello scoprire chi era membro o solamente amico della “piovra” [nomignolo fortemente critico affibiato all’Opus Dei, n.d.t.]. Nicolas Sarkozy ha reso tutto più chiaro: ha nominato Christine Boutin ministro dei Comuni. Contraria tanto all’interruzione volontaria della gravidanza [in fr. IVG: interruption volontaire de grossesse] quanto alla pillola del giorno dopo, la deputata delle Yvelines aveva presentato, nel gennaio del 2005, una “Proposta di legge tendente a favorire l’aiuto alle donne incinte in difficoltà”, che consisteva, in pratica, in una “prevenzione dell’IVG” per mezzo di un finanziamento pubblico per la propaganda anti-IVG. Le cose sono anche più semplici. Prima, si era opposta al PACS mostrando una Bibbia all’Assemblea Nazionale, nel 1998. Christine Boutin è anche consulteur presso il Consiglio Pontificio per la Famiglia dal 1995 e, nel luglio 2006, ha partecipato al Congresso teologico e pastorale internazionale di Valencia, in Spagna, sul tema della trasmissione della fede nella famiglia. Sullo stesso registro, aveva fondato nel 1993 l’Alliance pour les droits de la vie [Alleanza per i diritti della vita], il cui obiettivo è identico, cioè la lotta contro l’IVG. A proposito di islam, questo fratello nel monoteismo, la presidente del Forum dei repubblicani sociali è favorevole al velo islamico nelle scuole e ha partecipato amichevolmente al congresso del 2006 dell’Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia. Tutti uniti contro la laicità. […]

La composizione del suo consiglio ministeriale è l’immagine delle sue convinzioni cattoliche. Christine Boutin ha nominato direttore il prefetto Jean-Paul Bolufer, contrario all’aborto e all’omosessualità. Nomina come consulente tecnico Christine Dechefdebien, condannata nel 1992 a quattro mesi di prigione con la condizionale e a 5.000 franchi di multa per la sua partecipazione ad un commando anti-IVG in un ospedale pubblico di Pau. Infine, si è trovato un sacerdote, Jean-Marie Petitclerc (iscritto al Politecnico e salesiano), nominato fin dal giugno 2007 per le relazioni con gli enti locali.

Due mesi prima della messa a punto del governo, è il ministro dell’Interno Michèle Alliot-Marie che ha dimostrato un nuovo segno di servilismo verso una religione con l’inaugurazione della Sede della Conferenza dei Vescovi di Francia a Parigi […]. Nel suo discorso, pronunciato alla presenza del Nunzio apostolico e del Presidente della Conferenza dei Vescovi di Francia, il ministro ha iniziato col notare che il quartiere dei ministeri, in cui si trova l’edificio, è anche “tra i numerosi luoghi di fede e di riflessione”. Solo il caso, di sicuro, ha messo gli emissari del Vaticano vicino alle sedi del potere politico. Il suo intervento si è inserito nella partnership già esistente con le organizzazioni cattoliche e, senza ridere, Michèle Alliot-Marie ha accennato una molto curiosa “evoluzione verso la modernità” della Conferenza dei Vescovi di Francia. Infine, ha consacrato la Chiesa come una guida che ci farà uscire dall’incertezza: “In un mondo che ha visto crollare la maggior parte dei riferimenti ideologici e morali, le religioni hanno più che mai la vocazione di illuminare la società, che sia civile o politica. Ringrazio la Chiesa cattolica per il contributo determinante che ha portato a questo dibattito.” Gesù come sottosegretario di stato?

Niente di sorprendente in queste cortesie, dato che Michèle Alliot-Maire, fedele eco della voce del suo nuovo superiore, auspica, inoltre, di organizzare la formazione degli imam. L’obiettivo è la costituzione di un islam docile che divenga un partner dello stato. Il 30 luglio, il padre della patria ha giudicato utile mettere tutto per iscritto in una lettera di incarico indirizzata proprio a lei. Si affida a Michèle Alliot-Marie il compito di garantire all’islam le agevolazioni necessarie al suo sviluppo, mentre non spetterebbe allo stato organizzare una religione. Questa benevolenza si inserisce nel percorso logico della creazione del Consiglio Francese del Culto Musulmano, a opera di Nicolas Sarkozy nel 2003, allora ministro dell’Interno. E’ così che aveva partecipato al Congresso dell’Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia quello stesso anno. […]

Di fronte a tanto zelo nel compiacere i monoteismi, la partecipazione durante l’esibizione dei Piccoli Cantori del Croix de Bois, alla parata dell’esercito del 14 luglio, sembra un’amabile distrazione. Il coro cattolico ha cantato, con il Coro degli eserciti francesi, la Marsigliese, il Canto del Partigiano e l’Inno alla gioia di Beethoven, che è l’inno europeo. Ancora uno sforzo e l’anno prossimo, tra un’Ave Maria e un Padre Nostro, si salmodierà la Torah e si moltiplicheranno le lodi ad Allah, durante la festa al Giardino dell’Eliseo.

Nuova tappa in agosto quando si sentì un diluvio di elogi cantati in coro dall’Eliseo e il Matignon [sede del primo ministro francese, n.d.t.], in seguito al decesso del cardinal Lustiger. Questo oppositore irriducibile dello spirito dell’Illuminismo è riuscito nella sua missione: venuto immediatamente dagli USA con un volo speciale per assistere ai suoi funerali, il pellegrino Sarkozy era accompagnato dalla sua corte di ministri e sottosegretari di stato, come François Fillon, Jean-Louis Borloo, Michèle Alliot-Marie, Brice Hortefeux, Luc Chatel, Nathalie Kosciusko-Morizet e André Santini. Una vera riunione ministeriale a Notre-Dame! Infine, a settembre e ottobre, san Nicolas ha proseguito il suo pellegrinaggio.

Per prima cosa, all’ONU, dove ha predicato che, molto semplicemente, la pace nel mondo passa per il rispetto delle religioni e delle credenze. Poi alla moschea di Parigi il primo di ottobre per la fine del digiuno del Ramadan, con due bacini a Dalil Boubakeur, il responsabile dei luoghi di culto. François Fillon l’aveva preceduto il 18 settembre e Michèle Alliot-Marie si è recata il 10 ottobre.

In qualche mese di attività del presidente Sarkozy, la separazione tra le chiese e lo stato cede sempre di più sotto i colpi ripetuti che vengono assestati con l’applicazione e il metodo. C’è da temere che il futuro non conoscerà alcuna moderazione e sotto i nostri occhi sbigottiti si presenta il rischio di una reale distruzione di uno dei fondamenti della società. Eppure, la laicità è più di un’urgenza a livello tanto nazionale quanto mondiale: i professionisti della politica si precipitano alle esequie di Giovanni Paolo II – come a quelle del cardinal Lustiger; il comunitarismo musulmano si infila nella breccia creata molto gentilmente dallo stato con il Consiglio Francese del Culto Musulmano; le Chiese cristiane moltiplicano le azioni di pressione al livello delle istituzioni europee e Benedetto XVI non finisce di scagliarsi contro la laicità e il “cerbero” del materialismo.

Separare i culti dalla cosa pubblica, rinviare la credenza ad una pratica personale, finirla con i privilegi accordati alle religioni: questo è ciò che è in gioco per una laicità fedele al suo spirito. Una donna, a Parigi o ad Algeri, si augura di vestirsi come preferisce e di rigettare il velo che fa di lei un oggetto sessuale? La laicità fornisce questa possibilità. Un’altra, in Messico o in Irlanda, rivendica di poter fare un figlio se lo vuole, quando lo vuole e con chi lo vuole? Confinare i precetti maschilisti delle religioni fuori del sistema giuridico assicura questa libertà. Un biologo o un astronomo vogliono condurre la propria ricerca senza restrizioni timorose o bende poste sugli occhi? L’affermazione del carattere oscurantista delle religioni gli garantisce la libertà di lavorare. Un insegnante del Kansas o della Turchia vuole poter insegnare ai suoi allievi l’evoluzione delle specie? La scuola laica costituisce un baluardo contro le superstizioni mantenute dai monoteismi. Infine, l’antifascista argentino o iraniano reclama la giustizia nel suo paese contro la tirannia dei militari e della religione? Il dovere di verità respingerà la riconciliazione così spesso predicata dalle religioni sistematicamente in combutta, o confuse, con i despoti.

Senza frontiere e di tutti i colori, la laicità afferma la preminenza dell’individuo sulla trascendenza e pone la sua emancipazione come una questione di libertà. L’istituzionalizzazione della fede per mezzo delle religioni, di cui un ordine morale ipocrita costituisce la colonna portante, è utile solo alla tranquillità dei cleri e dei potenti. Una realtà che volutamente non ignora Nicolas Sarkozy, al quale servono di più i sacerdoti, gli imam e i rabbini per comprare la pace sociale.

Fonte: Atheisme.org

Le Sarkophage, n. 3, 17 novembre 2007.

6 commenti

nas

la lotta contro l’ IVG mi pare sacrosanta. si chiama contraccezione.

Flavio

Io lotterei per il diritto delle donne (e degli individui in generale) a scegliere e ad autodeterminarsi.

claudio r.

Di che meravigliarsi: religione, reazione e autoritarismo sono un tutt’uno inscindibile.

lacrime e sangue

L’articolo non ci chiede di discutere du aborto o su altre cosette, ma di comprendere dove intende arrivare la politica dei governanti – e non solo quello francese, ma anche gli altri d’Europa.
Lo Stato chiede ai capi delle religioni fedeltà in cambio di soldi e leggi favorevoli. L’alleanza prete/rabbi/imam/varia con lo Stato garantirebbe la “pace sociale” al prezzo delle libertà non confessionali. Chi ci rimette sono i liberi pensatori e gli a-confessionali.
Ma lo Stato non vede che le sue concessioni alle religioni lo ‘cannibalerizzeranno’ ovvero che lo Stato verrà ingoiato sul lungo periodo dopo un vantaggio momentaneo con danno di tutta la cittadinanza, compresi i fedeli stessi.
Prima o poi infatti, dopo essersi infiltrati nelle istituzioni pubbliche e averle sconfitte, i monoteismi smetteranno di essere alleati e si scanneranno tra loro.
Ma questo massacro non sarà una gioia per noi: avremo già perso tutto prima.

ciceracchio 2la vendetta

CE’ UN SOLO STATISTA SERIO E LAICO IN EUROPA IL SUO NOME POSSA ESSERE ONORATO IN ETERNO ;;;;; ZAPATERO………..COME TI APPLICO LO STATO LAICO E LASCIO I PRETI A CASA….LORO…. UOMO CON GLI ATTRIBUTI ENORMI.
SARA’ RIOCORDATO COME I 300 EROICI SPARTANI CHE RESTITTETTERO AL DITTATTORE
SERSE……GLI EROI VIVONO X SEMPRE .

lik

Secondo me il mito della Francia laica si sta piano piano sciogliendo come ghiaccio.

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