India: proposta di legge per il controllo delle istituzioni cristiane

Le Chiese cristiane dell’Andhra Pradesh hanno lanciato una campagna contro una proposta di legge del governo per controllare le proprietà ecclesiastiche. Per il segretario delle Chiese, p. Anthoniraj Thumma, tale controllo è un attentato alla libertà religiosa. […]
Secondo il governo la legge è necessaria per “proteggere le proprietà” e permettere la continuità dei “servizi umanitari”. Essa è fatta su un modello già varato per le proprietà dei tempi indù e delle comunità musulmane che in passato hanno registrato abusi e sequestri da parte di persone senza scrupoli appartenenti alle due comunità religiose. Il nuovo progetto di legge prevede la nomina di un commissario statale che dovrebbe registrare tutte le proprietà e divenire il custode insieme a un consiglio da eleggere ogni tre anni. Senza il permesso del commissario e del consiglio non si può vendere o acquistare tali beni; anche per costruire, alterare o demolire gli edifici esistenti ci sarà bisogno di permessi e controlli.
Secondo i responsabili delle Chiese, la nuova struttura di controllo apre la via a minacce, ricatti, abusi e corruzioni in larga scala.
Intervistato da AsiaNews, il p. Anthoniraj Thumma, vice-segretario dell’Andhra Pradesh Bishops’ Council e segretario dell’ Andhra Pradesh Federation of Churches, fa notare che “le proprietà delle Chiese cristiane sono diverse da quelle indù e musulmane. Quelle indù o musulmane sono donate dal governo o da privati; quelle cristiane sono comprate da loro o da istituzioni cristiane e si tratta di proprietà private”. […]
P. Thumma fa pure notare che “le Chiese hanno sistemi amministrativi ben strutturati, a differenza delle comunità musulmane e indù”. […]

Fonte: il sito cattolico Asia News

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17 commenti

lugachov

tutto il mondo è paese…

in India come in Italia guai solo a guardare il patrimonio della chiesa !!

Aldo Grano

Direi che la situazione italiana non può essere confrontata con quella indiana. Per l’ Italia sono senz’ altro favorevole a maggiori controlli dello Stato, sia sui beni eccclesiastici, sia su quelli di società sportive, cooperative di consumo,onlus, volontariato, ecc. Ma da noi lo Stato latita ovunque e le mie sono utopie belle e buone. Non conosco abbastanza la situazione indiana in generale e quella dell’ Andra Pradesh in particolare. So che gli stati indiani presentano grandissime differenze tra loro.

paolo di palma

Per la seconda volta condivido il pensiero di Aldo Grano. Aggiungerei che oltre che controllare, lo stato italiano dovrebbe tassare tutti i beni a prescindere da come vengono utilizzati. Così gli atei pagano l’ici per la loro sede, lo stesso fanno i partiti ed i sindacati i mussulmani per le loro moschee, gli ebrei per le loro sinagoghe ed anche i cattolici per le loro cattedrali. Usciremmo così da un sistema feudale che garantisce per discendenza dei favori di tipo monarchico ad alcune organizzazioni e non ad altre. A me dicevano hai voluto la bici? Ora pedala. Cari Cattolici, mussulmani, ebrei, testimoni di geova, etc. anche se siete sempre in meno volete i vostri luoghi di cultpi immensi, manteneteveli!!

giuseppe

C’è un principio generale valido per tutti gli uomini e le donne, per tutte le istituzioni intermedie tra lo stato ed il cittadino, per atei e credenti, in Italia come in India:lo stato faccia un passo indietro. Questo garantisce l’ateismo ma anche la fede e viceversa. Si evitano così intolleranti ingerenze.

Roberto Grendene

In Italia non solo lo stato finanzia a fondo perduto le confessioni (vedi 8×1000) e il loro indottrinamento (vedi IRC).
Ci sono anche i Comuni, che regalano ogni anno dal 7 al 9 % (si’, per cento) degli oneri di urbanizzazione secondaria. Quanto? Piu’ di un milione di euro a Milano, piu’ di 700.000 a Firenze e Bologna. Sono regali secchi. Non come avviene per associazioni come APS o onlus, per le quali si finanziano e si verificano progetti.
Caso emblematico e’ il finanziamento per edifici religiosi confrontato con centri civici: ai primi si regala l’edificio e le ristrutturazioni, e le chiese proprietarie possono farci cio’ che vogliono. Nel secondo caso si finanzia generalmente un edificio che rimane di proprieta’ del comune e che viene affidato temporaneamente e secondo una convenzione (che richiede democrazia, pluralismo, prevalente attivita’ senza scopo di lucro e sociale, ecc.) ad una u piu’ associazioni.

Roberto Grendene

maxalber

@Aldo Grano
E’ inutile cercare le diversità culturali e/o politiche delle varie realtà.
La CCAR ha un solo scopo: la gestione di danaro e potere.
Dovunque.
E vuole farlo senza controlli esterni.
La facciata della difesa dei “valori” è per gli ingenui.
Sei fra quelli? (Te lo avevo già chiesto, ma non avevi risposto).

francaMente

@Aldo Grano
Per l’ Italia sono senz’ altro favorevole a maggiori controlli dello Stato, sia sui beni eccclesiastici, sia su quelli di società sportive, cooperative di consumo,onlus, volontariato, ecc. Ma da noi lo Stato latita ovunque e le mie sono utopie belle e buone

di sicuro latita sui beni ecclesiastici e chiude un occhio sui bilanci delle società sportive, specie se grandi e quotate in borsa, ma mi spieghi il “latita ovunque” riferito alle cooperative di consumo…..

Pasquale Palladino

Forse penserete che questo commento non sia opportuno. Purtroppo la censura colpisce ancora una delle poche persone in Italia che ha avuto la possibilità di dire al grande pubblico la verità sul tema della pedofilia nella chiesa, della politica corrotta, dell’orrore e stupidità delle guerre e degli squallori italiani, in genere. La Telecom, padrona de La 7, ha ottenuto la chiusura di Decameron di Daniele Luttazzi per proteggersi da eventuali cause per turpiloquio, ed i video sono reperibili, ancora per poco, solo su you tube. Quelli che ben pensano e che non hanno mai visto una puntata di Decameron sono felici della chiusura forzata di una trasmissione del Sabato notte. L’ignobile corriere della serva gongola per la repressione di chi mostrava l’inutilità delle notizie raccattate da internet del terzo giornale d’Italia sull’orsetto Knut, sul calendario delle modelle o sull’oroscopo.
Daniele è un faro in un mare di merda in tempesta, ma c’è sempre chi è pronto a dire che se è calda e marrone allora e cioccolata!
Registrate gente, registrate.

Markus

Cari cristiani, abbiate fede in dio.

Cari indu… fate bene, basta studiare la nostra storia e l’istituto giuridico della mano morta..

g.b.

giuseppe scrive:

8 Dicembre 2007 alle 09:28
C’è un principio generale valido per tutti gli uomini e le donne, per tutte le istituzioni intermedie tra lo stato ed il cittadino, per atei e credenti, in Italia come in India:lo stato faccia un passo indietro. Questo garantisce l’ateismo ma anche la fede e viceversa. Si evitano così intolleranti ingerenze.

Non sono per nulla d’accordo. Lo Stato non deve intromettersi nelle faccende private dei singoli individui, ma per le istituzioni intermedie il suo controllo è indispensabile, se non vogliamo diventare schiavi di istituzioni per nulla democratiche, come le chiese e i poteri forti nell’economia e della finanza, oppure democratiche, ma legate ad interessi troppo particolaristici, come ad esempio gli organi di amministrazione locale.

ciceracchio 2la vendetta

CHE DIRE , L’INDIANI NON SONO FESSI E FANNO BENONE A CONTROLLARE I CATTO ,
AFFINCHE’ NON DIVENTITO COME QUI IN ITALIA ,,;;UN MODO MIGLIORE X CONTROLLARLI E CONFINARLI IN UNA RISERVA..BRAVI INDU’ NON VI FATE FREGARE ANCHE VOI CON L’OTTO X 1000 …POI NON GLI BASTEREBBE E FAREBBERO SPOT IN TV X DIRVI DOVE E COME VERSARE ALTRI DENARI X MANTENERLI ….SE VOGLIONO MANGIARE CHE VADINO A LAVORARE ,,DATEGLI IL TANTO TEMUTO PICCONE CON BADILE ANNESSO QUELLO GLI SPETTA QUELLO MERITANO.

davide

“andate senza bastone bisaccia cintura e sandali”. Così mi pare sia scritto nel loro libro, ma pare che se lo dimentichino costantemente

Aldo Grano

@ max – mi pare di averTi già risposto di sì, ma sarò più chiaro: se per Te è ingenuità credere che il Papa e i Vescovi credano in Dio, io sono moltissimo ingenuissimo; se per Te è ingenuità credere che la Chiesa difenda sinceramente i miei valori, sono addirittura cerebroleso.
@ FrancaMente: non mi riferivo alle cooperative di consumo soltanto, ma a tutto, dalla scuola agli ambienti di lavoro. Io sono molto statalista e uno stato serio dovrebbe controllare tutto, altro che passi indietro. Certo, non deve arrivare alla dittatura e agli abusi, per questo dico che oggi le mie sono mere utopie.
A chi ha parlato dei Comuni: il mio, Sesto Fiorentino, fa pagare l’ ICI a tutti gli edifici ed i terreni agricoli della mia e delle altre parrocchie del territorio, tranne la Chiesa stessa, ovvero il luogo destinato al culto. Quindi interpreta la legge e penso che tutti i Comuni lo possano fare. Se c’è un esperto tra Voi, sarò ben lieto di ascoltarlo, perchè nel campo sono un orecchiante. Ma il bilancio della mia parrocchia lo conosco bene.

Roberto Grendene

Aldo Grano:
«A chi ha parlato dei Comuni: il mio, Sesto Fiorentino, fa pagare l’ ICI…»

Non ho parlato di ICI.
Ho parlato di somme che dalle casse del comune arrivano alle chiese, in genere solo quella cattolica.
Si tratta del 7, 8 o 9% /a seconda della ragione) degli oneri di urbanizzazione secondaria. Per avere una idea delle cifre:
Milano, per il 2002, versò 1.392.900 euro alle confessioni religiose.
Firenze per il 2004 ne versò 728.498.
Bologna per il 2004 arrivò a regalarne 798.970

Chiaro adesso?
L’uaar sta preparando, in merito, una campagna di sensibilizzazione e raccolta dati, perche’ i cittadini sappiano che se mancano fondi per asili nido, scuole materne e servizi sociali, per le chiese non mancano mai.

Roberto Grendene

ciceracchio 2la vendetta

ROBERTO: MA LE CHIESE AIUTANO IL GRULLAIO DEI DEVOTI A PREPARARE IL PARADISO
GLI ASILI NIDO A CHE SERVONO????LE SCUOLE SE NON INSEGNANO AD AMARE IL PAPA A CHE SERVONO??? MA TANTO FINCHE AVRANNO MOTI SUPERTIZIOSI CREDULONI
VIVRANNO BENE E ALLE NS SPALLE……….MAREMMA BUCAIOLA,,,,,
E CONTINUARONO A CHIAMARLA TRINITA’.?????

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