Lo spettacolo di Roberto Benigni sulla Divina Commedia, trasmesso la settimana scorsa da Rai Uno, è stato «a momenti una lezione di altissima comunicazione religiosa, oltre che artistica e letteraria». Lo ha affermato padre Raniero Cantalamessa nella prima predica d’Avvento da lui proposta questa mattina a Benedetto XVI e ai cardinali e prelati della Curia Romana. Secondo il predicatore della Casa Pontificia, «tuttavia, su un punto, forse non premeditato, Benigni ha lanciato un messaggio che potrebbe risultare micidiale per i giovani e cha va rettificato». Il comico toscano ha citato la frase di Agostino che dice: «Dammi la castità e la continenza, ma non ora», come se prima, ha spiegato, bisognasse «provare tutto» e poi da vecchi, «praticare la castità».
Ma, ha chiarito Cantalamessa «l’attore ha attribuito erroneamente la frase a sant’Agostino, in quanto essa è invece di Agostino ancora peccatore, di prima della conversione. Non ha detto quante lacrime era costato al santo strapparsi alla schiavitù della passione a cui si era dato in braccio e non ha ricordato la preghiera che egli sostituirà più tardi a quella incauta giovanile: ‘Tu mi comandi di essere casto; ebbene, concedimi quello che mi chiedi e poi chiedimi quello che vuoi».
I giovani di oggi, ha spiegaato il predicatore d’ella Casa Pontificia, non hanno certo bisogno di essere «incoraggiati a buttarsi, a rompere le barriere». Piuttosto, «hanno bisogno di chi dia loro delle motivazioni convincenti, non certo ad aver paura del loro corpo e dell’amore, ma semmai ad aver paura di sciupare l’uno e l’altro». Il male della lussuria, ha aggiunto riecheggiando un passo dantesco, «consiste nel sottomettere la ragione all’istinto, anzichè l’istinto alla ragione». Infatti «l’istinto (il talento) ha la sua funzione se regolato dalla ragione; in caso contrario, diventa il nemico, non l’alleato, dell’amore, portando ai delitti più efferati, di cui le cronache recenti ci hanno fornito esempi».
Cantalamessa: «Bravo Benigni, ma sulla castità sbagli»
42 commenti
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Benigni era adatto ad un ruolo: fare da spalla ad un “veramente” grande attore e personaggio culturale; il mai abbastanza compianto Massimo Troisi.
Da quando gli è stata montata la testa attribuendogli doti e meriti fittizi in chiave chiaramente strumentali, le sue manfrine schiamazzanti e cafonesche, non fanno che perseguitarci dai teleschermi……pensate che c’è stato anche qualcuno che lo vedrebbe come futuro Nobel per la letteratura.
Roberto Benigni è molto divertente come comico.
Un poco meno come parroco quando si infervola nello «amore che trabocca dal Vangelo».
Ancora meno come filosofo quando parla di «libero arbitrio».
Beningni, quale Benigni: quello di “Berlinguer ti voglio bene” o quello di “Baciamo la tunica Veltroni”?
Dopo “Il Piccolo Diavolo” Benigni si doveva chiudere in convento, per usare sue parole ora l’è proprio una meretrice baciapile e baciadollari.
Rettificato da chi? Dall’inquisizione?
Benigni più che deludente…da ateo, se lo è mai stato, a seminarista.
Condizionato dal successo di quel noiosissimo e orribile film sugli Ebrei.
Un comico, un guitto , non un attore non un regista.
Umiliato da quel cesso della moglie-
Entusiasta finanche del vangelo, insozza uno dei capolavori dell’umanità, la Commedia che può essere letta senza ricorrere a cristi e madonne in stile cattolico.
Benigni era in particolare stato di grazia quella sera, tanto da ricordarmi Dario Fo, che ebbi la fortuna di vedere dal vivo trenta anni fa. Ancora abbastanza giovane da tenere deste migliaia di persone, per tre ore, al teatro tenda di Firenze, da solo, a memoria, inventando quel linguaggio, un po’ latino, un po’ bergamasco, e quella mimica che penso gli abbiano valso il Nobel per la letteratura. Sull’ intervento di Cantalamessa mi fa piacere che abbia voluto mettere i puntini sulle i per S. Agostino, citato spesso a sproposito: anche il giornalista Massarenti, del Sole 24 Ore, ha citato Agostino come Benigni (che Benigni abbia copiato da Massarenti, anziché da Agostino?) nella sua opera di divulgazione della filosofia, per quanto “minima”. Il dibattito castità/lussuria: penso che Cantalamessa abbia frainteso Benigni, il quale, comunque, pur avendo subito una “conversione”, con buona pace di chi si ostina a crederlo ateo, non è ancora diventato un santo ma è un grande comico e, soprattutto, una maschera vivente e, sempre più, un uomo di cultura. Chissà se arriverà, dopo l’ Oscar, al Nobel anche lui. (@ Leo 55) @ Massimo : Benigni era grandissimo anche in “Berlinguer ti voglio bene”, mirabile interpretazione di quella tribù che viveva tra Campi Bisenzio e Prato di cui era quasi uno stregone. E della quale sono stato esploratore/ospite anche io.Ma gli anni passano, quella tribù si è estinta, assieme al PCI, Benigni si è “evoluto”. Spero che con gli anni lo possa fare anche Tu.
Benigni ha fatto la fine di Bossi, prima anticlericale ora baciapile.
Caro Aldo Grano, se Benigni come tu dici si è “evoluto”, mai come in questo caso occorre sottolineare che l’evoluzione è un cambiamento non necessariamente migliorativo…
Perchè c’è sempre qualche prete che si agita non appena si sfiora l’argomento “sesso”?
agostino è diventato santo solo percè non c’era il viagra
La divina commedia è una forma di satira politica, ed è ora un monumento alla satira politica.
Chiunque la legge diviene parte di lei, e della esperienza che gia fu dei romani a fare satira, ha la particolarità (dovuta al forte distacco temporale dalla sua prima pubblicazione) di potersi leggere sia da una parte che dall’altra se si sceglie uno schieramento (guelfo o ghibellino). Che sia una preparazione ad un governo Veltroni-Berlusconi?
@ Aldo,
No a me i soldi non mi fanno “evolvere”, io lavoro: uno di quei lavori operai che un tempo aveva salari e diritti più dignitosi di adesso. Mentre qualcuno, come Benigni e Fo, svelavano ironicamente il più vasto contesto (a)-culturale delle contraddizioni che si opponevano a questa dignità.
Dimostrazione ne è che “gli evoluti” di quella taglia che tu citi adesso c’erano anche prima, solo che ora hanno cambiato nome.
LA DIVINA COMMEDIA ERA E RESTA UNA FANTASIA ; SIA PURE ESALTATA A CAPOLAVORO
DA BENIGNI… FANTASIA :COME UNA BELLA FIABA ,,,INVECE CHE DIRE DELL’ODISSEA???
DELL’ILIADE??? GRANDE CAPOLAVORO ; A DIFFERENZA DELLA COMMEDIA CHE DI DIVINO NON CI HA NULLA.
INVENTATA DA UN POETA CIECO GENIALE ??NO SOLO UN POETA; CON MOLTE VERITA’ QUINDI NON VENGANO I PRETI DI TURNO A FAR PASSARE QUESTA ROBA COME VERITA’ ..DICO ; L’INFERNO E IL PURGATORIO IL PARADISO ???? DANTE LA IMMAGINATO COME LO DESCRIVEVANO IN QUELLA TRISTE
EPOCA BUIA IMPREGNATA DI CATTO OSCURANTISMO DEL MEDIO EVO ..NULLA DI PIU’
CHE UNA IMMAGINAZIONE…… INVECE OMERO HA RACCONTATO VERITA’ ,,BELLA DIFFERENZA NO ???
Coprire di insulti un personaggio come Benigni (a strangerinworld ) non mi sembra proprio il massimo della tolleranza.Anche se si fosse convertito alla chiesa(ma io non lo credo), non meriterebbe comunque di essere trattato in quel modo.La moglie poi che c’entra?In quanto “al noiosissimo e orribile film sugli Ebrei”,beh lasciamo perdere.
la moglie lo ha plagiato e condizionato
non ha fatto altro in tutti i suoi film che distruggerci la pazienza con l’amore per lei
quanto al film da oscar è solo un giudizio filmico
benigni non è né attore né tantomeno regista
nulla contro gli ebrei
a parte il fatto che hanno creato il dio monoteista
una cosuccia da poco
Pope Eye: anche fra gli atei esistono integralisti, che ci vuoi fa’.
X COLUI CHE PARLA DI EVOLUTI, E LA CATTO MEDIOEVAL CHIESA ???
SI E’ EVOLUTA?????A ME ANZI A NOI ATEI E LAICI NON PARE ESSI SONO SEMPRE GLI STESSI TUTTO QUELLO CHE NON FANNO E’ PERCHE’ GLI ALTRI SI SONO EVOLUTI
GRAZIE ALL’ILLUMINISMO E ALL’UMANESIMO CHE DOPO AVER SCONFITTO PRPRIO LA CATTO CHIESA HANNO DATO LIBERTA EUGUAGLINZA FRATELLANZA TUTTE ROBE TABU ì PER la chesa cattolica. TUTTE ROBE MERAVIGLIOSE X UNA UMANITA’ TENUTA NELL’OSCURANTISMO E NELL’ANALFABETISMO ,,DICCI COSA FACEVANO QUANDO AVEVANO L’IMPERO CATTOLICO X FAR PROGREDIRE LA GENTE I TUOI PAPI???DICCI DICCI ;
SIAMO TUTTI ORECCHI…..
@paolo malberti
Non avrei saputo dir meglio.
spass oso come comico;
piet oso come teologo.
darik
Bisogna stare anche attenti a non diventare intolleranti all’inverso. A me sta bene se Benigni decide decide di intraprendere una serie di letture del Vangelo, in quanto dubito vi sia un’opera che meglio incarna alcuni archetipi popolari. Non butterei via, ad esempio, le cantate di Bach perché concepite per essere suonate in chiesa.
Il problema si pone un passo oltre; certa cultura umanistica (o chiamamola anche solo “cultura”) si presta purtroppo facilmente a contaminazioni di tipo catechistico, in quanto è innegabile il rapporto stretto tra religione e arte nei secoli. Lo stesso Pasolini era convinto che il Vangelo fosse una grande opera intellettuale. Bisogna vedere se Benigni sarà in grado di leggere il Vangelo senza finire dritto dritto nel porto del misticismo o della catechesi cattolica.
Penso che la sfida sia questa, e non ho la più pallida idea se Benigni potrà reggere il gioco.
Benigni lo trovo indigesto
@ Ciceracchio 2la vendetta: A Cicera’, per rispondere alle Tue domande ( se è a me che Ti rivolgi)mi ci vuole un 15.000 righe circa. Della Storia ho molto rispetto e mi è sempre piaciuta, quanto la Scienza. Spero che l’ abbia anche Tu. La Chiesa, nei suoi 2000 anni, ha avuto periodi di flusso e reflusso. Di grande male e grande bene.Ti ricordo solo che buona parte dei capolavori antichi, compresa l’ Iliade e l’ Odissea che citi, sono arrivati a noi perché i religiosi li ricopiarono. Così come vorrei ricordarTi che l’ Illuminismo ha alle sue spalle i principi che reggono le attuali democrazie occidentali, ma ha anche quell’ orrore, tuttora trionfante, che loro chiamano “libero mercato” e che io chiamo plutocrazia guerrafondaia. Per non parlare del colonialismo: Francesi e Inglesi del XVIII secolo pensavano che le libertà fossero riservate a loro, non ai negri e agli indiani. E poi Tu, che fai tanto il garibaldino, ce l’ hai un bisnonno garibaldino? Io si, si chiamava Pietro Grano, combattè con Garibaldi a Porta S. Pancrazio e poi nella spedizione dei Mille. Ho davanti a me la sua forto, con la camicia rossa e tre medaglie sul petto. Vogliamo riparlare anche del diabete?
A me non è mai piaciuto Benigni.
Mi pare un tipo laido.
Di “conversioni miracolose” è piena la tv italiana: Lino Banfi è passato dallo strizzare le chiappe alla Fenech ad essere il Nonno Felice di una famiglia catto-bigotta stile Mulino Bianco e tutta dedita alle più pietose manfrine moralizzatrici; Terence Hill è passato dalle birre e salsicce con Bud Spencer alla tunica di Don Babbeo (o Matteo, ma è lo stesso); in virtù di ciò, cosa c’è di strano nel vedere Benigni che si trasfigura e suda come un maiale mentre lancia i suoi sermoni da prete di provincia in televisione???
E intanto, hanno censurato per l’ennesima volta Luttazzi. Per una battuta su Giuliano Ferrara. L’Italia è una dittatura del clero.
@ Il Fauno. Può anche essere, ma Ferrara non l’ hanno fatto ancora vescovo. A proposito, una delle cose più tristi della mia attuale condizione è trovare tra i difensori della Chiesa Giuliano Ferrara e quell’ altro suo compagno di corso, laureato in Impudenza all’ Università l’ Arroganza, il critico d’ arte Sgarbi.
La battuta di Luttazzi faceva davvero un po’ schifo. Non credo che li c’entri il clero, ma piuttosto gli sponsor che certamente non avranno gradito la cosa.
Salve, è da molto che leggo su questo sito ma è la prima volta che scrivo qualcosa. Rispetto il giudizio espresso da strangerinworld che mi sembra in antitesi a quello espresso da tutto il mondo su quel film (a prescindere dai contenuti) infatti ha ricevuto 3 oscar su 7 nomination. Io, caro strangerinworld sono daccordo con il resto del mondo… Per quanto riguarda l’intervento di Cantalamessa può essere che abbia ragione ma, santo o non santo quando l’ha detto, l’ha comunque detto. Benigni interpreta la divina commedia, che per le citazioni dotte per il modo in cui è scritta (non dimentichiamo 100 canti in endecasillabi in rima incatenata; quanti sono al mondo ke riuscirebbero a scrivere qualcosa d simile???) resta l’opera più grande della letteratura italiana e forse mondiale (c’è gente che impara l’italiano per leggerla…). Il nocciolo della questione è che Benigni non parla sulla base di una sua cristianità cattolica, ma in base ai contenuti della Commedia che sono cattolicissimi. Per questo bisnogna cercare di penetrare per quanto possibile la mente del Sommo Poeta per afferrare il profondo messaggio insito nella commedia; e Benigni lo fa meravigliosamente. Per quanto riguarda i messaggi extra-danteschi ed extra-vangelici che Benigni lancia in tv o al teatro, possono essere condivisi anche da persone che non credono in Dio (come me)
Sia Dante che Benigni sono artisti di indubbio valore.
Ma che Cantalamessa strumentalizzi l’arte (patrimonio universale, e non certo del cattolicesimo) per fare del proselitismo, per di più “correggendo” benigni, è davvero ridicolo… quasi inaccettabile.
Benigni è solo un comico.
Consiglierei al “maestro” Benigni la frequentazione di una buona scuola di “dizione”, giusto per fare una cosa “controcorrente” rispetto a tanti altri comici che vanno oggi per la maggiore.
Liberandosi di quel mefitico accento dialettale, chissà che non riesca a fare emergere meglio le sue “presunte” grandi doti di attore, regista, interprete, filologo, esegeta………
cicer in che girone ci metteanno a noi due?
quello delle botti?
Spiace dirlo, perché Benigni è simpatica persona, che forse è anche in buona fede. Ma la sua sterzata verso il misticismo-idilliaco-filosofico andrà bene per certo popolo televisivo di anziani catto-telespettatori. Non mi piace più, tristemente mi associo a leo55 e strangerinworld.
Oltre tutto , il nostro eroe ha trovato il suo più grande estimatore nientemeno che in Emilio Fede………il che è tutto un dire…….
Però su una cosa non son d’accordo con strangerinworld: che è colpa della moglie. Se non sbaglio è andato anche con la Pozzi, potrebbe essere colpa sua? Cerchiamo di essere meno misogini e di dare sempre a Roberto quel che è di Roberto.
Neanche a me Benigni piace quando fa un mestiere in cui non è bravissimo (leggere la Divina Commedia), ma non vedo perché attaccarlo in questo modo, financo fosse un fervente cattolico (cosa che non credo). “La vita è bella” è a mio parere uno splendido film, e come comico è fantastico, questo glielo dobbiamo riconoscere. Poi de gustibus… sono rimasto sconcertato dall’intolleranza manifestata qui nella nostra piccola Nuova Atene virtuale. Se fossimo tutti così tanto varrebbe togliere la R dall’UAAR. Lasciamo pure che Cantalamessa faccia lezioni di catechesi a Benigni, non credo che verranno ascoltate.
GRANO IO TI HO RISPOSTO SE MONEA SI DECIDE A PASSARE IL MIO POST CHE NON MI PARE VOLGARE AVRAI MIE NOTIZIE……COMUNQUE RESTO SEMPRE CERTO CHE VOI CATTOLICI SIETE IL MALE DELL’UMANITA’
@ CLAUDIO MAGARI PIENE DI VINO,, SOLO BRUNELLO E MAGARI ACCETTO ANCHE IL DIAVOLINO ROSSO E ANCHE UNA BOTTE DI SASSICAIA ……..
BHE QUESTO SI X QUANTO RIGUARDA I NONNI IO UNO LO PERSO A ROMA NELLA DIFESA DI ROMA BISNONNO …CICERACCHIO 2°
CON GIUSEPPE ERA ATEO E LIBERO DA VIVO E ,MORTO DA ATEO E ANTICLERICALE …..
IL MI NONNO CICERACCHIO 3 °A COMBATTUTO I NAZI FASCISTI CON IL MI BABBO
PARTIGIANI ,E ANTICLERICALI ERANO E RESTANO ………. UOMINI LIBERI SI NASCE
E LIBERI SI RESTA ,,Mai UNO DEI CICERACCHI SI INGINOCHIERA’ ALLA CATTOCHIESA
E MAI DAVANTI AD UN SUO PRETE……COME DIREBBE IL MI NONNO MEGLIO MORIRE CHE NON ESSERE SE STESSI..MAGARI AFFOGATI NEL TINO….X IL DIABETE MIRACOLOSAMENTE GUARITO …. DURANTE VIAGGIO A LAS VEGAS ……..
a differenza di Lady, a me Benigni è sempre piaciuto e continua a piacermi, nonostante la sua svolta da innamorato del sesso a innamorato dell’amore, che lo rende meno dissacrante e un po’ troppo melenso.
onestamente oggi lo seguo meno, ma, mi pare che egli rappresenti sempre un altissimo esempio di comicità popolare.
Benigni non ha bisogno di nessun corso di dizione ed è un attore di grande qualità: molti, sbagliando, lo giudicano “naturale”. macchè naturale, è un teatrante e come tale recita.
ha sempre toccato temi religiosi, sotto il punto di vista popolare: ricordo i dialoghi con dio, chiamato, nell’occasione, Guido.
oggi, tocca temi più teologici, pur con molta cautela (si vede che non vuole irritare la chiesa), ciononostante i maggiorenti del vaticano sono costretti ad intervenire, mentre prima lo ignoravano. la ragione sono ovviamente i milioni di telespettatori.
infine due paroline per Cantalamessa e soci: quei due famosi lussuriosi sono all’inferno, ma la poetica di Dante li assolve. in quell’opera l’ultimo giudizio lo ha il Poeta, mica dio.
Perfetto stile ecclesiale:<>. Ma quando impareranno Cantalamessa e soci a ripettare le opinioni altrui senza dire “Sbagli” ma, magari, semplicemente ” non sono d’accordo”?. Si dogmatizza tutto, perfino un tema, quello della sessualità e più specificamente della castità, di cui, nei vangeli non c’è traccia ma è solo un’invenzione agostiniana, basata sulla sua stessa vita E non è detto che Agostino sia il metro di giudizio su cui fondare la propria sessualità( Dio ce ne scampi). Il magistero acclesiale, di cui Cantalamessa è uno strenuo paladino, ha portato avanti, storicamente il pensiero agostiniano facendone un caposaldo della morale sessuale cattolica, sessuofobica, aggiungendo, ad essa, quella più specificamente omofobica che non hanno nulla di evangelico. I testi originali scritti, dagli evangelisti, in greco non presenta alcun discorso di Gesù inerente il modo di vivere la propria sessualità, segno che Gesù ha lasciato liberi gli uomini di ogni tempo di autodeterminarsi su un tema molto delicato, su cui nenache Dio vuole mettere il naso. Ma Cantalamessa, Vaticano e affini devono pur dare un senso alla loro vita di celibi e astinenti, altrimenti come farebbero a dire al mondo che la sessualità è cosa molto buona, senza rimettere in discussione se stessi? Amedeo Gaetani ex-prete
Ho un libro scritto da un prete cattolico irlandese che sciorina le malefatte e le sciocchezze dette e scritte da Sant’Agostino prima e DOPO la “conversione”.
Sig. Aldo Grano, mi spiace, ma con il mondo moderno e con i valori di giustizia, uguaglianza e libertà proprio non “c’azzecca”, proprio no.