Tosatti: insegnare ateismo ai bimbi?

Nei prossimi giorni uscirà anche in Italia un film per bambini, “La Bussola d’Oro” che ha provocato dure proteste da parte dei cristiani d’America, con l’accusa di propagandare l’ateismo. In attesa di vederlo, e discuterne con voi, vi offriamo una riflessione dello scrittore Carlo Climati su giovani e ateismo.
“Immaginiamo di essere negli anni cinquanta. Accendiamo la televisione, in bianco e nero, e ci troviamo di fronte ad un popolarissimo programma condotto da Mario Riva: “Il Musichiere”. La sigla di quella trasmissione era una canzone che diceva: “Domenica è sempre domenica, si sveglia la città con le campane”. Immaginiamo anche di accendere la radio. Ascoltiamo la voce di Adriano Celentano che canta uno dei suoi più grandi successi: “Azzurro”. E’ la storia di un giovane che si sente solo, durante l’estate, perché la fidanzata è lontana. Le parole dicono: “Sembra quand’ero all’oratorio, con tanto sole, tanti anni fa. Quelle domeniche da solo, in un cortile, a passeggiar. Ora mi annoio più di allora, neanche un prete per chiacchierar”. Queste due canzoni sono le specchio di un’epoca che non esiste più. Era l’Italia cattolica del dopoguerra, che si svegliava la domenica con il suono delle campane. L’oratorio era un punto di riferimento fondamentale per i giovani, prima di qualunque altro luogo di aggregazione. […] Fino a qualche anno fa, il mondo in cui vivevamo era fortemente impregnato di cultura cristiana. Oggi, invece, il mondo è certamente più ateo. Questo è un male? Dobbiamo considerare l’ateismo un pericolo per i giovani? Personalmente, non credo che gli atei siano peggiori dei credenti. L’ateismo, di per sé, non è un male, se è accompagnato dall’onestà intellettuale e dalla volontà di confrontarsi. Io credo che alcuni valori in cui i cattolici credono non siano strettamente “religiosi”. Sono valori universali. Mi riferisco ad una serie di “regole non scritte” che tutti (anche gli atei) dovrebbero condividere: l’unità della famiglia, l’amicizia, la gentilezza, la buona educazione, il senso del pudore, il rispetto degli altri, la cultura dello sforzo e dell’impegno, la pace, il rispetto dei diritti umani, a cominciare dal diritto alla vita. Io credo che questi valori siano semplicemente “umani”, condivisibili in ogni parte del mondo, al di là di ogni confine culturale e religioso. Oggi questi valori vengono continuamente messi in discussione. Le nuove generazioni sembrano aver smarrito la coscienza del bene e del male. E l’ateismo, purtroppo, si associa sempre di più al nichilismo e al relativismo morale. Si sta diffondendo un ateismo aggressivo, cattivo, presuntuoso. Io ho veramente nostalgia degli atei di una volta, che sapevano dialogare e anche mettersi in discussione. Oggi, molti atei sono superbi e non hanno neppure il coraggio di chiamarsi con il proprio nome. Preferiscono definirsi “laici”. Il termine “laico” viene utilizzato, erroneamente, come sinonimo di “libero”. Secondo una mentalità diffusa, i “laici” sarebbero più “liberi”, più “evoluti” e più “aperti” dei cattolici. Si parla, non a caso, di Stato “laico”, nell’illusione che questo tipo di Stato possa essere più “libero”, imparziale, o addirittura migliore degli altri. Lo stesso errore viene commesso quando si parla di scuola “laica”, di bioetica “laica”, di visione “laica” della famiglia e di tante altre cose che sembrerebbero essere più nobili, in quanto non “contaminate” dalla fede in Dio. Io credo che i cattolici dovrebbero nuovamente impossessarsi della loro “laicità”, senza paure e senza complessi. Io, ad esempio, sono “laico”, perché non sono un prete. Ma sono anche cattolico. E quindi, sono laico e cattolico. Gli altri, che non credono in Dio, non sono “laici”. Sono semplicemente atei. In questo diffuso terreno culturale ateo (e non “laico”), si sta verificando un fenomeno curioso: il ritorno della superstizione. Esoterismo, occultismo e spiritismo sembrano trovare energie nuove e terreno fertile nella credulità popolare di milioni di persone, soprattutto attraverso i mezzi di comunicazione. Basta accendere la televisione, a qualunque ora, per trovarsi di fronte a maghi e cartomanti che vendono amuleti o leggono i Tarocchi. […]
Un grande scrittore, Chesterton, diceva che quando l’uomo smette di credere in Dio, non è vero che non crede più a nulla. Comincia a credere a tutto il resto. Ed è quello che sta succedendo oggi. Non siamo più credenti, ma creduloni. Molti giovani, oggi, dicono di essere atei e di non credere in Dio. Io non ci credo. Non sono atei, ma “politeisti”. Credono in tante “divinità”. Chi sono le nuove “divinità” di oggi? La carriera, i soldi, il sesso sfrenato, la bella automobile, il telefono cellulare dai mille usi, il computer ultimo modello, le scarpe alla moda, la casa lussuosa, le vacanze esotiche… I giovani sono avvolti in una specie di “nuovo paganesimo”, in cui le divinità ci sorridono dagli spot pubblicitari o dalle copertine di certe riviste. […]
E’ questo il terreno culturale che è stato costruito per i giovani del terzo millennio. E’ facile dire che le nuove generazioni sono superficiali ed apatiche. Ma che colpa possono avere, se quasi nessuno ha il coraggio di proporre loro un’esistenza un po’ meno materialista? Un grande uomo di fede, Martin Luther King, disse: “Mentre una società opulenta vorrebbe indurci a credere che la felicità consiste nella dimensione delle nostre automobili, nell’imponenza delle nostre case e nella sontuosità delle nostre vesti, Gesù ci ammonisce che la vita di un uomo non consiste nell’abbondanza delle cose che egli possiede”. E’ da qui che bisogna ripartire, per donare fiducia e speranza ai giovani. ”

L’articolo di Marco Tosatti è raggiungibile sul sito della Stampa

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37 commenti

Andrea

…e gli atei, oggi, sarebbero superbi?
E questo signore, oggi, cos’è?|

Jeeezuz

ma questo è un giornalista?
ora capisco perché si occupa di droghe. Ne sa qualcosa!

Daniela

che pochezza culturale, è difficile, davvero difficile ribattere a tutto le sciocchezze che ha detto, è un compito troppo arduo e sono stanca. vado a dormire, anche se questa lettura mi farà venire gli incubi. Buonanotte

Magar

1) Certo che anche un cattolico può dirsi “laico”, bella scoperta! Anzi, in realtà tutti i cattolici dovrebbero essere laici, cioè tolleranti, e non imporre i loro tabù e le prescrizioni della loro morale a tutti i concittadini. Se la bandiera della laicità è tenuta alta solo da atei è perché i cattolici non fanno il loro dovere.
2) Chi non ha capito perché vogliamo uno stato “laico” (e non uno stato ateo!!) farebbe bene a stare proprio in silenzio sull’argomento.
3) Tra parentesi, il significato di “laico” cui ci riferiamo noi NON è quello, più antico, di “non appartenente al clero” che Climati prende in considerazione, bensì quello moderno di “tollerante”, “politicamente neutrale nei confronti di ogni religione”. Caro Climati, non basta non esser preti per essere cattolici “laici”, bisogna anche essere rispettosi dei non cattolici!
4) “Oggi, molti atei sono superbi “: bello, il trucchetto delle “weasel words”, per lanciare accuse generalizzate ad un’intera categoria, riferendosi genericamente a “molti” di loro (Quali? Chi? Dove?)!
http://en.wikipedia.org/wiki/Weasel_word
5) <>: aridaje, come sopra, si lanciano accuse generalizzate a cui il pubblico crede, perché fondate sul vieto pregiudizio “ateo = avido, insensibile, cattivo“.

E un simile cumulo di luoghi comuni, banalità, frasi fatte, stereotipi, pregiudizi e trucchetti retorici da imbonitori televisivi trova spazio su uno dei principali quotidiani italiani?

Magar

Ops!
La citazione mancante al punto 5) è questa:
Molti giovani, oggi, dicono di essere atei e di non credere in Dio. Io non ci credo. Non sono atei, ma “politeisti”. Credono in tante “divinità” “

Be 85

io sono ateo
e non ho mai usato altri termini impropri. Comunque Tosatti potrebbe guardare un dizionario e vedere cosa significano ateo e laico…

per il resto solo una parola … BAH!

Aldo

Articolo: “Le nuove generazioni sembrano aver smarrito la coscienza del bene e del male.”

Direi che anche quelle vecchie se la cavavano niente male, fin dalla notte dei tempi.

Rudy

Se ci sono persone che NON hanno il culto di potere, cellulari, tv, tronisti e cacchiate varie sono proprio gran parte degli atei.

Flavio

Che infilata di fesserie! Ovvio che laico non vuol dire né ateo né cattolico: tutti ‘dovrebbero’ essere laici ovvero dialogare secondo ragione e ragionevolezza. Ci sono poi atei clericali (Pera) e cattolici laici (uhm… ehm… Scalfaro?).
E poi la retorica dei bei tempi che furono, ma fatemi il piacere. Se qualcosa è davvero peggiorato dagli anni ’50 in tema di laicità, è la determinazione della chiesa cattolica ad occupare ogni posizione, e infine un concordato che da 20 anni ingrassa il Vaticano e gli permette qualsiasi cosa.

Monsignèr

E’ molto tempo che non scrivo, ne qui, ne sul forum….

Ho sinceramente apprezzato questo scritto…
ho apprezzato lo scritto fino al punto in cui afferma il politeismo dei giovani e dei meno giovani se atei…
non credo che i bisogni indotti possano esser considerati materia di credenza…possono e devono piuttosto esser considerati debolezze….
..non voglio infatti considerare la fede come un debolezza, per il resto, lo scritto contiene condivisibili idee….

Silesio

L’articolo era impostato bene, ma poi mi sembra che sia sconfinato in alcune banalità (la solita storia del consumismo, come se coloro che credono fermamente in dio non comprino telefonini ecc.). In realtà c’è una cosa che il seguace delle sacre scritture non comprende, ed è questo fatto che il sentimento religioso si evolve, come ogni cosa della storia (e può anche sparire). Se i giovani “adorano” il telefonino è perché è esistita una forza immane, la forza delle chiese, che ha imposto forme di religiosità e di culti tanto strampalati, che adorare un telefonino sembra più logico che non adorare un dio che nasce da una vergine.

dadaLito

come spiegare allora il midwest americano, impregnato di fede e consumo sfrenato?

cullasakka

A me non sembra che abbia offeso gli atei in quanto tali, anzi, mi sembra molto più tollerante di molti altri credenti. Non ha neanche accusato gli atei dei peggiori mali di questo mondo. Poteva andare peggio. No?

Entomos (Zena)

Ma brutto… #@§%£$#@ !!!
Politeisti?!? Ma chi caspita è che con l’uno e trino passa le giornate a leccare babbucce e chieder falsamente venie e miracolanze varie ad un proprio creatore,sua mamma,il suo paponzo,S.Gennaro,S.(!)padre Pio e via dicendo comprandone pure i calendari per indulgersi quel tanto che basta?? Ribaltonisti di m…. che non sono (3a persona plurale) altro…Diteci di tutto ma please,non che siamo NOI politeisti!

…scusate lo sfogo ma quando ribadiscono,più o meno sottilmente perchè di questo si tratta a mio avviso, la monoteisticità del cattolicesimo proprio me le tirano…fastidio…

E pure su Wiki lo mettono ‘sto qua…bella riflessione…

watchdogs

e comunque nel mondo, 2007, è chiaro che la civiltà dei Paesi è inversamente proporzionale alla religiosità…

Kull

forse non sono davvero ateo,

forse sono politeista anche io,

solo che i miei ‘dei’ non sono il cellulare, la macchina e le vacanze,

sono la conoscenza, la giustizia e la solidarietà,

a ben vedere il politeismo può anche non essere tanto male…

😉

Kull.

Red Passion

Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti prima di me perchè hanno saputo esprime, anche meglio di me, ciò che ho provato nel leggere l’articolo.
Vorrei aggiungere solo altre precisazioni all’interminabile sequela di stupidità.
Esoterismo. Da wikipedia: “è un termine indicante genericamente le dottrine di carattere segreto i cui insegnamenti sono riservati agli adepti, ai quali è riservata la possibilità della rivelazione della verità occulta, del significato nascosto”. Cioè è l’esatto opposto dell’ateismo, ma si avvicina molto alle religioni, tutte che hanno segreti che solo alcuni possono conoscere (i tre segreti di fatima cosa sono allora?)
Occultismo. Da wikipedia: “La parola occulto deriva dal latino occultus (nascosto) e si riferisce alla ‘conoscenza di ciò che è nascosto’, o anche ‘conoscenza del sovrannaturale’, in antitesi alla ‘conoscenza del visibile’, ovvero alla scienza”. In senso lato, quindi, anche un cattolico è un occultista un ateo sicuramente no
Spiritismo. Da wikipedia: “… Lo spiritismo si basava sui dialoghi stabiliti da Kardec con quelli che egli riteneva “esseri incorporei”, spiriti di persone defunte…”. Ma il fatto che molti cattolici dicono di parlare con Padre Pio, la Madossa, S. Gennaro i propri defunti e quant’altro come si chiama allora?
A me questo Tosatti sa tanto del maiale che da del porco agli altri animali

Giona

Tutte le cose esposte in merito ai giovani sono cose VECCHIE VECCHIE VECCHIE che si leggevano anche 20 anni fa. A parte che i contenuti sono squallidissimi e inutili, mi premeva sottolineare come si spacci per novita’ una visione degli atei molto consolidata (tipo gli atei arroganti o chi non crede a dio crede al resto ed altre cose indegne di una persona intelligente).

ci_acca

La solita lista di luoghi comuni che cerca di mettere in luce la presunta superiorita’ del pensiero religioso su quello ateo. Articolo inconsistente, vuoto, inutile. Personalmente lo trovo anche sottilmente becero e meschino. Consiglio al gentile Climati di inoltrare il proprio CV alla redazione dell’Avvenire. Patetico.

Curzio

Una vera infilata di luoghi comuni (e di quelli brutti) degni del peggior insegnante di religione.
Si dà anche la zappa sui piedi quando prova a dire che chi non crede si rivolge poi a maghi e cartomanti:
1. mette sullo stesso piano il credere in dio e il credere nell’esoterismo (in questo ha ragione… ma non voleva dirlo)
2. dimentica che sono proprio i cattolici le “vittime” più colpite dai maghi truffatori.
Ed è infine spettacolare il modo in cui non capisca che le “nuove divinità” non son certo ad uso e consumo degli atei ma di tutti indistintamente, soprattutto dei credenti che (ahinoi) sono la maggior parte della popolazione, quella stessa maggior parte che poi incrementa il successo di stars, starlette ecc.
Un disastro: davvero ci scrivono tutti sulla Stampa.

Il Filosofo Bottiglione

è un “bel” discorso da prete (e si definisce “laico”).

tocca però un punto vero. in questa società tecnicamente avanzata c’è un rigurgito di spaventosa irrazionalità, anche da parte dei giovani.
il credo istituzionalizzato ritiene che la religione possa dare un governo a questa irrazionalità, per il semplice fatto che risponde allo stesso bisogno con qualcosa di organizzato.
insomma: cari ateacci cosa preferite? il governo dei preti o il governo del caos?

FaberIptius

Ero convinto di leggere Famiglia Cristiana, e invece era La Stampa!

Il mio commento è superficiale quanto l’articolo commentato.

Sunrise

Mamma mia, che mi è toccato leggere! oltre a tutte le assurdità affermate, la malafede secondo me si manifesta apertamente quando il “giornalista” (sigh!) parla di esoterismo: magari i proseliti di occultismo, spiritismo e esoterismo sono persone deluse dalla fede, più che atei, o no? come si fa a sostenere menzogne così palesi, come si può offendere l’intelligenza altrui in questo modo? E’ chiaro che un culto “nero” può nascere unicamente in contrapposizione a un altro culto, magari autodefinitosi “bianco”, e in questo le televisioni non fanno torto a nessuno: mandano in onda “Sorgente di vita” e il mago Adelmo… ma il pensiero laico e razionale qui non c’entra niente…

lik

Sono d’accordo con Magar vorrei avere i nomi degli atei che rifiutano di confrontarsi. Poi che l’unità della famiglia sia un valore universale sinceramente mi sembra un discorso molto inquietante addirittura questo vorrebbe degli atei che lottano contro il divorzio? Nemmeno i protestanti sono per l’unità della famiglia, i cattolici non hanno certo il monopolio del cristianesimo. Poi quando mai gli atei mettono in discussione l’amicizia? O il rispetto degli altri?

Carlo

Questi articoli mi fanno arrabbiare. Basta con questa retorica dei ggiovani! Non se ne puo’ piu’ di sentire che i giovani (definiti come? <20 <25 <30??) sono amorali, consumisti etc… Ma insomma, guardiamoci attorno, io vedo anche tanti 40-50enni consumisti e edonisti, perche’ continuare a prendersela con i giovani soltanto? Sono forse 25-30enni alla guida dei numerosi SUV che scorrazzano nelle citta’ italiane? Non mi pare proprio… (anche supposto che edonismo e consumismo siano per forza un male)

Sono anche d’accordo con il Filosofo, nella nostra societa’ c’e’ un rigurgito di irrazionale a tutti i livelli. Ti faccio notare pero’ che la chiesa ci sguazza, prima con le adunate woitilane, ora con i continui attacchi all’illuminismo e al “relativismo”. Purtroppo l’irrazionale, condito con effetti speciali e storie fantasiose, fa piu’ impressione dei ragionamenti chiari e delle affermazioni argomentate.

sabo

C’è da chiedersi se questo signore conosce personalemente dei cattolici di ferro o se parla della generica massa gelatinosa utilizzata negli esempi e che può essere usata per tutto ed il suo contrario. Se non ne conosce gli si possono ricordare individui tali berlusconi,casini,mastella,fini, bossi, mele; fatto ciò , applichi a questi personaggi concreti e quotidianamente sotto gli occhi di tutti, i parametri che descrive nel suo articolo, alla loro vita pubblica , ma anche, e soprattutto a quella parte di vita privata che si conosce ed osservi se le loro doti di moralità di limpidezza intellettuale,di coerenza ai principi che la dottrina cristiana ha dogmatizzato,guidano le loro vite, o se non si troverebbero comodamente abbigliati in tutte quei riprovevoli surrogati così diabolicamente umani e terreni tanto bene aborriti nell’articolo.

Mucca Atea

Classico caso di frittata auto-rigirata.
Inizia con una finta apertura, giusto per piazzare una serie a raffica di solite critiche catto-buoniste-illogiche.

Se siamo atei, non crediamo.
Non penso che siano gli atei ad andare dai chiromanti, non penso siano gli atei ad appendere i cornetti rossi nell’auto, non penso che siano gli atei a finire in mano a persone come wanna marchi.

Piuttosto, non è che i cattolici sono politeisti?
Si, perché oltre la trinità venerano centinaia di santi, di luoghi di pezzi di legno, di statue, etc.

Ad una signora che pregava intensamente padre pio chiesi: “ma perchè non prega direttamente il suo dio?”. Rispose: “Perché padre pio guarisce davvero”.

Poi vengono a dire a noi che siamo politeisti…
… non sanno più dove andare a riparare!

Gianni B.

Si vede che il pio autore dell’articolo non conosce oppure si è dimenticato dell’esistenza della Compagnia delle Opere, una specie di Confindustria cattolica fondata nel 1986 da Don Giussani e legata a Comunione e Liberazione, che raccoglie circa 34.000 imprese profit, normalissime imprese di capitalisti il cui unico obiettivo è quello di fare soldi.
Come predicare bene, e razzolare male.

giuseppe

La prima parte dell’articolo risulta interessante, nella seconda parte si sbagliano completamente i piani ed i termini, si pensa, secondo uno stereotipo banale e nocivo, che un’ateo debba per forza essere credulone.Quindi che l’ateismo non possa esistere: questo fa paura. Non si vuole accettare in un certo mondo religioso un dialogo alla pari con “persone atee”, cioè che hanno fatto la loro legittima scelta, non per questo sono migliori o peggiori. Si può, secondo me, dialogare con tutti coloro che lo accettino, anche perchè è l’unico modo per costruire il futuro..

Fabrizio

Mammamia, ma se questo è un intellettuale cattolico sono messi proprio benino! Più che parole di commento, merita commiserazione. Proprio si vede la mente chiusa, serrata a doppia mandata, e senza rimedio perché è convinta di essere aperta, illuminata e “laica”. Cacata charta.

Alessandro S.

Le parole dicono: “Sembra come in laboratorio, a far ricerca, tanti anni fa. Quei pomeriggi in biblioteca, con i colleghi, a ragionar. Ora i fondi son finiti, i ricercatori ad emigrar”. Queste due canzoni sono le specchio di un’epoca che non esiste più. Era l’Italia laboriosa del dopoguerra, che studiava o lavorava ogni mattino fiducioso, la giornata scandita dai turni o gli orari dei corsi. Il lavoro era un punto di riferimento fondamentale per i giovani, prima di qualunque altro luogo di socializzazione. […] Fino a qualche anno fa, il mondo in cui vivevamo era fortemente impregnato di cultura del sociale. Oggi, invece, il mondo è certamente più clericale. Questo è un male? Dobbiamo considerare il clericalismo un pericolo per i giovani? Personalmente, non credo che gli ecclesiastici siano necessariamente peggiori dei laici. Il clericalismo, di per sé, non è un male, se è accompagnato dall’onestà intellettuale e dalla volontà di confrontarsi. Io credo che alcuni valori in cui i laici credono non siano strettamente “ideologici”. Sono valori universali. Mi riferisco ad una serie di regole anche scritte che tutti (anche i religiosi) dovrebbero condividere: la libertà della società, la parità dei diritti e dei doveri, il rispetto della legge, l’informazione indipendente, la solidarietà, il rispetto degli altri, la cultura dello sforzo e dell’impegno, il ripudio della guerra, il rispetto dei diritti umani, a cominciare dal diritto al lavoro e all’istruzione. Io credo che questi valori siano semplicemente “umani”, condivisibili in ogni parte del mondo, al di là di ogni confine culturale e religioso. Oggi questi valori sono continuamente messi in discussione dalla chiesa. Le nuove generazioni sembrano aver smarrito la coscienza del bene e del male. E il clericalismo, purtroppo, si associa sempre di più all’oscurantismo e all’assolutismo antiscientifico. Si sta diffondendo un clericalismo aggressivo, cattivo, presuntuoso. Io ho veramente nostalgia degli ecclesiastici di una volta, che sapevano dialogare e anche mettersi in discussione. Oggi, molti ecclesiastici sono superbi e non hanno neppure il coraggio di chiamarsi con il proprio nome. Preferiscono darsi nomi di “investitura”. Il termine “ecclesiastico” viene utilizzato, erroneamente, come sinonimo di “superiore”. Secondo una mentalità diffusa, gli “ecclesiastici” sarebbero più “santi”, più “importanti” e più “morali” dei laici. Si parla, non a caso, di Chiesa “laica”, nell’illusione che questo tipo di Chiesa possa essere più “libera”, imparziale, o addirittura migliore delle altre. Lo stesso errore viene commesso quando si parla di crocefisso “laico”, di rito “laico”, di visione “laica” della partecipazione alla messa e di tante altre cose che sembrerebbero essere più nobili, in quanto non “contaminate” dalla degenerazione atea. Io credo che gli atei dovrebbero nuovamente impossessarsi della loro “laicità”, senza paure e senza complessi. Io, ad esempio, sono “laico”, perché non credo nell’istituzione ecclesiastica. Ma sono anche ateo. E quindi, sono laico e ateo. Gli altri, che credono in dio, non sono “laici”. Sono semplicemente credenti. In questo diffuso terreno culturale ecclesiastico (e non “laico”), si sta verificando un fenomeno curioso: il ritorno della superstizione. Esoterismo, occultismo e spiritismo sembrano trovare energie nuove e terreno fertile nella credulità popolare di milioni di persone, soprattutto attraverso gl’insegnamenti e i riti religiosi. Basta accendere la televisione, a qualunque ora, per trovarsi di fronte a preti, santi, papi e visionari che vendono crocefissi o leggono la bibbia. […]
Un grande filosofo, Russel, diceva che quando l’uomo si dimostra disposto a credere in dio, non è vero che crede solo in dio. Comincia a credere a tutto l’irrazionale. Ed è quello che sta succedendo oggi. Non siamo più laici, ma creduloni. Molti giovani, oggi, dicono di essere laici ma di credere in dio. Io non ci credo. Non sono laici, ma “politeisti”. Credono in tante “divinità”. Chi sono le nuove “divinità” di oggi? Padre pio, la verginità della madonna, l’opulenza sfrenata ostentata dalla chiesa, i viaggi “apostolici” del papa, la subordinazione delle cariche pubbliche agl’interessi ecclesiastici, la preghiera che risolve tutti i problemi, il matrimonio in chiesa, l’oratorio di lusso, i pellegrinaggi esotici… I giovani sono avvolti in una specie di “nuovo paganesimo”, in cui le divinità ci sorridono dagli spot pubblicitari o dalle copertine di certe riviste. […]
È questo il terreno culturale che è stato costruito per i giovani del terzo millennio. È facile dire che le nuove generazioni sono superficiali e ignoranti. Ma che colpa possono avere, se quasi nessuno ha il coraggio di proporre loro un’esistenza un po’ meno superstiziosa? Un grande uomo di scienza, Albert Einstein, disse: “I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri, i quali non sanno capire l’uomo che non accetta stupidamente i pregiudizi ereditari, ma con onestà e coraggio usano la propria intelligenza”. È da qui che bisogna ripartire, per donare fiducia e speranza ai giovani.

ciceracchio 2la vendetta

ma insomma maremma bucaiola ..un po’di contegno ,,un si po’ miga fa dell’italia uno stato laico indipendente e magari anche libero dagli influssi nefasti anzi nerissimi dell’opus dei .

OF

chissa perché i cattolici non riescono a capire che il termine “laico” ha diverse accezioni a differenza del contesto e che se inizialmente aveva il significato di non appartenente al clero oggi é anche colui che vuole l’indipendenza del pensiero e dellla politica dalle autorità religiose

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