O il velo o la vita. Tra i mille orrori del libero Iraq c’è anche la definitiva eclisse della tolleranza religiosa. Ne stanno facendo le spese soprattutto i cristiani, un tempo solida e rispettata minoranza, oggi perseguitati in fuga all’estero, non appena possibile.
L’ultimo episodio, ne riferisce il Sunday Times, è una bruttissima storia di minacce e ricatti nei confronti delle poche studentesse cristiane rimaste all’università di Bassora.
Nel sud dell’Iraq gli sciiti sono stati a lungo una maggioranza priva di potere e vessata, essendo il governo in mano al sunnita Saddam Hussein e al suo clan. Oggi, sono una comunità religiosa divisa e rissosa, sempre più attratta dall’ideologia fanatica, dai metodi, e dal denaro, del confinante Iran, pure sciita.
Ecco allora che una delle tante milizie sciite che si sono autoincaricate di vigilare sulla pubblica moralità, ha preso a pattugliare l’università di Bassora, in cerca di teste femminili scoperte. Un giorno, mentre si trovava con altre ragazze, Zina, una studentessa cristiana, è stata avvicinata da miliziani sciiti noti nella zona, che le hanno detto: «Ieri vi abbiamo chiesto di indossare il velo, perché siete venute senza coprire i capelli?». A quel punto, racconta Zina all’inviato del giornale, «il terrore ha invaso i nostri cuori. Avevamo spiegato il motivo per il quale non indossavamo il velo, essendo noi cristiane, ma loro ci hanno risposto che potevamo fare quello che volevano fuori del campus universitario, ma non al suo interno».
Le minacce sembrano piuttosto concrete. Secondo la sicurezza irachena negli ultimi cinque mesi almeno 40 donne sono state uccise dai miliziani sciiti perché non volevano indossare il velo. Alcune di loro insieme ai loro figli. Ma non bisogna trarre conclusioni affrettate sulla misoginia degli integralisti islamici. Sono stati ugualmente minacciati studenti maschi, con l’unica colpa di essere sunniti. Secondo uno di loro, Ahmad, 19 anni, nel campus universitario di Bassora esisterebbe una «polizia religiosa», composto da simpatizzanti del regime iraniano, che controlla il comportamento dei ragazzi, intervendo in modo brutale quando vede uomini e donne insieme, imponendo ai maschi di portare la barba lunga e i capelli corti e controllando che sui telefonini degli studenti non ci siano musiche o video contrari alla morale islamica. Vi ricordate i taleban?
L’Iraq come l’Afghanistan: o velo o morte
10 commenti
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saddam; santo subito!!!!
darik
Un’ altra grande vittoria degli Americani.
effetti dell’esportazione della democrazia….
prima dell’intervento degli Americani e di tante altre brave democrazie, nell’antidemocratica Iraq le donne non avevano l’obbligo del velo, l’Iraq era lo stato più laico fra quelli a cultura araba e le donne potevano studiare, portare la minigonna, lavorare come insegnanti, medici, professioniste, operaie, ecc… Tutto questo in uno stato dove certamente c’era un feroce tiranno (il mondo ne è pieno con buona pace delle coscienze democratiche)
Dopo, abbiamo esportato la democrazia e tutto ciò è svanito, assieme al sogno di tanti cittadini iraqueni di vivere in un paese non in guerra.
Senza conatre che l’ONU ha sempre condannato l’intevento americano, ma che importa, i buoni siamo noi, no?
Ma adesso chi paga il conto?
@
Darik,
mi hai battuto sul tempo,
ho una foto salvata da qualche parte sull’HD, scattata negli anni’80, mostra una donna ingegnere Irakena che, circondata dai capimastri di un cantiere, spiega carte alla mano il lavoro che dovranno eseguire, in maniche di camicia e col caschetto di sicurezza in testa,
ogni tanto la guardo e mi chiedo dove sia finita adesso…
Kull.
L’emancipazione della donna irachena era una propaganda del regime di saddam perché l’analfabestismo femminile era molto alto e già verso la fine del regime Saddam aveva comunque cominciato a islamizzare l’iraq. Ma del resto tu bevi tutta la propaganda che i regimi ti servono basta che siano anti-occidentali. Ricordiamo solo come hai coperto di fango il ragazzo gay impiccato dai mullah iraniani:
http://www.uaar.it/news/2007/12/06/iran-impiccato-perche-era-gay-per-sodomia-ce-solo-forca/#comment-133551
L’unico aspetto positivo della guerra in Iraq è la semi-indipendenza dei curdi. A questo proposito vorrei sapere come ha intenzione di comportarsi l’Europa con la Turchia che entra un giorno si ed un no in territorio iracheno a bombardare.
@ Red Passion
Innazitutto non è vero che l’Iraq fosse lo stato più laico e Saddam ha lasciato dei livelli di analfabetismo femminile scandalosi. Lo stato più laico del mondo arabo è e resta tuttora la Tunisia, anche la Giordania sta promettendo bene sotto certi punti di vista. Poi noi non siamo andati ad esportare nulla perché l’Italia non ha partecipato all’invasione dell’Iraq ed è stato meglio cosi.
Che siano maledette ste religioni!!! (Peccato che da razionale so che non ha influenza…)
Bush vuole l’impossibile, un Iraq democratico e unito. democratico significa che i sunniti vototano per loro stessi, gli sciiti fanno lo stesso ed i kurdi anche, quindi impossibile l’unita. Unito significa che che le minoranze vengono domintae dalla maggioranza, quindi non democratico. Il suffragio universale non ha senso se la popolazione non é pronta (ad esempio istruita, dotata di pensiero critico, con possibilità reali di espressione, con una struttura statale laica,…)… e pensare che Bush ha un diploma in storia!