Australia, stuprano bambina in nove: assolti. «Sono aborigeni, vanno capiti»

Sarah Bradley è una giudice australiana che crede nel rispetto della diversità culturale. Di quelle che hanno lavorato per anni per tenere fuori dalle prigioni i criminali aborigeni. Deve essere per questo che, qualche settimana fa, ha lasciato liberi tre uomini e sei ragazzi, rei confessi dello stupro di una bambina di dieci anni: «Dovete capire—ha detto loro bonariamente— che non potete fare sesso con una minorenne. In questo caso ammetto che la ragazza coinvolta probabilmente era consenziente». Dopotutto, è l’assunto della giudice, la violenza sessuale è talmente diffusa nelle aree indigene, dove i neonati contraggono malattie veneree e i bambini mimano l’atto sessuale già all’asilo, che i giovani potrebbero non percepirla come un reato e quindi vanno educati, non puniti.
Peccato per la vittima, una ragazzina magra con la faccia triste, nata con un lieve ritardo mentale a causa del troppo alcool bevuto da sua madre durante la gravidanza. A lei la vita non ha fatto nessuno sconto. Aveva sette anni quando subì la prima violenza. Per questo era stata allontanata dalla comunità di Aurukun, nel Queensland settentrionale, e data in affidamento a una famiglia non indigena. Poi il ritorno a casa e lo stupro di gruppo: «È sbagliato — aveva decretato il Dipartimento per la sicurezza del bambino — farla allevare da gente bianca, così le rubiamo la sua identità». La triste storia della piccola Kylie (il nome è di fantasia), oggi dodicenne, ha sconvolto l’Australia. Il neo premier laburista Kevin Rudd, eletto qualche settimana fa, ha invocato la tolleranza zero: «Sono orripilato da casi come questo — ha detto —, di violenza sessuale contro donne e bambini».

Il procuratore generale del Queensland, Kerry Shine, ha promesso un appello immediato contro «una sentenza patetica che non riflette le aspettative di questa comunità ». E la prima ministra dello Stato, Anna Bligh, ha ordinato che siano rivisti tutti i casi di stupro degli ultimi due anni: «Voglio essere sicura—ha detto — che non ci sia un diverso standard di giustizia per le comunità indigene». Il sospetto, piuttosto forte, è che altre violenze sessuali non siano state segnalate dagli assistenti sociali. Nel caso di Kylie un funzionario del Dipartimento per la sicurezza del bambino è stato licenziato per aver nascosto alla polizia che la piccola aveva contratto la gonorrea. Lui si è difeso dicendo che non sapeva che fosse una malattia a trasmissione sessuale. Sei mesi fa un rapporto, commissionato dal Territorio del Nord, aveva evidenziato quanto l’alcolismo e la violenza fossero diffusi in tutte le comunità indigene dello Stato. Ad Alice Spring, per esempio, la prima causa di morte tra le donne è l’omicidio. «È una disgrazia nazionale — aveva sentenziato allora il ministro federale per gli Affari indigeni Mal Brough —. Qualcosa deve cambiare nel Paese». Ma finora è successo poco.
Certo non è stata più tollerata l’applicazione della tradizione tribale che consentiva all’anziano del villaggio di punire, a modo suo, i crimini commessi all’interno della comunità. Ma le autorità locali non sembrano in grado di gestire la disperazione degli aborigeni, che rappresentano il 2,4% della popolazione australiana. […] «Una cosa è sicura—dice Boni Robertson, professore di politiche indigene alla Griffith University —. La cultura non può essere usata per dire che nove uomini possono stuprare una bambina di 10 anni. Che tipo di messaggio stiamo dando ai pedofili?». […]

Fonte: Corriere.it

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34 commenti

Daniela

com’è possibile che una persona, un giudice, possa decidere in modo così assurdo, ma i diritti della bambina contano meno dei diritti di una comunità o di certe usanze barbare e assurde?
Qui sono violati i diritti basilari della bambina, ma che diamine, quando leggo queste cose provo davvero tanta rabbia.

Kaworu

la sua identità sarebbe farsi stuprare ripetutamente da un branco?

in questo caso, meglio che perda la sua identità.

Nicola

Ma dov’è lo Stato? Conta più l’ “identità” di una società o il codice?

lorenzo a.

cosi facendo il giudice difende il diritto degli aborigeni allo stupro di gruppo e la difesa di questo “valore” culturale

Carlo

Notizia orripilante. Purtroppo la comunita’ aborigena australiana e’ ben nota per gli stupri e l’alcoolismo. Gia’ in “Le vie dei canti” Bruce Chatwin descriveva il fenomeno.

Io spero che questo giudice venga licenziato: i doppi standard, oltre a essere ipocriti e in fondo discriminanti per la stessa comunita’ aborigena, sono assolutamente contrari alla buona pratica giuridica.

kris

Capisco che la società australiana abbia la coda di paglia per ciò che ha fatto agli aborigeni dal XIX secolo fino agli anni 70, ma una sentenza del genere è proprio da ipocriti!!

Vash

Quella sentenza è uno schifo totale e non si discute, ma se gli aborigeni stanno messi in quel modo la colpa è dei colonizzatori e di quello che hanno fatto passare a quella gente da quando hanno invaso l’Australia!

Daniela

per vash,
non credo che la colonizzazzione abbia spinto allo stupro di infanti e bambini. All’alcolismo può darsi, ma lo stupro …. bisogna essere dei gran pezzi di ….. per vioentare bambini piccoli.

Flavia

@Daniela
Non si tratta di essere dei pezzi di nulla. Semplicemente (x modo di dire), è perversione, in particolar modo x la cultura occidentale, e la perversione è una grave malattia, non una cattiveria.

anteo

I was in Australia during 1986

nel 1986 era in atto una campagna internazionale contro l’aparthaid in Sudafrica, anche il governo Australiano si unì al coro, finchè da Sudafrica arrivò una lapidaria dichiarazione:
“quello che voi avete fatto agli aborigeni noi non ci siamo mai nemmeno sognati di farlo ai bantu”.
Solo il The Australian pubblicò la notizia. Il governo australiano uscì dalla campagna sull’aparthaid.
Quello che ho visto e sentito conferma ampiamente la brutalizzazione del popolo aborigeno, letteralmente stuprato dai colonialisti europei. Questo non giustifica, anzi peggiora la sentenza del magistrato.

Flavia

@Vash
Sarebbe accaduto in blocco anche ad altre popolazioni aborigene non credi? Non credo che la pederastia riguardi un particolare tipo di individuo, ma è ad personam: in un cervello predisposto alla malattia, trova terreno fertile, che sia aborigeno o no.

Kull

Beh, meno male che gli stupratori non sono iraniani,

altrimenti i media li avrebbero trasformati in altri ‘martiri perseguitati’…

Kull.

apoftegmatico

Beh… a quanto pare non sono solo i preti a poter abusare impunemente dei minori, ma anche gli appartenenti a “minoranze degradate”

apoftegmatico

Se l’atteggiamento realativista arriva a certi esiti tanto paradoosali (e stupidi), verrebbe quasi da dar ragione a Ratzinger sul relativismo.
Lo spartiacque tra relativismo e idiozia è che nessun riconoscimento delle diverse identità culturali può mai entrare in conflitto con i capisaldi della “dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, il diritto all’integrità fisica e psichica.
Questa ragazzina è stata violentata, non ci si può appellare ad alcuna cultura.
Allora nemmeno i criminali nazisti sono condannabili perchè secondo la loro cultura non percepivano come reato l’uccisione di ebrei.
E nemmeno la Chiesa sarebbe condannabile se tornasse a mandare atei ed eretici al rogo, perchè nelle loro cultura l’uccisione di tali persone non è un’azionemalvagia.

calogero

Che tipo di messaggio stiamo dando ai pedofili? Parto dall’ultima frase, quella del professor Boni Robertson. Beh, non mi pare questo il primo problema: il primo problema è evitare ASSOLUTAMENTE che una bambina venga stuprata. E’ evitare, anche, che un giudice sentenzi che una bambina di 10 anni possa essere sessualmente consenziente. Ma su questo aspetto la vedo più difficile: le sentenze vanno rispettate, mi ha insegnato il civismo e la democrazia; ma devo ammettere che non è vero sempre e comunque. Ci possono essere sentenze palesemente ingiuste? Questa lo sembrerebbe. Ma infondo che ne so? Se voglio evitare di dire che quella giudice è “pazza”, devo per forza ammettere che per emettere quella sentenza lei avrà avuto argomenti e informazioni migliori dei miei. Ma questo è ancora più shokante, per me. E allora? Forse non è altrettanto drammatico ammettere che ci sono sentenze sballate? Relativizzare la giustizia? Mica sono Berlusconi…

Aldo Grano

Capisco che in un caso come questo è molto difficile ragionare con distacco, ma proviamoci. Vi sono culture indigene, in Africa, Australia,Sudamerica (ma molte tribù indiane degli attuali USA violentavano le loro donne per tradizione e rituale religioso, quindi anche nel Nord America. Dove ora chi lo fa è punito con pene severissime, come i bianchi) Sud-Est Asiatico, dove si usa violentare le bambine e anche i maschietti. Noi bianchi, atei, cristiani, o ferrarelle, dovremmo cercare di non violentare le culture indigene ma anche di difendere con decisione il principio dell’ illegalità della violenza sessuale. Sarebbe però necessario che noi non violentassimo gli indigeni con i nostri eserciti e i nostri prodotti. Questa bimba, ad esempio, oltre a essere nata in una tribù dove le donne vengono violentate, aveva una madre rovinata dai nostri alcoolici. Se la nostra “cultura” aumenta l’ emarginazione di queste tribù, se le sottriamo i territori per estrarci petrolio, uranio o, semplicemente, per allevarci le nostre pecore, difficilmente riusciremo a integrarli. Senza andare in Australia, guardiamo le condizioni delle tribù Rom da noi. Nessuno ci fa caso, ma questi sono i nostri indios. Anche loro trattano parecchio male le donne, rubano per tradizione…ma noi abbiamo le carte in regola per educarli? Sul caso specifico, infine, credo di non aver abbastanza elementi per giudicare il comportamento della giudice australiana.

Gianni B.

Certamente in Australia il reato di stupro viene punito come nel resto del mondo: in questo caso si è trattato semplicemente della allucinante decisione di un singolo giudice che andrebbe rimosso e messo a pulire i cessi di un reparto di malati di dissenteria.

Vi consiglio un bel film, si trova anche a noleggio: si chiama “Once Were Warriors” (Una volta erano guerrieri) ed è uno spaccato di vita di una famiglia maori della Nuova Zelanda, alle prese con i “soliti” problemi di degrado, alcolismo e violenza. Avviso che il film è molto bello ma anche molto violento, anzi davvero crudo, fa male vederlo, ma è illuminante se si vuole capire meglio la disperata situazione degli aborigeni in Oceania, che sono diventati stranieri in casa propria.

darik

# apoftegmatico scrive:
11 Dicembre 2007 alle 19:00

Beh… a quanto pare non sono solo i preti a poter abusare impunemente dei minori, ma anche gli appartenenti a “minoranze degradate”

infatti i preti sono esponenti di “maggioranze degradate”….

darik

Flavia

@Ciny2
Infatti la “piediastria” non è una malattia: non è proprio nulla, in quanto parola che non esiste. Trattasi invece di PEDERASTIA, ed è una malattia psichiatrica molto grave, eccome!

michele

bisognerebbe assolvere anche il padre di hina, è mussulmano va capito!!!!!!

ILLUMINISMO

INCREDIBILE,STENTO A CREDERCI..DAVVERO ACCADONO STE COSE??IN AUSTRALIA….MA NEANKE IN ITALIA SUCCEDONO STE COSE!!!!RIMANGO SENZA PAROLE

elfodin

«La cultura non può essere usata per dire che nove uomini possono stuprare una bambina di 10 anni. Che tipo di messaggio stiamo dando ai pedofili? »
Ne si potrebbe trarre un spot per rilanciare il turismo in australia.
“Australia. Le leggi le facciamo a misura dei tuoi pregiudizi.”

Signora Pina

In italiano la parola “pederastia” indica l’omosessualità maschile, specialmente verso i giovani (ma non verso i bambini).
Il termine per indicare l’attrazione sessuale verso i bambini è pedofilia.

Flavia

No, carissima signora Pina, mi spiace dirtelo, ma se tu conoscessi un po’ di greco sapresti anche il significato di “paidos” e di “filos”, pedofilo. In italiano, chiaramente, questa parola ha assunto un significato traslato ed oggi la si usa esclusivamente per indicare il comportamento deviato di chi abusa sui bambini. Ma il significato della parola non è affatto questo.
Quanto ai pederasti hanno, come unica differenza, l’omosessualità in generale, e correggo il tuo errore semantico: non può essere “verso” nessuno: è una condizione non un atteggiamento. Ed è verso i BAMBINI, non verso i giovani. Pais-paidos vuol dire solo bambino, fanciullo, non ragazzo. Erastes, amante inteso in senso erotico, mentre filos in senso spirituale.
L’uso errato che ne facciamo noi italiani (che somigliamo sempre + agli inglesi, in questo) non fa che fomentare la nostra ignoranza. E sì, che discendiamo culturalmente anche dai greci…

Signora Pina

@ Flavia

il greco antico l’ho insegnato per anni, ma questo è un sito ITALIANO e, se vogliamo capirci, bisogna che tutti parliamo ITALIANO, usando le parole con il loro significato ITALIANO, che è quello riportato dal dizionario ITALIANO.
Il valore semantico delle parole è il risultato di un processo storico lungo e complicato, non coincide necessariamente con l’etimologia.
Detto questo, tutta la questione storica circa la pederastia greca, la differenza semantica tra “eramai” e “filéo”, l’amore platonico e quant’altro non c’entra assolutamente nulla: in italiano l’unico significato della parola “pederasta” è “persona di sesso maschile attratta sessualmente da maschi giovani o adolescenti”, mentre il “pedofilo” è una persona, maschio o femmina, attratta sessualmente da bambini prepuberi, maschi o femmine, il che si configura come una parafilia, cioè un disturbo sessuale clinicamente riconosciuto.

MaTTiA

Non riesco a decidere se sono più criminali gli stupratori o il giudice che ha emesso la sentenza

Flavia

@Signora Pina
Non sai neanche leggere quello che una scrive in semplicissimo italiano, ovvero il significato di parole TRASLATO, come ho scritto chiaro? Ma pensa quello che ti pare. Se tu hai insegnato greco io sono Napoleona! aahahah

San Gennaro

Sul banco degli imputati, a fianco di quegli aborigeni, si sarebbe dovuta sedere buona parte dell’Australia “bianca” a condividere la colpa.

Signorapina

Tu non solo hai un’idea alquanto nebulosa della lingua italiana, ma non hai neppure la decenza di controllare su un qualsiasi vocabolario la correttezza di ciò che sostieni, come farebbe qualunque persona di buon senso.
L’ignoranza è una brutta cosa già di per sé, quando poi si accompagna alla presunzione di sapere è una vera calamità.

Chiedo scusa a tutti per l’OT, ma siccome le parole hanno un significato codificato dall’uso (e non dalle incrollabili convinzioni della gentile Sig.ra Flavia) credo sia indispensabile usarle in modo corretto: ci sono, purtroppo, già troppe persone, ignoranti o in malafede, che accomunano pedofili e omosessuali.

Flavia

@Signora Pina
Il discorso non verteva su pedofili=omosessuali. Anzi, chi mi conosce, sa che mi batto fino allo stremo contro questa convinzione. Peggio i preti!!
Ma queste convinzioni, cara, sono dovute anche a quello che tu chiami “significato codificato dall’uso”. Lo ripeto: l’ignoranza si vede da questo. Dalla fine che facciamo fare a certi termini che NON appartengono alla nostra lingua. Alla maniera inglese del GIUnior and sInior.
Detto questo, resta pure tu nelle tue convinzioni che l’uso spropositato che si fa d’una lingua che NON è la nostra sia qualcosa di giusto: l’hanno fatto anche i padri pellegrini ed oggi in America si negano i referendum affinchè la lingua ufficiale non sia più solo l’inglese. Tpico atteggiamento da imperialista. E quale parte di PENSA QUELLO CHE TI PARE non era chiara, nel mio precedente messaggio?
Anch’io uso le parole x ciò che vogliono esprimere, senza andarne a ricercare l’etimologia, ma quando si vuol andare + a fondo e questo viene fatto notare, non mi fermo all’uso quasi dialettale che se ne fa, e mi compro anche un dizionario di greco,se necessario.

strangerinworld

mah…
io sono per la civilizzazione forzata di tutti i rimasugli preistorici sulla terra

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