Il parroco di fatto

Più di settantamila stranieri hanno avuto il permesso di soggiorno in Italia per motivi religiosi. La Chiesa ne ha bisogno e lo Stato acconsente. Cliniche, case di accoglienza e istituzioni turistico – alberghiere sono piene di suore che vengono dall’Asia o dal Sud America. In alcune regioni, come per esempio il Piemonte, la Toscana, l’Umbria, l’ Abruzzo, i vescovi affidano le loro parrocchie a preti indiani, sudamericani, congolesi, polacchi, romeni. che così contribuiscono a sintonizzare la Chiesa con le nuove esigenze della società multietnica. In molte province la maggior parte del clero ormai è straniera. A tanti cattolici quest’afflusso può sembrare una buona notizia, per varie ragioni. Però pochi sanno che in base al Concordato del 1929, i parroci devono essere cittadini italiani. Per motivi, come si disse allora, di “difesa dello stato”. Non è permesso a cittadini di altri stati reggere una parrocchia in Italia (con la sola esclusione di Roma e delle diocesi suburbicarie) . La clausola è stata confermata nel 1984, quando al governo c’era Craxi, e il divieto perdura . La Chiesa lo sa bene, ma, spinta dalla crisi delle vocazioni, ricorre a vari espedienti, come quello di definire, per esempio “amministratore straordinario “, il parroco che non può essere chiamato parroco perché non è italiano. Un parroco di fatto, ma non di diritto. La Chiesa, che è così restia a riconoscere le coppie di fatto, sembra prodiga nel nominare i parroci di fatto. Quella di “amministratore”è una definizione quanto meno riduttiva e comunque ipocrita e ambigua per una funzione così delicata. In più, l’attributo “straordinario” presuppone che l’incarico sia provvisorio. Fra l’altro, la parrocchia è una corporazione di diritto pubblico dotata di personalità giuridica e c’è da chiedersi se gli effetti civili, che conseguono agli atti di un parroco, che non è parroco, conservino la loro validità. Sembra proprio di sì, ma qualcuno potrebbe eccepire. Di fronte a questa situazione scottante, lo Stato chiude un occhio , anzi due. Resta il fatto che siamo di fronte a una aperta violazione della Legge, che non può essere aggirata, in nessun caso, con espedienti formali . Nessuno protesta. Nemmeno i fedeli, perché nessuno gli ha detto che non hanno più un parroco, ma un amministratore straordinario, come se la parrocchia fosse un condominio.

Fonte: Blog Lenzi 

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13 commenti

Mucca Atea

Tante volte penso che dovremmo smetterla con questo clamore.
I cattolici sono incoerenti e non vale la pena star sempre a rimarcare questo.

È chiaro che quando qualcosa riguarda i loro interessi esiste sempre un passo del vangelo, un enciclica, o un qualche pronunciamento divino a giustificarlo, così come ne esiste uno per giustificare le loro posizioni intransigenti.

Dovremmo assumere questo a dato di fatto ed evitare, ogni volta, il clamore.

Flavio

Bisognerebbe ridurre le chiese a semplici associazioni, con stessi doveri e diritti delle altre (grandi) associazioni.

Nicola

Concordo. I fondo che male c’è se il parroco è sudamericano o altro? Il regime concordatario in sé è a parer mio mostruoso: limita le libertà dei cittadini e (molto di rado oggi) della chiesa. Non a caso i concordati risalgono a Napoleone (che aveva non poche ambizioni autocratiche), al fascismo, al nazismo… Meglio un sistema all’americana, no? Lì non è tutto perfetto, ma almeno sono tutti uguali e ci sono le basi di una società laica.

steve

La vera questione è di legittimità.

Questi “amministratori parrocchiali” svolgono in tutto e per tutto le funzioni del parroco ma che vengono chiamati in altro modo, in violazione del Concordato.

Il Governo dovrebbe bloccare i finanziamenti dell’8 x 1000 perché vengono destinati a soggetti che non hanno titolo a percepirlo.

Inoltre dovrebbe denunciare il Concordato e disapplicarlo perché l’altro contraente è inadempiente.

antoniotre82

Il concordato è carta morta, la prassi è molto influente ed efficace, ed il servilismo dello Stato nei confronti della chiesa è notorio.

Daltronde ne abbiamo delle dimostrazioni quotidianamente. Il crocefisso secondo il principio di laicità dello Stato dovrebbe essere rimosso, ed invece è sempre lì per prassi, in barba alla legge che lo vieta.

Le visite pastorali anch’esse vietate dalla legge, si compiono lo stesso sempre per prassi e consuetudine, in barba sempre alla povera legge che ne esce non violata, ma addirittura capovolta, per non dire capovolta.

E queste sonoprassi….fino a qui relativamente non c’è niente da obiettare, esiste un interesse strisciante della chiesa cattolica ad affermarsi ostinatamente nella società attraverso questi simboli e atti simbolici.

E ci stupiamo poi se il concordato non viene rispettato quando vengono nominati parroci stranieri? Qui l’interesse è chiaro, non c’è niente di latente o che non salti subito alla vista attenta di un ateo agnostico.

Si permette di violare la Costituzione…figurarsi un “concordatino” che in quanto a certezza e stabilità non ha nulla.

La chiesa lotta contro l’intelligenza umana per rimanere in vita, la l’intelligenza umana alla fine trionfa sempre.
Possiamo solo dire poveri noi che siamo cittadini dell’Italia, che ha questa enclave vaticana al suo interno, e indirizza la politica, e impunemente fa quel che vuole.

La soluzione per vivere in modo davvero democratico e libero è soltanto nelle nostre mani: escludere la chiesa dalla vita pubblica, e non battezzare più i nostri figli, in modo che non si approprino delle loro coscienze.

Così facendo i politici capiranno che non conviene più appoggiare la chiesa per questioni elettorali, e automaticamente non ci saranno più crocefissi, le sentenze dei giudici saranno eque e giuste, e le visite pastorali, antichi ricordi di un tempo per fortuna ormai andato.

E siccome l’intelligenza umana dice che è da stolti vivere nella castità e nel fanatismo come fa un prete, i preti diminuiranno a vista d’occhio, e la chiesa si ridurrà ad essere un’associazione religiosa-folkloristica, senza più avere nessun potere.

Una vera ideologia per di più non dovrebbe pretendere di diffondersi se non liberamente, altrimenti si tratterebbe di una dittatura (qual è la chiesa appunto).
L’uaar ad esempio fa sentire la sua voce alla politica e alla magistratura solo quando si tratta di far rispettare la legge e la laicità dello Stato italiano, e la campagna di sbattezzo aiuta la gente che non sente più di far parte della chiesa cattolica, che attraverso l’uaar si informa e compie le scelte dettate dalla propria coscienza e dai propri ideali razionali.

A parte questi due episodi a me pare proprio che l’uaar non abbia dei ministri nominati per diffondere l’ideologia dell’associazione.
La chiesa invece indirizza, consiglia, da pareri, coinvolge in interessi, viola la legge impunemente, facendo precipitare il grado di democraticità e di giustizia e di eguaglianza del nostro paese, che continua a definirsi uno stato di diritto e civile è vero, ma per quanto riguarda le questioni religiose e politiche, lo è solo formalmente.

dv64

Solo una curiosità, da profano di questioni amministrative: chi li mantiene questi parroci di fatto?

J.C. Denton

Probabilmente mi sto riempendo la bocca di facilonerie, ma per me l’UAAR dovrebbe diventare un bel po’ più cazzuto. Basta con le manifestazioni e le azioni legali inconcludenti (tanto ci faranno sempre fessi): bisogna fare casino e scalpore. Se necessario farci una pessima immagine. Fare cose dissacranti. Tanto alla gente comune già non piaciamo, almeno attireremo i radical-mangiapreti. Le associazioni pacifiche e aperte al dialogo servono in democrazia, ma noi non siamo in democrazia, siamo in aperto conflitto.

ciceracchio 2la vendetta

va molto di moda il prete nero ..lo vogliono nero fa’ tanto trendy…….lolllll
trendy ho bohh….????porta il nero ………… indovina chi viene a cena?????

ciceracchio 2la vendetta

infondo sti nullafacenti di importazione a carico dei contribuenti italiani hanno trovato
il modo di sfamarsi ,,,si fanno preti coprono i buchi poiche’ qui nessuno in massa corre in convento ne nei seminari x farsi prete e suore dove li possono trovare
i nuovi stregoni??? x rintronare i grullai del 3 millennio se non nei paesi del 3 mondo.
infondo vengono con in lavoro preciso ,,,e possono essere importati ,
ma il vaticano une’ uno stato straniero ???un dovrebbe fare i passaporti ?? a questi extra comunitari ?????certo siamo messi malino he ????boia cane invasi in casa da suore e preti del 3 mondo ????…..

Massimo

La legge? cos’è la legge di fronte a dio (per chi “dio è la legge”)?
Anzi se un extracomunitario è irregolare ma “garantisce il parroco” nessuno lo va a cercare: figuriamoci quale irregolarità vi sia per un “quasi prete”.
Ma ve la ricordate l’uscita del cardinale Biffi sulla scelta di far arrivare immigrati di religione cattolica?
Alla faccia delle leggi di laicità dello Stato.

darik

# Flavio scrive:
11 Dicembre 2007 alle 13:12

Bisognerebbe ridurre le chiese a semplici associazioni, con stessi doveri e diritti delle altre (grandi) associazioni.

così?
a.a.d.d.s.m.

darik

Massimo

@ darik
Bravo darik, condivido!
Ma forse sarebbe ancor più corretto dire elevare le chiese a libere associazioni di uomini e di donne, pari fra loro (e non è semplicemente di quote che stò parlando).

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