Prigioniera di Teheran

«Io spero che attraverso la mia storia il mondo cominci a giudicare gli orrori ai quali la mia generazione venne sottoposta dopo la Rivoluzione islamica e di come le nostre proteste furono messe sotto silenzio.»

Prigioniera di Teheran è la storia vera e sconvolgente di una giovane donna in Iran ai tempi di Khomeini. Il libro, scritto dall’autrice canadese di origine iraniana, Marina Nemat, è un bestseller internazionale. Pubblicato in 20 paesi, è alla sua 5° ristampa in Italia per i tipi della Cairo Editore. Dacia Maraini, Elisabetta Rasy e Maria Pia Ammirati lo presentano al pubblico romano (invito), venerdì 14 dicembre alle ore 17 presso la Casa delle Letterature, in piazza dell’Orologio 3. Il giorno 15 a Milano riceverà il premio Human Dignity, riconoscimento conferito a coloro che si battono per il rispetto dei diritti umani.

Il Premio, alla sua prima edizione, sarà presentato dall’Onorevole Mario Mauro, Vice Presidente del Parlamento europeo e dall’Associazione culturale Europa 2004.

Fonte: Canada.blogosfere.it 

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11 commenti

Rudy

Storia atroce.
Singolare che il libro venga presentato da un deputato ultracattolico che vedrei bene a rimpiangere una teocrazia.

darik

# Rudy scrive:
12 Dicembre 2007 alle 20:10
Singolare che il libro venga presentato da un deputato ultracattolico che vedrei bene a rimpiangere una teocrazia.

fa parte della concorrenza; la sua presenza vuol significare:
voi ke vi lamentate dell’ingerenza cattolica negli affari dello stato; sappiate ke la
nostra è una teocrazia soft rispetto a quella là…
in effetti dobbiamo riconoscere ke la c.c. (per adesso) si accontenta solo di qualke miliardo di euro all’anno e di intervenire pesantemente sugli organi dello stato italiano e sulla vita privata dei cittadini; per il resto ti lascia fare quello ke vuoi.
puoi essere mafioso e non sei discriminato; puoi compiere qualsiasi delitto e sarai
sempre accolto (renatino docet). puoi pure dikiarati gay e contemporaneamente peccatore per avere il salvacondotto della c.c.
qualsiasi peccato ti sarà rimesso a patto di non mettere in dubbio l’autorita e
il prestigio della kiesa.
i fatti sono questi.

darik

lik

Dacia Maraini è una delle poche donne di sinistra (molto sinistra) che non si fa nessun problea a criticare l’islam. Io comunque l’ho sempre stimata e mi sono sempre piaciuti i suoi libri.

lik

@ darik
è anche vero che negli ambienti progressisti questi argomenti sono stati a lungo tabù. E lo sono ancora visto il numero particolarmente alto di forumisti qui che difendono l’islam o accusano di razzismo a destra e a sinistra. Secondo me le associazioni laiche dovrebbero essere in prima linea nel promuovere queste persone e non lasciarle alla destra cattoreazionaria.

Rudy

In effetti volevo dire che molte cause (secondo me pretestuosamente ma intanto lo fanno) legate a discriminazioni vengono promozionate da persone politicamente a destra (nel senso più reazionario intendo, non parlo di liberali che sostanzialmente non esistono in Italia); trovo anche io che sia una gara tra “civiltà dogmatiche” tolleranti e integraliste, quindi condivido il post di darik.
Ad ogni modo è anche vero un frequente menefreghismo da parte di molti “progressisti” che purchè si vada contro Bush (che fa schifo pure a me), la destra locale o internazionale o il colonisalismo ecc ecc ecc ecc considerano irrilevanti tali orrori.
Io non voglio sentirmi in difficoltà (ed interiormente non lo sono, ma bisogna anche discutere con quelli che ci passa il convento…ops..) perchè qualcuno mi dice “Ah te, ma in Cina c’è la pena di morte, ma a Cuba arrestano i gay.. ma ma ma ma..”: queste cose le so bene e non contrasto certo l’ingerenza dell’ignoranza in occidente per abbracciare un fondamentalismo ancora più cieco in altri paesi.
Come cantava Gaber “…questo bel paese forse è poco saggio ha le idee confuse ma se fossi in altri luoghi poteva andarmi peggio..”.
E, scusate se qualcuno si può offendere, non è che, da ateo anche un pò faticosamente orgoglioso di secoli di pensatori, senta un afflato sentimentale verso deliziose famiglie intunacate col livido in testa perchè cinque volte al giorno pregano verso la mecca (a volte qualcuna ha lividi dovuti ad altre cause).
Ha ragione lik, ci manca poco che qualcuno tiri ancora fuori i “vizi borghesi”, e sorrida, anzichè stare in guardia, perchè il maialetto nei cartoni animati non ci può stare.

Carlo

Consiglio a tutti anche “Leggere Lolita a Tehran” di Azar Nafisi. Il tema e’ simile e fa capire a che livello di demenza arriva il fondamentalismo religioso in iran.

Condivido i post di Rudy e lik. Criticare l’occidente, le multinazionali, Bush, la chiesa etc… non dovrebbe significare difendere il regime iraniano, che e’ francamente indifendibile.

Urticato

Bizzarro leggere che la sinistra sarebbe “progressista” loro che vivono ancora nella retorica del passato (fallimentare e totalitario) e che ad esempio ubbidiscono ancora al famoso “contrordine compagni” di Krusciov:” i partiti baat sono progressisti” peccato che invece erano e sono nazisti, pure alleati dell’asse, ma se dal pcus arrivava un ordine i progressisti ubbidivano ed ubbidiscono ancora, tappandosi occhi ed orecchie, leggendo solo propaganda di sinistra senza volersi informare ecco che pure gli islamici integralisti, in quanto antioccidentali ed illiberali diventano compagni progressiti, alleati nella lotta al capitalismo ed anche qui si leggono difese, giustificazioni, alla barbarie medioevale islamica. Il punto è che i partiti dogmatici sono troppo simili alle religioni, sono allucinazioni paranoiche, dal nazismo al fascismo al comunismo, nemmeno l’evidenza del loro inevitabile totalitarismo, ha fatto cambiare fede ai più fedeli, poverini.

Rudy

La massimizzazione “destra/conservatori” e “sinistra/progressisti” serve solo ad una immediata identificazione, è chiaro che possono essere aggettivazioni pure grottesche, però è una distinzione lessicale che serve ancora; personalmente, non certo in nome di fedi o di desueti ancoraggi, mi considero un “progressista” in un generalista senso sociale; a maggio ragione nel nostro paese dove i “conservatori”, tecnicamente parlando, non hanno nelle loro fila che pochi fantasmi di progressismo liberale. Concordo che pure nell’opposto “schieramento” il casino non è poco, eppure, appunto, è un casino nel senso che il calderone contiene nostalgici “reazionaridisinistra” e sinceri progressisti per lo meno in numero, seppur insufficiente per incidere a dovere, molto ma molto maggiore di quanto si possa trovare tra i clerical-neri.
Sono sicuro che qui il livello intellettivo è adeguatamente elevato per non confondere le aspirazioni di libertà e laicità con tifoserie politiche.
Altrimenti si emulerebbe la scissione dell’atomo tra radicali pro-destra e radicali pro-sinistra (i radicali presenti non me ne vogliano, sto assolutamente generalizzando).

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