Il processo naturale di selezione delle specie scoperto da Charles Darwin insomma, anzichè procedere a velocità costante o arrestarsi, ha preso la rincorsa e sta accelerando. Non solo. Visto che l’ambiente plasma i suoi abitanti, il meccanismo sta plasmando secondo queste leggi anche gli uomini. Dunque aumentano sempre di più le differenze tra chi nasce nei diversi continenti del pianeta Terra. La scoperta, che farebbe arrossire d’orgoglio Darwin, è degli antropologi dell’università dello Utah, negli Usa, e si guadagna le pagine dei Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas).E sembra ricalcare lo scenario fantastico raccontato dagli eroi dei fumetti Usa X-Men, una sorta di nuova generazione di uomini che per un salto evolutivo contengono nel loro Dna una variazione genetica che assegna loro dei superpoteri: i mutanti.
Usando una tecnologia innovativa, gli scienziati sono riusciti a leggere il nostro Dna e a verificare che «l’evoluzione umana ha impresso una brusca accelerazione negli ultimi 40 mila anni. Soprattutto a partire dal termine dell’ultima era glaciale 10 mila anni or sono», spiega Henry Harpending. I cambiamenti sono tanto veloci che lo studioso afferma senza esitazione che «l’uomo attuale è ben diverso da quello di 2000 o 1000 anni fa». Cioè dall’epoca dell’Impero romano o nel pieno Medio Evo.
In più «le singole razze umane si stanno evolvendo indipendentemente le une dalle altre». E dunque contrariamente alle tante teorie che vedono l’uomo del futuro un incrocio di sintesi delle varie etnie del pianeta, «ci stiamo sempre più differenziando, soprattutto perchè ci sono molte popolazioni rimaste in un relativo isolamento genetico da 40 mila anni». A fornire carburante all’evoluzione umana, aggiungono i ricercatori, sono le mutate condizioni ambientali e il crescere della popolazione. «Più sono gli abitanti del pianeta, maggiori saranno le mutazioni». Una tesi condivisa da un altro autore dello studio: Gregory Cochran. «La storia – dice – assomiglia sempre più al copione di un racconto fantastico, in cui i mutanti aumentano e man mano soppiantano il resto dell’umanità. Talvolta in maniera pacifica semplicemente sopravvivendo laddove gli altri muoiono, talvolta con guerre di potere. E i mutanti – aggiunge – siamo tutti noi».
I due principali autori della ricerca, Harpending e Cochran, sono gli stessi che contribuirono a sollevare un polverone nel 2005. Un loro studio sosteneva infatti che gli ebrei ashkenaziti, originari del Nord Europa ma presenti anche in Italia settentrionale, avessero un’intelligenza media superiore retaggio del Medioevo, quando queste popolazioni si erano impegnate in attività più economiche e redditizie. Da qui la loro maggiore prosperità e la capacità di fare più figli a cui trasmettere il corredo genetico. E con esso anche alcune malattie la cui incidenza è superiore nella popolazione di origine ebraica, come le malattie di Tay-Sachs e di Gaucher.
Conclusioni che alcuni avevano tacciato di venato razzismo. Un’accusa da cui si sono difesi i due scienziati asserendo che «le diversità genetiche in alcun modo possono minare il principio umano di uguaglianza a vantaggio di razzismo e discriminazione. Anche perchè – concludono – in ogni caso il Dna umano è identico per tutti al 99%».
Mi pare uno studio importantissimo. Sicuramente non verrà riportato dalle fonti di informazione televisive per il fatto che tanto per cambiare è una notzia che va conto il catechismo della Chiesa Cattolica.
Cochran, quello della teoria del germe patogeno dell’omosessualità e della teoria del maggiore IQ degli ebrei ashkenaziti, liquidata dalla comunità scientifica: «E’ scienza da strapazzo—punta il dito Harry Ostrer, capo del programma di genetica umana della New York University — non in quanto provocatoria, ma piuttosto perché si tratta di pessima genetica e ancor peggiore epidemiologia».
Non solo tra diversi continenti, ma anche nello stesso continente. Tra Italia e Svezia ad esempio (vedi altra ultimissima di oggi…)
«l’uomo attuale è ben diverso da quello di 2000 o 1000 anni fa»
in che senso? Osservando le statue greche e le pitture di Pompei; leggendo i capolavori delle letterature greca e latina si deduce chiaramente che erano in tutto uguali a noi, almeno GENETICAMENTE e psicologicamente.
«le singole razze umane si stanno evolvendo indipendentemente le une dalle altre»
in un post di qualche tempo fa l’eccellente prof. ssa Tadolini (sempre sia lodata!) ci spiegò perché non esistono razze umane così come esistono razze canine. Non so perché, ma mi fido più di lei che di questi ricercatori, i cui risultati sono poi divulgati con evidente pressappochismo.
«in ogni caso il Dna umano è identico per tutti al 99%»
come si calcola la differenza percentuale tra due sequenze genomiche?
e la differenza dell’1% sarà misurata tra due persone qualsiasi (un boscimano e un inuit) o come max scostamento da una “media”?
Professoressa, se c’è batta un post!
Per Sangennaro:
La differenza dell’1%, su circa 3 miliardi di basi del DNA umano significa che ci sono in media 30 milioni di basi diverse tra due individui. Se consideri che la differenza di una base nel gene per la catena beta della globina può dare l’anemia falciforme (HbS), ti fai un’idea del perché siamo tutti uguali e nello stesso tempo tutti diversi.
Mi sembra una pagina un po’ buttata via… forse perché è da buttar via. L’articolo de “La Stampa”, intendo, non lo studio degli antropologi (su quello non mi pronuncio).
Cosa c’è di strano? dovremmo essere sempre immobili e non mutabili a noi stessi ed in fine avvalorare il disegno intelligente? La teoria della ereditarietà al 40% della omosessualità la enunciata anche l organizzazione mondiale della sanità oms Qualcuno sta fomentando un razzismo alla rovescia col il finire delle ideologie (sic!) il nuovo nemico per i preti e i politici e l’intelligenza delle persone dato che la classe politica in Italia è vecchia è chiaro che attaccano la minoranza che consuma di meno
ed è meno malleabile, però di questo passo oltre alla disoccupazione intellettuale si ha anche la caccia alle streghe.
Stavolta mi tocca dare ragione a San Gennaro
Ciò che contesto maggiormente in questo articolo è che dà per scontato l’esistenza delle razze umane.
Biologicamente è falso, non esistono “razze umane”, l’uomo è un’unica razza che presenta variazioni fenotipiche sensibili, ma all’interno di un’unica specie e un’unica razza.
San Gennà…quando ha un po’ di tempo, mi spiega quel trucco del sangue? 😉
il problema della razza lo avevano i nazi (da qui il nome ratzingher), si sta parlando di intelligenza e cultura e queste sono patrimonio di tutte le razze
io preferisco guardare ai memi, senza sottovalutare la genetica.
ancora con questo mito delle razze diverse?
a me sembra fanatismo liberista applicato alla genetica per scrollarsi di dosso le responsabilità e quindi anche i costi dell’educazione intellettuale fin dallo stadio fetale.
il migliore per cosa? e per chi? ve lo siete chiesto?
quoto faidate
Non ho molta fiducia in questo tipo di studi. Non mi pronuncio in merito a questo. Il problema dei ricercatori, è che spesso appartengono alla categoria dei trovatori, ossia: prima trovano, poi cercano.
Mi complimento, ancora una volta, per la razionalità e la cultura scientifica di buona parte degli interventi (non è una presa in giro, lo penso veramente). Non faccio nomi, perché i complimenti di un cattolico potrebbero danneggiare l’ immagine di un ateo davanti agli altri atei. Voglio solo fare una piccola aggiunta all’ intervento, autenticamente scientifico, di FAIDATE: capite ora quanta differenza biologica può produrre quel 5% scarso di differenza percentuale che abbiamo col DNA del nostro simpatico vicino scimpanzè?
Non esistono razze umane.
Però esistono esseri umani e gruppi umani diversi, gli uni dagli altri.
Gli uomini degli ultimi 40 anni in Europa sono più intelligenti dei loro antenati, non perchè siano geneticamente cambiati, ma perché hanno mangiato meglio, hanno avuto un tetto ed un letto caldo, hanno studiato sin da bambini, sono stati informati da tv, giornali e ora internet… Questa è l’unica verità. Basta guardare l’innalzamento dell’altezza media degli italiani, una volta eravamo bassissimi, oggi siamo alti come o più degli altri europei. Allo stesso modo siamo diventati più belli, perché più sani. Lo stesso vale per le popolazioni africane, certo che oggi gli africani sono in media meno intelligenti di noi, ma non per questioni genetiche, solo perché non mangiano, non studiano, non vivono in modo sano e hanno quindi un sacco di infezioni… Diamo anche a loro una vita come la nostra e saranno esattamente uguali a noi.
Uno può leggere i dati empirici in molti modi contrastanti… questo mi pare quello più oggettivo.
Boh…. Mi piacerebbe capire come hanno fatto ad arrivare a queste fantasmagoriche conclusioni.
Invece mi fa sempre piu’ pena la divulgazione scientifica sui quotidiani italiani: il cappello introduttivo e’ da fantascienza, lo studio e’ citato con pressapochismo e in maniera scandalistica e soprattutto non si e’ chiesto nemmeno un parere a qualche altro scienziato! Dati i precedenti di questo gruppo, sarebbe stato d’obbligo. Ma a chi li fanno scrivere gli articoli di divulgazione scientifica alla stampa, a paperoga? Giornalisti italiani, vergogna!
che la stampa sia un giornalaccio fatto coi piedi lo sapevamo da un sacco di tempo,
Kull.
Spiace vedere che il buonismo e l’universalismo di “siamo tutti uguali” accechi di fronte ai riscontri che la genetica negli anni ci offre su molti aspetti nelle differenze umane.
I risconti continuano ad intervalli regolari con il progredire degli studi, ma vengono tutti tacciati di razzismo. Eppure molte differenze nella razza umana sono dovute anche ad aspetti genetici e non solo ambientali.
E’ un campo di studi interessantissimo che non si puo’ e non si dovrebbe affrontare con proegiudizi ne’ razzisti ne’ all’opposto che sfociano nel politicamente corretto a tutti i costi, per paura del nazismo eugenetista. Come si fa a giudicare una ricerca dal giornale e viceversa? Liquidare la fonte che riporta l’informazione come un giornalaccio non e’ per nulla scientifico ne’ razionale.
Chris, certo che le condizioni ambientali hanno enormi influenze su aspetti come l’intelligenza. Ma a sua volta avere miglior cibo e un letto caldo induce dei cambiamenti genetici che portano nel tempo su percorsi differenti di chi non ha abbondanza di cibo. L’ambiente e i geni si influenzano a vicenda.
O credi che le specie si siano differenziate solo per desiderio di varieta’?
Come fai a dire che la tua e’ l’unica verita’ di fronte alla enorme varieta’ genetica indotta dagli ambienti?
Sei dogmatico e poco preparato.
Molti atei, in merito alla genetica, sono peggiori degli integralisti e fanno comunella come loro.
@faidate
i credenti dovrebbero vivere seguendo certi comandamenti, per guadagnarsi l’eterna beatitudine. Io vivo cercando di apprendere (e capire) sempre nuove cose. Il tuo “calcio” mi
ha fatto muovere un altro passo verso l’irraggiungibile traguardo.
@Aldo Grano
se tutti i cattolici fossero come te sarei quasi tentato…
Cerchiamo di parlare di ETNIE e non di razze umane!!!
La genetica in questi anni ha definitivamente dimostrato che le razze umane NON ESISTONO, ragazzi… esistono tra i cani, ma non tra gli uomini!!
Le differenze genetiche di cui parla l’articolo non sono nulla di eccezionale, non è che l’uomo si sta evolvendo negli X-Men.
Si parla di fattori marginali come la maggiore capacità delle popolazioni del Nord Europa di digerire il latte, visto che la loro civiltà è sempre stata basata su alimenti e grassi derivati da latte iperproteico e iperlipidico, rispetto a quella per esempio delle popolazioni asiatiche che non possiedono l’enzima lattasi e dove solo il 3% della popolazione consuma latte e derivati.
Per un nordico, bere latte è come bere acqua fresca: una cosa del genere ha colpito molto i ricercatori perchè un adattamento di quest’ordine negli animali necessita solitamente di centinaia di migliaia di anni, invece qui siamo nell’ordine delle poche migliaia.
Tutto qui, l’articolo è presente anche su Repubblica dove l’ho letto ieri.
Che balla stratosferica: razze umane, diversificazione fra i continenti. Vi è un solo continente ed è il globo terracqueo pianeta terra! Una sola umanità!
@Aldo Grano
E questo vuol dire che…? (A parte che la differenza sarebbe dell’1,5%, ma e’ secondario)
Caro Jean, non ho potuto risponderTi prima: ci ho provato, ma ho problemi di computer, anche oggi. Innanzitutto grazie per aver scritto che il mio errore “è secondario”: in realtà è un errore grossolano I perché il 5% è il triplo dell’ 1,6%, II perché nel caso specifico si tratta di una differenza di 150 milioni di nucleotìdi circa. E pensa che non più tardi di 7 mesi fa mi permisi di far rilevare al noto oncologo Veronesi il mio stesso errore: durante una intervista dichiarò di preferire la dieta vegetariana perché lo scimpanzé, che ha un DNA per il 95% (!) uguale al nostro è vegetariano (doppio errore: lo scimpanzé preferisce gli alimenti vegetali, ma è onnivoro). Che vuoi, siamo vecchi entrambi (io e Veronesi, non io e Te). Quello che intendevo dire è che una differenza che sembra piccolissima, a livello di DNA è suscettibile di variazioni infinite. Dire che il nostro DNA è sovrapponibile a quello dello scimpanzé al 98,4% può portarci sia a meravigliarci che la somiglianza non sia ancora maggiore, sia del fatto che, nonostante l’ evoluzione, nonostante i milioni di anni trascorsi, il DNA sia rimasto simile per il 98,4%. Quei 45 milioni di nucleotìdi di differenza tra noi e lo scimpanzé possono essere, contemporaneamente, troppi o troppo pochi. Il DNA come lo conosciamo oggi, rispetto ai tempi di Watson, è una meraviglia nel senso letterale: Qualcosa che ci lascia meravigliati. Un cervello libero da conflitti ideologici non può che invocare una Scienza che torni ad essere, come i bambini, in grado di meravigliarsi e ricercare per il puro gusto di scoprire e condividere le scoperte, senza farsi imprigionare dagli obiettivi che la nostra società vuole sempre più imporre: brevetti, guadagni,superiorità.