Rushdie e le guerre di religione

“Repubblica” ha pubblicato oggi un articolo di Salman Rushdie, dal titolo Lo confesso, ho sbagliato sulle guerre di religione. Articolo interessante, ma non molto politically correct: a un certo punto Rushdie prende esplicitamente le difese di Huntington e della sua teoria sullo scontro di civiltà. Il modo in cui lo fa ricorda da vicino le tesi di Sam Harris in La fine della fede: la maggioranza silenziosa dei credenti moderati, con la sua inerzia, lascia molto spazio a disposizione del fondamentalismo. Pertanto, “se questa maggioranza silenziosa consente che una guerra venga condotta in suo nome, allora, in definitiva, in quella guerra diventa complice”. Il bersaglio, per chi non lo avesse capito, sono i musulmani. Il sogno di Rushdie, per chi non volesse leggersi integralmente l’articolo, è “un mondo semplice e sdogmatizzato”.

Il problema del rapporto con i musulmani moderati è senza dubbio un tema delicato, così come il tema del rapporto con i cristiani moderati e, nel nostro paese, con i cattolici moderati. Effettivamente si vedono sempre di meno. Stabilire però se il fondamentalismo prospera sulla loro inerzia, e non piuttosto sull’assenza di politiche destinate a valorizzare l’individuo, anziché le comunità religiose, è questione ardua. Benché con qualche riserva, io propendo più per la seconda risposta, pur non negando che anche la prima non è del tutto sbagliata.

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11 commenti

Emilio Gargiulo

La questione Fondamentalisti e Moderati è ua questione importante, ritengo che l’UAAR debba produre una tesi in merito.

giuseppe

L’unica possibilità per non far crescere i fondamentalismi di qualsiasi tipo è l’evitare generalizzazioni, prese di posizione drastiche ed avventate, immettere nel circuito mediatico esagerate spinte al particolarismo, insomma tutto ciò che spinge alla contrapposizione. Di questo e di altro si nutrono i fondamentalismi in tutte le culture e le religioni. Mentre la proposta positiva, chiara, concreta, meditata, discussa ed elaborata disorienta la passione del fondamentalista e ne stravolge gli intenti apocalittici. Solo se questa gente vedrà una possibilità diversa di vita e di politica potrà rendersi conto che è possibile una realtà diversa.
I mussulmani non sono tendenzialmente fondamentalisti, lo sono da qualche anno , ciò non esclude un ritorno alla moderazione anche se non in tempi recenti.Lo stato faccia la sua parte nel promuovere l’individuo, ma con un’attenzione ed una delicatezza verso le diversità,senza però cadere nel relativismo…

Gianni Mainetto

La mia opinione per quanto riguarda l’Italia e l’Occidente è che dovrebbe essere possibile instaurare un dialogo fra non credenti e credenti atto a portare i cristiani e i cattolici democratici (ma anche le altre minoranze religiose) sul terreno della laicità dello Stato.
A me sembra che queste condizioni esistano nell’Occidente perchè bene o male uno straccio di democrazia più o meno laica si è instaurata nel corso degli ultimi decenni.
Non conosco la situazione nei paesi di fede musulmana, ma li’ mi sembra altamente improponibile
una strategia di questo tipo.
In soldoni: separare la Rosy Bindi dalla Binetti mi sembra altamente fattibile ad es. sul terreno dei diritti delle minoranze, ma forse anche sul taglio dei privilegi alla Chiesa Cattolica

maxalber

Trovo difficile sostenere , argomentandolo, che “I mussulmani non sono tendenzialmente fondamentalisti” come fa giuseppe. Se è vero che il corano, come la bibbia, contiene tutto e il contrario di tutto, mi risulta però esserci una prevalenza statistica degli atteggiamenti violenti e di conquista, che sono quelli sfruttati appunto dai fondamentalisti.
E comunque si è costretti a tornare al discorso, ovviamente valido anche per i cristiani, che una dogmatica rispondenza ai dettami del libro è praticamente impossibile e, di fatto, non praticata da nessun credente.
Il che trasforma in realtà la quasi totalità dei credenti di qualsiasi religione dogmatica, in eretici.

Toptone

Scusate, ma mi pare che il discorso eviti di mettere il dito sulla piaga.

I musulmani sono tendenzialmente violenti perchè a casa loro comandano in tutto e per tutto i preti. La separazione tra Chiesa e Stato non c’è stata per nulla. Se il prete comanda di uccidere Tizio perchè è contro il Corano o Maometto o che so io, il gregge ESEGUE.

La stessa identica cosa succedeva da noi 150 anni fa. Se Garibaldi non fosse stato così testardo e caparbio nel suo progetto unitario, oggi noi saremmo nelle stesse condizioni e io per primo non starei scrivendo su questo forum (Internet sarebbe censurata, come nei Paesi islamici). Ricordate cosa faceva Pio IX a chi gli disubbidiva o lo contestava.

Finquando non si taglieranno ai preti musulmani zanne e artigli – come venne fatto a quelli cattolici a opera di Italiani più degni di quelli moderni – non se ne caverà un ragno dal buco.

wolf

Ho letto l’articolo, molto bello secondo me, di Rushdie stamattina. Anche ritengo che l’ islamismo ha avuto uno sviluppo culturale più lento rispetto al cattolicesimo e quindi sia più fondamentalista. Lo sviluppo di stati laici nel mondo islamico è stato molto contraddittorio e gli effetti sono ben visibili. Sono ottimista, ci vuole tempo e molta pazienza. Dipende molto da loro e dalla loro capacità e di rompere le catene. Penso però, che sia inutile forzare il processo dall’esterno (oltre che poco morale).

charlYmingus

Una verità scientifica è scientifica indipendentemente dal fattore della religione di chi la enunciata quindi prendiamo ad esempio al-Battānī (ca.858-929) dette importanti contributi alla trigonometria e all’astronomia. Tra l’altro effettuò nuove misure della precessione degli equinozi e dell’inclinazione dell’asse terrestre. Non penso che halla gli avesse dato dei suggerimenti. Quindi un ritardo della teologia? La teologia nel mondo arabo si è sviluppata in una maniera che il Vaticano invidia. La dannazione del mondo arabo è di aver preso maledettamente sul serio la teologia.

Giuva

Ci sono 71 sette del l’slam ogniuno e prondo ad uccidere per povare che cia’ il vero ISLAM, CONCHI DIALOGHI????? Se un giorno(nonsea mai)

Mirko Pace

Caro Emilio, perché pensi “che l’UAAR debba produre una tesi in merito”? Io penso che piuttosto, come effettivamente sta accadendo coi commenti a questa notizia, ognuno di noi debba cercare di interpretare il fenomeno, limitatamente agli strumenti di ognuno certo, ma autonomamente: spero che nessuno cerchi qui LA TESI, invece spero che ognuno cerchi qui delle opinioni, degli argomenti, in rapporto critico ai quali formare la propria opinione.

Aleramo

L’articolo è supendo specialmente per il modo in cui descrive le nascita dei miti religiosi sulla creazione del mondo, il loro dissolversi e la conquista umana di una maturità che fa uscire dall’ingenuità dell’infanzia. “Scegliere la non fede è scegliere la ragione contro il dogma, fidarsi della nostra umanità invece di tutte queste pericolose divinità”. Quanto alle guerre di religione, non vedo la contraddizione indicata da Carcano tra “inerzia dei moderati” e “assenza di politiche destinate a valorizzare l’individuo”: a che cosa è dovuta quell’assenza di politiche se non proprio all’inerzia dei moderati? E bisogna aggiungere: a un difetto insito nei pur indispensabili sistemi democratici, per cui vi sarà sempre chi cerca di speculare sull’ignoranza e sull’egoismo di alcune masse opponendo la propria religione a quella degli altri.
Ma con tutto questo non credo nello scontro di civiltà. I moderati saranno pur poco appariscenti ma non si può più mandarli in guerra con qualche menzogna. La ragione avanza e il suo cammino è inarrestabile.

Fabio Milito Pagliara

ritengo che il punto sia rafforzare i diritti individuali contro i tentativi di preservare presunti diritti delle comunità, credo che colga molto nel segno l’articolo uscito sull’ultimo micromega “riscossa laica” a firma (pseudo) di Felice Mill Colorni ovvero “Multiculturalismo contro laicità”

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