In pieno centro, gli edifici della fine del XIX secolo della “Catho” di Anger (Maine-et-Loire) hanno un aspetto fiero. Gli studenti preferiscono però chiamarla UCO (Università Cattolica dell’Ovest). Per cancellare l’aspetto confessionale di questo istituto privato? C’è prima di tutto la sua “eccellente reputazione” che li ha spronati a condurre i loro studi. Pagando 3.000 euro di spese d’iscrizione, i 7.000 studenti lavorano in piccoli gruppi, dispongono di professori disponibili e di molti esterni: “E’ un insegnamento concreto, si hanno molti contatti con i professionisti e la vita associativa è intensa”, si entusiasmano Pierre e Benjamin, iscritti ad un master scientifico. Né credenti, né praticanti, ritengono che la religione sia “solo una cosa in più che ci viene proposta qui. E’ un bene per quelli che hanno questo interesse”.
Solveig, primo anno di lettere moderne, è venuta prima di tutto per tradizione famigliare e “perché qui non si è un numero. I professori ci chiamano per nome”. Seules Nolween e sibille sono andate alla messa di Natale proposta la settimana scorsa in un anfiteatro, ma preferiscono “vivere la loro fede in maniera esteriore, nei fatti”. Se le tre messe annuali non attirano sempre le folle, una commedia musicale cristiana ha di recente riunito 500 studenti nel campus.
Oltre ai corsi di lettere, di lingue o di scienze, gli studenti sono tenuti a scegliere ventiquattro ore d’insegnamento “alternativo” o di “ricerca di senso” durante l’anno. Devono scegliere argomenti come il corpo nella Bibbia, l’amore e il matrimonio, la morte nel mondo moderno o “pensare al razzismo e all’antirazzismo”.
Gli insegnamenti più seguiti sono quelli sui “tre monoteismi” e su… l’insegnamento della lingua dei segni! “Si è obbligati a sdoppiare le classi per via del successo dell’iniziativa”, spiega suor Veronica Margron, docente alla facoltà di Teologia. Professoressa associata di lettere moderne, Christine Fontenau si è lasciata tentare dall’UCO perché condivide le “convinzioni dell’umanesimo cristiano” che animano la squadra di insegnanti: “Per tanto, non ci si limita a Mauriac e Bernanos! Siamo interessanti a campi ideologici molto diversi.” Il carattere privato che favorisce “l’iniziativa e la reattività” costituisce un argomento importante per gli insegnanti. “Nessuno chiaramente fa dei corsi antireligiosi, ma siamo un luogo di sapere come un altro”, riassume Robert Rousseau, il rettore, un laico che finisce il mandato. Sarà rimpiazzato in gennaio da un padre domenicano. Senza che ci sia il bisogno di vedere in questa cosa per forza un segno di ripresa in mano dell’istituto da parte dei religiosi.