Canada: quando contestare l’hijab porta alla morte

Un’adolescente musulmana di 16 anni è stata assassinata dal padre nella notte tra domenica e lunedì a Mississauga, piccola città nei dintorni di Toronto. La polizia ha arrestato Mohammed Parvez, un uomo di 57 anni, che aveva telefonato affermando di aver ucciso sua figlia, e ha scoperto la stessa ragazza in fin di vita, riversa in terra. In condizioni ormai critiche, la giovane Aqsa Parvez è stata trasportata d’urgenza all’ospedale […]. I rapporti di polizia indicano che l’adolescente è deceduta verso la fine di lunedì, dopo essere stata strangolata.

Le amiche di Aqsa sono ancora sotto choc. Una studentessa della “Applewood Heights” ha affermato che la giovane musulmana era vittima di minacce da parte della sua famiglia, molto religiosa. Un’altra delle sue compagne, di 16 anni, Dominiqua H. Thompson, ha dichiarato “che era stata minacciata da suo padre e suo fratello”. Il padre avrebbe detto: “se tu abbandoni [l’islam], ti ammazzo”, imponendogli di portare il velo islamico da più di un anno. “Lei voleva solamente vestirsi come noi” precisa la ragazza. “L’anno scorso, tutto il suo abbigliamento era islamico, compreso l’hidjab e quest’anno si è del tutto occidentalizzata. Voleva semplicemente assomigliare al resto del mondo. E penso che suo padre aveva qualche problema rispetto a ciò.” Parvez Aqsa, il cui padre è stato accusato martedì di omicidio, non voleva portare il foulard.

I membri della comunità islamica hanno chiesto che la stampa non usi questo dramma per criticare l’uso dell’hijab… “Gli adolescenti litigano coi genitori da che mondo è mondo, per molte questioni” ha ricordato Atiya Ahsan, del Consiglio canadese delle donne musulmane, secondo cui ritenere l’hijab la questione centrare di questo conflitto sarebbe un errore. Questo conflitto “ha preso delle proporzioni più grandi rispetto alla sua comune natura, ed ha superato i limiti” ritiene Ahsan. “Quando avete dei genitori che pensano che il fatto di portare un pezzo di tessuto sulla testa renda più spirituali o renda dei musulmani migliori, credo che sia un errore e ritengo che ciò causi dei conflitti inutili nella famiglia.”

Mohammed Parvez, il padre assassino, è stato in carcere fino all’udienza in tribunale, ieri, presso il palazzo di giustizia di Brampton. Il suo figlio di 26 anni, Waqas Parvez, è accusato di intralcio all’inchiesta, e quindi la sua comparizione è stata prevista per il 14 dicembre. In ogni caso, nessuno dei due ha ancora deposto una memoria difensiva. Questo padre di famiglia aveva ponderato l’idea di uccidere sua figlia, prima di passare all’azione. Socialmente, la violenza era stata dunque ammessa come regola di comportamento, e la contestazione della regola stessa ha condotto alla morte sacrificale. Per la causa…

Fonte: Prochoix

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5 commenti

Flavio

E’ vero che spesso gli adolescenti litigano coi genitori, ci mancherebbe… ma non è accettabile che una religione prescriva la morte per chi non segue le sue assurde regole! Non mi bevo che anche l’islam (come le altre) predichi pace e amore: le notizie arrivano costanti, omicidi a sfondo evidentemente religioso che non accadrebbero altrimenti.

Rudy

Notare quel che dice questo Ahsan: “Quando avete dei genitori che pensano che il fatto di portare un pezzo di tessuto sulla testa renda più spirituali o renda dei musulmani migliori, credo che sia un errore e ritengo che ciò causi dei conflitti inutili nella famiglia.”

Mica gli passa per la testa che una persona potrebbe anche NON sentirsi “spirituale” o “musulmano”, no … da per scontato che queste siano condizioni imprescindibili.

Silesio

Anche Tertulliano, padre della chiesa, non tollerava che le donne non portassero il foulard sulla testa. Come si vede in fin dei conti escono tutti dalle stesse fogne.

Magar

Rudy, la Ahsan non sta dicendo questo, dice solo che, SE uno vuole essere un buon musulmano, non deve preoccuparsi di portare il velo.

Il problema è, semmai, nel fatto che minimizzi il fanatismo che sta dietro a questo omicidio: certo che parecchi adolescenti litigano con i genitori, ma io non ho mai sentito parlare di ragazzine di 16 anni uccise dal padre perché si erano fatte un piercing non autorizzato!

In questo caso si sommano, da un lato, un’assurda cultura iper-patriarcale, dall’altro, un fanatismo religioso che esaspera l’autoritarismo del padre-padrone investendolo di una “missione divina”: non solo le tue tradizioni, ma pure la divinità ti autorizza a disporre a tuo piacimento della vita di tua figlia.

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