Regno Unito: minaccia di morte per la figlia di un imam convertita al cristianesimo

Da qualche mese, la figlia di un imam britannico di origine pakistana vive sotto protezione perché ha ricevuto di recente delle minacce di morte da parte di suo fratello. “Hannah” è nata nel Lancashire, ha 31 anni e vive “nascosta” da dieci anni. Non solo la sua identità non è nota (utilizza uno pseudonimo) ma il suo numero di telefono viene regolarmente cambiato per evitare che suo padre la possa raggiungere. Educata in una madrassa, cresce come una sunnita: preghiere, letture del Corano, vestiti tradizionali e matrimonio combinato in prospettiva… fino a che non è fuggita di casa all’età di 16 anni. Studentessa poi all’università di Manchester e laureatasi, decide di farsi battezzare e attira le ire della famiglia. E’ l’inizio delle minacce di morte. Sua padre piomba nella via dove abita con quaranta uomini armati di asce, di martelli, di coltelli e di randelli. “Mio padre urlava attraverso la buca delle lettere “Ti ammazzo”. Gli altri rompevano le finestre e prendevano a martellate la porta”. Il codazzo di armati lascia il quartiere dopo una dozzina di minuti, come era venuto. Nessuno di quelli è stato incolpato di nulla, nemmeno lo stesso fratello, il cui ultimo messaggio minatorio risale al mese di giugno. La polizia britannica ha semplicemente iscritto la giovane nel registro delle “persone a rischio”, fornendole un numero dove chiamare con urgenza in caso di problemi di sicurezza… Ma la figlia dell’imam non getta la spugna: “La mia situazione è terribile ma non mi lascio invadere dalla paura al punto di non vivere più la mia vita”.

L’ostilità dell’islam verso le conversioni è totalmente ansiogena per i musulmani che vorrebbero convertirsi ad altre religioni in Gran Bretagna, ma uno studio realizzato quest’anno rivela che il 36% dei musulmani britannici tra i 16 e i 24 anni sono favorevoli alla pena capitale per i convertiti. Le persecuzioni. Le persecuzioni di questo tipo sono sempre più frequenti in questo paese europeo. La difficoltà nel valutare precisamente il problema è tanto più difficile in quanto pochissimi musulmani convertiti cercano protezione presso la polizia, e ancor meno sporgono denuncia. Maryam Namazie, portavoce del Consiglio degli ex-musulmani britannici, spiega che “l’intimidazione e la minaccia sono molto diffuse e molto efficaci”, e che molti “delitti d’onore” si rivelano in realtà degli assassini di persone che hanno abbandonato l’islam. “Per quello che mi riguarda” aggiunge, “ricevo delle minacce permanenti. E-mail, lettere, telefonate. Sono andata alla polizia. Hanno registrato la mia deposizione, ma non mi hanno mai chiamato.” Nel 2004, il principe Carlo ha riunito i principali leader musulmani per ricordare questo flagello integralista, ma questi leader hanno dichiarato all’unanimità che per la sharia la punizione per l’apostasia è la morte. Così la maggior parte dei dottori della fede islamica sostengono questa posizione appoggiandosi al Corano e agli altri testi sacri islamici. I convertiti passano così nel mondo dei “koufars”, che non credono né in Allah, né ai suoi missionari, distogliendo l’essere umano dal messaggio islamico. La trasgressione sociale che costituisce la conversione si rivela una scelta di sanzioni sociali molto pericolose per i musulmani, quindi per le musulmane.

Fonte: Procoix

10 commenti

Flavio

Nel 2004, il principe Carlo ha riunito i principali leader musulmani per ricordare questo flagello integralista, ma questi leader hanno dichiarato all’unanimità che per la sharia la punizione per l’apostasia è la morte.

Se nemmeno di fronte ai regnanti hanno messo una maschera liberale, c’è da chiedersi che diritto di cittadinanza ha chi non accetta le basi stesse del convivere civile. Problema non meno grande in Italia, dove uno stato nello stato intima ai propri aderenti di disubbidire alle leggi.

Roberto Grendene

Flavio, ok su tutto, ma in Italia il problema e’ (oggi) meno grave: non ci sono notizie di condanne a morte per chi si e’ sbattezzato.

Ciao
Roberto Grendene

Sol Invictus

Niente di nuovo sotto il sole. Non sarebbe cambiato niente se invece di convertirsi al cristianesimo, la povera ragazza avesse semplicemente ipso facto abiurato l’islam (il caso di Hina, la ragazza pakistana assassinata a Brescia dai suoi congiunti, la dice lunga).
Consiglio la lettura di Mappe per amanti smarriti di Nadeem Aslam (Feltrinelli) che racconta come vivono in UK i musulmani laici, fra la minaccia costante dei religiosi e l’impotenza della polizia a difenderli.

Asatan

Credo che gli ordinamenti giuridici dovrebbero indrodurre lo stalkingcome reato penale con pene severe. E’ delirante che chiunque possa perseguitare qualcuno senza che la polizia possa farci nulla. Completamente folle a prescindere dalle “ragioni” alla base di un simile comportamento criminale.

Quanto a gentaglia del genere.. ma perchè non li si può rispedire al mittente?

IDIC2

Finchè non si inizieranno a prendere a calci nelle …. TUTTE le religioni e le loro pretese, trattandole da quelle superstizioni che sono, queste cose continueranno ad accadere.

Soqquadro

Il ritiro della cittadinanza comporterebbe l’espulsione immediata in Pakistan, ritengo. Per cosa, per andare a rifare gli stessi danni altrove? Le patrie galere della regina, andrebbero benissimo.

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