Le scuole cattoliche francesi vogliono esserlo di più

In un documento di fine novembre indirizzato ai 250.000 istituti cattolici nel mondo, il Vaticano ricordava a tutti i responsabili che non dovevano più contentarsi di rilasciare diplomi. Il testo sottolineava che le scuole cattoliche dovevano riaffermare il loro carattere confessionale. In Francia, tale questione suscita da molto tempo un bel po’ di riflessioni. A parole, sono tutti d’accordo. Serve effettivamente rinforzare la formazione dei religiosi e dei laici battezzati che lavorano nel mondo dell’insegnamento cattolico. Obiettivo: offrire un insegnamento esplicitamente cristiano agli allievi e agli insegnanti, spesso distanti anni luce dalla Chiesa.

Eric de Labarre, segretario generale dell’insegnamento cattolico, ritiene quindi che questo testo arrivi “al momento giusto”. In una lettera ai direttori diocesani, invita i cattolici presenti negli istituti a seguire una formazione per “articolare meglio l’intelligenza della fede con l’incarico professionale”. Davanti ai vescovi riuniti a Lourdes, aveva d’altra parte recentemente ricordato che “nel contesto della laicità e del pluralismo religioso, bisogna osare riaffrontare la questione religiosa negli istituti cattolici”. Non però così semplice quando si educano più di due milioni di giovani in Francia, che vengono da tutti gli ambienti sociali e da tutte le confessioni.

Per arrivare a ciò, Eric de Labarre auspica in particolar modo che siano stretti maggiori legami tra le diocesi, le comunità religiose e i movimenti di giovani. E’ fuori discussione per questo “rimettere in causa la libertà di coscienza” o di porsi sul terreno di un comunitarismo chiuso, dietro la figura controversa dell’arcivescovo di Avignone, monsignor Jean-Pierre Cattenoz, che l’anno scorso aveva rimproverato agli istituti cattolici di perdere la loro anima. Egli domandava loro di diffondere un insegnamento cattolico più deciso, in mancanza del quale avrebbe ritirato l’autorizzazione.

Per il presidente dell’Assemblea generale dei direttori diocesani, Frederic Gautier, bisogna impedire che l’educazione cattolica sia “ridotta ad una semplice presenza di un cappellano”. Deplora “che la concezione della laicità può per alcuni arrivare fino al punto di negare l’esistenza di un progetto pedagogico illuminato dal Vangelo”.

Cosciente dell’importanza della “formazione alla spiritualità” degli insegnanti, padre Nicolas Capelle, superiore dei Frati delle scuole cristiane, assiste proprio un’istituzione di formazione pastorale, a Douai, per 400 insegnanti. “Contrariamente agli anni Settanta”, sostiene, “gli insegnanti domandano spiritualità nel senso più ampio. Non sono contrari alle nostre proposte che sono indirizzate al cuore della società di oggi, con la sua mescolanza culturale, religiosa e sociale.”

Tuttavia, per il momento, secondo il parere della stessa direzione dell’insegnamento cattolico, il testo non mette davvero in mobilitazione i direttori degli istituti. Uno di questi, della Maine-et-Loire, spiega che se questo documento “fa giustamente riflettere, non prende in considerazione tutte le difficoltà che noi riscontriamo di fronte ad un pubblico sempre più diversificato. Se noi ci mettiamo a reclutare gli allievi o i professori in base al loro certificato di battesimo, potremmo anche chiudere bottega”.

Veronique Dintroz-Grass, presidente dell’Unapel – associazione che riunisce genitori di alunni in istituti cattolici – ricorda che questi ultimi “devono avere coscienza del progetto condotto dai loro istituti. Ma l’annuncio della fede resta una proposta. Noi siamo in un contesto scristianizzato e alcune famiglie dalle convinzioni decise ritengono che il posto accordato alla religione sia sufficiente. Ora, dobbiamo accogliere tutto il mondo”.

Fonte: Le Figaro

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13 commenti

Vash

La cultura fracese riguardo alla laicità è esemplare e mi augiro che i politici francesi impediranno ad una scuola di produrre schiere di alienati con programmi didattici integralisti.

Silesio

L’unico “insegnamento cattolico” è che bisogna ubbidire ciecamente alla chiesa cattolica. Non vedo alcun particolare merito pedagogico in questo principio.

steve

Se insisteranno con l’indottrianmento a breve dovranno chiudere le loro scuole cattoliche. I francesi se ne fregano dei preti e della loro morale.

Enrico

Il cattolicesimo non produce alienati perchè una religione che mette al centro l’uomo in quanto tale.

dv64

@Enrico
Ovviamente l’uomo cui ti riferisci è il sig. Ratzinger.

Magar

Beh, chi programma perfino i dettagli più intimi della propria vita sulla base delle farneticazioni di un falegname megalomane di 2000 anni fa (che raccontava di essere figlio di un essere mitologico, di saper resuscitare i morti e guarire i malati… LOL) è senza dubbio parecchio alienato.

A parte questo dato di fondo, quoto dv64.

lik

Non riesco a vedere tutta questa esemplarità nella laicità della cultura francese. Sono indietro su staminali, rappresentatività delle donne in parlamento, matrimonio gay. Ricordiamo che agli inizi degli anni ’80 quando l’omosessualità era ancora vietata e punibile per legge, il consiglio di stato su richiesta dei musulmani aveva autorizzato il ricongiungimento famigliare delle mogli dei poligami (spesso tra l’altro si trattava di minorenne sposate con matrimoni combinati) !!!

giuseppe

Se uno rispetta l’altro perchè dovrebbe essergli impedito di essere se stesso, la sua vita , la sua storia?
E questo vale per tutti. Alla fine vedremo chi è alienato o meno.
Per ora mi accontento che perfino Dawkins si definisca “culturalmente cristiano”…

Enrico

No non mi riferivo al Sig Ratzinger. Se prestate attenzione la cattolicità mette al centro l’uomo in quanto tale e non ad esempio l’uomo in quanto persona che ouò spendere come l’econiomia o l’uomo in quanto essere che possiede/si diverte.

ciceracchio 2la vendetta

il vero male dell’umanita’ la religione cattolica apostolica romana il vaticano e tutti i suoi collegati servi del nulla al solcdo della piu’ colossale bufala mai raccontata….

maxalber

lik scrive:
Non riesco a vedere tutta questa esemplarità nella laicità della cultura francese. Sono indietro su staminali, rappresentatività delle donne in parlamento, matrimonio gay.
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Non è che confondi la laicità dello stato con il livello di civiltà delle istituzioni?
Paesi del nord Europa, in cui ancora c’è la religione di stato, sono indubbiamente più avanti della Francia sui temi da te esemplificati.
Non necessariamente i due aspetti sono collegati.
Ad esempio che c’azzecca la laicità dello stato con le donne in parlamento?

Massimo

@ maxalber
Credo che sia giusto che risponda anche lik, ma se posso esprimermi anch’io in proposito a “che c’azzecca la laicità dello stato con le donne in parlamento?”, mi sembra chiaro che la sessuofobia religiosa dei monoteismi: che divinizzano un’unica figura maschile al di sopra di tutto e di tutti, sia direttamente speculare ai limiti dei ruoli pubblici sociali e politici femminili.
A mio avviso è però da discutere perchè le donne tendano a far propria più degli uomini questa condizione di subalternità.
Del resto per rendersi conto di questo basta osservare la struttura di potere, tutta verticista e tutta maschilista, interna alla Chiesa cattolica.

Massimo

@ maxalber
Osservando il Parlamento italiano si può tranquillamente asserire che la presenza delle donne in Parlamento è proporzionale alla distanza dal Vaticano.

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