Ruini: “a Roma non si parli di coppie di fatto”

Quel dibattito sulle unioni civili non s´ha da fare. Al Vaticano la moral suasion operata sul sindaco Veltroni e vari ministri della Repubblica non basta più. E, alla vigilia del voto sulle coppie di fatto previsto per domani in consiglio comunale, scende in campo il Vicariato di Roma, come dire il cardinale Camillo Ruini in qualità di arcivescovo della città: con un editoriale pubblicato su Sette, il magazine diffuso ogni domenica con il quotidiano della Cei Avvenire, critica la decisione di discutere un tema che «nessun effetto concreto» può produrre sui cittadini. «L´ennesima battaglia ideologica insomma». Nelle scorse settimane le gerarchie ecclesiastiche l´avevano fatto capire in mille modi che l´istituzione di un registro delle unioni civili, così come proposto in due delibere all´esame dell´aula Giulio Cesare, era inopportuno. «Siamo nella città del Papa», aveva tuonato la senatrice teodem Paola Binetti, sostenendo l´opzione rinvio lanciata da Veltroni. Subito fallita per l´ostinazione della Sinistra, pronta a rischiare una bocciatura pur di non sacrificare la sua battaglia. Tanto più sicura alla luce dell´ordine del giorno alternativo presentato dal Pd per disinnescare la mina. Contromossa vana. Nell´articolo di ieri, il Vicariato ricusa anche il documento dei democratici, sottolineandone l´inutilità riconosciuta dagli stessi promotori quando affermano che si tratta «di materie indisponibili ai Comuni» e dunque, in assenza di una normativa nazionale, non avrà effetti pratici. Un testo contraddittorio, secondo Sette: prima sostiene che la «città è punto di riferimento dei cattolici di tutto il mondo», ma poi chiede «al Parlamento di affrontare con urgenza le diverse proposte di legge presentate, affinché sia finalmente possibile per gli enti locali individuare strumenti efficaci che diano alle diverse “comunioni di vita” presenti nella moderna società una risposta concreta e soddisfacente». Un punto non negoziabile per la Chiesa: «Non è sufficiente l´intenzione di opporsi a una decisione profondamente negativa, come sarebbe l´istituzione di un registro delle cosiddette unioni civili, per giustificare un odg che alla fine tende al medesimo risultato», spiega. Invitando infine «i cattolici che siedono in consiglio comunale, e tutti coloro che considerano la famiglia fondata sul matrimonio come la struttura portante della vita sociale, da non svuotare di significato attraverso la creazione di forme giuridiche alternative», a «mostrare la propria coerenza». […]

Dall’articolo di Giovanna Vitale, pubblicato oggi su “Repubblica”

Che dire? Il linguaggio di Ruini è un linguaggio da padrone del vapore. Ma sta anche ai cittadini e alle cittadine romane fornire una risposta adeguata. Domani, lunedì 17, alle ore 16, manifestazione in Campidoglio a favore delle coppie di fatto, contro i diktat di Ruini. L’UAAR ci sarà. Ma anche Roma deve far sentire la sua voce laica.

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22 commenti

Daniela

spero invece che i laici si facciano sentire, sarebbe un buon passo avanti per avere anche noi una legge sulle coppie di fatto, anche l’urugay ce l’ha.

Anticlericale

Fisicamente non potrò esserci, ma il mio cuore sarà li con voi. Fatevi valere!

“Siamo nella città del Papa”, aveva tuonato la senatrice teodem Paola Binetti… senatrice appartenente al partito democratico. Da tenere bene a mente per la prossima volta che voterete.

DF1989

“Siamo nella città del Papa”
Ma perché non si fa una nuova “cattività avignonese”? Almeno ci leviamo Ratzi dalle p… ehm, dai piedi!

watchdogs

la città del papa è quello sputo che si chiama vaticano, ROMA non è più la città del papa da 137 anni ormai, qualcuno lo dica a quella faccia da prugna rinsecchita di ruini

lugachov

Il PD, nella sua smania di prendere voti di indecisi centristi, rischia di perdere buona parte dei suoi originari elettori.

Politicamente non mi sembra una gran furbata… eticamente mi sembra una porcheria!

pip_mil

la città del papa è quello sputo che si chiama vaticano, ROMA non è più la città del papa da 137 anni ormai, qualcuno lo dica a quella faccia da prugna rinsecchita di ruini

scusate a quella maniaca sessuale col cilicio…

ahahahahahahahhaahahh
queste frasi me le ricorderò per sempre!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!peccato che non possiamo pubblicarle!immaginatevi gli sguardi e purtroppo anche le querele!!!!!

Red Passion

Siamo allo scontro diretto. Io ho imparato fin da piccolo che ai prepotenti si risponde con l’unica arma a ns. disposizione: mai dargliela vinta! Perchè a loro non basta mai! Un giorno ti chiedono una cosa, tu la conecdi credendo così che ti lasceranno in pace ed invece ti accorgi che il giorno dopo ti chiederanno di più, e così via. L’unico modo per fermarli per sempre è non ceder mai ai ricatti. Forse rimedi qualche sberla, o forse riesci ad evitare anche quelle, ma il risultato è garantito: non sarai più molestato. Quindi, alla prepotenza del clero si risponde di NO e a muso duro. Solo così inizieranno ad abbassare la cresta. Ruini dice di NON fare il dibattito sulle unioni civili? Ed allora il dibattitio va anticipato! Vedremo chi la spunta.

dysphoria_noctis

concordo con Red_Passion… la parola d’ordine è: inamovibilità!

claudio

@“Siamo nella città del Papa”

e no!!! la città del papa ha confini precisi.

Marco.g

Ah, quindi Roma è la città del Papa… allora cosa ci sta a fare la Binetti in Senato? Perché non si dimette? Anzi perché non si dimettono tutti?

ciceracchio 2la vendetta

qui ‘ deve intervenire l’onu ; un ministro di uno stato estero che forse e’ in combutta con parlamentari ,che tradiscono la loro patria fanno e voglono imporre leggi .
credo che se nessuno tutela il parlamento con le sue prerogative di liberta’ dovute dalle libere scelte degli elettori , e un sacerdote extracomunitario facente forse parte di una associazione come la opsu dei nota setta al soldo della ccar…ebbene ce’ aria di tradimento.
italiani vi sytanno derubando della liberta’ e sono il vaticano che intrallazza con parlamentari che non rispettato il loro mandato costituzionale. FUORI I CARDINALI EXTRACOMUNITARI DALL’ITALIA REPUBBLICANA LIBERO STATO CON LIBERO PARLAMENTO.
W LA REPUBBLICA W LA LIBERTA’ W GARIBALDI ,,,,,,

ciceracchio 2la vendetta

QUI BIOSOGNA FARE UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE X LO SBATTEZZO
FAR CAPIRE ALLA GENTE CHE DIO NON CE’ ;GESU MAI E’ ESISTITO E LORO I PAPI ;GODONO DI PRIVILEGI DA 2000 ANNI . X UNA INVENZIONE CHE VUOLE SOTTOMETTERE
UN POPOLO INTERO ANZI MIRANO ALLA CONQUISTA DEL MONDO…
DIVULGANDO FATTI MAI ACCADUTI . E LO SBATTEZZ9O E’ UI MODO X CHE’ LO STATO NON DIA LORO PIU’ UN EURO.

ciceracchio 2la vendetta

E PURTROPPO LUNICI CHE ABVEVANO CAPITO LE LORO MIRE SONIO STATI GLI IMPERATORI , CHE LI USAVANO X I LORO GIOCHI… ZEUS LI BENEDICA…

ciceracchio 2la vendetta

ROMA E’ LA CITTA’ CAPITALE DI ITALIA BINETTI HO LEI E’ ANALFABETA HO NON CONOSCE LA STORIA ,,AL PAPA SPETTA LA CITTA’ EXTRACOMUNITARIA DETTA DEL VATICANO ROMA E’ GRAZIE AI BERSAGLIERI E LA MARMORA E GARIBALDI ..ITALIANA ITALIANA ..IL PAPA NON’E PROPRIETARIO DI CIO’ CHE APPARTIENE PER FORTUNA ALLA PATRIA ,,ITALIANA ..SI METTA IL CUORE IN PACE E MAGARI IL CILICIO ….
W L’ITALIA ABASSO IL VATICANO E TUTTI GLI EXTRACOMUNITARI IN TONACA E NON ….

Don Zauker

Attendo un pronunciamento dei parlamentari italiani sulla messa in latino.
O sulle regole della confessione.
Sono curioso di vedere se la controparte accetterebbe queste intromissioni serenamente.

Silesio

Praticamente ciò che chiede Ruini è che il comune di Roma, ogni volta che adotta una delibera, deve pensare che sta deliberando nella città del papa. Se per esempio l’UAAR volesse fare un congresso a Roma e volesse chiedere il patrocinio al comune, il comune non dovrebbe darlo perché il sindaco deve ricordarsi che Roma è la città del papa. Che gentaglia al vaticano!

chiericoperduto

Il Comune di Roma è praticamente bicamerale: ogni delibera viene prima emanata dal Consiglio Comunale, poi passa alla CEI ed infine torna in Consiglio. Chiaro no?
Quanto alla Binetti che intende Roma città del papa, una certa ragione ce l’ha…il vaticano possiede un quarto degli immobili della città!

paniscus

E mo’ chi glielo spiega alla Binetti che nel 1500 e rotti ci fu un clamoroso caso di “PACS all’afghana” (ossia, di riconoscimento post-mortem di un matrimonio che non c’era) fatto apposta per insediare un papa che altrimenti non sarebbe mai diventato tale? :)))))

Lisa

pastafarian

@ paniscus
se è solo per quello è successo anche poche settimane fa con il caso del militare italiano morto in Italia dopo un attentato non mi ricordo se in Afghanistan o in Iraq, sposato in articulo mortis con matrimonio valido anche per lo Stato Italiano.

paniscus

ooops… il riferimento era esattamente a quello, pensavo che si chiamasse “ironia”. Altrimenti perché l’avrei chiamto “pacs all’afhgana”? 🙂

Ma il bello del caso rinascimentale è che fu montato apposta per “fabbricare” un papa!

Lisa

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