Cara “Liberazione”, Bruno Santino, assassinato nell’incendio della Thyssenkrupp, era colpevole del reato di lesa famiglia. Era un convivente. Alla donna con cui divideva la vita non verrà riconosciuto alcun risarcimento, né le cronache, pure copiose, di questi giorni l’hanno degnata di una citazione. La sua compagna, parola che ha un significato ben più pregnante di altre, non potrà avere giustizia. Ma Bruno, quella mattina, era andato a lavorare anche per lei, per il figlio che aspettavano, per il loro futuro. Questo è l’ennesimo atto di discriminazione verso le coppie di fatto. Ci chiediamo: la compagna di Bruno esiste, o esistono solo le spose, i figli, i genitori e tutti coloro che sono incorniciati nella foto della sacra famiglia? E allora la sinistra che stiamo costruendo deve farsi carico ora, subito, anche prima della finanziaria, della questione delle unioni civili. Possiamo sopravvivere ad un anno di esercizio provvisorio, ma non possiamo vivere un minuto di più senza diritti. Per questo non vogliamo i Pacs, non vogliamo i Dico, non vogliamo i Cus, vogliamo la legge sulle unioni civili “Bruno Santino”.
Pina Casella e Paolo Costagliola, conviventi, Salerno
Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri (143 C.C.)
Con la convivenza i conviventi non acquistano diritti sanciti e non si assumono obbligazioni.
Che Bruno Santino sia stato “assassinato” dovrà stabilirlo un giudice, dopo i riscontri del caso. La presunzione d’innocenza vale per tutti, anche per i dirigenti e le maestranze della Thyssen.
Se chi convive è già sposato, la sua concubina deve avere più diritti della moglie?
“coloro che sono incorniciati nella foto della sacra famiglia”
il matrimonio civile (a differenza di quello cattolico) non si qualifica come “sacro”, tant’è vero che è prevista una procedura per il suo scioglimento (L. 898/1970).
SE la morte di Bruno Santino sarà riconosciuta conseguenza di reato e SE la convivenza risulta da certificazione anagrafica, la sua compagna avrà ottime probabilità di ottenere un risarcimento, SE si costituirà parte civile.
Chi ha scritto la lettera, avendo scelto consapevolmente di convivere, non può protestare contro “l’ennesimo atto di discriminazione”, trattandosi di coppia presumibilmente etero;
un’INFAME discriminazione la subiscono le coppie omo, perché in quel caso non c’è attualmente possibilità di scegliere.
Non si possono reclamare diritti “forti” come la pensione ai superstiti a fronte di un impegno “debole” come un PACS.
Bravi!!!
Lina e Andrea, conviventi da 25 anni con 3 figli.