Norma anti-omofobia, Napolitano: «Farò esame attento e rigoroso»

Una precisazione che ha il sapore della bocciatura. «La questione relativa alla norma inserita nella legge di conversione del decreto n.181, e votata dal Senato in una dizione che contiene oltretutto riferimenti erronei, merita da parte mia, per la prerogativa attribuitami dalla Costituzione di promulgazione delle leggi, un esame attento e rigoroso, che certamente non mancherà». È quanto scrive il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al capogruppo di An al Senato, Altero Matteoli, che ha diffuso il testo della lettera, in risposta all’iniziativa degli altri capigruppo dell’opposizione e ai senatori Pera e Mantovano sulla norma anti-omofobia inserita nel decreto sicurezza. Una norma, contro le discriminazioni sessuali, finita al centro della bufera causando la crisi di coscienza della senatrice teodem Paola Binetti al momento del voto di fiducia. Il ministro Mastella ha minacciato di «chiudere l’ esperienza del governo» se la norma non sparirà dal decreto sicurezza. […]
Con la loro lettera aperta, gli esponenti del centrodestra sottolineavano al Capo dello Stato «le criticità contenute nel decreto legge sulla sicurezza e al contempo gli chiedevano di assicurare un’approvazione rispettosa della Costituzione». È a questa iniziativa che fa riferimento Napolitano nella risposta, spiegando di aver letto «appena rientrato dagli Stati Uniti, la lettera (peraltro aperta) indirizzatami da lei e da altri capigruppo e senatori della opposizione, e recapitatami ieri (13 dicembre 2007 ndr)», ringraziando «per gli argomenti che ha voluto sottoporre alla mia attenzione».
Dal canto suo la maggioranza non sembra voler tenere conto della precisazione di Napolitano e ha deciso di non modificare il decreto legge sulle espulsioni, che martedì affronterà la prova dell’Aula alla Camera. È questo l’orientamento che prevale nel centrosinistra: durante la riunione congiunta delle commissione Affari Costituzionali e Giustizia sarebbe emersa, infatti, la decisione di non toccare la norma anti-omofobia, che contiene «riferimenti erronei», ma di sottoporre il decreto espulsioni così com’è all’Aula.

Fonte: Corriere 

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14 commenti

Fabio

E’ possibile individuare uno o più responsabili per i “riferimenti erronei”.
Sabotaggio o idiozia?

Flavio

In fondo che poteva dire? Il presidente è garante, finché non ha il testo davanti non può tanto sbilanciarsi.
Legittimo temere che la norma antiomofobia (ma il trattato parla anche di discriminazione su base religiosa, i cattolici dormono?!) sarà quasi sicuramente ignorata, è un riferimento senza senso…

Silesio

Intelligente sabotaggio… Un tempo fu liberato un pluriassasino mafioso perché in una sentenza di qualche centinaia di pagine non era stata allegata un pagina. Loro sanno come fare. In una legge in cui si vuol colpire la fiorente “fogna” italiana (dal delinquente, al clandestino accoltellatore preziosa manodopera per tutte le mafie, al nazista, al mafioso, al vaticano ecc.) vogliamo ancora illuderci che nessuno ci metta la stanghetta tra le ruote?

Il Filosofo Bottiglione

secondo me si tratta di un “pestone” dovuto alla fretta ed al casino di una maggioranza che sta insieme con lo sputo.
personalmente non mi sembra ben azzeccata la scelta di ricondurre la norma nell’ambito del penale.

Vash

Probabilmente l’errore è stato fatto di proposito da qualcuno perchè altrimenti vorrebbe dire che oltre a questioni di stupefacenti, prostitute crimine, terrorismo ecc. nel nostro parlamento ci sono anche delle persone che non sanno come si consulta una legge ed altri che non si prendono nemmeno la briga di controllare se una futura norma così importante sia stata impostata bene.
Non è un errore il fatto di inserire la norma nell’ambito penale. Il probblema semmai è che bisognerebbe fare un’altra norma sempre di carattere penale ma con uno spettro più ampio che vada a coprire anche altre forme di discriminazione, come quelle su base raziale o quelle su base religiosa (o non religiosa).
Con la legge che piacerebbe a me non solo non si sentirebbero più i cardinaloni che disciminano i gay o qualche sindaco che li vorrebbe garrotare, ma nemmeno altri sindaci invocare pene nazista contro gli extracomunitari oppure i telegiornali che con toni festanti pubblicizzano una enciclica che ci ritiene responsabili di tuti i mali del mondo!

darik

Silesio scrive:
17 Dicembre 2007 alle 20:14

“Intelligente sabotaggio….”

hai centrato il problema silesio

il detto “per un punto martin perse la cappa” inquadra bene come basti un’inezia per
stravolgere, alterare e trasformare un testo.
legioni di avvocati e consulenti fiscali sono all’opera ogni giorno per trovare cavilli tra
i testi di legge.
quando il governo dovette affrontare il problema dell’esenzione ici alla c.c.; bastò
l’inserzione di una frasetta, per far sì ké il vaticano potesse fruire ancora di vergognose agevolazioni.

darik

Il Filosofo Bottiglione

@Vash

tutti gli esempi che hai portato sono ben rappresentativi della immonda mentalità discriminatoria e del male che essa può produrre.
temo però che leggi pesanti di censura possano, da scaltri e agguerriti poteri, essere utilizzate in senso opposto. un esempio: dici che il cristianesimo è irrazionale? ecco, è un’offesa al sentimento religioso quindi si configura la discriminazione religiosa, la dura legge calerà dunque la sua mano su di te.
ho fatto forse un esempio un po’ estremo, ma penso che renda l’idea.
poi sono sempre dell’idea che certe battaglie vadano fatte più per via culturale che giuridica.

Ernesto

proibire di istigare all’odio contro dele persone mi sembra solo questione di buon senso, che evidentemente manca.

Magar

Nutrire sentimenti di disprezzo nei miei confronti perché sono ateo, o italiano (o ebreo, o omosessuale, o africano) è una cosa abominevole, che spero sia immediatamente censurata dalla società civile. Non penso invece che la cosa debba costituire reato penale. Se Gentilini mi dicesse: “Hai poca voglia di lavorare, come tutti i meridionali!”, quello che vorrei sentire sarebbe una caterva di fischi, non il tintinnio delle manette.
Un’opinione è un’opinione, e come tale dovrebbe sempre poter essere espressa: al più, se l’opinone è immonda, mi aspetto che la persona che l’ha espressa venga trattata dalla società civile come un appestato. Inoltre, abbiamo già il reato di ingiuria che impedisce di abusare di tale libertà.
Diverso è, naturalmente, il caso di incitazioni alla violenza, o ad altre infrazioni della legge: quello è un reato penale bello e buono, da punire ben duramente. Ma i reati d’opinione sono sempre da evitare.

Già la Legge Mancino del ’93 non mi piaceva, per come era strutturata. Tantomeno mi piace una sua estensione, sebbene apprezzi le buone intenzioni di chi propone queste leggi.

@Vash
Attento, con le leggi che tu vorresti, probabilmente Odifreddi sarebbe incarcerato per aver chiamato “teopitechi” i credenti…

darik

@Vash
Attento, con le leggi che tu vorresti, probabilmente Odifreddi sarebbe incarcerato per aver chiamato “teopitechi” i credenti…

a me ke li definisco “teoalienati” cosa fanno; mi fucilano!?

darik ;-?

Carlo

Io penso sia una questione di incompetenza. Ci sono diverse prove che i politici italini sono degli incompetenti e sono quasi sicuro che spesso e volentieri le leggi sono fatte senza pensare molto alle conseguenze. Quoto Magar, anche a me le leggi che permettono di condannare una persona per un’opinione mi piacciono poco, anche quando sono giuste in linea di principio.

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