Le scuole medie italiane avranno nei prossimi mesi a disposizione cinque milioni di euro per organizzare corsi di recupero in Matematica e Italiano. Per l’Italia è la prima volta in assoluto. Il perché lo spiega lo stesso ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni, che questa mattina ha firmato una direttiva in cui, tra l’altro, si stabiliscono “le strategie di intervento, le attività di sostegno e di recupero e le modalità di utilizzazione del personale”. A convincere l’inquilino di viale Trastevere che era necessario intervenire con urgenza è stata l’ultima bocciatura appioppata al nostro Paese dall’indagine Ocse-Pisa. […]
Ma come mai tanto allarme? Dai questionari somministrati per il Pisa 2006 ad oltre 21 mila quindicenni italiani emerge un livello di conoscenze piuttosto scarso se si considera il livello altamente tecnologico dell’ambiente in cui vivono i nostri adolescenti. Il 62 per cento non sa “il perché del giorno e della notte”. La stragrande maggioranza non sa spiegare, dunque, che l’alternanza del giorno e della notte è dovuto alla rotazione della terra intorno al proprio asse.
E le cose non vanno meglio se si passa alla Matematica o alla Lettura. Tre ragazzini su 10 non sono capaci di “interpretare” una semplice formula come quella del “Tasso di cambio” da una valuta ad un’altra. E la “lettura” di un semplice grafico diventa una difficoltà insormontabile per un quarto degli alunni. Tutte operazioni che i quindicenni delle altre nazioni europee, in particolar modo dei paesi nordici, e asiatiche sanno svolgere con maggiore disinvoltura. […]
“Quasi tutti i debiti formativi dei primi due anni delle scuole superiori – spiega Fioroni – nascono da carenze già emerse negli anni di studio precedenti”. […]
Ma, oltre agli studenti, l’attenzione del ministro è rivolta anche ai professori. “Oltre ad attività specifiche di recupero e sostegno, gli insegnanti potranno attivare appropriate strategie di apprendimento in un rinnovato impegno professionale”. Occorre, insomma, riqualificare i docenti italiani, la cui età media è di 50 anni, che sarebbero un po’ troppo un troppo vecchi per offrire un insegnamento “moderno”. E’ lo stesso Fioroni a fornire una dato che spicca su tutti: in tutta la scuola media italiana ci sono soltanto due professori di Matematica sotto i 31 anni. […]
Piano urgente per le scuole medie. Fioroni: “Non sanno perché fa notte”
70 commenti
Commenti chiusi.
Esigo che nei programmi sia dato ampio spazio al dibattito tra le teorie riguardo l’alternarsi del giorno e della notte: può essere il Sole a ruotare intorno alla Terra o anche il mostro di spaghetti che ordina in questo modo! 😀
Il problema è che si dedica poco spazio all’insegnamento della religione, e non si permette a sacerdoti ed eminenze di avere un più rigido controllo sull’educazione dei piccoli comunicati e cresimati. Se si aumentasse il numero degli insegnanti di religione e si raddoppiasse loro lo stipendio, certamente i giovani studenti saprebbero tutti quel che c’è da sapere sul grande disegno intelligente, sul senso profondo della salvezza eterna, sul cacolo complicato e divino del numero degli angeli e degli arcangeli. Vergogna! Viva il papa, viva maria! Abbasso la libertà di espressione!!
Se tutto va bene siamo rovinati…
Concordo con Flavio: sì al pluralismo cosmologico, basta con l’arroganza di questi scientisti geocentrici (anzi, geocentricisti, suona meglio…) che non sono capaci di cogliere pienamente il senso del Mistero! 😀
5 milioni di euro buttati dalla finestra!! Il problema non sono nè i programmi e nemmeno i ragazzi ma sono gli insegnanti che non sanno fare il loro mestiere se non in una percentuale irrisoria e chiunque può confermare questa verità.
Soltanto quando dietro le cattedre siederanno professori che non solo conoscono la loro materia ma ne sono appassionati e possono trasmettere questa passione soprattutto facendo capire ai ragazzi l’utilità pratica di quello che dovranno imparare allora in Italia si avrà cultura, altrimenti rimarremo sempre al punto di partenza!!
Se dipendesse da me farei un piano scaglionato per regioni e con un tempo massimo di 2 anni per far fare ad ogni professore un test ad hoc unito ad altrettanti schemi di valutazione che andranno compilati dai loro studenti. Questo esame servirebbe a valutare la conoscienza delle materie che insegnano e l’efficacia delloro insegnamento.
Alla prima prova verranno sottoposti anche tutti coloro che hanno superato il concorso ma non sono di ruolo.
Tutti i professori di ruolo giudicati insufficienti anche solo in una delle due prove verrebbero immediatamente sollevati dall’insegnamento e redistribuiti nella pubblica amministrazione ed ovviamente sostituiti con gli aspiranti che hanno superato il primo test.
Un provvedimento di questo genere aggiusterebbe contemporaneamente anche tutti gli ex insegnanti di religione a meno che non siano davvero in grado di insegnare altre materie e farebbe trionfare la meritocrazia
è vero! era molto più facile imparare quando la terra “era” piatta e il sole e la luna ci giravano intorno.
poi sono venuti quei rompipalle di scenziati a complicare le cose e a mettere le zeppe tra i piedi.
sapete cosa vi dico: viva l’oscurantismo, viva l’ignoranza, viva la religione!
darik
Anche in questo si vedono gli effetti roviniosi di 5 anni di Moratti. In questo fioroni, sia pur schifosamente clericale è più serio. Lo vedo anch’io che alle superiori i miei allievi non sanno che il rapporto tra circonferenza e diametro è = pigreco
@enrico matacena
Hmmm… da domani sarà “picristiano” , ‘sto paganesimo ha scocciato 😉 …
Francamente….non capisco cosa preoccupa tanto un ministro devoto ed osservante come Fioroni……….Cosa se ne faranno mai i giovani delle nozioni di astronomia o di matematica? L’importante è che siano futuri devoti e fedeli cittadini, osservanti dei valori cattolici e del magistero della chiesa.
Non è forse la conoscenza scientifica che insinua il tarlo nefasto del dubbio e dello scetticismo nei cervelli di tanti portandoli al baratro dell’ateismo?
Così come è stato coerente con le proprie convinzioni religiose partecipando e sponsorizzando il “Family Day”, il ministro Fioroni si mostri coerente di consequenza anche in questi assunti.
però conoscono la madonna,gesù, s giuseppe, il bue l’asinello e i re magi quindi poi avranno un posto nella amministrazione pubblica
MA DAIII!!!!…LA COLPA è DELL’ORA DI RELIGIONE??!!! aahahhHAHAHHahhaHA
sono i ragazzi che non hanno una PREDISPOSIZIONE allo studio…lo odiano!
i genitori sono ignoranti peggio i figli….e le scuole insegnano programmi dell’OTTOCENTO, con METODI DEL 700!!!
E’ COLPA DI TUTTI….I PROF, ALUNNI, GENITORI, DIRIGENTI E MINISTRI!!
ricordo che nonostante siamo la nazione che boccia di più…molti di più meriterebbero la bocciatura! figuriamoci come stiamo messi!!
“Il 62 per cento non sa “il perché del giorno e della notte”. La stragrande maggioranza non sa spiegare, dunque, che l’alternanza del giorno e della notte è dovuto alla rotazione della terra intorno al proprio asse.”
Una sola parola: SCONCERTANTE!
e poi l’ora di religione è L’ORA DI BACCANO!!!…mica si fanno ste cose…ahahahAHAHAHAHA
5 milioni di euro sono veramente pochini..sembra la solita manovra demagogica.
I peggiori risultati comunque sono stati registrati nelle competenze di lettura e comprensione dei testi, l’Italiano.
Sapete quante ore di scienze si fanno dalle elementari alle superiori?
Informatevi e vedrete che il problema è la superficialità di qualcuno…
Qui molti ironizzano sul ministro devoto che, non si sa perché, invece di incentivare l’insegnamento religioso si preoccupa di scienze e matematica… Scusate, ma siete fuori strada: niente più del cattolicesimo rampante – alla Opus Dei e alla CL per intenderci – punta all’efficenza e alla produttività proprio in termini aziendalistici. Che le conoscenze scientifiche siano da incentivare e programmare con ben maggiore rigore di quanto non si faccia è fuori discussione (come del resto è fuori discussione la necessità di formare coscienze critiche e non dogmatiche) ma attenti a non cadere nella trappola di una scuola concepita come pura preparazione al soddisfacimento delle esigenze della produzione.
Per ottenere ciò fanatismo religioso ed efficientismo possono benissimo trovare più di un punto di convergenza.
“5 milioni di euro buttati dalla finestra!! Il problema non sono nè i programmi e nemmeno i ragazzi ma sono gli insegnanti che non sanno fare il loro mestiere se non in una percentuale irrisoria e chiunque può confermare questa verità.
Soltanto quando dietro le cattedre siederanno professori che non solo conoscono la loro materia ma ne sono appassionati e possono trasmettere questa passione soprattutto facendo capire ai ragazzi l’utilità pratica di quello che dovranno imparare allora in Italia si avrà cultura, altrimenti rimarremo sempre al punto di partenza!!”
Eccerto. Ti invito a venirci tu, a trasmettere tutta ‘sta grande passione a una platea di 25 adolescenti che non sanno perché stanno lì, che ci si trovano solo perché è obbligatorio o perché altrimenti non saprebbero che altro fare, che azzannano panini e spippolano sul telefonino, e che se provi a rimproverarli per quello hanno genitori che vengono a difenderli a spada tratta ogni volta che ti permetti di contrariarli.
Provaci e poi ne riparliamo.
Lisa
Lisa ha parecchie ragioni.
i ragazzini oggi sono troppo irrequieti, gravati da tensioni psicologiche.
la matematica e le scienze hanno bisogno di concentrazione, anche quando sono proposte in forma di gioco.
oggi molti insegnanti escono dall’aula grondanti di sudore come uno che ha scaricato sacchi di farina.
poi ci sono gli asini che sono obbligati a proseguire gli studi poichè il mondo del lavoro non li vuole.
altro che 5 milioni di €. occorre ridurre il rapporto alunni/classe e fare piani di gestione di tutti i casi con gravi problemi di relazione sociale, oggi bellamente parcheggiati in classe.
@Enrico Matacena
Il tuo intervento aggiunge un mattone al muro del mio odierno sconforto!
Ho fatto di tutto per far comprendere ai miei studenti di terza media che il rapporto tra la circonferenza e il diametro è = pigreco (e non 3,14!) e quanto sia affascinante questo numero: esperienze pratiche, dimostrazioni teoriche, ho letto il passo del Teorema del pappagallo, cercato in internet i siti con il maggior numero di cifre decimali, inventate filastrocche, cancellato il santo del giorno il 14 marzo e sostituito con Pi Day, promettendo anche una torta.. Tutto questo perchè, nonostante l’età, continuo ad insegnare matematica con entusiasmo e cerco di trasmetterlo. Ebbene ho appena finito di correggere un pacco di verifiche: solo il 30 % (e mi dicono essere un buon risultato) ha dimostrato di aver veramente capito risolvendo problemi complessi, quei ragazzi destinati al liceo, dove si sono registrati ottimi risultati nei test dell’indagine OCSE-PISA.
Cosa fare per gli altri? Forse lasciare più tempo per consentire lo sviluppo del pensiero astratto o lasciarli vivere ignorando il pigreco?
io penso che bisognerebbe tornare ai metodi di inizio ‘900…
😆 😆 😆 Grande! LOL!
Comunque il giorno e la notte si alternano perché Dio separò la luce dalle tenebre no???
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Scherzi a parte, finché si valuterà la scuola in termini di “produttività” calcolata come rapporto fra alunni promossi e alunni iscritti, e si punterà ad aumentare tale parametro, il risultato potrà essere uno solo: l’abbassamento della soglia di selezione ovvero tutti promossi, somari inclusi…
…la scuola che insegna è quella che boccia chi non studia.
Il sei politico figlio del sessantottismo ha dato i suoi frutti.
Cioè… per far entrare nelle giovani testoline che ci sono il giorno e la notte perché la Terra ruota attorno al proprio asse ci vorrebbe nientemeno che un insegnamento moderno??? 😯
E in cosa consisterebbe tale innovativo metodo? Bisogna fare un’animazione con PowerPoint? Non basta? Ci vuole il visore stereoscopico della realtà virtuale?
Bisogna tenere le lezioni con gli avatar del professore e degli alunni in Second Life Solar System?
FROTTOLE BUONISTE!!!
Lo si spiega col solito vvecchio disegnino che funzionava 50 anni fa…
…e funziona ancora adesso se chi non lo impara viene bocciato.
Credo che anche i parlamentari non sappiano perché c’è il giorno e la notte. E’ un paese di somari. Mio figlio va alle medie e ieri sera abbiamo visto insieme il documentario The elegant Universe sugli universi paralleli. Non fa religione però la scuola sta organizzando una maximessa di natale dove il prete si prodighera a raccontare la favola di Mitra spacciata come nascita di Gesù. Appena possibile ce ne andremo da questo paese.
come potranno cambiare le cose finché verranno genitori a ricevimento protestando “lei ha dato 6 a mio figlio, ma lui è da 8!”… insomma, bisogna far capire a tutti, GENITORI INCLUSI, che i somari devono restare al palo.
La colpa è del relativismo dell’OCSE che non accetta una sana spiegazione teologica e vuole diffondere pericolose ideologie post galileiane.
(pensateci bene, tutta quella storia sul tasso di cambio, valori scambiabili come monete… sa di relativismo fino al midollo)
Se fosse Ratzy a mandare qualche commissione in giro per l’europa, sarebbero gli altri a fare la figura dei somari…
Magari fossimo ai tempi del sei politico……
Quelle rivendicazioni che oggi appaiono anacronistiche e foriere di responsabilità per i tristi risultati a cui siamo approdati in termini di livello d’istruzione, erano portate avanti, pur sempre, da ragazzi che col libro e con lo studio avevano, ed hanno , una certa dimestichezza ed affezione.
Al contrario, oggi, come qualcuno faceva giustamente rimarcare, la società dell’aziendalismo, del profitto economico che si erge al di sopra di ogni altro valore, vede come elemento di utile riferimento questo analfabetismo di ritorno, figlio del disimpegno politico e sociale, utile a delineare la figura del nuovo cittadino, prono alle esigenze dello sfruttamento finanziario, irregimentato nel suo vivere ordinario, costruito su falsi bisogni consumistici………oggi, peraltro , frustrati da salari da fame.
…ha concluso Fioroni spiegando che “non si tratta di trovare un capro espiatorio ma di mettere mano dove le lacune si sono dimostrate più evidenti”.
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Perche’ leggendo l’ultimo passo dell’articolo mi viene in mente l’imbecille che dopo essersi fatto la cacca addosso continua a lamentarsi con gli altri della puzza ???
OK, cerchiamo di renderci utili… mettiamo su una silloge di risposte opportune, così poi la facciamo finita. Elenchiamo quella serie di nozioni indispensabili per tutti, e via… Dunque, partiamo dalla nozione principale che per capire l’opera di dio non serve studiare o leggere libri: dove c’è luce non c’è buio, dove c’è terra non c’è acqua, dove c’è dio non c’è il diavolo, la mafia non esite, JFK è morto di sonno, chi ha mai detto che il fantasma formaggino non esiste?
Andei oltre: nella università cattolica, cosa viene insegnato? Il big bang o adamo ed eva?
@ Vash
Forse presuntuosamente, ma io credo di saper fare il mio mestiere.
Il problema è che gli studenti non sono più utenti, ma clienti che sanno di poterla fare sempre franca anche non applicandosi. Nella IV (la mia spina nel fianco) più della metà della classe in un compito non mi ha saputo neanche tracciare un elenco delle principali novità apportate dall’umanesimo; per farlo non era necessario neanche studiare: bastava avessero orecchiato qualcosa in qualsiasi disciplina.
sempre in questa IV devo fare la domatrice, prima ancora di tentare di insegnar loro qualcosa; per esempio, per citare solo un episodio, all’inizio dell’anno ho dovuto far sospendere due alunni perché in classe durante la mia ora – per “scaricare la tensione” – si divertivano uno a filmare e l’altro a mimare un rapporto sessuale.
@ Clotilde
io spesso li invito, anzi li consiglio, ad andare in bagno a “scaricare la propria tensione”.
non si parla mai dei vari metodi sicuramente migliori di quello ufficiale, Montessori, Steiner, Suzuki, Freinet ed altri.
ma un bello studio scientifico su questi metodi invece di restare ancora quasi a Gentile …
la chiesa è la prima a non volere metodi che rendano troppo liberi di pensare i ragazzi, tipo quello Montessori.
mantenere l’ora di dottrina nella scuola pubblica è un crimine contro l’umanità, spero che l’onu ci sanzioni.
Che grande panzana, questa della presunta asinità degli studenti medi! Al di là che i loro modelli, politici e culturali, mi sembrano assolutamente conformi a queste loro lacune (ma perché, per caso, i vaniloqui di scienziati vaticaliani, di psicologhi vespizzati e di “oppiononisti” della domenica pomeriggio, rappresentano un modello da cui suggere saggezza?) c’è sempre la questione di cosa significa “istruito”. Loro non sanno l’abc dell’astronomia, d’accordo. Ma forse io, a 52 anni, capisco come fa questo mio battere sui tasti a trasformarsi in scrittura? E chi di noi “saggi adulti” ha mai preso in mano un loro gioco per play station? Trame complicatissime! Peggio, ma molto peggio, che affrontare un calcolo di simplesso! Io penso che anche questo faccia parte della “camminata” evoluzionista: nuovi saperi che si insediano sui vecchi. Insomma, la cosa è questa: finché in tv sentirò dire “settimana prossima” a non “LA settimana prossima”, non posso autorizzare nessuno a pensare che i miei studenti siano così ciucci.
“eppure si muove”
I miei piccoli alunni, 1 e 2 elementare sanno del giorno e della notte…Abbiamo fatto l’esperimento con una lampadina e una mela.
Comunque quoto Clotilde. E lasciamo in pace gli INSEGNANTI 🙂
Da insegnante in pensione sono rimasto esterrefatto da molti dei commenti qui letti, soprattutto quando a farli sono insegnanti in attività. Si va dalla nostalgia per i metodi pre-sassantotto (evidentemente mai sperimentati sulla propria pelle, né di allievi né di insegnanti, e in ogni caso rimossi) come se la famosa ‘Lettera ad una professoressa’ non fosse mai stata scritta, alla fiducia fideistica che qualche marchingegno pedagogico ‘scientificamente certificato’ possa di per sé offrire la soluzione di tutti i problemi. Il tutto, poi, condito dalle lamentazioni per l’aver a che fare con ragazzi svogliati, demotivati, distratti dalle infinite sollecitazioni della società consumistica… come se la scuola non avesse proprio il compito di costruire quelle coscienze critiche in grado non solo di subire ma di interpretare il mondo in cui vivono. Col bel risultato di auspicare il ripristino di quei metodi che una scuola confessionale – denunciata in teoria – ha da sempre applicato e punta ad applicare di nuovo.
Scusate, ma il dover sentire ancora parlare di ‘asini da bocciare’, di meritocrazia a-critica, di “se non hai voglia di studiare vai a lavorare”, dà la angosciante impressione che si stia operando proprio quel ritorno al passato che è nelle corde di ogni cultura religiosa.
Concordo con Daniele Gallesio, questa scuola così brava a produrre somari è figlia del “68”.
E’ da lì che bisogna ripartire per rivedere programmi , severità e passione, preparazione degli insegnanti e limitazione all’intervento catastrofico dei genitori.
Non sono stato un’insegnante, ma vedo cosa hanno appreso a scuola i miei figli, e la preparazione che hanno ricevuto uno allo scientifico, l’altra al classico, non supera quella che io e mia moglie avavamo già conseguito con la terza media.
Con questo nessuno chiede che si ripristini totalmente il metodo presessanttottino, con le sue preselezioni basate in parte sulle classi sociali, ma non è accettabile, per esempio, che ad un genitore al quale viene consigliato l’insegnante di sostegno per il figlio, questo sporga denuncia contro l’insegnante, perchè ritiene il figlio un genio e l’insegnante un asino. La verità potrà al massimo trovarsi a metà strada.
Non ho avuto nessuna intenzione di insegnare il mestiere a nessun insegnante. In casi come questo però bisogna generalizzare e non guardare ad ogni singolo insegnante perchè la scuola è un complesso unico. Anche gli studenti di un singolo corso di studi hanno a che fare con tanti professori quante sono le materie o giù di li.
Bisogna analizzare i motivi per cui i ragazzi, che una volta erano semplicemente annoiati dalla scuola, oggi sono diventati un popolo di barbari.
E’ risaputo che i ragazzi la scuola laodiano, ma non è solo per il fatto che ci si deve svegliare tutte le mattine, perchè se fosse solo questo il problema, ad odiarla ci sarebbe sempre qualcuno ma mica tutti quanti! Il problema è che i programmi sono vetusti, che gli insegnanti spesso sono svogliati o sclerotici e che ancora più spesso commettono atti illeciti a volte anche di natura penale e questo va detto!
Un ragazzo che va a scuola in pratica deve svegliarsi all’alba per andare in un posto dove non va a fare nulla di interessante e per giunta si trova professori arrabbiati per vari motivi che finiscono per scarcarsi su di loro. I ragzzi, anni fa hanno cominciato a contrattaccare, Il problema è che tra l’aggressività dei ragazzi e la mancanza di preparazione degli insegnanti (a cui nessuno fa fare tirocinio come ad esempio succede in Giappone per imparare ad insegnare) si è arrivati all’anarchia totale e quell’incapace di Fioroni vuole spendere 5 milioni di euro per farli studiare di più… Ma che cosa se non si sistema la base del meccanismo??
# charlYmingus scrive:
19 Dicembre 2007 alle 21:15
però conoscono la madonna,gesù, s giuseppe, il bue l’asinello e i re magi quindi poi avranno un posto nella amministrazione pubblica
e, ovviamente, in paradiso!
amen
darik
non solo scienza, ma ache matematica e fisica, a queste materie dovrebbe essere dedicato molto più tempo.
Quoto Vash!
Quando ci si trova di fronte a delle cifre del genere, il problema non risiede solo nei giovani o solo negli insegnanti. Il problema è il SISTEMA. Il sistema non funziona, nel senso che non è in grado di generare i risultati per i quali è stato creato. Quindi, va ripensato. Non basta dire aumentiamo di 5 milioni di euro, perchè non spiega qual’è la causa della debacle e se quei finanziamenti sono sufficienti ad inverire la rotta. Di fronte ad un fallimento come quello della scuola italiana, va buttato tutto a mare e ricostrutito tutto daccapo, coinvolgendo tutti i soggetti: la politica, gli insegnanti, gli studenti, la scienza e la società civile. Se poi scopriamo, che fra i vari problemi c’è anche quello delle risosre economiche, allora io due proposte ce le ho belle e pronte: zero soldi alle scuole private (sarà dispiaciuto Volontè), zero soldi all’insegnamento della religione cattolica (finchè non cambia il concordato, che sia il vaticano a pagare i propri insegnanti!).
A sostegno di BX vorrei raccontare la mia esperienza personale di studente.
Mi rendo conto che non ha un valore statistico, ma può fer riflettere.
A partire dalle elemintari mi hanno bollato come bambino difficile, svogliato, indisciplinato. Sempre in bilico sull’orlo della sufficienza, ma con qualche occasionale buon risultato, guarda caso con quei pochi professori che non odiavo. Bocciato al primo anno di un liceo scientifico; che applicava quei metodi autoritari che qualcuno nei commenti precedenti consigliava, ho ripiegato su un istituto tecnico ottenendo la maturità con il minimo dei voti.
Poi ho iniziato l’università, nonostante tutti me la sconsigliassero, ed è accaduto:
Proprio io, che la mattina sono sempre stato lento e torpido, e certe mattine lo sono anche ora, mi sono svegliato per cinque anni schizzando come una molla, nonostante il freddo e i lunghi viaggi in treno. Ero felice di andare a lezione come e più di incontrare la ragazza amata.
Mi sono laureato col massimo dei voti e ricorderò per sempre quel periodo come uno dei più belli.
La morale che ne ho tratto è che c’è differenza tra essere autorevoli e autoritari: come insegnante mai mettersi su un piedistallo, imporre regole razionali e motivate, farle rispettare con l’esempio rispettandole per primo, ricordare che chi più va punito ha anche più bisogno di essere aiutato: certi comportamenti di studenti arrivati alle cronache dei giornali, francamente inaccettabili, sono anche frutto di una scarsa autostima che la nostra socetà non aiuta certo a superare.
Caro Vash, l’anarchia di cui parli non la superi istituendo scuole per insegnanti ‘alla giapponese’, che, essendo ‘scuole’, presuppungono la presenza di insegnanti in grado di insegnare come si insegna… e quali sarebbero, dove li trovi? D’altra parte, imparare ad insegnare è possibile solo insegnando, cioè avendo a che fare con i ragazzi… che, così, cosa verrebbero ad essere, una sorta di cavie?
Scusa questo giro di parole che sa tanto di circolo vizioso, ma anche il tuo sa tanto di circolo vizioso, di espediente molto teorico basato su una analisi molto teorica: “è risaputo che i ragazzi la scuola la odiano” quindi dobbiamo renderla più interessante. Grazie tante, ma come?
Io, in base alla mia esperienza (che non voglio certo nè generalizzare né tanto meno teorizzare) credo di poter dire questo: se si riesce – con la dovuta pazienza e senza misurare tutto sulla ‘produttività’ – a conquistare la fiducia dei ragazzi rendendoli coscienti che sono loro i protagonisti della scuola e non quella istituzione astratta che li obbliga ad alzarsi alla mattina per andarsi ad annoiare… in questo contesto tutto diventa fattibile. Perfino far amare la matematica. Non è facile? Certo che no, ma la ‘professionalità’ sempre chiamata in causa, o si costruisce su queste basi. o sarà sempre un mito.
Dirai che tutto questo sa – con un terribile neologismo che suona da un pò di tempo come una condanna senza appello – di ‘buonismo’… C’è questo rischio, certamente, ma non lo si evita puntando sul ‘cattivismo’. Quello dei ragazzi come quello degli insegnanti.
Dialogo avuto appena ieri sera con mia moglie insegnante elementare (che amo tuttavia).
IO – Avete fatto il presepe a scuola?
LEI – Certo!
IO – E se un ebreo manifestasse opposizione?
LEI – Gli rispondiamo che in Italia si fanno i presepi e se non li gradisce tornasse al SUO PAESE!
IO – Guarda che il paese degli ebrei è l’Italia.
LEI – Che me ne importa!
Con insegnanti così (le sue colleghe che conosco non sono migliori) stiamo freschi!
Rosalba Sgroia, Clotilde, Calogero, BX e altri frequentatori sono, secondo me, più l’eccezione che la regola. 🙁
Non Bx non lo trovo uno sfogo “buonista “. Hai centrato il problema, forse non ci siamo capiti (attraverso i post non si può dialogare come si deve), ma sono daccordo con te! Il problema è che il sistema scuola andrebbe rivisto dalle fondamenta, poi di idee non ci saranno di sicuto solo le mie (me lo auguro almeno) perchè giudicando i risultati e vedendo la figura che faciamo in Europa le cose sono 2: o il sistema scuola in Italia è un colabrodo, oppure i ragazzi italiani non sono normali esseri umani ed appartengono ad una specie a parte. Per fare prima bisognerebe vedere come viene afrontato il tema scuola in quei paesi dove il sistema funziona di più, ma di sicuro l’idea di Fioroni resta, a mio parere, una perdita di tempo e denaro.
San Gennaro (sforzo nello scrivere che non hai idea…), ma davvero tua moglie è così, o aveva le sue cose ieri sera? Scherzo. In verità, in verità ti dico che ne ho a vagonate di esempi simili e peggiori. Dapprima ti fanno incazzare, ma a ben ragionare, la storia del prossimo futuro darà loro torto marcio, vedrai. Saranno sempre più stretti nell’angolo della loro vanità autoreferente (ops, il soggetto è “certi insegnanti che ragionano così”) finché, chessò, fra 20 anni un certo Carcano dell’Uaar non diventerà presidente del consiglio 😉
@Vash
Un blog è veramente uno spazio ristretto per afrontare il problema della scuola e a volte si risponde secondo la situazione emotiva del momento (vedi mio sfogo di ieri sul pigreco bistrattato).
Il mese scorso ho avuto la fortuna di osservare personalmente il sistema scolastico svedese. Ciò che mi ha immediatamente colpito è stata la distensione: ragazzi tranquilli ed educati che permettevano ad insegnanti, anche molto giovani e a cui si rivolgevano con il tu, di svolgere lezioni molto partecipate in un clima sereno.(Ritornare a combattere contro i cellulari tra ragazzetti che urlano e si strattonano è stata dura…)I docenti sono adeguatamente retribuiti per 35 ore settimanali, di cui una metà di insegnamento e l’altra di preparazione anche collettiva delle lezioni, in strutture accoglienti e ricche di ogni strumentazione tecnologica. Lo svolgimento dei programmi è più diluito nel tempo, favorendo lo sviluppo del pensiero astratto a partire da esperienze concrete. Avrei molte altre considerazioni da esporre (anche sui risultati dell’indagine OCSE_PISA), ma questo non è il luogo.
Lucy, una domanda (sono curioso): quanti alunni per classe, in Svezia?
quoto Lucy,
in generale la capacità di non abbandonarsi al frastuono ed il rispetto sono strumenti basilari per poter condurre qualsiasi percorso pedagogico. se questi cardini mancano è impensabile di affidare il compito di ricostruirli alla sola scuola. quand’anche lo faccesse efficacemente, non resterebbe il tempo di spiegare i moti della terra e le loro conseguenze.
per BX.
voglio riabilitare la frase:
“se non hai voglia di studiare vai a lavorare”.
detta così appare un po’ becera, ma voglio sottoporvi questa riflessione:
per molti ragazzi il mondo del lavoro costituisce un luogo di senso anche pedagogico, mentre la scuola li trascina in una dimensione irreale, ne dilata il tempo libero, costringendoli in un luogo che trovano detestabile a meno di non utilizzarlo per i giochi più sciocchi. mi riferisco soprattutto all’ambiente che si sta creando in certe scuole professionali; certo una soluzione sarebbe quella di eliminare sedie, banchi, lavagne, aule e proporre loro quasi esclusivamente attività pratiche, forse non sono pronti i docenti, ma nemmeno le scuole. anche così sono certo che rimarrebbero persone per le quali la scuola resterebbe un luogo di non senso, lo dico come constatazione, non come colpa. questo senso potrebbe invece darglielo un’attività lavorativa reale.
Vash: “a cui nessuno fa fare tirocinio come ad esempio succede in Giappone per imparare ad insegnare.”
Carissimo, io ho vissuto tre anni a Tokyo, insegnando italiano ai giapponesi, e ti assicuro che il sistema scolastico giapponese è il peggiore che esista in assoluto, buono per creare burocrati ottusi, giovani invecchiati a 17 anni, pazzi fanatici (ultima riforma scolastica giapponese: ripristino dell’inno nazionale cantato e due ore settimanali di “lezioni di patriottismo”) o nerd buoni solo per Warcraft. Per non parlare del livello di ignoranza generale di studenti e professori, che non sanno mettere insieme una frase in inglese o trovare la Francia sul planisfero…
Cara Taledem Fioroni vuoi un paio di proposte per questo problemino? più fondi per la scuola pubblica e ZERO per la scuola privata; meno religone più SCIENZA!
Cari tutti,
il vero guaio è che in Italia si sta sottovalutando l’importanza della CULTURA, del suo valore, di come lo studio possa rendere le persone libere. Purtroppo le cause della poca motivazione allo studio sono molteplici e tutte concorrono a rendere la Scuola un fardello pesante e non come un’opportunità meravigliosa da cogliere!
Io dico sempre ai miei piccoli alunni : La cultura è libertà e imparate a volervi bene, a partire dalla conoscenza di ciò che vi circonda, impadronitevi degli strumenti per imparare e proverete uno dei piaceri più grandi della vita.
Non abbiate paura delle difficoltà, anzi, provate gusto a risolvere problemi difficili e ad allenare la mente!
Beh, restano affascinati e motivati ad apprendere, salvo alcuni casi.
Questo è uno dei motivi per cui resto alle elementari… 😀
@BX
cito:
“”Si va dalla nostalgia per i metodi pre-sassantotto (evidentemente mai sperimentati sulla propria pelle, né di allievi né di insegnanti, e in ogni caso rimossi) come se la famosa ‘Lettera ad una professoressa’ non fosse mai stata scritta, alla fiducia fideistica che qualche marchingegno pedagogico ’scientificamente certificato’ possa di per sé offrire la soluzione di tutti i problemi. “”
“”Scusate, ma il dover sentire ancora parlare di ‘asini da bocciare’, di meritocrazia a-critica, di “se non hai voglia di studiare vai a lavorare”, dà la angosciante impressione che si stia operando proprio quel ritorno al passato che è nelle corde di ogni cultura religiosa.””
Puoi spiegarti un po’ meglio? sarebbe interessante. per metodi pre-sessantotto cosa intendi?
la “Lettera ad una professoressa” è molto bella, se si interpreta il linguaggio spirituale d’obbligo a quei tempi, riporto qualche frase:
“”Un’istruzione che si fa servizio, un sapere che diventa vita. E quindi la scuola diventa bussola, capace di orientare, di accompagnare, di dare senso.
Cercasi un fine.
Bisogna che sia onesto. Grande. Che non presupponga nel ragazzo null’altro che d’essere uomo. Cioè che vada bene per credenti e atei.
Io lo conosco. Il priore me l’ha imposto fin da quando avevo 11 anni e ne ringrazio Dio. Ho risparmiato tanto tempo. Ho saputo minuto per minuto perché studiavo.
Il fine giusto è dedicarsi al prossimo”
Il sapere serve solo per darlo…””
poi perché dici che scientificamente non si può certificare un metodo d’insegnamento? si tratta di ricerca sulla pedagogia, psicologia, metodologia … lo fanno per la pubblicità, perché non farlo per apprendere meglio o rispettare meglio l’alunno?
I ragazzi non sanno più perchè fa notte, perchè è scesa nuovamente la notte sull’uso della Ragione.
PS: ora di religione da abolire al più presto.
Tutti coloro che preparano ricette non sono quasi mai entrati in un’aula scolastica nelle ore di lezione: dalle 8:30 alle 13:20. Ebbene succede di tutto,( basta verificare), fuorchè fare lezione che è praticamente impossibile: occorre capire che la scuola nel nostro paese ha bisogno di una sola riforma che si può riassumere in un solo art. di legge:in ogni aula occorrono disciplina e silenzio.In India , Pakistan Cina ecc. gli studenti sono preparati perchè in quei paesi si studia come da noi trenta o quarantanni fa: convinciamoci di questa realtà.
I problemi della scuola italiana sono determinati anche, nessuno lo ha ricordato, da precariato, frequente discontinuità didattica, stipendi, più giusto dire sussidi, vergognosi.
Il doppio lavoro, una burocrazia folle, ridicoli pedagogismi, una selezione clientelare dei quadri dirigenziali fanno il resto.
Comunque il dato realmente preoccupante è l’allargarsi della forbice fra nord e sud del paese. Il nord tiene con fatica il passo dell’Europa, il sud, è fermo, immobilizzato da un mix di sottosviluppo, camorra e clientele. Una nuova tappa della questione meridionale.
@Liberal
Mi puoi spiegare, allora, perchè il livelo di cultura generale del nostro paese , trenta o quaranta anni fa, era bassissimo e , comunque, molto al di sotto degli standard proposti tra i paesi dell’occidente sviluppato??
I modelli scolastici di India, Pakistan e Cina sono proponibili solo da chi ha della scuola e della società, un concetto da caserma militare, dove la cultura è un’arma di cui disporre contro un “nemico” per risultare “vincenti”……..questo modello culturale e sociale sta, fortunatamente , mostrando i suoi limiti ed evidenziando il fallimento della società a cui è destinato.
Ma adesso, al di la di tante discussioni, perche’ non copiare un modello europeo a caso e cercare di applicarlo anche in Italia? Sara’ poco originale, ma visto che tutti sembrano fare meglio di noi (e purtroppo e’ vero) perche’ continuare a interstardirci che in Italia abbiamo la scuola migliore del mondo?
Solo un commmento sulla “produttivita'”: cara BX, io non penso che sapere cosa causa il giorno e la notte sia un concetto nozionistico e tecnocratico. Non e’ accettabile che uno studente in terza media non sia in grado di articolare una spiegazione (banale) su un fenomeno che e’ sotto gli occhi di tutti. Lo stesso vale per leggere un grafico o convertire una valuta in un’altra. Queste sono cognizioni fondamentali per stare al mondo. E il discrimine tra i nostri studenti e quelli dei paesi europei e’ su queste conoscenze di base, non sulla velocita’ con cui risolvono equazioni o altro. I risultati di questa indagine andrebbero valutati con molta attenzione.
Perché Dio così volle no?
Rendere scientifica la didattica? Dopo 2 anni di sicsi resto della mia idea che è impossibile e insegnare resta un’arte di chi ha talento
@Aldo
Il numero di alunni per classe è anche per me un punto cruciale de nostro sistema scolastico.
In Svezia, grazie al fatto che gli insegnanti sono disponibili per un orario lungo, è possibile una grande flessibilità: in una scuola corrispondente alla nostra elementare mi hanno spiegato che una classe di 24 alunni aveva al suo interno problemi di relazione e per un certo periodo era stata divisa in due da 12. Nella stessa scuola ho visto il laboratorio di falegnameria frequentato con tranquillità da 20 ragazzini, autonomi nell’uso di strumenti da noi considerati pericolosissimi.
Gli alunni stranieri hanno per alcuni mesi un traduttore in classe; io faccio lezione cercando di farmi capire da una bulgara, due tunisini e due moldavi appena arrivati in italia, oltre che da 20 indigeni, autonomi nel lancio di pezzetti di gomma.
@Carlo
Sono d’accordo con te
@zorn
“”Rendere scientifica la didattica? Dopo 2 anni di sicsi resto della mia idea che è impossibile e insegnare resta un’arte di chi ha talento””
difficile darti torto, ma allora facciamo i provini agli insegnanti invece dei concorsi.
io direi di dividere gli studenti in base al qi riguardo certe materie e metterli insieme per altre.
e misurare anche il qi dei docenti, non devono essere geni, ma neanche oscenamente stupidi.
Fioroni, non gli dica perché fa notte, potrebbero diventare degli illuministi e questo alla Chiesa certo non piacerebbe.
Evidentemente il tema della scuola interessa, e non poteva essere altrimenti. Vorrei solo qui richiamare e ribadire alcune cose già dette.
Tralasciato il commento di Liberal, che, se non fosse una provocazione voluta – come spero per lui – farebbe seriamente dubitare su tante cose, credo di dover riprendere alcune considerazioni, chierire alcuni concetti:
a) nessun rifiuto da parte degli insegnanti dell’apporto scientifico relativo alle scienze dell’aducazionei, ci mancherebbe!… solo non dovrebbero mai ritenere che DI PER SE’, mediante una loro applicazione più o meno meccanica, possano aiutare veramente nella pratica scolastica; detta così è un’ovvietà, ma lo diventa molto meno per chi ha avuto pratica della scuola;
b) lo stesso discorso vale per l’importazione di modelli di altri paesi in cui si ritiene (in base a dati ufficiali, va bè… ma elaborati secondo quali parametri?) che le cose vadano meglio. Il confronto è sempre utile, c’è sempre da imparare da tutti, ma poi i conti vanno fatti con una realtà che nessun modello, necessariamente astratto, può contemplare;
c ) la scuola, PRIMA DI TUTTO, deve aiutare a far crescere dei giovani che saranno dei cittadini. Le nozioni servono proprio anche per questo? Nessun dubbio, anzi,è pure questa poco più di un’ovvietà… la quale però va sempre almeno accompagnata da un’altra ovvietà: o le nozioni vengono acquisite in un contesto che le rende significative, o altrimenti si scade nel famigerato nozionismo. L’abc di ogni pedagogia – da Socrate in poi – rileva come una nozione viene veramente assimilata, ANCHE NEI SUOI CONTENUTI ‘TECNICI’, e fruita utilmente per sè e per gli altri, quando se ne coglie la necessità;
d) il cosiddetto sessantotto – con tutti i suoi limiti – è uno spartiacque anche per quel che riguarda la scuola: se ne possono, anzi se ne debbono, mettere in evidenza tutte le contraddizioni e gli errori, ma vagheggiare un ritorno a ciò che era la scuola prima di quel terremoto può solo farla ridiventare – sì, lo so, a qualcuno verranno gli stranguglioni a sentire questa espressione – una ‘scuola di classe posta al servizio delle esigenze della produzione’. (Mia personale analogia di vecchio maschio: il femminismo può oggi mostrare la corda sotto tanti aspetti, ma per favore non vagheggiamo una società pre-femminista!);
e) infine, per concludere (si fa per dire), ai tanti tecnocrati che sostituirebbero volentiari l’insegnante con una macchina (in America lo si è teorizzato e anche sperimentato) solo un rimando a ciò che in questo post qualcuno ha già detto rischiando (e io con lui) il dileggio: SI’, SI’, SI’, INSEGNARE E’ UN’ARTE!!!
Sono rimasto sorpreso dallo scoprire che Fioroni sappia il perché del giorno e della notte.
Sono rimasto sorpreso dallo scoprire che Fioroni sappia il perché del giorno e della notte.
insegnare sarà un’arte, ma prima di questo è un lavoro. io, come ex studente, non avrei chiesto niente di più che di avere lavoratori onesti come insegnanti. se insegnare è un’arte io non ho mai avuto veri artisti come insegnanti, solo pessimi artigiani, abitati da spiriti maligni e frustrati dalle vessazioni del preside. potete immaginare su chi si sfogavano.
se l’insegnare è un’arte l’insegnamento scolastico non esiste.
X Senofane.
Il discorso naturalmente meriterebbe ben altre considerazioni, ma la distinzione tra arte e artigianato è un luogo comune duro a morire.
Per entrare nel merito, un insegnante potrà essere talentuoso fin che vuole, ma dovrà come tutti procurarsi gli strumenti per la sua arte con umiltà, fatica e tirocinio se vorrà trasmettere qualcosa di veramente fruibile ai suoi allievi. Che, ecco il vero senso di tutto questo discorso, sono da considerare a loro volta ‘artisti in potenza’, cioè menti da potenziare al massimo invece che da soffocare. Questa è l’arte dell’isegnante, mentre (e qui capisco perfettamente la tua brutta esperienza) troppi hanno considerato e considerano l’insegnamento come un mestiere da esrcitare in mancanza di meglio.
“”Che, ecco il vero senso di tutto questo discorso, sono da considerare a loro volta ‘artisti in potenza’, cioè menti da potenziare al massimo invece che da soffocare.””
so che è difficile da credere, ma la maggiorparte delle persone non riesce a vedere l’evidenza, bisogna scrivergliela da qualche parte in modo da fargliela rileggere di tanto in tanto attraverso feste e cerimonie rituali. in questo senso penso che un metodo non risolva tutti i problemi ma funga da guida e garanzia per rispettare alcune linee guida.
l’impressione che ho avuto io, specialmente ultimamente, è che gli studenti siano dei nemici da cui guardarsi e difendersi, e che non meritino pietà alcuna, anzi …
in realtà gli insegnanti sono dei giudici, finché non si toglierà loro il potere sulla vita degli alunni non potranno esprimersi liberamente nell’insegnamento, e gli alunni non saranno liberi nell’apprendimento.
Belli i tuoi ragionamenti BX, sono anche d’accordo, ma la situazione e’ drammatica. Uno che non sa spiegare come mai c’e’ alternanza tra giorno e notte dubito che abbia la minima idea del funzionamento dello stato e quindi non sara’ MAI un buon cittadino. Potra’ solo essere una miserabile pecora che vota quello che gli dicono gli altri e ripete i discorsi sentiti al bar. Ti chiedi quali sono i parametri su cui si giudica migliore la scuola straniera? Per esempio che nelle scuole straniere la maggioranza sa come mai c’e’ la suddetta alternanza? Ripeto, ottime tutte le discussioni, ma qui c’e’ bisogno, purtroppo, di una riforma radicale. Non illudiamoci, la scuola italiana e’ pietosa, nella maggioranza dei casi. O si impara dai casi virtuosi (sperimentazioni, scuole medie che funzionano) oppure si impara dagli altri paesi. Speriamo che si agisca presto, o le cose andranno sempre piu’ a rotoli. Qui non e’ una questione di avere il meglio, ma solo il minimo. Tu sei un’insegnante in pensione, forse ti ricordi un mondo diverso, non perfetto ma neppure disastroso. Ho l’impressione che invece attualmente lo stato della scuola sia proprio disastroso.